giovedì 29 novembre 2012

Come "Funziona" lo Stato


"Quali siano le forme concrete in cui potrà realizzarsi questa auspicata vita di libertà e di benessere per tutti nessuno potrebbe dirlo con esattezza; nessuno, soprattattuto, potrebbe, essendo anarchico, pensare ad imporre agli altri la forma che gli appare migliore. Unico modo per arrivare alla scoperta del meglio è la libertà, libertà di aggruppamento, libertà di esperimento, libertà completa senz'altro limite sociale che quello dell'uguale libertà degli altri."

-- Errico Malatesta
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di Bill Bonner


Ci sono molte teorie per spiegare lo stato. La maggior parte non sono altro che truffe, giustificazioni, e iperboli. Uno cerca di spiegare qualcosa all'uomo comune... l'altro sostiene che era per il suo bene... e il terzo finge che sarebbe perso senza di esso. La maggior parte non sono realmente "teorie"... ma prescrizioni, progetti per creare il tipo di governo "teorico" che si vorrebbe avere. Non a caso, i progetti adulano il suo intelletto e coinvolgono la sua immaginazione.

Il "contratto sociale," per esempio, è una frode. Non si può avere un contratto a meno che non si hanno due parti consapevoli e capaci. Devono unirsi in una riunione di menti — un vero e proprio accordo su ciò che faranno insieme.

Ma qual è il "contratto sociale" con lo stato? Non c'è mai stato un incontro di menti. L'operazione è stata costretta sulla popolazione. E ora, immaginate di volerne uscire. Potete semplicemente "rompere il contratto"? Vi rifiutate di pagare le tasse e vi rifiutate di essere maltrattati dagli agenti TSA e dai dipendenti governativi. Quanto tempo passarebbe prima che vi sbattano in prigione?

Che tipo di contratto è quello a cui non aderite e da cui non potete uscire? Possono abbellirlo... stampare un pezzo di carta... indire una cerimonia solenne in cui tutti fanno finta che si tratti di un vero e proprio contratto. Ma non vale la carta su cui è scritto.

Inoltre, che tipo di contratto prevede che una parte modifichi unilateralmente i termini dell'accordo? Il Congresso approva nuove leggi quasi ogni giorno. La burocrazia emette nuovi editti. Il sistema fiscale viene cambiato. La libbra di carne che avevano non era sufficiente; ora ne vogliono una libbra e mezza!

Ecco le domande critiche: Perché lasciare che altre persone ci dicano che cosa fare; non siamo tutti uguali? Qual è lo scopo dello stato? Quanto costa e quali vantaggi ci conferisce? Una teoria dovrebbe spiegare qualcosa senza fare riferimento a qualcosa d'altro. Cioè, una metafora non funziona. E' solo una descrizione. Se dite che lo stato è una sorta di "contratto sociale," vi state limitando a descrivere quello che a voi sembra... o quello a cui possa essere paragonabile.

Proviamo una visione più semplice: lo stato è un fenomeno naturale, un'espressione di rapporti di potere, in cui alcune persone cercano di dominare gli altri con la forza. Questi dominatori "interni" si mettono d'accordo in modo da poter portare via denaro, potere e status sociale da altre persone, gli "esterni."

Molte persone pensano che lo stato fornisca qualche servizio. E' vero, ma è incidentale. Gli stati spesso fanno recapitare la posta. Ma non ce n'è bisogno. Sarebbero ancora degli stati anche senza il controllo del Servizio Postale. E se non avessero un reparto dedicato alla pesca nelle acque interne, o un programma per insegnare ai democratici ritardati a contare fino a 20? Sarebbero ancora degli stati... ed avrebbero ancora i loro elicotteri, autisti e spese. Ma se perdessero il controllo della polizia o dell'esercito sarebbe una cosa completamente diversa. La forza è l'essenza dello stato, non un dettaglio decorativo. Senza gli eserciti e la polizia, non sarebbero più stati, ma associazioni di volontariato come il Kiwanis Club o la Teamsters Union.

Nel 2012, gli Stati Uniti hanno affrontato un grande elezione presidenziale. Alcuni uomini si sono fatti avanti per offrirsi di ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti. Stavano concorrendo per andare a capo di cosa?

Lo stato è un dato di fatto. Esiste. È tanto comune quanto il gas nello stomaco. E' onnipresente come i pidocchi ed inevitabile come la vanità. Ma di che cosa si tratta? Perché è così? E cosa è diventato?

Sappiamo molto poco sulle origini reali dello stato. Tutto quello che sappiamo, e questo dai documenti archeologici, è che un gruppo spesso ne ha conquistato un altro. Ci sono scheletri risalenti a più di 100,000 anni fa che mostrano il tipo di ferite alla testa causate da combattimenti. Presumiamo che questo fosse un cosiddetto cambio di "governo." Chiunque fosse stato in carica era cacciato o ucciso. Poi, qualcun altro lo sostituiva ricoprendo tale carica.

I gruppi tribali, o anche i gruppi di famiglie se è per questo, probabilmente avevano dei "capi." Avrebbero potuto essere poco più che bulli... o forse anziani rispettati. Nel corso dei millenni probabilmente c'erano tanti esempi diversi di "governi" primitivi quante erano le tribù. Alcuni eleggevano i loro leader. Alcuni li avranno scelti in modo casuale, per quanto ne sappiamo. Molti probabilmente conferivano la leadership per consenso. Alcuni probabilmente non avevano affatto capi identificabili. Ma sembra essere una caratteristica della razza umana che alcune persone vogliano ottenere lo status di capo... e molte persone vogliono che qualcuno sia a capo.

Nelle avversità, c'era probabilmente un vantaggio nell'avere un leader. La caccia era spesso un'impresa collettiva. C'erano anche le decisioni di gruppo da prendere... su come il cibo dovesse essere conservato o razionato, per esempio... che avrebbero influenzato la sopravvivenza di tutto il gruppo. In caso di attacco da parte di un altro gruppo, un capo forte e abile avrebbe potuto fare la differenza tra la vita e la morte.

Possiamo immaginare che le persone che oggi ricoprono i ruoli di capo/seguace lo fanno perché sono programmati dall'evoluzione. Coloro che non possono o non vogliono... beh, forse si estinsero molti millenni fa.

Non c'è bisogno di guardare indietro all'Ultimo Periodo Glaciale per vedere cosa succede nelle piccole unità politiche. Possiamo vederlo oggi. Sono tutte intorno a noi. Ogni chiesa ha il suo consiglio di amministrazione. Ogni comunità ha una qualche forma di governo. Ogni corporazione... gruppo... club... ogni luogo in cui gli esseri umani si riuniscono sembra elaborare norme e rapporti di potere. Sorge un leader. I gruppi informali cedono di solito alla personalità forte. Le giurie cercano di controllarla. Le famiglie le resistono. Le cene con invitati cercano di evitarla.

Ma purtroppo è così. Alcune persone cercano di dominare. Ad altri piace essere dominati.

Il problema è che di solito c'è più di una persona o un gruppo che vuole fare il dominante. Questo porta a dei conflitti. Tradimento. Omicidio. Rivalità. Ed elezioni. Ma cerchiamo di non andare troppo avanti con gli argomenti. Stiamo parlando delle origini dello stato e cercando di individuare come era. Su piccola scala, si può concludere, i governi erano estremamente variabili in forma... ed estremamente limitati negli scopi. Cioè, quanto si può governare un piccolo gruppo? Non molto. È possibile comandare a bacchetta le persone, ma non lo accetteranno a lungo. E c'è sempre un capo rivale che è pronto a rovesciare il grande capo se dovesse perdere il suo sostegno popolare. In un ambiente tribale, immaginiamo che il guerriero più forte e più feroce fosse stato in grado di imporsi come autorità di governo. Ma poteva essere pugnalato alla schiena mentre dormiva... o anche colpito da una freccia in un "incidente di caccia." Anche nel migliore dei casi, il suo regno non sarebbe durato molto più a lungo della sua forza.

In una piccola città, un governo procede abbastanza bene. Non c'è molta distanza tra governanti e governati. Quest'ultimi sanno dove vivono i primi... e come vivono... e quanta poca differenza c'è tra di loro. Se i governanti eccedono, probabilmente si ritroveranno battuti alle prossime elezioni... o in mezzo alla strada.

Ma con l'aumentare della scala... ovvero, all'aumentare della distanza tra i governati e i governanti... e alla crescita del contesto istituzionale... il governo diventa più grande. Più formale. Più potente. Può iniziare a governare più grandiosamente.

Il primo grande stato e di lungo termine che conosciamo è stato in Egitto. Dopo l'unificazione dei regni superiori ed inferiori nel 3,150 a.C., iniziò il periodo dinastico. Continuò per due millenni, terminando quando i Romani conquistarono l'Egitto nel 30 a.C. Non sappiamo esattamente come lo stato abbia funzionato in quei secoli, ma sappiamo che nacque una teoria di governo. All'epoca, non era affatto considerata una teoria, ma un fatto. Il sovrano era divino. Un dio.

Come teoria, è buona. Risponde a questa domanda: perché si dovrebbe prendere ordini da un altro essere umano? Nell'Antico Egitto, questa domanda non si poneva per niente. Perché il Faraone non era un essere umano. Era qualcosa di diverso. Proprio quello che era... o quello che la gente pensava che fosse... non è chiaro. Ma la documentazione archeologica dimostra che egli veniva trattato come se fosse stato almeno un passo o due più in alto rispetto al resto di noi. Non era un dio completo, era come minimo un semidio... a metà tra la Terra e il Cielo.

Se era così... e chi siamo noi per dubitarne?... la teoria tiene perfettamente bene. L'autorità divina si trasmette dal cielo all'uomo tramite il suo intermediario... il faraone.

Potreste pensare che questa sarebbe la fine della storia. Non è così. C'erano coloni Asiatici che si spostavano nella zona del delta — gli Hyskos — che a quanto pare avevano un'idea diversa. E i Tebani. E i Nubiani. E gli Assiri. E gli Ittiti. Divamparono centinaia di anni di guerra interna contro le decine di gruppi diversi... per non parlare delle lotte all'interno delle famiglie divine stesse.

Se Dio avesse voluto il Suo uomo sul trono, potreste pensare che avrebbe potuto fare di più per aiutarlo. O come minimo potreste pensare che avrebbe potuto essere un po' più chiaro su chi fosse il Suo uomo. Perché permettere alle persone di indovinare e fare frastuono, cercando di decidere chi fosse veramente la scelta di Dio? Ma chi riesce a capire la mente di Dio? Forse l'ipotesi divina stessa era tutta una bugia. Forse a Dio piaceva vedere il Suo uomo farcela con le sue stesse mani. Non possiamo saperlo.

Ai faraoni potrebbe essere piaciuto vivere come signori. Potrebbero aver governato come dei. Ma sono morti come tutti gli altri. E dopo le 30 dinastie, come conteggiate da Menes, l'intero sistema è stato annientato. Cleopatra Ptlolemy si fece mettere arrotolata in un tappeto in modo che potesse uscire fuori ai piedi di Giulio Cesare. Ebbe un figlio da lui... ma poi si schierò dalla parte di Marco Antonio. Si rivelò un errore. Il nipote di Cesare, Ottaviano, era meglio organizzato ed era un politico più accorto. L'esercito di Antonio venne battuto ad Azio.

Ma sopravvisse l'idea di un sovrano divino. Antonio aveva già cominciato a sentire la divinità nelle sue vene quando Ottaviano lo mise spalle al muro. La sua onniscienza fallì. Pensare che Cleopatra era morta, lo portò a suicidarsi. Poi, non appena i semidei faraoni finirono nelle loro tombe in Egitto spuntarono le ali ai Cesari mezzi matti di Roma...

Potreste avere dubbi sulla divinità dei faraoni. Di sicuro anche gli stessi Egiziani avevano qualche dubbio, o erano tra le persone più empie che fossero mai vissute. Si supponeva che il faraone fosse un dio. Si supponeva che fosse responsabile di tutto, anche delle inondazioni annuali del Nilo, del tempo... della vita, della morte. Ma ciò non impedì loro di ottenere il vecchio benservito di volta in volta. I gruppi rivali non aspettarono che Dio decidesse chi dovesse sedere sul trono. Gli uomini si batterono per esso.

Non abbiamo modo di verificare la buona fede divina dei faraoni. Ma come teoria di governo, fa il suo lavoro. Lo stato rivendica il diritto di dirvi cosa fare. Utilizzando il corpo contundente del "governo" alcune persone sono in grado di dirigere l'energia di un'intera società dove vogliono che vada — categorizzazione, regolazione, tassazione, controllo, coercizione, coscrizione, schiavitù, bullismo, incarcerazione, omicidi e vessazione.

Ci devono essere come minimo 10,000 regole che noi Americani siamo tenuti ad osservare. Il codice dell'IRS ne ha probabilmente molti di più. Non possiamo costruire una casa o incassare un assegno senza soddisfare centinaia di requisiti (spesso invisibili). Andiamo in aeroporto e ci sottomettiamo ad umiliazioni, spesso senza fiatare. Sappiamo che l'agente tipo della TSA è un idiota. "Ma l'uomo, l'uomo orgoglioso, ammantato d'una breve autorità," come disse Shakespeare, "sommamente ignorante di ciò di cui si crede più sicuro, nella sua essenza fragile, come uno scimmione collerico, compie tali trucchi fantastici, al cospetto dell'alto cielo, che gli angeli piangono."

Nei due millenni delle 30 dinastie, gli uomini si uccisero a vicenda per determinare chi avrebbe retto il potere faraonico. L'ultimo di loro era chiaramente un intruso. I Tolomei non erano nemmeno Egiziani. Erano Greci che conquistarono l'Egitto con Alessandro. Infine, Giulio Cesare e suo nipote Ottaviano posero per sempre fine alla tradizione divina in Egitto. Anche Dio abbandonò il Suo uomo sul Nilo, o si sta facendo beffe di noi.

Cesare prese il ruolo di imperatore di tutto il mondo Romano. Non sembrava essere troppo preoccupato per la teoria. La gente si inchinò e gli rese omaggio. E' così che funzionava un impero. E tra l'altro non ebbe mai tanto tempo per pensarci. Venne ucciso alle Idi di Marzo, all'età di 55 anni nel 44 a.C.

Ma il fascino della divinità non morì con i Tolomei. Quarant'anni dopo la morte di Cleopatra, l'imperatore Caligola dichiarò di essere un dio. Non sembra che ciò lo abbia portato molto lontano. I Romani giunsero alla conclusione che non era affatto divino, ma folle. Venne ucciso poco dopo dalle sue guardie.

Roma lottò per altri 4 secoli. Se esiste una teoria che conferisce dignità alla sottomissione di un uomo verso un altro non ne siamo consapevoli. Era considerato normale e naturale. Coloro che ottennero il controllo del governo di Roma, erano in grado di esercitare i diritti di governanti. Erano vincitori sul campo di battaglia... e nelle sale e nelle assemblee del governo Romano.

Che cosa ci fecero con questo potere? "Ad victorem spolias." Abbastanza semplice. Sconfiggete qualcuno. Gli prendete la sua roba. La sua terra. Sua moglie. I suoi figli. Almeno non c'era imbroglio in questo. E le regole erano semplici. Il potere governativo operava nella sua vera forma. Come Mao lo descrisse due millenni dopo, il potere politico è arrivato "dalla canna di una pistola," non dai Diritti dell'Uomo o dal Contratto Sociale.

Anche nelle gesta di Gengis Khan e Tamerlano troviamo una forma molto pura di stato... e una teoria molto chiara a questo proposito. Gengis annunciò la sua teoria di governo così:

"La più grande fortuna dell'uomo è di inseguire e sconfiggere il suo nemico, catturarne i beni, lasciare le sue donne sposate a piangere e urlare, cavalcare il suo castrone, utilizzare le sue donne come una camicia da notte e come sostegno, guardare e baciare i loro seni rosei, succhiare le loro labbra dolci come le bacche del loro seno."

Tamerlano non era meno diretto. Considerava lo stato come un'impresa legittima. Addestrò le truppe con l'intenzione di conquistare altri popoli e sostituire i loro governi con il proprio. I suoi guerrieri erano pagati in bottino — gioielli, monete, cavalli, donne e pellicce. Era ripagato in bottino, tributi e tasse.

Questo non vuol dire che c'era qualcosa di sbagliato nel gestire un governo in questo modo. Non stiamo dando consigli o suggerimenti. Stiamo solo cercando di capire l'essenza di ciò che è lo stato e come affonda.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


=> Qui la seconda parte: http://francescosimoncelli.blogspot.it/2012/12/come-funziona-lo-stato-parte-ii.html


13 commenti:

  1. grande gengis. io sono piu per rand che per rothbard. quest ultimo esprime forse una visone ultima moralmente coerente fino in fondo, ma inutilmente.una volta usciti dal paradiso terrestre libertario non è piu possibile rientrarci. è inutile teorizzare i modi e limiti dell appropriazione originaria, se locke o rothbard. a parte le difficlotà, sta che non andò cosi. ma anche fossimo nel paradiso libertario, o nella societa tribale di hoppe, con polizia e difesa privata: se i cattivi vincono? infatti ando cosi. cio non vuol dire arrivare ad ammettere il sopruso in nome del realismo (schmidt) o che se ci sta un visio all'origine tutto è viziato dopo e tutto è lecito da parte dello stato(marx), perche è percepibile immediatamente che sia la prima cosa che la seconda siano un abuso,una bugia. cio vuol dire invece ammettere che è tollerabile un minimo di ragionevoezza (il legno storto di berlin. nella verita semplice:lo stato è una forma organizzata della violenza. non altro. la difesa e la sicurezza sono elemento necessario e sufficiente per l'esistenza sello stato. il controllo del teritorio. se non fa questo non fa il suo lavoro, sono pagati a vuoto. ma se non ci fosse lo stato non è che scomparirebbe la violenza. qualcos'altro, a
    d esempio mafia, lo farebbe. talora lo fanno insieme. è il modo in cui esercitano tale violenza che fa la differenza: cosa impongono, cosa danno. concorrenza,insomma: non monopolio, da cui l abuso di posizione dominante. uno stato minimo va anche bene, è una forma come un altra. il problema è chiarire quello che fa veramente. quindi quello che deve fare veramente. e non deve fare altro. non spacciarlo per quello che non è.

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  2. Se esiste una teoria che conferisce dignità alla sottomissione di un uomo verso un altro non ne siamo consapevoli. Era considerato normale e naturale.

    Questa ingenua affermazione la dice veramente lunga. Se, secondo il cavallo di battaglia di voi libertari, la proprietà, la libertà sono diritti naturali, diritti autoevidenti, come è che nelle civiltà passate era considerata legge naturale esattamente l'opposto di questi diritti?

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  3. ottima domanda. la fonte ultima del diritto naturale è l'essere umano. non la metafisica, nè dio. l'essere umano è mutevole ma conserva delle stabilità. come sappiamo anche la concezione dei diritti umani (nello stesso onu) è mutata nel tempo. anche il concetto di malattia è socialmente mutevole: per l'oms l'omosessualità dapprima era una malattia, ora non lo è più, felicemente. tristemente, invece, il narcisismo è stato cancellato dal novero delle malattie psicologiche: troppo diffuso. dobbiamo ritenere che le malattie sono sempre e solo concetti culturali? dal tuo dicorso scaturisce il positivismo: esiste solo ciò che è consoderato esistente dalla norma. se il diritto naturale è positivo, è arbitrario, come tu deduci dai suoi mutamenti. se è frutto della maggioranza, allora bruciare le streghe dul rogo potrebbe teoricamnete essere considerato diritto naturale. il che è evidentemente assurdo. in realtà stai applicando alla linguistica il teorema di incompletezza di godel, per cui in certi insiemi nè una cosa nè la sua negazione sono dimostrabili. l'essere umano ha una sua finitezza, anche espressiva, anche cognitiva. ma non poter sapere tutto non vuol dire non poter sapere nulla. in particolare,la cognitività libertatria è una cognitivita negativa (come la teologia negativa non dice cosa è dio, ma cosa non è) sia in economia sia nel diritto. noi possiamo sapere cosa non è giusto: lo schaivismo, il nazismo, il comuinismo. possiamo poi osservare certe varabili strutturali, sussunte o nell apriori di kant e mises o nell empirismo di locke (pur con venature naturaliste) ed ayn rand, che ci mostrano che alcuni semplici diritti (naturali, intuiti, in virtu dell esperienza)fungono da quello che nelle teorie scientifiche del caos (che studiano le dinamiche casuali e causali dei sistemi complessi, e l'interazione degli umani a suo mono lo è)è l'"attrattore strano". punti dove il sistena ha tendenaza a tornare: la vita, la liberta, la proprietà. non ce noe sono tanti altri. possiamo sapere i diritti dai toriti. ed i torti li possiamo riconoscere. emotivanente. il diritto è una scienza emotiva: non ci sta base razionale alcuna per cui la violenza incestuosa sia un male. per cui torturare ed uccidere bambini innocenti sia un male. gli schiavi non sono mai stati felici di essere tali. "naturale" era dolo l'ordine sociale che contemplava la schiavitu: "vae victis". era un mondo con regole semplici: che perdeva veniva sopraffatto. ma nessuno ambiva alla schiavitu in quanto non considerata un fatto negativo. erano considerate cosa "naturale" la sopraffazione,il duello, l'omicidio. di natura , non belle giuste ambite. si accettava la crudezza della vita, l avventura, la sconfitta, la morte. abbiamo cambiato alcune concezioni, fatto passi avanti, talora indietro. alcune cose sono restate. e se le suddette attività (incesto etc) scoprissimo essre un bene per la societa, le legittimiamo? secondo dawkins (il gene egoista)ci potrebbe anche essere una causa genetica di tale percezione, ai fini della conservazione della specie. sia come sia, io mi tengo la vita, la libertà, la proprietà. se per te sono un orpello culturale, sacrifica pure la tua vita, la tua libertà, la tua proprietà. per me sono autoevidenti. se per te no, rinunciaci pure. questa ingenua affermazione replica alla precedente ingenua affermazione.

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  4. Ciao gdbarc.

    Io concilierei il tutto con "evviva la concorrenza!" :'D

    Data la completezza delle tue argomentazioni vorrei solo suggerire la lettura di questo "vecchio" articolo che è un buon integramento a quanto detto finora: Legge senza lo stato. (Trovate i link alle parti successive in fondo all'articolo.)

    Questo per sottolineare che la presunta uguaglianza "stato = regole" è del tutto falsa. Ad esempio, quando nel 1992 ci fu la rivolta dei ghetti di Los Angeles, intere zone della città furono liberate dalla presenza statale (cioè dalla polizia). Ebbene, nonostante gli organi di regime vollero far credere che in quei giorni i barbari stessero demolendo la civiltà, in realtà nelle zone sgombre dalla polizia si registrarono meno casi di stupri e violenze rispetto ai periodi di normalità.

    La questione "uomo buono" non ha alcun senso: è un giudizio morale soggettivo. Cosa significa buono? Gli uomini vivono in gruppo e sanno "istintivamente" che ci sono delle regole. Se le danno, senza molti problemi, e le fanno rispettare a chi non vorrebbe.

    Le regole per la convivenza si riassumono in una soltanto: il principio di non aggressione. Non sta scritto da nessuna parte che solo lo stato abbia la capacità di intervenire laddove tale principio viene infranto.


    PS: questo articolo sarà seguito da un altro che continuerà dove è terminato questo.

    Stay tuned.

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  5. Io partirei dall'assunto che lo stato deve adattarsi alla società che lo istituisce.
    Una democrazia, come già detto, è molto più funzionale in un piccolo stato ma meno efficace in uno stato territorialmente molto esteso, dove la distanza governati-governanti è ampia sia fisicamente che amministrativamente. Già partendo da tale assunto, trovo molto pretenzioso il compito che si è prefisso l'autore dell'articolo.
    Ma andiamo avanti.
    A me pare - ma posso sbagliarmi - di aver visto una certa confusione tra i concetti di stato e governo, nonché di aver letto delle imprecisioni non indifferenti riguardo la teoria del contratto sociale (se ci si riferiva a quello proposto da Rousseau, altrimenti chiedo venia). Vado per gradi.
    Il contratto sociale altro non è che la costituzione di uno Stato, ed essa soltanto. E' un concetto astratto, esemplificativo, è chiaro: in un moderno stato è impensabile che ogni cittadino firmi la costituzione, per questo esiste l'espediente dell'assemblea costituente che, eletta dal popolo, redige e firma in suo nome la costituzione. Volendo essere pignoli anche questo è un contratto, anche se per rappresentanza. E la costituzione non è affatto modificabile così facilmente: richiede il consenso di una maggioranza qualificata, anch'essa approvata GIA' dalla costituente, quindi pienamente legittimata a fare modifiche, e per fortuna, direi: altrimenti tra 100 staremmo usando una costituzione non adatta alla società in cui vivremmo.

    Stato e governo: lo stato è l'istituzione che gestisce il superfluo di ogni consociato per fare il bene della collettività. Il governo è soltanto il potere esecutivo, è mutevole, molto meno "sacro" e, per convenzione, corruttibile e soggetto a degenerazione. Nessun teorico della perfetta forma di stato che si rispetti dovrebbe ricordarsi che lo stato è fatto dagli uomini e in quanto tale non è perfetto. La corruzione e gli errori vanno ponderati così come gli altri crimini nel sistema stesso che istituisce lo stato e, in quanto tali, prevenuti con appositi sistemi.

    Tutto ciò per dire, in sostanza, che:
    - il contratto sociale è il momento in cui lo stato si da la sua costituzione; il potere statale è territoriale, se non vuoi sottostare al contratto cambi stato, altrimenti, restando, accetti tacitamente di sottostare al contratto, come quando posi un prodotto sul bancone di un supermercato e paghi senza dire una parola al commesso.
    - dal contratto sociale nasce una costituzione, che da vita al concetto astratto di stato, stabilendo quali organi ed enti debbano farlo funzionare.
    - Da questo momento in poi, ogni consociato - se gliene sbatte qualcosa - dovrebbe SEMPRE vigilare a che gli esecutori del contratto non violino quanto in esso contenuto. Se un popolo dorme, viene sottomesso, così come se io dormo al supermercato è facile che mi freghino su un prodotto.

    Ultimo appunto sulla forza, poi giuro che finisco il papiro: lo stato nasce per sostituirsi alla legge del più forte, è dunque normale che vieti ad ognuno di farne lo strumento che legittimi una pretesa. E' la legge che, essendo uguale per tutti, si sostituisce alla forza come strumento per far valere le pretese dell'individuo su un altro. Lo stato, che ha il monopolio della forza, può invece usarla partendo dal presupposto che essa è espressione della volontà generale, cioè la volontà del popolo, che è sovrano. Un consociato commette una violazione del contratto -> la volontà generale lo preleva, ripara il torto (se può) e si vendica (detta così è brutta ma la giustizia è solo la vendetta della società...).

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  6. Ciao Luigi.

    >Io partirei dall'assunto che lo stato deve adattarsi alla società che lo istituisce.

    E l'ha fatto bene. Perché la società senza stato può esistere, mentre lo stato senza società è morto. Il lato negativo di questa storia è che il potere statale porta alla lenta morte della società.


    >A me pare - ma posso sbagliarmi - di aver visto una certa confusione tra i concetti di stato e governo

    Lo stato è una particolare forma di governo che prevede un monopolio della violenza su un territorio. Il governo invece è un concetto più ampio (es. anche l'auto-governo è una forma particolare di governo). Pertanto sono stato molto attento affinché emergesse questo dalla traduzione (che da quanto ho capito è l'idea anche dell'autore originale).


    >nonché di aver letto delle imprecisioni non indifferenti riguardo la teoria del contratto sociale (se ci si riferiva a quello proposto da Rousseau, altrimenti chiedo venia). Vado per gradi.

    Si intendeva questo tipo di "contratto." Un'analisi di fatti, non di concetti.


    >Il contratto sociale altro non è che la costituzione di uno Stato, ed essa soltanto.

    Avevo già provveduto ad evidenziare le principali falle della nostra costituzione. Inoltre, dov'è scritto nella "costituzione" che il dovere di provvedere a se stessi e alla propria famiglia viene dopo la solidarietà ad emeriti sconosciuti e a tutti gl ialtri carrozzoni? Intanto Napolitano mangia, e il fisco va a cercare gli "evasori" (magari con i controlli dell'INPS tanto per muovere un po' di carta invece di lavorare), mentre nessuno pensa ai soldi che vanno al cesso per le cosiddette "missioni di pace" e per salvare entità privilegiate (tipo MPS), per non parlare dei corazzieri di Napolitano, gente da spedire direttamente nei campi a lavorare.


    >E' un concetto astratto, esemplificativo, è chiaro: in un moderno stato è impensabile che ogni cittadino firmi la costituzione, per questo esiste l'espediente dell'assemblea costituente che, eletta dal popolo, redige e firma in suo nome la costituzione. Volendo essere pignoli anche questo è un contratto, anche se per rappresentanza.

    Anche qui, per non srotolare un papiro, ho già analizzato cosa comporta la delega "in bianco."


    >Nessun teorico della perfetta forma di stato che si rispetti dovrebbe ricordarsi che lo stato è fatto dagli uomini e in quanto tale non è perfetto.

    E ti pare "giusto," per questo motivo, conferire a degli individui (fallibili per natura) un siffatto potere come quello che garantisce lo stato? Ovvero, un esercizio che va al di là delle possibili sanzioni negative che la società potrebbe imporre alle varie decisioni errate?


    >il contratto sociale è il momento in cui lo stato si da la sua costituzione; il potere statale è territoriale, se non vuoi sottostare al contratto cambi stato, altrimenti, restando, accetti tacitamente di sottostare al contratto, come quando posi un prodotto sul bancone di un supermercato e paghi senza dire una parola al commesso.

    Non si scappa dallo stato. Ti viene a cercare dovunque tu vada. Perché? Perché non ammette anomalie.


    >dal contratto sociale nasce una costituzione, che da vita al concetto astratto di stato, stabilendo quali organi ed enti debbano farlo funzionare.

    Eeeh? Viene stabilito un monopolio coatto sul territorio in cui nessuno può far concorrenza allo stato senza smettere di foraggiare lo stesso. Non esiste scelta.

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  7. Ciao Francesco,

    quello che io ho tentato di analizzare è stato il concetto di stato così come dovrebbe essere. E' condivisa l'opinione che se ne sta abusando fin troppo in Italia e, anzi, non so se hai letto il contratto sociale di Rousseau, ma pare proporre proprio l'esatto opposto del nostro stato attuale.
    Quando ho parlato di costituzione, di leggi, enti ed organi li intendevo in generale, non parlavo di quelli italiani nello specifico, così come quando ho "difeso" la rappresentanza in parlamento mi riferivo alla vera rappresentanza, non alla nobiltà che ora vi siede.
    Per cui le obiezioni che mi hai mosso in tal senso io le condivido.

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  8. >Da questo momento in poi, ogni consociato - se gliene sbatte qualcosa - dovrebbe SEMPRE vigilare a che gli esecutori del contratto non violino quanto in esso contenuto. Se un popolo dorme, viene sottomesso, così come se io dormo al supermercato è facile che mi freghino su un prodotto.

    Lo stato non regola la vita degli individui né li protegge, ben che vada se ne frega (mai provato a chiamare la polizia se hai qualcuno in casa?) male che vada ti ammazza (mai sentito parlare di Federico Aldrovandi? Pestato a sangue e ammazzato come un cane senza alcun motivo dalla polizia?). Tutto questo avviene in regime di "democrazia," come pure l'ecatombe Iraqena ed Afghana. Immagina cosa succeda con gli stati non democratici... (Piccolo hint: Arbeit macht frei.)

    Tu sei interessato alle idee, io al mondo reale. E siccome il mondo reale mi fa vedere che posso venire ammazzato come un cane (come Federico non ho mai fatto niente di male, sono un "Signor Nessuno" come lo era lui, e anche a me capita di camminare per strada alle 6 di mattina: quello che è successo a lui potrebbe succedere anche a me, e me ne fotto della costituzione e dei poteri che si controbilanciano, se permetti,) anche se forse non posso cambiarlo, mi tengo la mia idea fondata sui fatti che lo stato o se ne va o lascia anche a me il diritto di difendermi contro di lui, poiché lui è il primo ad aggredirmi.


    >lo stato nasce per sostituirsi alla legge del più forte, è dunque normale che vieti ad ognuno di farne lo strumento che legittimi una pretesa.

    Eppure sono state mosse guerre in base a quelle che poi si sono rivelate menzogne (es. Powell e le armi di distruzione di massa).


    >E' la legge che, essendo uguale per tutti, si sostituisce alla forza come strumento per far valere le pretese dell'individuo su un altro.

    Dici davvero? Perché lo stato non onora i suoi debiti con le imprese (es. crediti IVA)?


    >Lo stato, che ha il monopolio della forza, può invece usarla partendo dal presupposto che essa è espressione della volontà generale, cioè la volontà del popolo, che è sovrano.

    Cosa? Frena, frena, frena! Quando avrei accettato di salvare MPS? Quando avrei accettato di far parte del progetto di Monnet per l'Europa? Quando avrei accettato di andar a far guerra a Sabbiopoli?

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  9. Ho capito Luigi, allora ti voglio venire incontro tentando di "generalizzare" i fatti.

    Lo stato dovrebbe occuparsi esclusivamente della manciata di compiti che sono "difficili" da attuarsi con sottoscrizioni private (es. ferrovie, strade e ospedali, linee del telefono e difesa tramite un esercito formato principalmente da volontari non pagati e che risponda al presidente della Repubblica con il vincolo di non oltrepassare il territorio nazionale e di non poter mai partecipare a nessuna operazione di polizia, compito per cui ci dovrebbe essere una forza di polizia esigua e locale).

    Questo implicherebbe che le tasse si limitassero esclusivamente all'IVA con aliquota unica molto bassa, e che all'inizio di ogni mandato di governo sia ben chiaro a tutti come verranno spesi i soldi per i pochi capitoli di spesa.

    Questa sarebbe una Repubblica "normale" nella quale i cittadini avrebbero piena responsabilità della loro vita e finanzierebbero quelle attività che riterrebbero opportuno sovvenzionare.

    Che poi possiamo venire truffati mi pare inevitabile. Oggi veniamo truffati perché si manca di spirito pratico (spento dal processo scolastico) e perché lo stato con le sue leggi farrugginose vuole impedire ogni iniziativa spontanea.

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  10. « Ora, essendo il Sovrano formato solo dai singoli che lo compongono, non ha né può avere interessi contrari ai loro; di conseguenza il potere Sovrano non ha alcun bisogno di offrire garanzie ai sudditi, perché è impossibile che il corpo voglia nuocere a tutti i suoi membri;..(...). Il Sovrano, per il solo fatto di essere, è sempre tutto ciò che deve essere »
    (Libro I, cap.7 "Il sovrano", Contratto Sociale).
    il contratto sociale di rosseau è la copertura della morte dell'individuo. una delle opere piu abbiette, scritta da persona abbietta. libro rosso delle dittature: la sovranita popolare consente ai fratelli musulmani di introdurre la sharia in egitto? cambia stato, non cambialo tu. anche volendo, poi, ci sono i muri. rousseau è nume del socialismo. molto meglio il contratto sociale di locke. mi esimo dall entrare in questioni tecniche dato che vista la mia estrazione giuridica, rischierei di diventare molto piu prolisso di luigi :). francesco, tutte le cose che hai scritto,a parte forse le strade, sono meglio fatte dal privato: sussidiarietà. poi, dipende anche dallo stadio di sviluppo: forse un opera collettiva è più utile all inizio.

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  11. a parte la difesa, avevo scordato. l ordine interno ed esterno è il solo compito dello stato liberale. per l esercito ci vogliono professionisti (non mercenari). ogi la guerra non si fa come nel passato...

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  12. >tutte le cose che hai scritto,a parte forse le strade, sono meglio fatte dal privato: sussidiarietà. poi, dipende anche dallo stadio di sviluppo: forse un opera collettiva è più utile all inizio.

    Sì, ne sono convinto anch'io. Il mio era un semplice "esercizio" per delineare come potrebbe esistere un accordo leale tra le parti se ci fosse davvero la volontà dei governanti di essere leali. Infatti, il mio scopo non era quello di convincere Luigi bensì di esporre una linea di politica che non avrebbe interferito con chi avrebbe voluto organizzarsi in altro modo. Tutto qui.

    Anzi, ti dirò di più. Credo che anche le strade possano essere lasciate in mani private. Lo stato non ne ha finanziato la costruzione per scopi "caritatevoli," ma semplicemente per rendere più agevole la riscossione dei tributi.

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  13. Quello che si deve criticare è la democrazia come attualmente è concepita e come uno stato vada organizzato e quali siano i suoi limiti. Per me lo stato dovrebbe essere suddiviso in due livelli, il governo centrale e una 40-60 di province (nel caso italiano), tutti gli altri livelli vanno aboliti. Per finanziarsi, poi, basta un unica tassa sul reddito (di qualsiasi tipo) con un'unica aliquota, e si stabilisce il suo limite, per esempio 1/4 (25%) del reddito. Poi la si suddivide fra i due livelli: al governo centrale un 5% e alle province 20%. I compiti dello stato sono essenzialmente 2: legislativo/bilancio (c'è chi lo considera una legge, mah) ed esecutivo (erogare dei servizi). Per quanto riguarda il potere legislativo, la Legge deve essere ridotta all'osso (incominciamo a delegiferare brutti parassiti), e si deve preferire la modifica o l'abrogazione, quando una legge deve essere ammodernata o quando è absoleta. Va limitata invece la creazione di nuove norme, un antico romano di cui non ricordo il nome sosteneva che più uno stato legifera e più è corrotto, e più è corrotto e più legifera, come dargli torto.

    Venendo all'organizzazione politica ritengo che i partiti e l'elezioni siano il cancro della democrazia, per questo sostengo 2 sistemi, uno in cui i rappresentanti siano eletti con un sorteggio oppure una monarchia. Sono più propenso per quest'ultima, ma non voglio una monarchia fasulla come quelle di oggi, ma una in cui il Re nomini un questore ( o colonnello) per provincia che insieme a una giunta di altri 4 membri scelti da lui , la governi (in pratica un governo della polizia). Questi questori inoltre andranno a formare un congresso monocamerale a livello centrale. Sia il governo centrale, sia le province ovviamente organizzeranno la loro amministrazione in dipartimenti (ministeri) ma che dovranno essere amministrati da veri dirigenti e non da politici o pseudo-tecnici. Ogni decisione nel congresso e nelle giunte verrà presa a maggioranza di 2/3, che il Re potrà porre a referendum al popolo. L'elezioni e i partiti scompariranno, ma i cittadini potranno appunto usare il referendum come strumento democratico, anche qui ritengo che il quorum per l'affluenza e per il voto vadano alzati a 2/3, il 50+1 non basta. Alzerei poi l'età di voto a 25 anni, per togliere il voto a tutti i sinistroidi (manipolati) che popolano le scuole e fisserei anche un'età massima a 65 anni. Io che ho 23 anni per adesso sarei tagliato fuori, ma me ne farei una ragione visto che le schede le annullo.

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