martedì 19 maggio 2015

Il deja-vu di un contagio sistemico

Per molti il potere delle banche centrali è quasi senza confini. Credono fermamente che possano ovviare ad ogni situazione attraverso la stampante monetaria e tenere insieme i pezzi del sistema. Finora ci sono riuscite. Perché solo in questo periodo storico ci troviamo per la prima volta di fronte ad un pericolo tanto grande da richiedere "misure straordinarie". Eppure, nonostante l'interventismo sotto steroidi mai visto prima d'ora, ci sono ancora coloro nel campo del libero mercato che credono che le banche centrali possano tenere insieme i pezzi. Non si rendono conto di come sia sciocco per un'entità mettere a repentaglio la propria autorità ricorrendo a misure tali. Se davvero fosse in carica farebbe di tutto per rimanere fedele a questo principio: "Non agitare le acque." In realtà, le banche centrali oggi sono disperate. Perché? Perché stanno ricorrendo a misure disperate. Nel frattempo, le leggi economiche, che ricordiamolo possono essere aggirate ma non violate, continuano ad operare di nascosto creando piccole crepe nella presunta onniscienza di lungo periodo dei banchieri centrali. Una di queste crepe ha un nome: saturazione dell'utilità marginale del debito. A lungo andare, ogni unità di debito non farà altro che erodere ricchezza reale. Questo è il destino di ogni nazione che ha fatto affidamento sul welfare state per guadagnare consensi attraverso il clientelismo. Sarà il welfare state l'epitaffio sulla tomba del sistema statale. E' inutile chiedere quando andrà tutto a carte quarantotto, non esiste nessuna data precisa. Chiunque ve ne fornisca una non ha idea di quello che sta dicendo. E' la percezione delle distorsioni presenti nei vari mercati il motivo sufficiente per affermare quanto sia insostenibile l'attuale stato di cose.
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di James Rickards


Mentre il mio volo da New York a Hong Kong atterrava il 17 settembre 1997, rimasi sorpreso dall'aereo parcheggiato al gate successivo.

Era un vecchio Boeing 707 con scritto "Stati Uniti d'America" sulla fusoliera, una configurazione che ricordava stranamente l'Air Force One che trasportava il corpo del presidente Kennedy da Dallas a Washington dopo il suo assassinio nel 1963.

Ma quell'aereo non aveva il classico assetto blu della flotta presidenziale, ma uno verde scuro. Quello era l'aereo di governo che trasportava il Segretario del Tesoro, Bob Rubin, e altri funzionari alla riunione annuale del Fondo Monetario Internazionale.

Ero lì per la stessa riunione in rappresentanza di Long Term Capital Management, l'allora hedge fund misterioso che dominava il trading dei titoli di stato dei vari paesi del mondo. Con me c'erano diversi partner di LTCM, tra cui David W. Mullins Jr., ex-assistente del Segretario del Tesoro e vice presidente della Federal Reserve.

Un anno dopo LTCM sarebbe finita nei guai, ma all'epoca non lo sapevamo. Nel settembre 1997 eravamo ancora sul pinnacolo del mondo. Aveva perfettamente senso che noi partecipassimo a un incontro simile con banchieri centrali, capi di stato, ministri delle finanze e banchieri privati ​​di tutto il mondo. Eravamo nel gotha.

L'incontro del settembre 1997 è stato il più importante e memorabile di tutte le riunioni semestrali del FMI. E' avvenuto poco dopo lo scoppio della crisi finanziaria asiatica, iniziata in Thailandia nel luglio 1997 con la svalutazione della moneta thailandese, il baht. Prima di quella svalutazione, il baht era stato saldamente ancorato al dollaro USA.

Questo fatto incoraggiò il "carry trade" originario: Stati Uniti e altri investitori globali prendevano in prestito dollari, li convertivano in baht, investivano in Thailandia a rendimenti più elevati grazie alla leva finanziaria e intascavano allegramente i profitti relativamente privi di rischio — almeno finché rimase in vigore il peg.

Poi, improvvisamente, gli investitori decisero di ritirarsi dalla Thailandia. Questa decisione innescò una classica corsa sulla riva. La banca centrale della Thailandia rimase rapidamente a corto di riserve in dollari, e nel mese di luglio ruppe il peg e svalutò la moneta.

Lo stesso carry trade era in atto in altri mercati emergenti. Una volta che il baht tailandese venne svalutato, gli investitori persero la fiducia in tutti i mercati emergenti e iniziarono a chiedere i soldi indietro. Il contagio si diffuse rapidamente in Malesia, dove venne attaccata la sua moneta, il ringgit.

La Malesia, guidata dal suo primo ministro Mahathir Mohamad, adottò un approccio diverso dalla Thailandia. Invece di basarsi esclusivamente sulla svalutazione, Mahathir impose controlli dei capitali. Non voleva vedere le riserve della Malesia succhiate dagli interessi finanziari occidentali. Invece dichiarò che il sistema era bloccato e che gli investitori non potevano riavere indietro i loro soldi. Il denaro sarebbe rimasto in Malesia.

Successivamente Mahathir pronunciò un discorso alla riunione del FMI. Disse: "So di prendere un grosso rischio a suggerirlo, ma il trading delle valute è inutile, improduttivo e immorale; dev'essere fermato. Bisogna renderlo illegale. Non ne abbiamo bisogno. Dobbiamo comprare denaro solo quando vogliamo finanziare un trade reale."

Mahathir continuò: "Un bel po' di persone nei media e con le tasche gonfie di denaro sembrano non apprezzare la concorrenza, o un eventuale sorpasso, dei paesi del Sud-Est asiatico, e in particolare la Malesia." Mahathir stava incolpando gli speculatori, gli hedge fund e le banche commerciali per i problemi che affliggevano la Malesia.

Due giorni dopo, lo speculatore e finanziere George Soros rispose: "Mahathir ha suggerito di vietare il trading delle valute. Quest'idea è talmente inappropriata che non merita nemmeno di essere presa in considerazione. Interferire con la convertibilità del capitale in un momento come questo è una ricetta per il disastro. Mahathir è una minaccia per il suo paese."

Il Segretario del Tesoro Rubin si trovava tra la rabbia delle nazioni sovrane, rappresentate da Mahathir, e l'indignazione dei suoi amici di Wall Street, rappresentati da Soros. Pronunciò alcune parole diplomatiche, ma le sue simpatie erano chiaramente per Soros.

I controlli dei capitali che voleva imporre Mahathir non erano accettabili per il "consenso di Washington", e questo in base alla loro visione di come dovrebbe funzionare il sistema monetario internazionale.

Quella settimana a Hong Kong mi fornì un posto in prima fila in uno dei più importanti punti di svolta nell'evoluzione del sistema monetario internazionale. Fu l'inizio del primo contagio finanziario globale post-guerra mondiale.

Il panico che ebbe inizio in Thailandia e si diffuse in Malesia, avrebbe presto fagocitato l'Indonesia e la Corea tra la fine del 1997 e l'inizio del 1998. Ci furono rivolte per le strade in entrambi i paesi e il presidente indonesiano Suharto fu costretto a dimettersi dal suo incarico dopo 30 anni di governo.

Nell'agosto 1998 il contagio colpì la Russia, la quale svalutò la sua moneta e andò in default per il suo debito interno ed estero. Questo innescò un panico globale, che ben presto travolse l'hedge fund in cui lavoravo, LTCM.

Alla fine di settembre, tutti i mercati mondiali erano sull'orlo del collasso. Wall Street organizzò un salvataggio di LTCM che negoziai io per conto dell'hedge fund. A Hong Kong non avrei mai potuto immaginare che il fuoco finanziario si sarebbe diffuso a Greenwich, Connecticut, un anno dopo, con la possibilità di bruciare tutto il mondo finanziario.

Sarebbe confortante dire che dopo il 1998 il mondo ha imparato la lezione e che una crisi come quella non potrebbe accadere di nuovo. Ma non sarebbe la verità. In realtà, il mondo sta ripetendo gli stessi errori su scala molto più grande.

La Federal Reserve ora sta allestendo la scena per un innalzamento dei tassi d'interesse. Questo renderà il dollaro ancora più forte di quanto non sia già e causerà una fuga di capitali dai mercati emergenti, mettendo un'enorme pressione al ribasso sulle loro valute e ponendo le basi per un default di massa dei mutuatari societari in quei paesi.

Ora come nel 1997 la FED è ignara di questo pericolo. Si sta preparando un contagio che la FED e la maggior parte dei partecipanti al mercato non vedono arrivare. Come nel 1997 non accadrà all'improvviso, ma si diffonderà lentamente in tutto il mondo. Tuttavia le dinamiche del contagio sono uguali.

I nodi verranno al pettine negli Stati Uniti.

Mentre osservo la situazione dei mercati emergenti, le somiglianze col 1997 sono impressionanti. Come ha detto Yogi Berra: "E' un deja vu".

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


7 commenti:

  1. Ciao Francesco

    Somiglianze impressionanti per i mercati emergenti.
    E per i mercati morenti, tipo eurozona?
    Risposta ovvia.

    Ma tanti continuano a nascondere la testa sotto la sabbia delle illusioni ideologiche novecentesche.
    Eppure, il processo è chiarissimo. La bancarotta dei paesi socialisti democratici, che sono andati avanti a forza di spesa in deficit e rapina del futuro per decenni, è già in atto. Ora, in questo preciso momento.
    Gli schemi di Ponzi, il pensionistico occidentale in primis, stanno cominciando a saltare. Non ci sono più soldi per mantenere le promesse. Ma tutti a guardarsi attorno per scoprire i privilegi di quello e di quell'altro, ma dimentichi della propria convinta e sincera partecipazione demokratika al sistema più truffaldino che si potesse metter su. Quando, oltre venti anni fa, fu proposta la riforma iniziale del sistema pensionistico nostrano, che già dimostrava la propria insostenibilità, ricordo benissimo le grandi masse popolari inferocite che si opposero.
    Perciò, adesso che vogliono? La botte piena e la moglie ubriaca.
    Guardano il dito sporco dei privilegi dei giudici della consulta (che "alcuni animali sono più uguali degli altri", non mi pare una nuova scoperta), sbraitano per l'applicazione letterale della "costituzione più bella del mondo" e fanno finta, se non sono proprio ciechi, di non vedere la Luna, la bancarotta in atto.
    La redistribuzione socialista democratica, cioè col consenso popolare all'illusione collettiva, non funziona nel lungo termine. E questo è il lungo termine. Ci siamo arrivati. E noi siamo ancora vivi per assaporarne l'amarezza.
    Grazie, Keynes!

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    1. Ciao dna.

      Infatti, quale esempio più fulgido dell'attuale bancarotta se non quello incarnato dalla volontà di rimborsare parzialmente gli adeguamenti promessi per alcune fasce pensionistiche? Si può discutere o meno sulla giustezza della sentenza in sé (ad esempio sulla retroattività), ma sta di fatto che quanto stabilito rappresentava un qualcosa che lo stato italiano si era impegnato a fornire. Adesso apprendiamo che, intingendo le mani da un aumento di deficit di un decimo di punto percentuale, sarà rimborsata una parte minuscola della somma totale. Eppure il rendimento obbligazionario è il più basso di tutti i tempi...

      Sappiamo benissimo perché le cose stanno così, ma allo stesso tempo siamo coscienti di come si sia spinta così in là l'illusione di prosperità spacciata da banche centrali e stati. Insomma, non bastano le varie patrimoniali sui fondi pensione, sugli immobili, sui depositi bancari, sulle "rendite finanziarie" (tranne i bond statali); non basta una mancato taglio della spesa pubblica; non basta un'intrusione burocratica crescente nella vita degli individui; la sola vista di un indennizzo parziale basta a fa tacere i truffati. E la farsa va avanti. A quanto pare c'è davvero bisogno che gli assegni mensili non vengano più inviati dal governo centrale affinché si possa capire come le promesse stipulate non sia possibile mantenerle. L'unico problema è che nel frattempo il dolore economico aumenterà.

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  2. la cosa divertente è che il la, la goccia fatidica che fa traboccare il vaso delle illusioni socialiste, non è una legge economica, ma una decisione giuridico-politica nel paese del primato assoluto della politica su tutto e tutti.
    Da sbellicarsi!!!!

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  3. ... "Ora come nel 1997 la FED è ignara di questo pericolo. Si sta preparando un contagio che la FED e la maggior parte dei partecipanti al mercato non vedono arrivare."
    Si può credere che Rickards sia onesto e ci dica la verità?
    Se c'è qualcuno che è ignaro del pericolo è la gente comune che deve mettere insieme il pranzo con la cena.
    'Lassù' tutto è scritto con decenni di anticipo.
    Il caso non esiste 'neanche a volerlo' !

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    1. Bravo Mercuzio! La frase sul caso che non esiste è da austriaco. Nel senso che in un mercato completamente piegato dalle manipolazioni dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, nessun bust è inatteso se segui la teoria austriaca del ciclo economico.
      La legge economica dei rendimenti decrescenti spingerà e già spinge i grandi hedge fund a sbarazzarsi dei bond statali e delle sopravvalutate azioni. L'innesco del bust sarà quello? Forse. In ogni caso, le bc potranno cercare di reprimere ancora la realtà, ma distruggendo completamente il fiatmoney che gestiscono. Ed a loro non converrà farlo. Pertanto, avremo il bust finanziario e i default degli stati superindebitati, che ristruttureranno le promesse. Poi vediamo che accadrà.
      Ma vorrei anche sentire Francesco che ne pensa.

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    2. Come ho scritto nell'introduzione, le banche centrali, qualora fossero in possesso di tutte quelle infomazioni e conoscenze che permetterebbero loro di controllare a menadito gli eventi economici, quale interesse avrebbero a scatenare una crisi di simile portata? Se uno qualsiasi di noi fosse "al comando" farebbe di tutto affinché le cose restino il più tranquille possibile. E' per questo che l'imperativo dei pianificatori centrali è il seguente: "Non agitare le acque."

      Invece, oggi, ci ritroviamo con acque etremamente agitate. E' indubbio che esista una élite di persone in grado di influenzare non poco le decisioni politiche ed economiche nei vari paesi. David Rothkopf c'ha scritto su un libro, Superclass. Ciononostante non significa che tale superclasse sabbia a disposizione una conoscenza tale da riuscire a direzionare perfettamnete gli eventi economici a cui ci troviamo di fronte. E' impossibile. E' umanamente impossibile. In quanto esseri umani sono limitati dalla loro capacità intellettiva e quindi non in grado di sfruttare le informazioni che si ritrovano per le mani (senza le adeguate conoscenze, poiché queste in possesso di ogni singolo individuo). Potranno raccogliere tute le "informazioni" che vogliono, ma non sapranno che farsene. E' quello che Kirzner sostiene quando fa l'esempio dello scienziato che osserva da Marte un punto sulla Terra.

      Ogni giorno un punto esce da una scatola quadrata e si infila in una rettangolare. Questo accade ogni giorno della settimana. A volte il punto accelera per raggiungere la scatola rettangolare. Lo scienziato conclude che, in base ad una formula matematica, il punto uscirà ogni mattina dalla scatola quadrata per infilarsi in quella rettangolare e 2 giorni su 7 accelererà. E' vero? Lo scienziato non sa che quell osulla Terra è un uomo che alla mattina prende l'autobus per andare a lavoro, e che ogni tanto gli capita di far tardi a causa della sveglia.

      Che la "gente comune" ignora quanto stia accadendo è decisamente probabile, ma ce ne passa dall'affermare che qualcosa sia già stato deciso come debba andare.

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