venerdì 24 dicembre 2010

Boom-Bust nel microcosmo

Questo articolo sarebbe dovuto essere la parte finale del precedente, ma ho preferito tagliarlo. Invece il commento di Alberto nel precedente articolo mi ha convinto a postarlo; in sostanza è un'ottima spiegazione dei cicli boom/bust causati dal prosperare su una ricchezza fasulla ed dall'accumulare debiti che difficilmente saranno ripagati. Il nostro passato economico, il nostro presente economico ed il nostro futuro economico se non si deciderà di ragionare sui problemi, invece che delegarli a chicchessia.
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di George Reisman

Le caratteristiche essenziali del ciclo economico di boom-bust possono essere comprese vedendole attraverso le circostanze finanziarie di un singolo individuo.

Quindi si immagini che una persona comune ha badato alla sua esistenza vivendo più o meno dei propri mezzi. Un giorno riceve una lettera da una grande banca. La lettera lo informa che è l'unico erede di un lontano parente che possedeva una fortuna sostanziosa e che dovrebbe andare nell'ufficio principale della banca della sua città per firmare i documenti necessari e ricevere tutte le necessarie autorizzazioni per disporre d'ora in poi di questa fortuna secondo come ritenga più giusto. Naturalmente egli immediatamente va dentro e prende possesso della sua nuova fortuna.

Se la fortuna in questione sia di 100$ milioni o 10$ milioni, è certo che avrà un grande impatto sulla sua esistenza da questo momento in avanti. Poichè essa gli aprirà nuovi mondi consentendogli ora di affrontare la spesa di cose che non aveva mai potuto nemmeno sognare di comprare prima. Si sarebbe potuto permettere una nuova casa, forse una villa. Avrebbe potuto comprarsi un nuovo guardaroba, viaggiare per il mondo, scaricare qualsiasi lavoro che attualmente aveva e che non amava.

Se è in affari, può espandere la sua azienda in grandi modi. Se non è in affari, può far partire un'azienda di grandezze significative. E può permettersi di investire e speculare in borsa e nel mercato immobiliare, poichè la sua nuova ricchezza gli rende possibile non avere paura di perdite per centinaia o migliaia di dollari; difatti, sembra che ora possa permettersi anche di perdere milioni di dollari e sarebbe ancora ricco.

Questo è il periodo di boom per un'individuo. La sua vita è facile. Può fare molte più cose di quelle che era in grado di fare prima. E le sue prospettive appaiono senza limiti. Per il resto della sua vita, guarderà indietro a queto periodo con la più grande amorevolezza e desidererà ardentemente riviverlo. Sono "i bei tempi".


Il Bust

Ciò che pone fine alla facilità di vita del nostro individuo è una seconda lettera. Questa lettera spiega che ora è stato appurato che il parente ha ottenuto quella fortuna, che egli ha ricevuto, tramite mezzi criminali. Così la fortuna non apparteneva de facto a quel parente e perciò non potrebbe essere passata da lui a nessun altro.

Quindi la banca conclude che il nostro individuo è obbligato a riportare la fortuna. Di conseguenza tutti i suoi conti con la banca in questione sono stati congelati, delle ingiunzioni gli proibiscono di spendere altro denaro di quella eredità che lui aveva pensato di possedere ed è richiesto il ritorno di qualsiasi cosa sia rimasta.

Il nostro individuo si trova ora sepolto sotto una montagna di debiti che non può ripagare. Deve vendere la sua casa o la villa a molto meno di quanto l'aveva pagata (se per nessun'altra ragione, ciò renderà probabilmente il caso semplice visto il pagamento di tariffe di mediazione e l'inabilità di aspettare per molto il giusto compratore). Deve vendere i vestiti e molti altri beni che aveva comprato, che probabilmente gli renderanno solo a prezzi molto bassi. Tutto quello che aveva speso per viaggiare sarà stata una totale perdita, come lo saranno le sue spese su molte altre forme di consumi lussuosi. Lo stesso per i suoi investimenti, potrebbero essere proficui o meno. Tuttavia data la sua mancanza di grande successo finanziario precedentemente il ricevimento dell'eredità, è più probabile che essi siano stati non proficui.

Il risultato di tutto ciò è che il ricevimento dell' "eredità" si è rivelato essere una catastrofe finanziaria per il nostro individuo. Fare massicci acquisti nella convinzione sbagliata secondo cui possedeva una fortuna, quando in realtà non era così, lo ha portato a vivere oltre i suoi mezzi e sperperare molta o tutta la ricchezza che aveva prima di ottenere l' "eredità".


Boom-Bust nell'Economia più Ampia

Il motivo dei boom-bust nell'economia più ampia è essenzialmente simile a quello che è stato descritto nel caso di questo individuo. In entrambi i casi il boom è caratterizzato dalla comparsa di una nuova e grande ricchezza che di fatto non esiste. Il bust è la conseguenza dell'atteggiamento economico ispirato dall'illusione di ricchezza.

Nel ciclo boom-bust dell'economia più ampia, l'illusoria ricchezza non prende la forma di false eredità ma di credito bancario cartaceo creato di recente che è confuso con il capitale reale, la ricchezza fisica. Su istigazione e con il supporto della Federal Reserve, nel più recente boom le banche hanno creato diversi trilioni di dollari di nuovo ed addizionale denaro, il quale è stato prestato. Sulla base di questo capitale fittizio è stato fatto procedere il sistema economico, sebbene in corrispondenza è stata creata nuova ed addizionale ricchezza fisica. Il risultato, tra le altre cose, è stata la costruzione di all'incirca di tre milioni di nuove case per cui le persone non potevano pagare.

In realtà il capitale effettivamente disponibile nel boom è insufficiente per sostenere i progetti che sono stati portati avanti sulla base dell'espanzione del credito. Invece di creare nuovo ed addizionale capitale, l'espansione del credito serve a portare su i saggi salariali ed i prezzi dei beni capitali. Ciò riduce il potere d'acquisto dei capitali. Infine crea una situazione in cui quelli che normalmente sarebbero stati in una posizione di prestare denaro scoprono che non possono farlo, oppure che non possono prestare altrettanto, perchè hanno bisogno dei fondi per finanziare le loro operazioni interne che ora devono essere portate avanti a saggi salariali più alti ed a prezzi di beni capitali più alti. Allo stesso tempo, per la stessa ragione, i debitori scoprono che i fondi che hanno preso in prestito sono insufficienti. Così i debitori hanno bisogno di più denaro mentre i prestotori possono prestare solo di meno. Il risultato è una "crisi finanziaria", in cui le imprese vanno in bancarotta per mancanza di fondi.

Nella fase di boom sono stati accumulati debiti massicci. Appena questi debiti diventano impagabili, il capitale delle società che hanno prestato i fondi è di conseguenza ridotto. Nel processo il capitale delle banche che hanno creato il nuovo ed addizionale credito può essere spazzato via, creando un potenziale assalto agli sportelli ed un'effettiva riduzione nella quantità di denaro nel sistema economico. Il solo spettro di tali eventi crea un maggiore aumento nella domanda di denaro a disposizione, con il risultato che la spesa nel sistema economico inizia a diminuire anche senza un'effettivo crollo nella quantità di denaro.

La conclusione che può essere tratta è che la chiave per evitare i "bust" è evitare l'espansione del credito ed i "boom" che la causano. I boom non sono periodi di prosperità ma di sperperamento di ricchezza. Più a lungo durano, peggiore è la devastazione che ne segue.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. La cosa buffa è che una delle accuse più frequenti rivolte ai più sfrenati mercatisti è quella di essere avventurieri cinici che provocano il Boom fregandosene degli effetti inevitabili del Bust.

    Solo gli addetti ai lavori (almeno quelli onesti) mettono in relazione la spesa pubblica tanto predicata da Keynes, con i mercati drogati che inevitabilmente presto o tardi devono smaltire l'overdose.

    E tutto questo nonostante Keynes sia studiato fin dalle superiori (almeno vent'anni fa quando facevo ragioneria lo era), mentre Hayek è sconosciuto. Bah!

    E per dimostrare che non siamo fanatici, propongo questa citazione di Keynes (aaargh!!!), su cui concordo (doppio aaargh!!!), ovviamente applicandola a lui per primo.

    "Le idee degli economisti e dei filosofi politici, sia quando hanno torto che quando hanno ragione, sono molto più potenti di quanto si creda. Davvero il mondo è governato da poco altro. Uomini pragmatici che credono di essere estranei a qualunque condizionamento intellettuale sono solitamente schiavi di qualche economista defunto"

    Una domanda: se, per assurdo, FED, BCE e BoJ decidessero di piantarla di stampare denaro (chi più, chi meno di nascosto) ed addirittura alzassero i tassi di interesse, questo frenerebbe la corsa al disastro del debito pubblico, ma almeno nel breve periodo bloccherebbe anche gli investimenti. Basterebbe (sempre per assurdo) una seria e completa politica di liberalizzazione del mercato o servirebbe altro?

    Buon "bust" post-natalizio

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  2. Ciao Alberto. Secondo me Keynes era il pollo giusto nel momento giusto, poi la sua partecipazione al Congresso di Versailles, secondo me, deve avergli fornito amichetti potenti. Un'utile strumento per veicolare un'assurda visione dell'economia(un'ottimo personaggio per il motto: "far girare l'economia"; secondo cui, ad esempio, le catastrofi sono una manna per l'economia. Ovvero quell'imbecille di Krugman che sparava cazzate dopo il 9/11). Per non parlare di altre scemenze (l'inflazione "spinge" l'economia come suole dire anche Larry Summers, le grandi opere statali forniscono posti di lavoro, le aziende fallimentari devono essere salvate, ecc.).

    Non ultimo il caso degli alluvioni che hanno danneggiato molte proprietà. Poichè se non si fosse costruito vicino i letti dei fiumi, lo Stato non sarebbe "intervenuto" per elargire i soldi contro la calamità naturale. E altre amenità assortite. Il guaio è che queste nozioni hanno così permeato lo strato mentale, che non c'è bisogno nemmeno di sapere chi le abbia dette. Infatti secondo alcuni miei amici che hanno fatto ragioneria, Keynes era una nota ferramente sulla Fifth Avenue. Non credo fosse scemo, ma uno sfruttatore della sua posizione. Come le sue teorie, egli guardava al breve termine e non al lungo termine :)

    Basterebbe (sempre per assurdo) una seria e completa politica di liberalizzazione del mercato o servirebbe altro?

    Le liberalizzazioni sarebbero un'ottimo passo in avanti (anche solo che le persone al solo udire della parola "liberalizzazione" non facessero scattare mille allarmi mentali, sarebbe una vittoria). Ma con lo Stato come "concorrente", ed un bancomat pressochè illimitato in suo possesso, non so quanto possano essere utili. Inoltre non appena i tassi d'interesse saliranno, falliranno di nuovo tutte le banche, le aziende e gli Stati salvati. E' purtroppo un passaggio obbligato per ripulire il sistema in toto da tutto il pattume accumulato. La pianificazione centrale e lo Stato in sè, sono dei fallimenti colossali ed infatti questa fine stanno facendo.

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