martedì 9 aprile 2019

Abenomics: fregami una volta, ok; fregami una seconda volta e hai chiuso





di Andrew Moran


L'economia del Giappone è un cadavere. Negli anni '90 Tokyo ha tenuto in vita banche zombi: istituzioni solvibili solo a parole. All'indomani della Grande Recessione, il Giappone si è assicurato che queste società rimanessero operative. Oggi il primo ministro Shinzo Abe presiede un'economia zombi e pensa di avere una soluzione per iniettare nuova vita in una carcassa in putrefazione: un altro giro di Abenomics!

Dopo una serie di disastri naturali, la terza economia più grande del mondo si è contratta dello 0,3% nel quarto trimestre dell'anno scorso. Complessivamente la spesa al consumo è diminuita dello 0,1%, le esportazioni sono diminuite dell'1,8%, le spese in conto capitale sono diminuite dello 0,2% e i prezzi degli alimenti di base sono aumentati. Il ministro dell'Economia Toshimitsu Motegi ha detto che il primo ministro sta chiedendo un programma di stimolo che includa la spesa per infrastrutture:
Il primo ministro mi ha chiesto di adottare misure ferme per assicurare che la nostra ripresa economica continui. Ha anche detto che il programma di spesa per le opere pubbliche previsto alla fine di quest'anno dovrebbe essere elaborato tenendo conto di questo punto.

Fregami una volta, ok, ma non aspettarti che funzioni una seconda volta.



Abenomics: una politica fallita

Da quando è entrato in carica nel 2012, Abe è intervenuto nell'economia nazionale in diverse occasioni. Nell'ambito degli sforzi per stimolare la crescita, Abe ha abbracciato l'economia keynesiana: una miscela di spesa pubblica, aumenti delle tasse e stampa di denaro per raggiungere i suoi obiettivi. I risultati sono stati deludenti.

Ecco un elenco delle politiche che Abe e la sua amministrazione hanno implementato negli ultimi sei anni:
  • Aumento delle imposte sulle vendite: un altro aumento è previsto per il prossimo anno
  • Stipendi e salari più elevati obbligatori
  • La Bank of Japan ha comprato $1000 miliardi in obbligazioni
  • Aumento del debito pubblico al 240% del prodotto interno lordo
  • Introdotti diversi programmi sociali, tra cui l'assistenza all'infanzia a livello nazionale

Alcuni di questi annunci hanno rilanciato il mercato azionario, principalmente perché l'industria giapponese s'è lanciata in una baldoria di acquisti alimentata dall'espansione del credito da parte della BOJ. La festa è finita rapidamente, spingendo Tokyo ad implementare ulteriori stimoli.

Adesso l'economia giapponese è priva di vita. La BOJ ha confermato che manterrà una politica monetaria ultra-accomodante: bassi tassi d'interesse e maggiori acquisti di obbligazioni. Analisti ed economisti non sono ottimisti sul fatto che il Giappone possa farcela.

La disoccupazione può essere bassa, ma tutti gli elementi critici per la crescita non stanno invogliando gli investitori. Ci basta esaminare il Cabinet Office’s Coincident Index, una misura dei posti di lavoro, della produzione industriale e delle vendite al dettaglio. È sceso di 2,1 punti a settembre fino a 114,60, un minimo di 18 mesi.



Perché non funziona mai

Ogni volta che l'economia rallenta, i leader politici sono pronti a rispondere o attraverso un progetto di lavori pubblici, oppure con un'iniezione monetaria. È raro trovare leader disposti ad affrontare la tempesta economica, come fece l'ex-presidente USA Warren G. Harding dopo la prima guerra mondiale. Temono che se non agiscono, allora l'opposizione andrà al governo e l'elettorato chiederà "Perché non state facendo qualcosa?"

Ma è un trucco...

In genere ci sono tre modi per finanziare queste attività stravaganti: tassare, prendere in prestito e stampare. Negli ultimi anni i governi di tutto il mondo hanno adottato tutte e tre le politiche, e ora miliardi di dollari, euro e yuan sono entrati nell'economia globale. Il debito è pervasivo, i deficit sono la nuova norma e la tiepida crescita sta causando il mal di testa alle banche centrali di tutto il mondo.

La spesa pubblica deve essere pagata in qualche modo, motivo per cui è una tassa in realtà. Si tratta di denaro sottratto al settore privato; le persone non possono risparmiare, le imprese investono meno e il capitale rimanente viene consumato. Questa è una notizia terribile per l'economia.

Ma "è necessaria" perché fornisce posti di lavoro e stimola l'economia, dice l'economista statalista. Questo è il vantaggio che si vede: gli elettori vedono uomini con le pale ricevere stipendi. E ciò che non si vede? Poiché questo sforzo è stato finanziato col furto di $1 miliardo dei contribuenti, si tratta di $1 miliardo in meno nel settore privato affinché vengano assunti lavoratori, si comprino cose, o si investa in una nuova attività. La proprietà non costruita, il telefono non fabbricato, o il cibo invenduto, sono cose che si verificano perché c'è stata una deviazione ed una cattiva allocazione delle risorse a causa dei burocrati.

I politici non possono vincere le elezioni se gli elettori non vedono le cerimonie col nastro da tagliare!

L'economista leggendario Walter Williams lo dice meglio:
Il fatto che il Congresso non abbia risorse proprie ci costringe a riconoscere che l'unico modo in cui possa elargire un dollaro sia attraverso l'intimidazione, le minacce e la coercizione; confisca quel dollaro da qualche altro americano attraverso il fisco.

O, in questo caso, la dieta del Giappone non ha un solo yen per sé.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. Come ho ripetuto spesso nei miei articoli, il Giappone è il paziente zero dell'esperimento monetario moderno delle banche centrali. Il primo ad implementare il QE in un Paese industrializzato del primo mondo e il primo a portare agli stremi questa pratica riversando uno tsunami monetario anche nel mondo delle azioni. Negli ultimi anni, grazie all'intervento della BOJ quindi, quasi tutte le classi di asset sono state manipolate e distaccate da fondamentali reali. Scrivere sui mercati dei capitali nel contesto di alcune valutazioni o analisi sui fondamentali è diventato un esercizio ridicolo, surreale e controproducente. E cosa ha comportato questo esperimento in Giappone? Stagnazione economica. A parte un breve periodo di aumenti dei consumi indotto dall'abbassamento delle imposte sulle vendite, l'IPC del Giappone è ora lo stesso di dieci anni fa, appena appena sopra lo 0%, e ha una media dello 0,45% negli ultimi 36 mesi. Se il desiderio della BOJ era quello di far salire le aspettative d'inflazione, il successo è stato alquanto sfuggente. Secondo un sondaggio di Bloomberg condotte a febbraio e marzo, su 2.127 famiglie giapponesi metà degli intervistati "non ha mai sentito parlare del grande stimolo monetario di Kuroda".

    E ora cosa sta iniziando ad essere richiesto a gran voce in Europa? La stessa linea di politica che ha fallito in Giappone.

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