domenica 1 luglio 2012

L'Economia dei Dazi e dello Stato Sociale

Uno dei settori inefficienti che gode di più della redistribuzione e del finanziamento governativo è il complesso militare. Qui potete vedere come è lievitata nel tempo la spesa militare negli USA. Tali spese saranno aumentate da Obama, ed anche Romney è intenzionato a farlo. Sono inutili gli appelli per la pace se non si taglia alla fonte la sorgente della sconsideratezza della spesa: sanzioni negative contro l'errata allocazione delle risorse fiscali. Certo, sarebbe molto meglio se abolite del tutto ma come per ogni cosa un passo alla volta è quello con cui si ottengono risultati significativi. Quindi, all'oggi non ci sono sanzioni negative contro un'allocazione privilegiata dei fondi verso quei settori che sono favoriti dai burocrati governativi. Pensate alla Halliburton ed a Dick Cheney. L'importante è la spesa, è questo il mantra supportato dal Keynesismo che appone il sigillo di garanzia alle sconsideratezze degli stati mondiali. E' produttiva questa spesa? Ciò non è necessario secondo il Keynesiano. Per questo motivo qualche tempo fa Krugman vaneggiava di un'invasione aliena come stimolo dell'economia Americana. Che sia per limitare le ambizioni della Cina, o qualche drone in Pakistan, o la recente campagna in Uganda, o un probabile attacco della Siria, i sussidi ai settori privilegiati continueranno a fluire. Finchè gli assegni (leggi: briciole che cadono dal tavolo) continuano ad essere staccati dal governo ai poveracci, non ci saranno forti lamentele; anzi si chiederà una maggiore redistribuzione. Ma i privilegi dei sussidi non si fermano solo al settore militare...
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di Gary North


Ho scoperto nel corso degli anni che quando mi confronto con persone che promuovono dazi, vale a dire imposte sui beni importati che vengono applicate da persone con pistole e distintivi, adottano sempre argomenti che si applicano solo dalla parte di confine degli Stati Uniti. Si rifiutano di adottare tali argomenti per le persone dall'altra parte del confine.

Sfido i difensori dei dazi ad esprimere le proprie argomentazioni in termini di entrambe le persone che vogliono commerciare, non solo degli Americani. L'etica e l'economia degli scambi limitati si applicano sicuramente alla persona che vuole commerciare al di quella linea invisibile conosciuta come confine nazionale. Se gli argomenti per la restrizione del commercio si applicano all'economia Americana, allora si applicano sicuramente all'economia di altre nazioni. La logica e l'etica non cambiano solo perché attraversiamo una linea giudiziaria invisibile. Prendo questa posizione perché voglio che la persona pro-dazio affronti le implicazioni della sua posizione.

Non cessa mai di stupirmi il fatto che non sono quasi mai in grado di convincere una persona che difende i dazi a seguire la logica della sua argomentazione. Senza alcuna eccezione, la persona insiste sul fatto che la linea invisibile che divide due giurisdizioni chiamate nazioni è economicamente significativa, e quindi le imposte sulle vendite delle merci importate sul lato Americano della frontiera sono legittime, sagge e vantaggiose per la stragrande maggioranza degli Americani. Eppure, quando gli chiedo di fare esattamente lo stesso ragionamento per quanto riguarda le persone dall'altra parte del confine, il che significa o Canadesi o Messicani, la persona trova enormemente difficile portare avanti la sua tesi. Ciò che gli appare del tutto chiaro per quanto riguarda gli Americani dal loro lato del confine sembra ridicolo quando cerca di portare avanti tale tesi dal punto di vista del Messicano o del Canadese dall'altro lato del confine.

Perché? Perché un argomento che sembra del tutto logico e del tutto etico dal punto di vista di un Americano che difende i dazi Americani sui beni importati non dovrebbe essere ugualmente logico ed anche etico dal punto di vista del Messicano o del Canadese dal lato opposto del confine?

C'è una ragione per questo. La sua argomentazione è ridicola. Quando la applica alle persone al di là della frontiera, il ragionamento diventa chiaramente ridicolo. Così, preferisce non considerare ciò che accade dall'altra parte del confine.



AGRICOLTURA FRANCESE

Per amor di discussione, partiamo con una situazione reale. In Francia, il governo ha a lungo protetto gli agricoltori Francesi contro le importazioni di cibo Americano. Il grano Americano avrebbe abbassato il prezzo del grano in Francia. Gli agricoltori Francesi troverebbero che questa competizione sarebbe per loro meno redditizia. Così, cercano protezione mediante la legge. Questo precedente legale risale al 1892.

La comeptizione iniziò con lo sviluppo della mietitrice di cereali nel 1840. Poi venne l'avvento delle ferrovie nel 1850: mezzi di trasporto a basso costo dalla cintura del grano al porto di New York o al fiume Mississippi. Poi arrivarono i piroscafi nel 1870: grandi navi che navigavano tutto l'anno. Avevano un sacco di grano. Di conseguenza, gli agricoltori Americani divennero i coltivatori di grano più efficienti sulla faccia della terra. Anche i Canadesi erano molto efficienti, ma i Canadesi lottavano contro le intemperie. Il Canada si trova a nord: una stagione più corta per la crescita. Questo diede un vantaggio agli agricoltori Americani.

Il governo Francese, sotto pressione da parte degli agricoltori Francesi, innalzò i dazi contro i prodotti alimentari importati nel 1892: il dazio di Méline. Gli obiettivi principali di questa legge contro gli alimenti importati erano gli agricoltori Americani. Il governo Francese deputò dei burocrati affinché andassero alle frontiere ed imponesero restrizioni sul grano importato dall'America. Ciò ridusse la domanda di grano Americano in Francia. Ciò significa che i coltivatori di grano Statunitensi non potevano legalmente stabilire un accordo volontario con i grossisti di grano Francesi, i quali vendevano ai panettieri Francesi, i quali volevano vendere pane a basso costo, e che volevano comprare grano a basso costo prodotto in America per farlo.

Quanto etica era questa azione da parte degli agricoltori Francesi? Quanto etico era l'uso di pressioni politiche da parte degli agricoltori Francesi per aumentare il prezzo del pane ai poveri Francesi, al solo scopo di ottenere più reddito per se stessi, e, come effetto collaterale, la riduzione del reddito per gli agricoltori Americani?

Un coerente difensore Americano dei dazi dovrebbe gioire per il fatto che il governo Francese abbia ceduto alla pressione degli agricoltori Francesi, anche se gli agricoltori Americani erano i perdenti. I dazi in Francia ridussero il commercio. Secondo il sostenitore dei dazi, ciò rese più ricchi i Francesi. Il difensore Americano dei dazi dovrebbero sentirsi bene, poiché i politici Francesi avevano un'alta considerazione della logica dei dazi che approvarono nel 1892 e continuarono a limitare le importazioni di prodotti alimentari in Francia.

Ciò che vale per l'una vale anche per l'altro. Qualunque cosa costituisca una politica economica saggia da un lato della frontiera costituisce una politica economica saggia dall'altro. D'accordo?

Per quanto riguarda i poveri Francesi, che vogliono pane meno caro, un coerente difensore dei dazi dovrebbe concludere che queste persone meritano prezzi più alti, e se li meritano per il bene della nazione, come definito dagli agricoltori Francesi. Questa è una variante della famosa frase francese: "Che ingoino il rospo."

Riuscite ad immaginare un difensore Americano dei dazi nel (diciamo) 1895, che se ne esce con il suo elogio sulle restrizioni del governo Francese per l'importazione dei prodotti agricoli Americani? Riuscite ad immaginare un qualsiasi giornale o rivista Americana che pubblica una tale difesa? Riuscite ad immaginare un giornale che si rivolge agli agricoltori Americani pubblicando un articolo a difesa dei dazi, sostenendo che non sono era un diritto del governo Francese scartare i prodotti agricoli Americani, ma che era anche una responsabilità morale?

Dite di non riuscire ad immaginarlo? Nemmeno io. Perché no? Poiché il ragionamento dei dazi è economicamente irrazionale. È più facile vederlo quando si è vittima di un dazio. Il vostro interesse personale rende chiaro il ragionamento. Rende chiaro che un ragionamento pro-dazio è una difesa di leggi per interessi speciali che favoriscono i produttori inefficienti che non possono competere efficacemente con le importazioni. I clienti preferiscono le importazioni. I clienti devono essere contrastati attraverso la coercizione dello stato, affermano i produttori nazionali. "Il cliente ha sempre ragione, tranne quando acquista le importazioni!"

Il governo Francese cedette alla pressione politica degli agricoltori Francesi, per una ragione molto buona: gli agricoltori Francesi votavano in blocco. Fornivano inoltre denaro per le campagne dei politici Francesi.

I poveri in Francia non avevano un blocco di voti altrettanto ben organizzato, né capirono la logica del libero mercato, che li identificava come i grandi perdenti del sistema dei dazi.

Ovviamente, nessun politico in Francia prestò attenzione alle lamentele degli agricoltori Americani, che erano ovviamente i perdenti. Che cosa importava ad un politico Francese delle opinioni di un agricoltore Americano?

Tuttavia, un difensore del libero mercato in Francia doveva preoccuparsene. Allo stesso modo doveva preoccuparsene un difensore del libero mercato dall'altra parte dell'Oceano Atlantico negli Stati Uniti. Il difensore del libero mercato in Francia avrebbe dovuto prendere molto sul serio le perdite subite dagli agricoltori Americani. Il difensore del libero mercato negli Stati Uniti avrebbe dovuto prendere molto sul serio i danni subiti dalla povera gente in Francia, che doveva pagare di più per il cibo base della loro vita: il pane.

In breve, una difesa etica della libertà, così come una difesa della libertà economica, vale anche per entrambi i lati di qualsiasi confine nazionale. Chi sostiene di difendere il libero mercato per il suo popolo dovrebbe essere altrettanto pronto a difendere il libero mercato per le persone dall'altra parte del confine nazionale. Questa è la dottrina dello stato di diritto. La diffusa accettazione di questo principio ha reso ricco l'Occidente.



DAZI vs. STATO DI DIRITTO

La differenza tra il difensore dei dazi ed il difensore della libertà di mercato è questa: il difensore dei dazi non crede, né lo dice in pubblico, in una difesa sistematica della legittimità dei dazi dall'altro lato del confine. Quello che vuole è una situazione senza dazi dall'altro lato del confine, ed una legge tariffaria da questo lato del confine. Vuole che gli Americani siano in grado di vendere quello che vogliono al miglior prezzo possibile per le persone dall'altro lato del confine. Ma non vuole che la gente dall'altro lato del confine sia legalmente autorizzata a vendere al miglior prezzo possibile alle persone da questo lato del confine.

Si tratta di due pesi e due misure, ed è la negazione di un principio fondamentale sia etico che economico. Esso nega l'eguale applicabilità della legittimità della giustizia su entrambi i lati di una linea invisibile, vale a dire, un confine nazionale. Le persone che favoriscono i dazi sono disposte ad ammettere che le persone dovrebbero avere il diritto legale di commerciare senza interferenza dello stato con gente dall'altra parte della strada, o con persone al di fuori del codice di avviamento postale, o con persone oltre il confine della contea, o con persone oltre il confine di stato, ma poi lo stato dovrebbe revocare tale diritto alla frontiera nazionale. La logica del libero scambio si ferma presumibilmente al confine nazionale. Così anche la logica dell'etica.

Non importa quante volte lo dica, non importa in quanti modi lo dica, ci sono persone che vengono da me e sostengono esattamente lo stesso principio che ho descritto qui: la non applicabilità della logica dei dazi dall'altro lato del confine.

La logica delle pistole, dei distintivi e delle imposte sulle vendite deve essere applicata su entrambi i lati del confine. L'etica dei distintivi, delle pistole, e delle imposte sulle vendite deve essere applicata su entrambi i lati del confine.

Ogni Americano che ha la minima esitazione a difendere la legittimità del governo Francese quando stabilisce restrizioni tariffarie contro le importazioni di prodotti agricoli Americani dovrebbe pensare attentamente all'etica della sua difesa dei dazi che sono imposti dal governo degli Stati Uniti sulle importazioni di prodotti Francesi o di altre merci.

Fare questo richiede la capacità di applicare la logica economica ed etica alle persone su entrambi i lati della linea invisibile, conosciuta come confine nazionale. Pochissime persone hanno questa capacità. Pochissime persone che difendono i dazi hanno questa capacità. Non riescono letteralmente a capire che ciò che vale per l'una vale anche per l'altro. Credono davvero che i politici Americani che limitano le importazioni e di conseguenza limitano le esportazioni sono in buona fede, e la stragrande maggioranza degli Americani ne trae beneficio. Eppure non applicano la stessa logica al governo dall'altro lato del confine.



GLI STESSI EFFETTI SU ENTRAMBI I LATI DEL CONFINE

Gli effetti economici di un dazio su questo lato del confine sono gli stessi effetti economici di un dazio dall'altro lato del confine. I sostenitori pro-dazio non lo capiscono.

Se il governo degli Stati Uniti limita gli scambi con qualcuno di là del confine, l'esportatore straniero non può mettere le mani sui dollari Americani. Altrimenti sarebbe stato in grado di mettere le mani sui dollari Americani, perché avrebbe potuto vendere merci ad un Americano. Avrebbe potuto poi prendere quei dollari e depositarli in una banca Americana. Questo è ciò che gli esportatori fanno per tutto il tempo. Hanno conti bancari nei paesi in cui esportano. L'esportatore straniero avrebbe poi potuto spendere quei dollari in beni e servizi Americani. Oppure avrebbe potuto investirli in imprese Americane. (Triste a dirsi, avrebbe anche potuto acquistare buoni del Tesoro USA, finanziando in tal modo il governo federale.)

Quando il governo degli Stati Uniti limita ai venditori esteri la vendita di beni e servizi negli Stati Uniti, questa azione riduce il numero di dollari a disposizione degli stranieri affinché possano comprare prodotti Americani. Ciò significa che un dazio sulle importazioni ha esattamente gli stessi effetti di una tassa Americana sulle esportazioni Americane. Alla persona dall'altra parte del confine viene impedito di acquistare prodotti Americani.

Nel caso di una tassa sull'esportazione, gli viene impedito l'acquisto di prodotti Americani da un uomo con un distintivo ed una pistola, che punta la canna della pistola nella pancia dell'esportatore Americano e gli dice, "non puoi vendere legalmente a quello straniero fino a quando non paghi la tassa." Nel caso di un dazio, il governo punta una pistola nella pancia di un importatore Americano, e gli dice "non sei autorizzato ad importare merci da quello straniero fino a quando non paghi la tassa." In entrambi i casi, allo straniero non viene concesso il diritto di spendere i propri soldi in prodotti Americani.

Una volta che la si vede in questo modo, spero che capirete che i perdenti in questa situazione sono da entrambi i lati del confine. Gli esportatori Americani non sono in grado di vendere beni e servizi al maggior numero di stranieri come avrebbero potuto fare, se il governo degli Stati Uniti non avesse inviato uomini con pistole e distintivi per proibire il commercio. L'importatore Americano di merci estere non può comprare tante merci estere, così lo straniero non mette le mani sui dollari Americani, e non spende i soldi per beni e servizi Americani. Inoltre, non investe in aziende Americane.



L'ECONOMIA DURANTE LA GUERRA E LA PACE

Non vediamo restrizioni all'esportazione molto spesso. Le vediamo nelle guerre. Non le vediamo in tempo di pace. Perché non le vediamo in tempo di pace? Perché queste leggi sono una passività per la maggior parte degli Americani. Riducono il commercio tra gli Americani e gli stranieri. Ogni volta che viene imposto un dazio, ciò limita le esportazioni verso il paese straniero, perché la gente in un paese straniero non può ottenere l'accesso a tanti dollari quanti ne avrebbe acquisiti se il commercio non fosse stato ostacolato.

Perché il difensore dei dazi non difende con pari fervore le restrizioni imposte dallo stato sulle esportazioni? Se l'effetto economico è lo stesso, vale a dire, una riduzione delle esportazioni Americane, perché i difensori dei dazi non dicono pubblicamente agli elettori che devono votare politici che a loro volta voteranno al Congresso per dazi e per stabilire barriere alle esportazioni Americane?

La risposta è ovvia: gli elettori Americani non sono così stupidi da votare per una legge che limita le esportazioni Americane. Purtroppo, poiché non capiscono la logica dell'economia, che è un'afflizione che condividono con tutti i difensori dei dazi, non capiscono che i dazi hanno gli stessi effetti restrittivi per l'esportazione. Così, sono disposti a votare politici che a loro volta votano per imposte sulle vendite delle merci importate. Lo fanno partendo dal presupposto che questo è un bene per tutti gli Americani, quando è ovviamente terribile per gli esportatori Americani. E' terribile anche per i clienti che sarebbero stati in grado di acquistare prodotti realizzati all'estero a prezzi più convenienti.

Per ridurre le importazioni, è semplicemente necessario limitare le esportazioni. Il governo non deve approvare un dazio. Deve solo approvare una tassa sull'esportazione. Mi spiego.

Quando, durante la guerra, il governo degli Stati Uniti impose restrizioni alle esportazioni per quelle nazioni con cui il governo era in guerra, il governo impose anche restrizioni alle importazioni nei confronti delle merci vendute dai residenti di quella stessa nazione straniera. In tempo di guerra, gli elettori hanno la capacità di comprendere la logica di una restrizione delle esportazioni. Capiscono che, imponendo una restrizione sulle esportazioni, il governo interferisce con il libero scambio. Questo è ciò che fanno anche le restrizioni sulle importazioni.

Dal punto di vista logico, una flotta di navi Americane che impedisce alle merci di fluire verso la nazione nemica limiterebbe anche le merci provenienti da quella nazione. Questa è la logica di un blocco navale. Ma questa è la logica anche dei dazi e delle tasse sull'esportazione. L'obiettivo è quello di ridurre il commercio.

Se alle persone di un altro paese è impossibile mettere le mani sui dollari, allora non possono acquistare dagli esportatori negli Stati Uniti. Il punto della restrizione delle esportazioni è quello di accertarsi che nessuno dall'altra parte del confine con dollari abbia la possibilità di acquistare i prodotti Americani. In tempo di guerra, gli esportatori accettano questo per il bene della causa nazionale. Si rendono conto che si tratta di una limitazione in tempo di guerra. Non appena la guerra finisce, la barriera alle esportazioni si suppone venga abrogata. Ma se la barriera alle esportazioni si suppone venga abrogata, allora dovrebbe essere anche abrogata la barriera all'importazione, ed esattamente per la stessa ragione: la pace è stata restaurata.

Gli uomini capiscono che le barriere alle esportazioni sono misure in tempo di guerra. Capiscono anche che le barriere all'importazione sono misure in tempo di guerra. Capiscono la logica della guerra. La logica della guerra è contro gli scambi volontari tra genti su diversi lati di un confine. Sì, tutti noi conosciamo le storie di un certo commercio minimo che va avanti tra le unità militari che sono effettivamente coinvolte nel combattimento. E' successo durante la Guerra Civile Americana. Si supponeva non dovesse accadere per quanto riguardava gli armamenti militari, ma è accaduto riguardo cose come il tabacco, che i Sudisti dovevano commerciare, ed altri elementi, come articoli medicali, che i Nordisti avevano in grande abbondanza. Ma si suppone che non ci siano frontiere spalancate tra le parti in guerra durante una grande conflagrazione. Gli elettori lo accettano.

[Nota: per la cronaca, la Banca dei Regolamenti Internazionali nella Seconda Guerra Mondiale liquidò i conti delle banche su tutti i lati. C'era ancora commercio. C'erano ancora trasferimenti d'oro. C'erano rappresentanti delle principali nazioni presso il BRI. Niente di tutto questo è mai stato discusso pubblicamente. La popolazione avrebbe sofferto di "dissonanza cognitiva".]

Dopo che le ostilità terminano, e la pace viene ripristinata, si suppone che le barriere commerciali vengano abbattute. Ma, poiché alcuni produttori su entrambi i lati del confine sono ora minacciati dalle importazioni provenienti da tutto il confine, a volte riescono a persuadere i governi affinché approvino restrizioni alle importazioni, anche se non restrizioni all'esportazione, al fine di tenere lontana la concorrenza. In altre parole, la pace in realtà non è stata ripristinata completamente.

Ogni dazio che viene imposto deliberatamente per limitare l'importazione di beni e servizi dall'estero è un mini atto di guerra. I dazi dovrebbero essere visti come atti di guerra. Dovrebbero essere analizzati, economicamente ed eticamente, come atti di guerra. Durante la guerra, sono chiaramente visti come atti di guerra. Sono accettati dagli elettori in nome della lotta per la vita e la morte in un conflitto militare. Il problema è che la logica della pace non si estende alle merci importate dopo che le ostilità sono cessate.

Ogni volta che un governo invia un uomo con un distintivo ed una pistola a limitare il commercio, questo è un atto di guerra. Nessuno dovrebbe favorire una restrizione sul commercio di altre persone, a meno che i risultati di tale commercio siano paragonabili ai risultati di un commercio in tempo di guerra.

Non ho mai visto una tesi logica in favore dei dazi basata sull'applicazione dell'etica e dell'economia di guerra. Non c'è alcuna comprensione da parte dei promotori dei dazi che quello che stanno facendo è una richiesta di una politica economica che è ampiamente accettata in tempo di guerra, ma che non dovrebbe avere luogo in una qualsiasi economia in tempo di pace.

Non sto parlando di dazi come un mezzo per generare entrate. Ogni tassa è una restrizione al commercio di qualcuno. L'unica giustificazione per una tassa dovrebbe essere che l'imposta genererà una pace migliore. Qualsiasi tassa che viene imposta come un mezzo per estrarre ricchezza da un gruppo per essere trasferita ad un altro gruppo è un atto di guerra. E' la politica del saccheggio.



DAZI E STATO SOCIALE

Si suppone che la tassazione si applichi a tutte le persone approssimativamente allo stesso modo. L'economia del moderno welfare rifiuta di accettare questo principio. L'economia del welfare cerca di legittimare l'uso di pistole e distintivi per confiscare il denaro da un gruppo di elettori al fine di trasferirlo ad un altro gruppo di elettori (meno commissioni per la gestione del governo). Questa è lotta di classe. È per questo che Karl Marx, nel Manifesto del Partito Comunista (1848), consigliò come suo secondo passo nella creazione del passaggio dal socialismo al comunismo l'istituzione di un'imposta sul reddito considerevolmente graduale. La intese come lotta di classe.

Perché i conservatori vogliono la guerra nei nostri confini nazionali? Perché pensano che l'economia di guerra, anche se ridimensionata, dovrebbe costituire la base della nostra vita? Perché la gente crede davvero che sia legittimo per un governo minacciare con la violenza due persone su lati opposti di un confine nazionale, in modo che da ciò possa trarne beneficio un piccolo gruppo di produttori che sono minacciati dalla concorrenza dei produttori dall'altra parte del confine?

Nessuno fa caso ai produttori nazionali che altrimenti sarebbero stati in grado di esportare alle persone dall'altro lato del confine. Ricordate: gli effetti economici di un dazio sono gli stessi effetti economici di una barriera all'esportazione. Tuttavia i difensori dei dazi semplicemente non riescono a percepirlo. Sono impermeabili alla logica dell'economia.

La tesi contro i dazi è la tesi contro una guerra non dichiarata. E' semplice. La tesi contro i dazi è la tesi contro l'interesse politico speciale basato su un'analisi economica completamente falsa che è stata, in ultima analisi, l'economia del welfare.

Chi difende un dazio per qualcosa di diverso dalle entrate è un difensore dello stato sociale. Vuole difendere piccoli gruppi di elettori Americani a scapito della grande maggioranza degli Americani. Vuole leggi per interessi speciali, che si basano sulla violenza e la minaccia della violenza, al fine di trasferire denaro da un gruppo di Americani al gruppo con interessi speciali favorito.



CONCLUSIONE

Non porto avanti la tesi del libero scambio al fine di convincere i difensori dei dazi. So che è praticamente impossibile convincere il difensore dei dazi utilizzando la logica economica o gli argomenti etici. Sono impermeabili ad entrambi. La logica economica non ha senso per loro. Non riescono a seguire la logica della loro posizione per le sue inevitabili conclusioni, che essi rifiutano. Così, negano la legittimità della logica economica. Per quanto riguarda l'etica, pensano che pistole, distintivi ed imposte sulle vendite sono una cosa buona per la nazione. Approvano pienamente la redistribuzione della ricchezza, con la coercizione del governo, a patto che questa coercizione trasferisca denaro ai produttori nazionali che altrimenti sarebbero stati abbandonati dai clienti.

Porto avanti la tesi del libero scambio per quelle persone che realmente vogliono essere coerenti in ciò che pensano e fanno. Loro non vogliono stare dalla parte di quelle persone che vogliono proteggere i loro redditi impegnandosi in atti che sono fondamentalmente atti di guerra nei confronti di altri Americani, e, per estensione, contro le persone pacifiche al di là dei confini nazionali.

Per comprendere la logica dei dazi, associateli sempre all'immagine mentale di due persone su lati opposti della strada. Se non iniziate con una coppia di commercianti, e se non affrontate le questioni fondamentali del commercio in termini di persone ai lati opposti della strada, sarete facilmente manipolati dai non-economisti che vogliono difendere lo stato sociale. Useranno statistiche che sono irrilevanti ed argomenti che sono irrilevanti al fine di condurvi sul versante delle politiche del saccheggio, dove si trova sempre lo stato sociale. Sostengono che solo gli anti-patrioti si opporrebbero ai dazi, allo stesso modo in cui i socialisti dello stato sociale sostengono che solo gli sfruttatori dei poveri potrebbero argomentare contro l'economia della violenza che sta dietro ad ogni stato sociale.

Il mio obiettivo è persudere le persone ad andare contro l'economia e l'etica dello stato sociale. Ciò include i miei ragionamenti contro i dazi e contro le quote sulle importazioni. Se vi opponete allo stato sociale ed al suo uso della minaccia della violenza per entrare nei portafogli di altre persone, allora è meglio che vi opponiate ai dazi, alle quote sull'importazione, ed a tutte le altre limitazioni sul commercio tra le persone sui due lati di una linea invisibile chiamata confine nazionale.

Se ancora vi rifiutate di abbandonare l'idea dei dazi come modi legittimi per ridistribuire la ricchezza, allora dovreste come minimo ammettere a voi stessi e agli altri che favorite lo stato sociale. E' il momento di vuotare il sacco. Favorite le politiche del saccheggio. Questo è il vostro ragionamento.

"Vedete questo distintivo? Questo significa che io sono qui in nome del Popolo. Vedete questa pistola? Ciò significa che le persone mi hanno affidato il potere di tutelare i loro interessi. Avete capito, ragazzi? Il Popolo. Vedete dove è puntata questa pistola? Alla vostra pancia. Ora tirate fuori il vostro portafoglio. Consegnate la vostra tassa sulle vendite. E' per il popolo. Cosa? Dite di non voler effettuare l'acquisto, dopo tutto? E' troppo costoso ora? Beh, anche questo è per il Popolo. Ora potrete acquistare dal Popolo, se volete fare acquisti. Il Popolo vi ringrazia. Io vi ringrazio. Buona giornata."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


1 commento:

  1. Non c'entra nulla ma m'è tornata in mente leggendo l'ultima parte dello scritto di North.
    E' una vecchia barzelletta della fine degli anni '70. In ogni caso due risate d'epoca non ti faranno male. Con questa canicola.

    E' il giorno prima delle elezioni politiche.
    Berlinguer, seduto in auto blu, la fa fermare accanto ad alcuni netturbini che stanno spazzando la strada.
    "Compagni, votate comunista e lunedì i padroni puliranno le strade!!!"
    "Evviva, evviva!" rispondono i netturbini.

    Arriva lunedì ed il PCI ha preso un sacco di voti.
    Ripassa Berlinguer e trova i soliti netturbini intenti a spazzare.
    "Compagno segretario, ma non avevi detto che oggi i padroni avrebbero spazzato le strade..."
    "Ebbene? Compagni, oggi i padroni siete voi!!!"

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