mercoledì 26 ottobre 2011

Quel Malvagio 1%

Iniziamo quindi a chiarirci le idee. Di quale 1% stiamo parlando? Perché viene accusato anche chi fornisce prodotti di pubblico consumo? Quali sono le sue colpe, quella di soddisfare nel miglior modo i clienti? Il capitalismo è il sistema economico ideale, paladino della libertà individuale ed elargitore di benessere per le masse (come il miglioramento dello standard di vita sottolinea). La stagnazione ed il declino economico, i problemi della disoccupazione di massa e la povertà in crescita sono il risultato di violazioni delle libertà individuali. Il governo ha paralizzato il sistema economico in una ragnatela di regole e norme che proibiscono la produzione di beni e servizi che le persone vogliono, mentre sostiene la produzione di cose che le persone non vogliono, rendendo la produzione totale sempre più costosa. La spesa, le tasse ed il deficit incontrollato del governo drenano capitali dal sistema economico, intralciando l'accumolo di capitali e incentivandone il decumulo i quali effetti funesti sono intensificati dalle politiche della FED.
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di Llewellyn H. Rockwell, Jr.


Il movimento di protesta "occupy" trae profitto dall'affermazione che il 99% viene sfruttato dall'1%, e c'è del vero in quello che dice. Ma hanno sbagliato nel definire le identità dei gruppi. Essi immaginano che il problema sia quell'1% di coloro che posseggono grandi ricchezze. Infatti, quell'1% comprende alcune delle persone più intelligenti e più innovative del paese – le persone che inventano, commercializzano e distribuiscono le benedizioni materiali per l'intera popolazione. Inoltre possiedono il capitale che sostiene la produttività e la crescita.

Ma c'è un altro 1% là fuori, coloro che vivono parassitando la popolazione e sfruttano il 99%. Inoltre, c'è una lunga tradizione intellettuale, risalente al tardo medioevo, che richiama l'attenzione sulla strana realtà che una piccola minoranza viva del lavoro produttivo della stragrande maggioranza.

Sto parlando dello Stato, che ancora oggi è composto da una piccola scheggia della popolazione, ma è la causa diretta di tutte le guerre, dell'inflazione, delle tasse, dell'irreggimentazione, e del conflitto sociale. Questo 1% è la causa diretta della violenza, della censura, della disoccupazione, ed anche delle grandi quantità di povertà.

Guardate i numeri, secondo i dati più recenti. La popolazione degli Stati Uniti è pari a 307 milioni. Ci sono circa 20 milioni di dipendenti del governo a tutti i livelli, il 6.5%. Ma 6.2 milioni di queste persone sono insegnanti nelle scuola pubbliche, dei quali possiamo dire che non siano veramente l'elite dominante. Ciò ci porta fino al 4.4%.

Siamo in grado di togliere un altro mezzo milione che lavora per le poste, e probabilmente anche gli stessi che lavorano per diverse agenzie dipartimentali. Probabilmente un altro milione non lavora in nessun braccio esecutivo dello Stato, e c'è anche l'incredibile manodopera presente in ogni lavoro del governo. I governi locali non causano problemi a livello nazionale (di solito), e lo stesso si potrebbe dire dei 50 stati. Il vero problema è a livello federale (8.5 milioni), da cui si possono sottrarre fannulloni, parassiti, e addetti ai servizi.

Alla fine, si finisce con circa 3 milioni di persone che costituiscono quello che viene comunemente chiamato lo Stato. In breve, possiamo semplicemente chiamare queste persone l'1%.

L'1% non genera ricchezza propria. Tutto quello che ha lo ottiene prendendo dagli altri sotto la copertura della legge. Vive a nostre spese. Senza di noi, lo Stato come istituzione sarebbe morto.

Qui veniamo al nocciolo della questione. Cos'è lo Stato e che cosa fa? C'è grande confusione su questo problema, in quanto non se ne parla affatto. Per centinaia di anni, le persone hanno immaginato che lo Stato potesse essere un'istituzione organica che si sviluppa naturalmente da qualche contratto sociale. O forse lo Stato è il nostro benefattore, perché fornisce servizi che altrimenti non potremmo avere.

Nelle aule e nelle discussioni politiche, c'è ben poco se non alcun discorso onesto su ciò che è lo Stato e cosa fa. Ma nella tradizione libertaria, le cose sono molto più chiare. Da Bastiat a Rothbard, la risposta è davanti ai nostri occhi. Lo Stato è l'unica istituzione nella società a cui è consentito dalla legge di usare la forza nei confronti delle persone e della proprietà.

Cerchiamo di capire attraverso un semplice esempio. Diciamo che andate in un ristorante e odiate la carta da parati. Potete presentare un reclamo e cercare di convincere il proprietario a cambiarla. Se non la cambia, potete decidere di non tornarci. Ma se irrompete nel locale, prendete i soldi dal registratore di cassa, comprate la vernice e coprite il muro con la nuova carta da parati, sarete accusati di illeciti penali e forse andrete in prigione. Tutti nella società concordano che avete fatto la cosa sbagliata.

Ma lo Stato è diverso. Se non gli piace la carta da parati, può approvare una legge (o forse nemmeno quella) ed inviare una nota. Può legiferare un cambiamento. Non deve fare la riverniciatura. Lo Stato può far ridipingere il posto a voi. Se vi rifiutate, siete colpevoli di comportamenti criminali.

Stessi obiettivi, mezzi diversi, due tipi di criminali molto diversi. Lo Stato è l'istituzione che ridefinisce sostanzialmente gli illeciti penali per rendersi esente dalla legge che governa tutti gli altri.

E' la stessa cosa con tutte le imposte, ogni regolamento, ogni mandato, e ogni singola parola del codice federale. Rappresenta la coercizione. Anche nel settore del denaro e delle banche, è lo Stato che ha creato e sostiene la FED ed il dollaro perché limita la concorrenza monetaria e bancaria con la forza, impedendo alla gente di emettere soldi in oro o argento, o innovarli in altri modi. E per certi versi, questo è l'intervento più terribile di tutti, perché permette allo Stato di distruggere i nostri soldi per capriccio.

Lo Stato è il nemico di tutti. Perché i manifestanti non capiscono ciò? Perché sono vittime della propaganda da parte dello Stato, distribuita con parsimonia dalla scuola pubblica, che tenta di incolpare per ogni sofferenza umana i soggetti privati e la libera impresa. Essi non comprendono che il vero nemico è l'istituzione che lava loro il cervello facendoli pensare nel modo in cui pensano.

Hanno ragione che la società è piena di conflitti, e che la concorrenza è selvaggiamente di parte. E' infatti il 99% contro l'1%. Hanno semplicemente sbagliato ad identificare il nemico.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Ciao Jhonny, voglio apportare una semplice riflessione che la dice lunga su quanto è semplice la vita ma quanto riescono a complicarla.
    Il libero mercato non è un invenzione politica o sociale inventata dall'uomo come il socialismo o come fantomatiche teorie economiche tutte cose queste che in un determinato momento storico posso funzionare ma poi generano danni per le generazioni future.
    Il libero mercato è nato con l'uomo infatti è bastato scambiare una conchiglia con una patata, tanto per fare un esempio, per farlo nascere.
    Quindi per far nascere il libero mercato non c'è stato bisogno di stati, di politici, di teorie economiche ma è bastato solo compiere una semplice azione, io do una cosa in cambio di un altra, per quanto possa sembrare semplice un comportamento di questo tipo gli effetti che ne derivano sono infiniti sia materiali che ideologici, eppure è una cosa semplicissima da fare, bene io sono convito che solamente fermandosi un attimo e riscrivendo le regole secondo quel semplice scambio di beni, naturalmente aggiornato ai tempi nostri, si potrà pensare di costruire una società migliore per il futuro, solo comprendendo quella semplice azione si possono scrivere regole che valgono per tutti ed il motivo è semplice il BARATTO è stato per l'uomo un gesto naturale ed istintivo e non imposto da altri.

    Ciao alla prossima.

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  2. Ciao Anonimo. Per quanto riguarda il libero mercato, il tuo discorso è sacrosanto. La sua nascita è stata una risposta naturale alle esigenze umane e l'evoluzione di tali esigenze nel corso della storia hanno fornito quelle migliorie alla vita umana di cui oggi noi forunati ne godiamo i frutti. Il baratto, quindi, seppur sia un metodo diretto per affrontare scambi ha dei limiti abbastanza grossi che nella nostra società, altamente ramificata, troverebbe grosse difficoltà ad attecchire, ma soprattutto troverebbe difficoltà a soddisfare le esigenze delle persone. Il problema del nostro presente non è il denaro, bensì il monopolio che un certo ente vi esercita sopra.

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