martedì 21 maggio 2019

Cinque ragioni per la debolezza dell'economia argentina





di Daniel Lacalle


L'Argentina ha "stampato denaro per la gente" in stile MMT per molti anni. La sua erronea "politica monetaria inclusiva" del passato, stampare soldi per finanziare una gigantesca spesa pubblica, ha portato il Paese all'inflazione e alla depressione.

L'inflazione in Argentina è salita al 54% su base annua. Gli spread delle obbligazioni sono saliti a 854 punti base, i Credit Default Swap (CDS) a due anni sono saliti a 1094 punti base e quelli a cinque anni sono saliti a 948 punti base. Malgrado ciò il governo del Paese dà la colpa per l'inflazione a qualsiasi cosa eccetto la sua folle politica monetaria

L'economia argentina è più fragile e vulnerabile di quelle simili. tuttavia l'Argentina è anche uno dei Paesi con il più alto potenziale economico. Ci sono cinque fattori essenziali per capire la debolezza della sua economia:
  1. Il peso. Nonostante le politiche accomodanti della Federal Reserve e il cambio di rotta nel processo di normalizzazione, nel 2019 il peso è, ancora una volta, la valuta peggiore nei confronti del dollaro. L'indice del dollaro non si è mosso molto rispetto al suo paniere di valute, quindi è la politica monetaria disastrosa che ha fatto precipitare il peso. Una moneta debole è un pericolo per la stabilità del Paese e i governi sembrano voler solo ricucire la politica monetaria sbagliata della banca centrale. Un peso debole non rende l'economia argentina più competitiva o fa aumentare le esporta azioni. Se il Paese non affronta in modo serio e determinato l'errore di mantenere una valuta in un costante processo di distruzione del suo potere d'acquisto, passerà semplicemente di nuovo da crisi a crisi.

  2. La politica monetaria è seriamente inflazionistica. I governi preferiscono avere inflazione alta e incolpare un nemico esterno inesistente piuttosto che smettere di finanziare la spesa pubblica attraverso di essa. La perdita del potere d'acquisto della moneta viene sommata ad un tasso d'inflazione che un Paese con il potenziale e il capitale umano dell'Argentina non dovrebbe avere. Per molti anni l'Argentina è stato un Paese con il potenziale di un'economia sviluppata e una politica monetaria di un Paese del terzo mondo. Per anni ha seguito le raccomandazioni della MMT. Molti sostengono che la dollarizzazione sarebbe peggiore, perché è già stata tentata e ha portato ad una crisi... peccato che questo sia falso. L'Argentina non si è dollarizzata, ha realizzato un sotterfugio monetario fissando il peso al dollaro USA con un tasso di cambio completamente gonfiato che poi ha portato all'accumulo di squilibri. L'Argentina non aveva dollari, aveva peso sotto mentite spoglie. La dollarizzazione è ciò che ha fatto l'Ecuador, abbandonando il sucre, cosa che ha permesso al Paese di evitare un'iperinflazione in stile venezuelano.

  3. Tasse molto alte. Il cuneo fiscale argentino rimane il più alto nella regione e uno dei più alti al mondo per le aziende. Questa costante espropriazione della ricchezza attraverso svalutazione della moneta, inflazione e tasse funge da enorme ostacolo agli investimenti internazionali, alla crescita e alla creazione di posti di lavoro. In Argentina si sente sempre dire che "le entrate fiscali sono basse" e che quindi le tasse non possono essere ridotte. Tuttavia innalzarle ulteriormente mette un freno alla creazione di posti di lavoro, agli investimenti produttivi e all'attrattiva del capitale, e le entrate diminuiscono ancora di più.

  4. Spesa pubblica elevata. Negare l'effetto depressivo della spesa politica, all'interno di una spesa pubblica che raggiunge già oltre il 45% del PIL, è un problema grave per un Paese con un alto potenziale. Non è solo la spesa pubblica più alta nella regione, ma la più inefficiente secondo la Banca Interamericana dello Sviluppo. L'inefficienza della spesa pubblica in Argentina raggiunge il 7,2% del PIL.

  5. Protezionismo. Secondo l'indice di competitività globale del World Economic Forum, l'Argentina occupa il posto 92 su 137. Il trend di deterioramento iniziato tra il 2012 e il 2015 è stato ridotto per tre anni, ma le sfide da affrontare sono ancora consistenti. Una di queste è eliminare le scappatoie alle misure anti-commerciali e protezionistiche imposte dalla miope percezione che il protezionismo sostituirà le importazioni e rafforzerà l'economia, mentre la stampa di denaro stimolerà la crescita.

È vero che alcune misure sono state adottate per invertire questi elementi di fragilità, ma le riforme devono essere più coraggiose per impedire che l'economia cali ulteriormente nel 2019 e nel 2020.

Non è facile cambiare le politiche "neo-keynesiane" sbagliate dell'era Kirchner senza riconoscere l'enorme buco monetario e fiscale creato dalla precedente amministrazione, ma se le riforme non sono decisive e chiare, l'economia argentina continuerà ad essere fragile e più vulnerabile ai cicli economici rispetto alle altre economie simili. L'Argentina è un grande Paese con terribili politiche monetarie e fiscali. Con un tale potenziale di crescita e di occupazione, vale la pena essere coraggiosi e porre fine a ciò che rimane delle passate politiche sbagliate.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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