mercoledì 6 maggio 2015

Perché il dollaro sta salendo mentre la bolla monetaria globale si gonfia sempre di più





di David Stockman


Questo blog non tratta di consigli per gli investimenti, ma la sua critica senza riserve all'attuale regime monetario non implica solamente che il casinò di Wall Street sia un luogo pericoloso per i vostri soldi. No, lo grida a squarciagola!

Eppure sono costantemente bombardato di domande sul dollaro statunitense e sulla sua dipartita incipiente. Se l'America è una disptopia dipendente dal debito — e lo è sicuramente — prima o poi il giorno della resa dei conti non disintegrerà il dollaro USA? Non sarebbe meglio fare soldi shortando il dollaro?

Santi numi, no! Almeno non in tempi brevi. Il motivo è che le altre tre grandi economie del mondo — Giappone, Cina ed Europa — sono in condizioni ancora più disastrose. Peggio ancora, i loro governi e banche centrali sono più incapaci di Washington e stanno conducendo politiche che sono totalmente folli — il che significa che le loro economie vacillanti dovranno affrontare una punizione ancor più distruttiva nei giorni a venire.

Infatti Draghi, Kuroda e i commissari del capitalismo rosso di Pechino fanno sembrare dei santi Janet Yellen e Stanley Fischer (vice presidente della FED). Quindi il dollaro USA è il più pulito tra i panni sporchi in lavanderia. E su base relativa, sembrerà ancora più pulito quando i nodi ventennali della follia monetaria mondiale giungeranno al pettine.

Bisogna iniziare con la valutazione delle altre tre economie. A detta degli analisti e degli economisti di Wall Street, il Giappone, la Cina e l'Europa sono solo delle varianti dell'economia degli Stati Uniti con diversi vantaggi e svantaggi. Secondo il loro punto di vista vivono fasi un po' diverse del ciclo economico e, ovviamente, sono plasmate da diverse linee di politica interna e di governance economica. Nonostante queste differenze superficiali, si dice che queste tre grandi economie siano solo una parte del convoglio economico globale diretto verso una continua crescita economica, un aumento del tenore di vita e un aumento dei prezzi di borsa.

In realtà, non è così. Il Giappone è una colonia di vecchi in bancarotta. La Cina è il più grande schema di Ponzi della storia umana. L'Europa è una vittima del welfare socialista e del dirigismo statalista. Tutti e tre stanno tentando di rinviare il giorno della resa dei conti ricorrendo ad una stampa di denaro e alla manipolazione cronica dei mercati. Una strategia così disperata e folle può solo finire in un disastro.

Quindi non c'è nessun convoglio globale diretto verso la crescita economica e un progresso inarrestabile. Invece stiamo entrando in una nuova era di disordine finanziario alimentato dai boom che si trasformano in bust. E sono proprio le tre grandi economie al di fuori degli Stati Uniti che si sfracelleranno per prime, permettendo al dollaro USA di prosperare... relativamente parlando.

Si consideri la follia monetaria in Giappone — dove l'attuale politica della BOJ è quella di espandere il suo bilancio ogni mese di circa $250 miliardi (in relazione al PIL USA). Eppure questa folle stampa di denaro non può assolutamente aiutare l'economia giapponese, perché i tassi d'interesse sono già a zero e lo sono stati per quasi due decenni. Quindi Kuroda non può assolutamente indurre le famiglie giapponesi e le imprese a contrarre ulteriori prestiti, e non può affatto stimolare la crescita perché esse hanno raggiunto il cosiddetto "picco del debito" e non potrebbero prendere in prestito neppure se venissero pagate per farlo.

Allo stesso modo, l'enorme campagna d'acquisto di bond statali della BOJ sta risucchiando il 100% delle emissioni di nuovo debito pubblico — e il deficit di bilancio del Giappone è gigantesco — e sta ingurgitando anche quello esistente. Di conseguenza, il mercato dei titoli di stato giapponesi è morto stecchito; l'unica "offerta d'acquisto" arriva dalla BOJ.

Il governo giapponese detiene il più grande debito del mondo, con il suo debito pubblico lordo attualmente al 240% del PIL. Di conseguenza avrebbe bisogno di un mercato del debito pubblico sano, ma la sua politica monetaria l'ha effettivamente ucciso.

Le conseguenze della sua politica fiscale e l'incapacità di finanziare il suo immenso debito pubblico, mentre il paese continua ad invecchiare, puntano direttamente verso un baratro senza fondo. Se il Giappone continuerà a monetizzare il debito pubblico ai ritmi attuali, distruggerà lo yen — facendolo precipitare dai presenti 121/dollaro a 200, 300 o anche peggio.

Se invece i pazzi che attualmente gestiscono la BOJ dovessero consentire ai tassi d'interesse di normalizzarsi, il servizio del debito pubblico giapponese arriverà alle stelle. Al giorno d'oggi oltre il 40% delle entrate fiscali del Giappone finisce per ripagare gli interessi sul debito pubblico, e questo con il rendimento dei decennali allo 0.4%. A tassi normalizzati, il servizio del debito assorbirebbe tutte le entrate fiscali attuali del Giappone, causando il taglio del welfare e della prestazioni pensionistiche a circa il 40+% della popolazione e causando un aumento degli oneri fiscali a livelli veramente brutali. Un binomio catastrofico per una popolazione in rapido invecchiamento e una forza lavoro in restringimento.

Quindi l'equazione fiscale del Giappone è allo stadio terminale. I suoi governi ricorreranno a espedienti sempre più pericolosi e distruttivi, mentre lotteranno per impedire l'inevitabile. In effetti gli attuali trend finanziari, fiscali, demografici ed economici sono così potenti che praticamente non esiste alcuna misura politica che possa invertire la caduta a capofitto del Giappone.

Come illustrato di seguito, il suo debito in rapporto al PIL e la dimensione del bilancio della BOJ sono aumentati per decenni. Eppure queste manovre non hanno fatto altro che peggiorare le cose. Oggi il PIL nominale del Giappone in termini di dollari non è superiore a quello del 1996:






Nonostante le perenni aspettative rialziste dei keynesiani a Wall Street, la folle campagna monetaria della BOJ non ha raggiunto nessuno degli scopi prefissati. Infatti dopo la revisione al ribasso del PIL nel quarto trimestre, è assolutamente evidente che la sua economia è ancora tremolante. Il PIL reale è di poco superiore al punto raggiunto nel dicembre 2012, prima che venisse lanciata l'Abenomics.

Eppure il governo Abe e la BOJ non esitano a minacciare una dose maggiorata di questa carneficina monetaria — nonostante i fallimenti abissali, mese dopo mese, delle attuali politiche monetarie. Così lo yen sta sprofondando, giù, giù. Non perché il dollaro sia intrinsecamente forte, ma perché attualmente viene commerciato contro un incidente annunciato visto allo slow-motion.




In Cina lo scenario è ancor più tremendo. Come documentano i grafici di McKinsey, i sorveglianti del capitalismo rosso a Pechino hanno condotto la Cina in una trappola del debito.

La sua massiccia baldoria di immobili e investimenti in asset fissi ha creato un'economia assolutamente deformata che imploderà se non si smetterà di costruire appartamenti di lusso vuoti, città fantasma, centri commerciali silenziosi e strade orribilmente ridondanti, ponti, metropolitane e aeroporti. Eppure ogni volta che gli indicatori a breve termine fanno registrare uno stop, il governo escogita un qualche nuovo modo contorto per rilasciare più credito nel sistema.

Abbiamo di gran lunga superato la fase del delirio. Durante i sei anni dopo la crisi finanziaria, la Cina ha aumentato il debito nel mercato del credito per la somma impressionante di $20,000 miliardi, o quattro volte la crescita del PIL nello stesso periodo. Come si può pensare che il castello di carte traballante della Cina possa essere salvato accumulando ulteriore debito?




Sta aumentando la velocità con cui la Cina-Ponzi sta cadendo a pezzi. Questa mattina Mish Shedlock ha pubblicato un sondaggio sulla terrificante capacità in eccesso che attanaglia quasi tutti i settori e la massiccia cementificazione delle infrastrutture pubbliche e delle abitazioni basate su debiti che non possono essere ripagati.

Ma ora le cose stanno finendo nell'assurdo. I funzionari statali stanno forzando il riavvio degli impianti siderurgici inattivi per sfornare forniture indesiderate e riversarle sul mercato mondiale al fine di generare abbastanza denaro con cui ripagare gli interessi.

Tra l'altro, le tesi ottimiste basate su una crescita stimolata dalle "campagne d'urbanizzazione" si sono rivelate per quelle che sono — l'ennesimo schema di Ponzi basato sui prestiti per saldare vecchi prestiti.

Milioni di contadini hanno visto confiscata la loro terra dai governi locali, i quali hanno preso in prestito ingenti somme per pagare risarcimenti gonfiati — in modo che i contadini sfollati potessero acquistare appartamenti nuovi anch'essi costruiti con denaro preso in prestito. E' stata chiamata "urbanizzazione", in realtà sta a significare che gli ex-contadini sono stati lasciati letteralmente a bocca asciutta, senza reddito e senza fattorie, mentre le agenzie di sviluppo locale hanno preso in prestito montagne di soldi che non possono ripagare.

Inutile dire che mentre la Cina vira sempre di più verso un atterraggio di fortuna, le economie emergenti dipendenti dalla sua economia stanno rapidamente vacillando. Ora sembra che il Brasile, per la prima volta dal 1930-1931, soffrirà anno dopo anno di cali del PIL. Infatti il boom delle materie prime e della produzione industriale alimentato dalla Cina si sta raffreddando così velocemente che il CapEx globale nel settore minerario ed energetico, nel trattamento dei materiali, nella produzione e nella spedizione è sull'orlo di un'enorme correzione al ribasso. E ciò colpirà anche gli esportatori di fascia alta come la Germania e gli Stati Uniti, creando un ciclo più negativo in quella che si profila una crisi deflazionistica.

L'implosione della Cina avrà anche effetti sul dollaro, facendolo salire ancora più in alto. Questo perché le aziende cinesi hanno preso in prestito circa $1,500 miliardi nei mercati esteri, e anche le economie emergenti, che sono prosperate all'ombra del boom cinese, hanno contratto prestiti per migliaia di miliardi di dollari nei mercati esteri — a causa dei tassi d'interesse infimi prodotti dalla FED e della corsa globale per "rendimenti" decenti.

Finché è durato, lo tsunami di capitali a basso costo finiti in Cina e nei mercati emergenti sembrava alimentare miracoli economici. I socialisti del Brasile, i truffatori dell'Indonesia e i capitalisti clientelari della Turchia, tutti si sono cibati delle deformazioni nei mercati dei capitali cucinate dall'Eccles Building.

Ma ora il boomerang finanziario sta tornando indietro a velocità devastante. Mentre la Cina e i mercati emergenti lottano contro una deflazione globale, le loro economie si stanno sfaldando e i tassi di cambio stanno affondando. Di conseguenza, stanno disperatamente cercando di coprire le loro immense esposizioni nei confronti del dollaro — un processo che spinge il biglietto verde costantemente in alto.

Infine, la follia in Europa parla da sé. La BCE sta letteralmente distruggendo l'euro nella sua disastrosa ricerca di una crescita economica, arrivando a monetizzare $1,200 miliardi di debito pubblico europeo. Ma la stagnazione dell'Europa non è dovuta ad uno scarso indebitamento del settore privato o a tassi d'interesse che lo scoraggiano.

Il problema è un settore statale che ha raggiunto quasi il 50% del PIL e sta soffocando gli imprenditori e gli investimenti in tutto il continente. E significa anche un debito pubblico talmente oneroso che gli attuali livelli proibitivi della tassazione sono inevitabili.

Detto diverso, il problema della crescita economica europea è strutturale ed è stato il risultato di politiche stataliste decennali. L'unica cosa che Draghi otterrà dalla sua campagna europea di acquisto di bond, sarà una parità dell'euro col dollaro; e consentirà all'Europa — che ora può prendere in prestito denaro all'1% o meno — di calciare il barattolo lungo la strada. In tal modo l'eventuale giorno della resa dei conti sarà catastrofico.


Debito in % PIL dei Governi Europei




Quindi c'è un motivo per cui il dollaro è in forte aumento. Gli altri panni in lavanderia non solo sono più sporchi, si stanno sfilacciando.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


10 commenti:

  1. Stockman, ottima analisi (come sempre), fa parte, pure lui, dell'elite autocertificata ed autoreferenziale nordamericana, non sta più nell'inner circle, gli ruota intorno e punzecchia il sistema. Ma resta dell'idea che l'elite USA sia sempre la migliore.
    Forse ha ragione, ma il mio giudizio resta sospeso: del Potere non mi fido.

    Possibili scenari prossimi venturi (mistificazioni del day before o del day after per nascondere le responsabilità delle banche centrali):
    - Guerra tra Cina e Giappone per millantate contese territoriali, false flag all'orizzonte.
    - Annessione de facto della UE agli USA per contrastare l'espansionismo russo verso Ovest (guerra fredda/calda 2.0), fiatmoney atlantico gestito da New York, libertà vigilata in Europa.
    - Sudamerica in lenta nordamericanizzazione, a partire da Cuba: promosso l'interventismo socialdemocratico, combattuto il comunismo nazionalista. I sudamericani USA conteranno più dei neri.
    - Africa ancora terra di conquista, saccheggio e morte.

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    1. Ah, dimenticavo: io sono discretamente preoccupato, da molti giorni.

      E le forze irresistibili del mercato cominciano, inesorabili, a sgretolare le illusioni finanziarie e politiche (che sono la stessa cosa in regime fiatmoney): spread in risalita, tassi in rialzo, petrolio in rialzo, disoccupazione in rialzo, ...

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    2. Insomma, tutti i fiatmoney sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.

      Perché?
      Perché dietro ad alcuni ci sta un Potere più potente degli altri?
      Se ne deduce che i sistemi monetari cambiano ma i poteri restano. Quelli veri, almeno.
      È tutto fiatmoney il Potere USA? Direi di no.
      Ci sono ancora il softpower e l'hardpower. Ma il powermoney sostiene entrambe.
      Spero che il softpower sia un hard asset sufficiente ad evitare la prevalenza dell'hardpower.

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  2. mai fare previsioni... si fa sovente la figura del fesso.

    per il resto, si evidenzia che si finanza a debito sulla produzione reale, sempre di meno, un grandegioco di statliso e capitalismo clientelare. il finanziamento è infinito perché il denaro si crea dal nulla. e più ci sarà "nulla" da rischiare, più ci sarà azzardo morale. come dice francesco, finirà male. ma siccome le previsioni, come dicevo, è meglio non farle, allora non si può mai sapere... magari arriva la distruzione creatrice di shumpeter o qualche buon animal spirit ancora non arruolato con atlante. di certo, se arriva, non arriva in italia. quest ultima previsione mi sento di farla. dove? in usa? Gb? europa continentale? cina ed oriente (dove, comunque, ci si dà da fare)?

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    1. Ma scusa, sono almeno tre anni che commentiamo su un blog epistemologicamente catastrofista (ben argomentato e convincente, senza dubbio) e te la pigli con me perché azzardo uno scenario verosimile?
      ;)

      Ma magari non andasse come temo!!!
      :D

      P.S.: aaaaah! Ma tu stai pensando al tuo ... Garcia!!! ��������������������

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    2. no... mi riferivo a stockman. per quanto riguarda le previsoni nostre, beh lo so che la lazio vincerà.....

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    3. Intanto preparati per Ponza il 7 giugno...

      Non sarà un animal spirit, anzi è una agenzia governativa, ma ...
      http://cosmicoblog.com/emdrive-il-motore-propulsione-elettromagnetica-della-nasa/

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  3. ponza 7 giugno? cosa c é a ponza il 7 giugno?

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  4. volevo dire che il giorno della finale di Coppa Italia i romanisti andranno al mare... :)

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  5. Ciao a tutti.

    E' disarmante notare come ormai esistano pochi pattern, se non nessuno, mediante i quali poter analizzare le situazioni del mercato che ci troviamo sott'occhio. L'articolo di oggi è in realtà di qualche settimana fa, ma Stockman stava ragionando attraverso una logica che imputava una certa razionalità nei mercati. Lo stesso faceva Hubbart qualche anno fa con i trend dell'oro. Non c'è razionalità. Gli schemi sono saltati. C'è paura. Tremano tutti.

    I mercati non stanno seguendo più i fondamentali coem facevano una volta. No, ora si seguono le cofnerenze stampa dei banchieri centrali per fare front-running alle loro politiche. Ed ecco che ci si becca andamenti "sorprendenti" come l'attuale inversione di tendenza tra EUR/USD. I panni., come dice Stockman, sono tutti sporchi, ma a turno qualcuno sembra meno sporco dell'altro. Ultimo esempio la Yellen che afferma come il mercato azionario sia "alquanto surriscaldato" e probabile "fonte di pericoli".

    Inoltre se guardate i grafici del tasso di cambio EUR/USD è (come minimo) dall'estate dell'anno scorso che sono speculari. Mentre da un lato si ventilava la possibilità di un QE, dall'altro si ventilava la fine del QE. Così è andata, finché qualcuno non ha "parlato troppo"... I mercati sono morti stecchiti, sono tenuti in piedi dalle chiacchiere dei banchieri centrali e dal denaro fiat. Ma tutte le distorsioni infine trovano la fine che meritano: il bust. E dato il livello di derormazioni al giorno d'oggi, non si sa proprio dove potrebbe andare a formarsi quell'evento "imprevedibil" probabile fonte di dissesto dell'attuale castello di carte. Se dovessi azzardare un'ipotesi, quella più probabile è il mancato servizio del debito da parte degli ultimi arrivati nella bolla: http://www.carsitaly.net/fiat-car-sales_brazil.htm

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