lunedì 22 dicembre 2014

Vendere, vendere, vendere... La follia dei banchieri centrali ha raggiunto vette epiche





di David Stockman


Il sistema finanziario globale è in frantumi. Ovunque nel mondo la fantomatica crescita si sta raffreddando, gli investimenti vacillano, il commercio rallenta, c'è una grande capacità industriale in eccesso, c'è un picco del debito privato, i bilanci pubblici sono al collasso, ci sono guerre valutarie, il conflitto politico-militare si sta intensificando e c'è una disconnessione senza precedenti tra economie sature di debito e mercati finanziari irrazionalmente esuberanti.

Eppure due banche centrali hanno promesso maggiore eroina monetaria e, presto, l'indice S&P 500 raggiungerà i 2070. Cioè, i robo-trader hanno gonfiato il rapporto PE del suo paniere di aziende con sede negli USA di circa venti volte i guadagni segnalati.

E questi guadagni rappresentano sicuramente un pericolo in un mondo in cui il Giappone sta colando a picco, il castello di carte della Cina è al collasso, l'Europa sta affondando in una tripla recessione e la falsa ripresa negli USA sarà presto smentita per il 5° anno consecutivo. Quindi va da sé che se esistesse un "price discovery" nel casinò di Wall Street, il tasso di capitalizzazione di questi guadagni palesemente taroccati (ossia, gonfiati grazie a riacquisti di massa) sarebbe decisamente meno esuberante.

In realtà non è cambiato nulla per quanto riguarda lo stato precario del mondo. Tranne... tranne che lo zio Mario ha fatto l'ennesima promessa vuota — questa volta farà qualsiasi cosa "per aumentare il più velocemente possibile l'inflazione e le aspettative di inflazione"; e, quasi contemporaneamente, i compagni disperati a Pechino assestavano un'altra forte gomitata nello stomaco dei risparmiatori cinesi, abbassando il tasso di deposito di 25 punti base, al 2.75%.

Vediamo. Può essere vero che la crescita europea stia vacillando perché non c'è abbastanza inflazione? Il boom immobiliare e finanziario cinese si sta raffreddando rapidamente perché la Banca Popolare Cinese (PBoC) è stata troppo avara?

La risposta è ovviamente un NO risonante. Allora perché le azioni dovrebbero salire sulla base di due annunci che non possono assolutamente alleviare la recessione in Europa o il crollo degli investimenti in Cina?

Non può trattarsi solo di dati discutibili. Oggi il PIL reale dell'Europa non è superiore a quello nel terzo trimestre del 2006. E' evidente come il rallentamento temporaneo dell'inflazione al consumo (a causa dei prezzi del petrolio in calo e dell'impatto transitorio dei tassi di cambio) non possa spiegare questa lunga tendenza verso il nulla.




Infatti, durante questo stesso periodo l'ICP dell'Europa è aumentato di quasi il 20%. Dove sta scritto o è stato provato che un'inflazione media al 2% annuo generi una crescita economica? Non c'è uno straccio di prova per tale proposizione — quindi l'impegno di Draghi nel voler raggiungere questa fatidica cifra per salari e conti bancari delle famiglie europee, non significa necessariamente una maggiore crescita, più profitti e più capitalizzazione di mercato dell'S&P.




In effetti, l'intero clamore per la "deflazione" e l'impegno di Draghi a fare tutto il necessario per aumentare in fretta l'inflazione, ha a che fare con un "allarme" transitorio degli ultimi 12-18 mesi nell'indice dei prezzi. Ma questa è la prima volta che un cambiamento nel ciclo globale delle materie prime e nel tasso di cambio dell'euro causa un tonfo temporaneo dell'andamento dei prezzi al consumo? I dati storici gridano "No".




In realtà, l'unico modo in cui l'indebolimento dell'inflazione può impattare sulla crescita di breve periodo del PIL reale è se i consumatori aumentassero nettamente il loro tasso di risparmio, in attesa di prezzi più bassi. Questa è l'affermazione banale degli stampatori folli keynesiani, ma dove sono le prove? Dopo un temporaneo aumento del tasso di risparmio personale in Europa durante la Grande Depressione, esso è regredito alla sua recente media storica ed è rimasto piatto, anche se i tassi di inflazione hanno decelerato sin dal 2012.




No, il problema in Europa non è troppo poca inflazione nel breve periodo; il problema sono i livelli impressionanti delle tasse, il debito pubblico e il dirigismo interventista che rappresenta un ostacolo permanente e debilitante per la crescita. Draghi ha già portato a zero i tassi di deposito della BCE, e le conseguenze ora si stanno diffondendo rapidamente a imprese e consumatori attraverso il sistema bancario. Chi finanzierà questa montagna di debito pubblico a rendimenti reali negativi, quando il fast money è sbucato fuori dalla BCE andando ad abbassare il valore dell'euro?




Allo stesso modo, il segnale della notte scorsa dalla Cina era un avvertimento per correre ai ripari. La Stapmante Popolare della Cina è rimasta accesa giorno e notte in tutto questo secolo, e sin dal 2000 ha ampliato il proprio bilancio di nove volte. Ora anche i suoi padroni del capitalismo rosso a Pechino sanno che tutto ciò ha alimentato livelli abnormi di costruzioni edili, investimenti improduttivi e speculazione immobiliare da capogiro in tutto il paese. Il fatto che abbiano dovuto aprire ancora una volta il rubinetto monetario è la prova che non possono fare a meno della stampante monetaria, e che un duro atterraggio è solo una questione di tempo.




La strada che sta percorrendo la Cina è monitorata dal canarino nelle miniere di ferro. Come quasi tutto il resto, la sua industria siderurgica è massicciamente sovradimensionata. Ha 1.1 bilioni tonnellate di capacità, ma circa 600 miliardi tonnellate di domanda sostenibile. Detto in altro modo, la capacità di acciaio in eccesso è superiore alla produzione combinata di Stati Uniti, Giappone ed Europa messi insieme. Di conseguenza, quando la sua bolla immobiliare scoppierà, il mercato mondiale sarà inondato di acciaio a basso costo e ogni sorta di prodotto legato ad esso, tra cui le automobili. Durante l'anno in corso, la Cina esporterà più acciaio rispetto a quello che produrrà l'industria statunitense.




In breve, c'è una marea di deflazione industriale in arrivo a causa di due decenni di repressione finanziaria alimentata dalle banche centrali di tutto il mondo. Ciò, a sua volta, scatenerà una corsa al ribasso per le banche centrali — una corsa già in atto dato che il Giappone sta scavando la fossa allo yen. Presto il resto dell'Asia orientale — e soprattutto la Cina — dovrà unirsi alla corsa o scoprirà quanto velocemente le sue economie basate sull'export coleranno a picco.

Poi toccherà ai manovratori disperati della BCE, poiché anche la macchina dell'export tedesca vacillerà di fronte alla crollo della crescita in Cina e alle svalutazioni competitive in tutto il mondo. Detto in altro modo, gli annunci delle banche centrali di ieri sera erano il segnale di partenza per un'implosione monetaria che presto scuoterà i mercati finanziari e la produzione reale, il commercio, l'occupazione e il reddito a livello mondiale.

Qualcuno dovrebbe riprogrammare gli algoritmi. In caso contrario, uno di questi giorni strapperanno un titolo di giornale in cui ci sarà scritto a caratteri cubitali: "Vendere, vendere... vendere."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. A quel punto, tutto quel fiatmoney dovrà trovare qualcosa.
    L'apparato miltare-industriale o i beni rifugio storici? Chi diventerà ricco e chi povero? Ovviamente, chi già adesso possiede gli asset in cui fluirà il fiatmoney. Speriamo non nell'apparato militare-industriale.

    Le banche centrali creano denaro dal nulla come se non ci fosse un domani.
    Fare i soldi in borsa, a WallStreet, non è mai stato così facile. Fiatmoney dal fiatmoney. Altroché lavorare e spezzarsi la schiena tutti i dannati giorni di questa breve vita! Soldi facili, basta conoscere il trucco.

    Ecco, questo messaggio folle ha fatto breccia da decenni nelle menti di tanti individui. Tutto e subito.
    La completa ignoranza delle cose economiche ed in particolare del principio di causa-effetto, la conoscenza fallace fornita nelle accademie e ribadita ossessivamente dai politici, dai finanzieri e dai media dominanti, i modelli esistenziali proposti come vincenti, le illusioni socialiste ripetute come mantra religiosi senza mai chiedersi MA COME CAZZO E' POSSIBILE?

    Davanti al liceo che frequenta mio figlio c'è un manifestino, in stile grafico Terza Internazionale, che recita testualmente: "Vogliamo un lavoro sicuro e stabile per tutta la vita, vogliamo che sia qualificante e qualificato, vogliamo una pensione che ci consenta di vivere bene da vecchi e di non dover lavorare per sempre, vogliamo i nostri diritti, per questo lottiamo contro il jobs act."

    Tutto e subito. Come pensava Pietro Maso per un verso, e questi illusi per un altro.
    Quanta frustrazione rabbiosa proveranno? Dove e come e da chi verrà canalizzata?
    Immaturità senza fine. Un gregge di fanciulli da governare con carote e bastoni. E probabilmente più bastoni che carote.
    I frutti marci che raccoglie una civilizzazione al collasso perché fondata sull'inganno e la truffa del controllo del mezzo di scambio.

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  2. classica analisi marxiana da sovrapproduzione. i banchieri hanno una cura per la collettività: stanare. ed una per loro: tenersi lo stampato. a questo punto, tanto vale monetizzare il reddito da sussistenza libertaria. almeno si vede quello che si vede.

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  3. "Vogliamo un lavoro sicuro e stabile per tutta la vita, vogliamo che sia qualificante e qualificato, vogliamo una pensione che ci consenta di vivere bene da vecchi e di non dover lavorare per sempre, vogliamo i nostri diritti, per questo lottiamo contro il jobs act."

    dna
    Il linguaggio è interessante nella sua puerilità.
    Mi soffermerei sul verbo volere: non credo che persone mature lo adotterebbero per rivendicare diritti.
    Io userei più esigere: però non si può perché il primo che passasse - logicamente - si chiederebbe: "a che titolo?".

    Volere è come il bianco: ci sono potenzialmente tutti i colori ma in effetti nessuno predomina.
    E' da molto che penso al bianco nelle pubblicità: credo proprio che aiuti la pecus spectans a bypassare la logica e le domande... molto meglio la fantasia, specie in questi tempi di olismo extra vergine.

    Vendere, dice l'articolo, e per 3 volte; cioè di fretta e definitivamente. Pertanto se (evitiamo dogmatismi) si dovesse verificare questo scenario, a che prezzo? Si conoscerà il volto "malvagio" della deflazione ovvero quando perfino in regalo i beni possono diventare troppo costosi?
    Io sono per godermi la vita qui ed ora, ecco perché provocatoriamente voglio la deflazione "buona":
    http://www.sovereignman.com/trends/switzerland-ends-neutrality-joins-the-war-on-deflation-15805/

    Riccardo Giuliani

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