mercoledì 4 settembre 2019

Il mito ridicolo della sovrabbondanza di risparmi e la follia dei rendimenti sottozero





di David Stockman


Quando appare qualcosa di simile al grafico qui sotto, potreste pensare che anche i giocatori d'azzardo di Wall Street avrebbero tirato fuori le loro teste dalla sabbia.

Il fatto che a settembre 2017 l'Austria sia stata in grado di emettere un'obbligazione a 100 anni con un rendimento del 2,1% è abbastanza folle. Dopotutto, la vecchia Austria (Impero austro-ungarico) è scomparsa esattamente 100 anni fa alla Conferenza di Versailles; lo stato che si è lasciata alle spalle fu quasi annientato da Hitler negli anni '30 e dall'Unione Sovietica negli anni '50; e negli ultimi 70 anni l'inflazione è stata in media del 2% come minimo, mentre lo stato sociale continua a crescere e le tasse continuano a salire.

Quindi perché i cosiddetti "investitori" dovrebbero acquistare un'obbligazione centennale con la prospettiva di nessun rendimento al netto dell'inflazione e delle tasse e con un ragionevole dubbio sul fatto che lo stato austriaco non sopravvivrà fino al 2117?

La risposta potrebbe essere la teoria del lo Scemo Più Scemo: data la carenza di rendimenti decenti in Europa, un gestore patrimoniale intelligente può sempre raccogliere un rendimento del 2,1% e uscire al primo segno di indebolimento del credito, aumento dell'inflazione, o problemi di default, scaricando questo titolo a quella persona tanto scema da comprarlo.

Nel frattempo il prezzo di questa bellezza da €3,5 miliardi è salito del 60% dalla sua emissione, costringendo il rendimento già scarso a scendere a solo l'1,12% alla fine di giugno. Quindi, non a caso, il governo austriaco non ha avuto bisogno di alcun suggerimento speciale: ha riaperto l'asta e ha venduto un'altra quota da €1,25 miliardi con scadenza nel 2117, per un rendimento appena superiore all'1,0%.

Inutile sottolineare quanta follia stia immagazzinando il mondo. Mentre l'ammontare del debito sotto zero nel mondo è salito da $10.000 miliardi a $15.000 miliardi negli ultimi 60 giorni, il prezzo dell'obbligazione austriaca è salito bruscamente di quasi il 186%, il che significa che il rendimento attuale è ben al di sotto dell'1,00%; ma ancora più importante, i falò della stupidità degli speculatori ora si accenderanno sicuramente.

Vale a dire, se la nazione austriaca e la solvibilità del suo governo riescono a sopravvivere fino al 2117, è una garanzia che gli attuali detentori, tutti i loro eredi e gli scemi successivi perderanno l'intero premio dell'86% incarnato nel prezzo di oggi. Naturalmente tale perdita di capitale garantita spazzerebbe via circa i prossimi 40 anni di interessi, anche se non teniamo conto di inflazione, tasse e valore attuale dei pagamenti.

Ma ecco il punto: il prezzo dell'obbligazione ora sta diventando parabolico, come è evidente nella parte destra del grafico. Questo perché c'è una grande convessità nei bond a lunga scadenza, il che significa che bastano solo pochi punti base nella variazione del rendimento per causare una variazione significativa del prezzo.

Ad esempio, se le banche centrali del mondo riescono a far scendere i rendimenti globali medi di altri 50 punti base entro il prossimo agosto, il prezzo delle obbligazioni salirà a circa il 244%. E uno speculatore che ha acquistato un bond a settembre 2017 vedrebbe un profitto del 150% (compresi gli interessi). Su un bond!

Inoltre se finanziasse l'acquisto al margine, o con pronti contro termine, il guadagno sarebbe maggiore.

Ecco perché stanno acquistando questa spazzatura. È una mania speculativa che insegue i prezzi ed è andata assolutamente a segno in tutti i mercati del reddito fisso del mondo, di cui il titolo obbligazionario austriaco a 100 anni è solo l'avanguardia.

E con questo arriviamo al tema di oggi: i banchieri centrali keynesiani ed i loro apologeti a Wall Street vogliono farvi credere che il debito sotto zero non è affatto anormale, e certamente non è una conseguenza del loro massiccio acquisto di obbligazioni.

Invece hanno inventato una storiella assurda per spiegare altrimenti l'inspiegabile: il mondo soffre di un enorme "eccesso di risparmi" ed i rendimenti inferiori allo zero incarnano semplicemente le direttive di Mr. Market che mette in equilibrio domanda e offerta.

Allo stesso modo, Mr. Market sta anche anticipando una debole recessione globale, facendo scendere i rendimenti in previsione di una domanda incerta per i prestiti e di un calo dei tassi d'inflazione.

In altre parole, questa corsa verso rendimenti infimi è presumibilmente razionale: il prezzo di condizioni completamente nuove che sono emerse nell'economia globale e nei mercati del reddito fisso.

Bene, se volete capire cosa significa "razionale" seconda questa gente, prendete in considerazione questa cosa: se i tassi d'interesse globali salissero solo dell'1,0% in media, tornando a dove erano meno di un anno fa, il titolo austriaco a 185,75 precipiterebbe a 115, per una cancellazione di quasi il 40% del suo valore!

Inutile dire che ciò non accadrebbe tra decenni, ma l'anno prossimo; e non dopo una conflagrazione finanziaria senza precedenti, ma solo con un ritorno a tassi d'interesse che hanno prevalso ben meno di un anno fa.

Proprio così. Il decennale USA ha chiuso oggi con un rendimento dell'1,65%, ma fino all'11 febbraio aveva prodotto un rendimento del 2,65%.

Allo stesso modo, il bund tedesco a 10 anni ha chiuso a -0,59%, ma era  a +0,41% ad ottobre 2018. E la stessa storia vale per il decennale britannico che è passato da un rendimento dell'1,49% lo scorso ottobre a solo lo 0,49% di oggi.


Inutile dire che il centennale austriaco non è una sorta di strano spettacolo nel circo finanziario. Come mostra la griglia qui sotto, ora ci sono migliaia di miliardi di obbligazioni a lungo termine che vengono scambiate a rendimenti inferiori allo zero e che crolleranno di prezzo al termine dell'attuale mania obbligazionaria.


All'inizio del 2015 c'erano meno di $2.000 miliardi di obbligazioni investment grade scambiate a rendimenti inferiori allo zero e alla fine 2017/inizio 2018 la cifra era ancora inferiore a $8.000 miliardi.

Ma negli ultimi mesi il numero è diventato parabolico e questo fatto da solo demolisce le razionalizzazioni di Wall Street: non c'è un "eccesso di risparmi", tanto per cominciare, ma anche i modesti tassi di risparmio ora evidenti tra le principali economie mondiali sono cambiati molto poco dal 2015 e quasi mai durante l'ultimo anno di impennata dei bond sottozero sul mercato globale.

Quindi il tasso di risparmio non può affatto spiegare il grafico qui sotto.


In ogni caso, ecco il colpevole: negli ultimi 15 anni tra il 2003 e il 2018, c'è stata davvero una "sovrabbondanza", ma si trattava dell'acquisto di obbligazioni da parte delle banche centrali, non risparmi reali fuoriusciti dalla produzione e dal reddito.

Infatti le banche centrali si sono intromesse per un ammontare di $22.000 miliardi in "domanda" per titoli di stato e altri titoli che sono stati finanziati da crediti digitali dal nulla.

Non solo hanno saturato i mercati con migliaia di miliardi di liquidità in eccesso, ma, soprattutto, hanno lanciato un segnale agli speculatori: acquistare ciò che le banche centrali stanno acquistando, o che compreranno al più presto, perché questa sarebbe stata letteralmente la più grande opportunità di profitto mai vista.

Ed è per questo che i prezzi delle obbligazioni sono diventati parabolici nelle ultime settimane e nei mesi scorsi, e per cui la montagna di debito sotto zero sui mercati globali è aumentata vertiginosamente in uno o due giorni.

Basta rivedere il grafico del centennale austriaco sopra, perché dimostra i potenti ostacoli agli scambi che derivano dalle banche centrali che abbassano i tassi d'interesse nei loro inutili tentativi di stimolare la crescita, i redditi e l'occupazione. In parole povere, i prezzi delle obbligazioni a più lunga durata aumentano vertiginosamente.

Invece di un luogo in cui gli investitori a lungo termine possono trovare sicurezza e rendimenti modesti, le banche centrali hanno trasformato i mercati obbligazionari in bische clandestine in cui i rendimenti sono irrilevanti e l'apprezzamento del capitale a breve termine è l'unica preoccupazione.

A meno che non crediate che Beyond Meat Inc al 125X, o anche Chipotle al 56X, stiano segnalando che tutto il mondo diventerà vegano o che il mondo impazzirà per avere burrito sempre più cari. Le obbligazioni torneranno sempre al prezzo di parità al riscatto, ed i trader e gli speculatori che oggi sono lieti di chiamarsi investitori, perderanno le loro mutande.

Questo è garantito. L'unica cosa è quanto presto arriverà il bagno di sangue e quanto violentemente il terrore finanziario si diffonderà dai mercati obbligazionari al resto del sistema finanziario


Quanto all'eccesso di risparmi, è semplicemente una sciocchezza. Il grafico qui sotto vi dice tutto ciò che dovete sapere, perché mostra il tasso di risparmio netto degli Stati Uniti nel modo più accurato possibile. Cioè, combina i risparmi delle famiglie con i risparmi delle imprese (cioè gli utili non distribuiti) più i risparmi del settore pubblico e confronta tale somma con il reddito nazionale.

Questa è la misura più solida di "risparmio", perché rappresenta la somma netta delle entrate che può essere utilizzata per gli investimenti e sta calando da molti decenni ormai.

All'attuale livello del 2,1%, rappresenta una frazione del livello che ha prevalso durante il periodo di massimo splendore americano negli anni '60 e successivi.


I risparmi nazionali statunitensi sono quasi svaniti, ma non importa perché c'è un surplus ancora maggiore nel resto del mondo. Ma anche questa versione di tale sciocchezza è falsa.

Prendiamo il caso dell'Europa, dove l'intera curva dei rendimenti di Paesi come la Germania e Paesi Bassi viene scambiata a livelli inferiori allo zero; e anche nella distopia socialista della Francia i rendimenti fino a 15 anni sono negativi e i suoi debiti a 50 anni sono scambiati a solo lo 0,81%.

L'acquisto maniacale di obbligazioni da parte della BCE, che ammonta a $3.000 miliardi dal 2015, ha sostanzialmente schiacciato i rendimenti investment grade nell'Eurozona. In realtà ci sono anche una dozzina di titoli spazzatura scambiati sottozero.

Eppure Mario Draghi ha avuto il coraggio di insistere sul fatto che la politica monetaria e il NIRP non sono il problema. Né Draghi si è preso la briga di dare la colpa esclusivamente alle ragazze cinesi ossessionate dal risparmio che lavorano per 12 ore al giorno nelle fabbriche Foxcon che assemblano iPhone. No, l'eccesso di risparmi è una malattia che si è sprigionata anche dall'Europa.

In realtà, è una bugia bella e buona. Il tasso di risparmio delle famiglie nella zona Euro è in calo sin dall'inizio della moneta unica. E questa erosione di lungo termine è continuata su una linea di tendenza al ribasso da quando Draghi ha annunciato il suo ukase nell'agosto 2012.


A dire il vero i banchieri centrali come Draghi utilizzano un sotterfugio statistico, sostenendo che gli "avanzi delle partite correnti" sono la stessa cosa dei "risparmi nazionali".

In realtà non sono niente del genere; le eccedenze e i disavanzi delle partite correnti sono un'identità contabile all'interno degli schemi contabili del PIL keynesiano e per tutte le nazioni sono necessariamente zero, salvo discrepanze statistiche.

Infatti le eccedenze e i disavanzi delle partite correnti dipendono dalle politiche del credito e dei cambi della banca centrale e dal loro impatto su salari, prezzi e costi interni. Le eccedenze croniche delle partite correnti derivano dal fissare i tassi di cambio al di sotto dei livelli economici e quindi reprimere i salari ed i prezzi interni; mentre i deficit cronici sono l'opposto.

Detto in altro modo, ciò che i banchieri centrali affermano essere "risparmi in eccesso" generati da famiglie e imprese, che devono essere puniti per i loro peccati, sono in realtà deformazioni del commercio mondiale e dei flussi di capitali radicati nella macchinazione degli stessi banchieri centrali.

Questo è evidente nei numeri di Draghi. Rimprovera la Germania e la zona Euro per aver alimentato l'eccesso di risparmi, rappresentato rispettivamente dal 5% e dal 3% delle eccedenze delle partite correnti del PIL. Durante i 14 anni prima del "whatever it takes" di Draghi, l'Eurozona non aveva un avanzo delle partite correnti; il surplus è emerso da quando Draghi ha distrutto la valuta unica.

Quello che Draghi definisce come il problema, un avanzo delle partite correnti, è principalmente una sua stessa creazione!

Cioè, è il risultato della svalutazione monetaria del 20% effettuata dalla BCE sotto la sua guida e anche del temporaneo miglioramento delle condizioni commerciali dell'Europa grazie alla sovrabbondanza globale di petrolio e materie prime. E anche in quest'ultimo caso c'è lo zampino dei banchieri centrali che hanno portato al boom del credito degli ultimi due decenni e hanno comportato investimenti eccessivi in ​​tutto il mondo dell'energia, delle miniere, della produzione e della capacità di trasporto.

In ogni caso, le eccedenze della zona Euro sin dal 2011 mostrate di seguito non rappresentano i consumatori e le imprese che non riescono a spendere abbastanza e accumulano denaro. Al contrario, queste eccedenze contabili sono solo l'ennesima fase del sistema deformato del commercio globale e dei flussi di capitali. Questi ultimi, a loro volta, sono il frutto di un sistema marcio di falsificazione dei prezzi del mercato monetario e dei capitali da parte delle banche centrali.


Infatti quando i risparmi sono misurati onestamente, non esiste un'unica grande economia al mondo che non abbia subito un grave declino del suo tasso di risparmio negli ultimi decenni. Il tasso di risparmio delle famiglie canadesi, ad esempio,è letteralmente scomparso dai radar e ora si attesta solo all'1,1%.


Allo stesso modo, le tanto decantate famiglie giapponesi che hanno risparmiato molto nel loro periodo di boom pre-1990, sono letteralmente scomparse dalla faccia della terra. Tuttavia questo sviluppo si è verificato proprio quando il Giappone aveva bisogno di costruire un notevole gruzzolo di risparmi per i decenni a venire, quando si trasformerà essenzialmente in una gigantesca colonia di pensionati.


Il profondo declino secolare dei tassi di risparmio delle famiglie in tutto il mondo è di per sé la conferma che le banche centrali hanno deformato drasticamente il sistema finanziario, e ora stanno raccontando la proverbiale grande bugia della "sovrabbondanza di risparmi" per giustificare il loro continuo assalto ai depositanti. Questo perché il tipo di boom degli investimenti vissuto dal mondo negli ultimi due decenni sarebbe stato accompagnato da un grande surplus di risparmi nelle economie del mondo sviluppato.

Durante il grande boom della crescita globale e dell'industrializzazione tra il 1870 e il 1914, ad esempio, la Gran Bretagna, la Francia, l'Olanda e, in misura minore, la Germania furono grandi esportatori di capitali. Al contrario, i mercati emergenti dell'epoca (Stati Uniti, Argentina, Russia, India, Australia, ecc.) erano importatori di capitali.

Ciò aveva un senso: le economie avanzate dell'epoca guadagnavano eccedenze commerciali esportando macchinari, materiali, acciaio, prodotti chimici e manufatti di consumo, quindi reinvestivano queste eccedenze in prestiti e investimenti in navi, miniere, ferrovie, fabbriche, porti e infrastrutture pubbliche nelle economie in via di sviluppo.

Il perno di questo circolo virtuoso era il denaro globale comune. Cioè, valute che avevano un peso costante in oro e che, di conseguenza, erano convertibili a tassi fissi per lunghi periodi di tempo. Gli investitori e le compagnie assicurative inglesi, ad esempio, investivano in obbligazioni denominate in sterline emesse da mutuatari stranieri perché sapevano che le obbligazioni erano buone come l'oro e che il loro unico rischio reale era il default del debitore su interessi o capitale.

Il mondo odierno del denaro fiat ha capovolto la logica del capitalismo e del gold standard. Di conseguenza negli ultimi decenni i produttori e le petro-economie dell'Asia orientale sono diventati risparmiatori ed esportatori di capitali, mentre le economie più avanzate del pianeta sono diventate un gigantesco importatore di capitali. Infatti sia gli economisti keynesiani che i cosiddetti monetaristi conservatori hanno proclamato queste enormi eccedenze croniche delle partite correnti statunitensi come una cosa meravigliosa.

No, non lo sono. Donald Trump ha ragione, anche se per la ragione sbagliata.

Gli Stati Uniti hanno preso in prestito circa $8.000 miliardi dal resto del mondo sin dagli anni '70, non secondo le leggi dell'economia, come proclama il consenso keynesiano/monetarista. Invece la serie ininterrotta di disavanzi delle partite correnti mostrata nel grafico di seguito è stata accumulata in violazione delle leggi del sound money; e sono stati resi possibili dall'abbandono della convertibilità dollaro/oro nell'agosto 1971.

In ogni caso, anche le economie dei mercati emergenti non sono giganteschi risparmiatori, come sostengono attualmente i propagandisti keynesiani. Lo Schema Rosso di Ponzi, ad esempio, ha gestito la sua stampante monetaria alla massima velocità per oltre un quarto di secolo. Ciò a sua volta ha alimentato una massiccia ondata di investimenti interni, industriali, infrastrutturali e abitativi, che hanno raggiunto livelli estremi.

Secondo la contabilità del PIL keynesiano, ovviamente, ciò ha fatto sembrare che le centinaia di milioni di lavoratori cinesi che venivano riversati dalle risaie nelle nuove industrie della Cina, dove lavoravano per pochi dollari l'ora, o anche meno, fossero risparmiatori seriali.

Eppure questa è un'illusione contabile. Quando la massiccia montagna di debiti della Cina è cresciuta da $2.000 miliardi a $40.000 miliardi nell'ultimo quarto di secolo, l'effetto è stato una spesa per investimenti ultra elevata rispetto ad utili delle imprese e salari.

Ma una volta rimossi il credito della banca centrale ed i prestiti bancari, tutto chiò che rimane è una gigantesca bolla nata dalle rotative della PBOC.

Vale a dire, fermate la massiccia ondata di indebitamento annuale dello Schema Rosso di Ponzi e gli investimenti precipiterebbero. A loro volta crollerebbero anche i redditi (in particolare i profitti e le retribuzioni delle imprese nei settori delle fabbriche, delle abitazioni e delle infrastrutture) ed evaporerebbe l'illusione di alti tassi di "risparmio" nei conti del PIL.


La verità è che la menzogna del cosiddetto eccesso di risparmi sta già venendo alla luce nello Schema Rosso di Ponzi. Come mostrato di seguito, il tasso di crescita (flusso) guidato dal debito e dagli investimenti è in costante calo, nonostante lo stock di debito (linea verde) relativo al PIL salga sempre di più.

Senza dubbio la Cina ha prolungato il periodo di crescita degli investimenti indotto dal debito, consentendole di falsificare i numeri della crescita del PIL. Ma tali numeri non erano indicativi di un eccesso di risparmi senza precedenti in un'economia in sviluppo. Il grafico traccia solo il più grande (e il più insostenibile) Schema di Ponzi economico nella storia.


Infatti se gli operai della Cina fossero dei risparmiatori seriali, perché dovrebbero prendere in prestito come se non ci fosse un domani?

Solo negli ultimi 15 anni il rapporto tra reddito disponibile e debito è quasi quadruplicato.


La verità è che non esiste alcun eccesso di risparmi nel mondo. Al contrario, vi è un enorme eccesso di distorsioni alimentate dalle banche centrali e falsificazioni dei prezzi nei mercati finanziari che hanno provocato l'assurdità delle obbligazioni austriache a 100 anni scambiate al 187% rispetto al prezzo di emissione.

E questo tipo di "eccessi" non è affatto confortante; è un'insegna al neon rossa lampeggiante che avverte che le bolle finanziarie generate dai banchieri centrali keynesiani si stanno avvicinando alle loro data di scadenza.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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