mercoledì 24 aprile 2019

Gli economisti non riusciranno a predire il prossimo crash... perché non possono





di Thorsten Polleit


Si ricevono molte attenzioni se gridate cose come "Il mercato azionario sta per crollare" o "Il crollo del dollaro USA è dietro l'angolo" o "Il crollo del mercato immobiliare è imminente". Ma dal punto di vista di un'economia solida, fare questo tipo di previsioni è del tutto impossibile. Dare probabilità certe a determinati risultati (come "il mercato azionario ha una probabilità del 30% di crollare nel 2018") potrebbe andare di moda tra i veggenti, ma certamente non migliora le cose.



Alcuni possono

Non si dovrebbe respingere del tutto l'idea che ci possano essere persone là fuori in grado di prevedere correttamente eventi che si verificheranno in futuro. Ad esempio, un imprenditore di successo appartiene a questo gruppo. Lui/lei sforna prodotti che la gente vuole comprare e li vende a prezzi che superano i costi di produzione. È anche in grado di prevedere cambiamenti nella domanda dei consumatori e di adeguare di conseguenza la sua produzione.

Inoltre ci sono investitori di borsa di successo, i quali si distinguono poiché hanno all'attivo molti anni di sovraperformance rispetto ai loro concorrenti. Per essere sempre migliori del mercato, devono vedere e sapere qualcosa che altri non vedono, o non sanno, e agire di conseguenza. Ad esempio, devono individuare azioni sottovalutate e ottenere un profitto decente quando il mercato spingerà i prezzi di quelle azioni. Investono al momento giusto nelle azioni "giuste", le quali garantiranno una sovraperformance nel corso del tempo.

Imprenditori e investitori di successo devono avere quello che serve: la visione, il coraggio, l'acume aziendale, o qualunque cosa possa far loro prevedere nel modo più corretto possibile il futuro. Ciò non significa che non faranno errori di previsione, ma per qualche ragione i loro errori di previsione si rivelano meno devastanti di quelli della maggior parte della popolazione. Una cosa è certa: gli imprenditori e gli investitori di successo non basano le loro previsioni sull'idea che l'economia li metterebbe nelle condizioni di fare previsioni corrette. Perché?



La maggior parte non può

L'economia non è una scienza che fornisce i mezzi per prevedere il futuro. Come disse Ludwig von Mises: "Questo non vuol dire che le azioni umane future siano assolutamente imprevedibili. Possono, in un certo modo, essere anticipate in una certa misura, ma i metodi applicati in tali anticipazioni e il loro scopo sono logicamente ed epistemologicamente del tutto diversi da quelli applicati nell'anticipazione degli eventi naturali e dal loro scopo."[1] L'affermazione di Mises potrebbe richiedere qualche spiegazione ulteriore.

L'economia è la scienza dell'azione umana, o, per essere più precisi, l'economia riguarda la logica dell'azione umana. Il suo "punto archimedeo" è l'affermazione inconfutabilmente vera che "gli esseri umani agiscono". Quest'ultimo concetto non può essere negato senza causare una contraddizione logica. Se sostenete che "gli umani non possono agire", agite lo stesso, e quindi contraddite la vostra stessa affermazione. Dall'affermazione auto-evidente dell'azione umana, possiamo dedurre, o spiegare, ulteriori affermazioni vere.

L'azione umana è intenzionale; l'azione richiede mezzi per raggiungere gli obiettivi; i mezzi sono scarsi; l'azione umana presuppone la categoria dei mezzi e dei fini, cioè la causalità; il tempo è un mezzo indispensabile per l'azione; l'azione umana implica la preferenza temporale e quindi il tasso d'interesse originario (ed entrambi sono positivi, non possono essere zero, per non dire negativi); la legge dell'utilità marginale è logicamente implicita nella dichiarazione "azione umana".

Queste (e altre) affermazioni sono implicite nella proposizione che "gli esseri umani agiscono". Qualsiasi teoria economica che contraddica le implicazioni del concetto di azione umana deve sollevare seri dubbi sulla sua presunta validità. Ad esempio, una teoria economica in cui l'azione umana non richiede tempo, o in cui l'azione umana non è vincolata da una preferenza temporale definita ed un tasso d'interesse originario positivo, può essere liquidata come falsa (come irrealistica).



Il ruolo delle idee

La conoscenza inconfutabilmente vera che gli umani agiscono implica che le idee (o le teorie) facciano agire gli umani. E le idee sono le ultime a venire nella spiegazione dell'azione umana; non possono essere rintracciate più indietro in altri fattori esplicativi. Questo non si può negare.[2] Rifiutarlo presumerebbe l'esistenza di fattori esterni (fisiologici, biologici, chimici) che spieghino sistematicamente le azioni umane. Finora la scienza non è riuscita a trovare una relazione definitiva tra fattori esterni e azioni umane.

Infatti esiste una ragione logica per cui una simile relazione non può essere scoperta: l'uomo ha innegabilmente capacità di apprendimento, il che significa che può imparare.[3] Discutere l'assioma "L'uomo non può imparare" presuppone che l'uomo possa imparare; altrimenti non si direbbe niente a qualcun altro; presumere il contrario equivarrebbe ad una contraddizione. E sostenere che "l'uomo può imparare a non imparare" vorrebbe dire una contraddizione logica assoluta. Poiché non possiamo rifiutare l'idea che gli esseri umani abbiano capacità di apprendimento, possiamo capire perché non possiamo conoscere il futuro delle nostre azioni.

Se supponiamo di sapere oggi come gli esseri umani agiranno in futuro, diremmo che non solo abbiamo una conoscenza sufficiente dei fenomeni naturali, ma conosciamo anche le scelte future, le preferenze e le scale di valori degli esseri umani. Quest'ultimo aspetto, tuttavia, implicherebbe la negazione della capacità di apprendimento: conoscere oggi come gli umani agiranno in futuro contraddirebbe l'affermazione logicamente vera che gli umani hanno capacità di apprendimento, poiché oggi sapremmo tutte le cose che accadranno, ma questa è una contraddizione e quindi è falsa.



Previsione impossibile

Ora è facile capire anche perché non può esserci alcuna relazione costante tra fattori esterni e azioni umane, nel senso che se si verifica il fattore X, gli umani intraprenderanno determinate azioni e il risultato sarà sempre Y. Per esperienza, sappiamo che persone diverse, in risposta a determinati stimoli, spesso agiscono in modo diverso in diversi momenti nel tempo. Ma l'esperienza non prova nulla. Fortunatamente non dobbiamo ricorrere all'esperienza per sapere che non ci sono regolarità quantitative nell'azione umana.

Il motivo per cui non ci sono costanti nel comportamento è logico: se il fattore X esterno provoca determinate azioni ("se X, allora poi Y", o "se X sale del 10%, allora Y scenderà del 5%"), saremmo in grado di prevedere oggi l'azione umana in futuro (in termini quantitativi), e ancora una volta, saremmo quindi in contraddizione con la conclusione logica che gli esseri umani hanno capacità di apprendimento: se sappiamo oggi come agiremo in futuro, dobbiamo supporre che non possiamo apprendere lungo la strada.

Ora siamo tornati al punto di partenza. L'economia, quando giustamente intesa come logica dell'azione umana, non può fornire intuizioni che predicano l'azione umana futura. Qualsiasi tentativo di utilizzare l'economia per fare previsioni è contrario alla logica ed è quindi destinato a fallire. Ciò non significa affatto che l'economia sia una materia banale, anzi! Ciò che l'economia può fare è delineare (con assoluta certezza) i risultati qualitativi dell'azione umana che si svolge in determinate condizioni e circostanze.

Ad esempio, l'economia dice con certezza apodittica che se le persone intraprendono uno scambio volontario, tutte le parti ne trarranno beneficio; o se la banca centrale aumenta la quantità di denaro, il potere d'acquisto dell'unità monetaria diminuisce (rispetto ad uno scenario in cui la quantità di denaro rimane invariata); o che un aumento della quantità di denaro nell'economia non sarà mai "neutrale" finché sono coinvolte le posizioni di reddito e la ricchezza delle persone, qualcuno ne beneficerà sempre a scapito di qualcun altro.



Competenza imprenditoriale

Di questi tempi la stragrande maggioranza degli economisti è fortemente impegnata a fare previsioni. Cercano di prevedere dove arriveranno, ad esempio, i tassi d'interesse, i prezzi delle azioni, i tassi di cambio tra 3, 6, 12 mesi, o anche più lontano. E c'è domanda per tali previsioni: un gran numero di investitori è ansioso di ascoltare ciò che questi economisti preveggenti hanno da dire sul futuro, e parecchi investitori prendono sul serio le previsioni degli economisti, cioè come input per le loro decisioni d'investimento.

Da quanto abbiamo delineato in precedenza, possiamo sapere con certezza che gli economisti "mainstream" falliranno nel prevedere il futuro e un numero significativo di investitori rimarrà deluso: l'economia come scienza non può prevedere come agiranno gli esseri umani, non può prevedere quantitativamente come si svilupperanno le grandezze economiche. Tali previsioni sono, e per ragioni logiche, al di là della portata dell'economia. Non ci si dovrebbe illudere su questo fatto con modelli matematici elaborati e tecniche econometriche altamente sofisticate.

La verità è che ogni economista che pensa che l'economia si occupi di previsione è fuori strada. Il suo consiglio non aiuterà a prendere decisioni d'investimento oculate. Quindi cosa dovreste fare se siete preoccupati per un incombente crash del mercato azionario? La risposta è piuttosto semplice: se pensate di non poter essere migliori del resto degli altri, investite in un indice (o certificato) famoso del mercato azionario e seguite la vostra intuizione. Perché se non riuscite a sovraperformare, non ha senso impegnarsi in previsioni di un crash.

In alternativa potreste rivolgervi ad imprenditori ed investitori di successo per chiedere consigli. Forse vi direbbero di non perdere tempo a prevedere un crollo del mercato azionario, perché nessuno sa come reagiranno le persone in futuro. Uomini d'affari ed investitori di successo potrebbero offrire una raccomandazione piuttosto diversa: investire i vostri soldi in grandi imprese qualunque cosa possa accadere. Nel corso del tempo farete meglio di quelli che pensavano di poter prevedere il crash.

Comunque sia, l'economia ci insegna le leggi dell'azione umana, ma non fornisce intuizioni su come le persone si comporteranno in futuro, su come gli esseri umani risponderanno quantitativamente a determinati fattori. L'economia non è una scienza previsionale, è una scienza ricostruttiva: ci permette di comprendere, dal punto di partenza dell'affermazione inconfutabilmente vera che gli esseri umani agiscono, le conseguenze qualitative se gli umani agiscono in determinate condizioni che, tuttavia, sono spesso incerte dal punto di vista attuale.

Murray N. Rothbard attribuisce questo solido e logico assioma a Ludwig von Mises: "È stato Ludwig von Mises a riconoscere la libertà e la scelta nel cuore irriducibile della condizione umana, e che realizza quindi che l'impulso scientifico al determinismo e alla prevedibilità è una ricerca dell'impossibile, ed è quindi profondamente non scientifico."[4]


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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Note

[1] Mises (1957), Theory and History, p. 5.

[2] Per una spiegazione più esaustiva si veda Mises, L. v. (1962), The Ultimate Foundation of Economic Science, pp. 53 – 55.

[3] Si veda Hoppe, H.-H. (1983), Kritik der kausalwissenschaftlichen Sozialforschung, pp. 15 – 16, 17 – 18.

[4] Rothbard, M. N. (1957), Prefazione a Theory and History, p. xvii.

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1 commento:

  1. .
    Gli economisti o economostri,
    ti spiegano a posteriori perché i fatti sono accaduti senza mai prima preconizzarli.
    Le loro sono inutili chiacchiere da bar sport.
    .

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