sabato 17 novembre 2012

Contro Richard Koo ed i Keynesiani: Non si tratta della "domanda aggregata" ma dei prezzi reali





di Detlev Schlichter


Non voglio sprecare il vostro tempo e la mia energia abbattendo tutte le volte schemi Keynesiani fuorvianti, sono stati confutati da tempo e dovrebbero ormai essere immediatamente fonti di ilarità ogni volta che vengono presentati. Ma su internet sta facendo il giro l'ultimo tentativo (nella sezione commenti del Financial Times), dell'arci-Keynesiano Richard Koo, di giustificare la spesa a deficit fuori controllo degli Stati Uniti come una politica intelligente e necessaria per sostenere la "domanda aggregata" e per avere una ripresa. L'articolo di Koo è un'esposizione meccanica ed ingenua della dottrina Keynesiana dello stimolo, chiaramente rivolta a coloro che percepiscono ancora l'economia come una semplice equazione con Y, C, I ed un sacco di G. Se la domanda privata cade sul fondo dell'economia, può essere sostituita dalla domanda del governo. E' semplice.

Ed è sbagliato, naturalmente.

Ma il pezzo non è privo di un certo valore educativo. Prometto che sarò più breve del mio attacco al nuovo misticismo del denaro al FMI.



Il suicidio fiscale come strategia di ripresa

Non so se anche a Washington ci sia qualcuno che sostiene ancora come un deficit da $1+ bilioni non sia altro che un segno sicuro di un settore pubblico fuori controllo -- un settore pubblico che nonostante i livelli di personale in crescita, sta semplicemente restando a corto di dita da mettere nei tanti buchi da cui sta fuoriuscendo il denaro. Eppure Richard Koo vuole farci credere che ci sia metodo nella sconsideratezza, che si tratta di una strategia finemente calibrata per salvare l'economia.

La storia di Koo procede in questo modo: Il settore privato ha subito un'overdose di credito nel precedente boom ed è ora in fase di risanamento dei bilanci. Le famiglie e le società non stanno prendendo in prestito, non stanno investendo e non stanno spendendo, ma invece stanno risparmiando e pagando i debiti. Ciò è ragionevole e inevitabile, e nemmeno i tassi artificialmente bassi allo zero per cento riescono a convincerli a modificare le proprie abitudini e quindi prendere in prestito e spendere. E' qui che il governo deve intervenire. Deve prendere in prestito i fondi che le imprese e le famiglie risparmiano e restituiscono ai loro creditori originali, e spenderli per il bene più grande in modo che la "domanda aggregata" non collassi e l'economia non crolli.

Ecco Koo:

"[Ma,] se qualcuno sta risparmiando o pagando i debiti, qualcun altro deve prendere in prestito e spendere quei soldi per far girare l'economia. In un mondo normale, il ruolo dei tassi di interesse garantire che tutti i fondi risparmiati siano presi in prestito e spesi, con tassi di interesse in aumento quando ci sono troppi mutuatari e in calo quando ce ne sono troppo pochi. Ma quando il settore privato nel suo complesso sta risparmiando denaro o ripagando i debiti con i tassi di interesse a zero, le banche non possono prestare il debito rimborsato o i risparmi appena depositati perché i tassi di interesse non possono andare più in basso. Ciò significa che, se lasciata inalterata, l'economia continuerà a perdere domanda aggregata pari al risparmio non preso in prestito."

Ciò è chiaramente sbagliato. Questo punto di vista trascura la funzione dei prezzi di mercato (oltre ai tassi di interesse) ed il ruolo del denaro -- due aspetti che i Keynesiani hanno l'abitudine di ignorare. Cerhciamo di capire passo dopo passo.



Aggiungiamo allo scenario di Koo i flussi monetari ed i saldi monetari

Se alcune (o anche un numero considerevole di) aziende e famiglie usano i loro saldi monetari presenti o i redditi attuali per rimborsare il debito, questo significa semplicemente che invece di detenere saldi monetari di grandi dimensioni o di spendere il loro attuale reddito monetario in beni di investimento o di consumo, questi soldi scorreranno verso i creditori di queste famiglie e imprese, e questi creditori ora o deterranno saldi monetari più grandi oppure li re-investiranno in beni di investimento (attività produttive, azioni o obbligazioni) o acquisteranno beni di consumo. Solo tre opzioni sono logicamente a disposizione di chiunque riceva un reddito monetario: tenere il denaro, spenderlo in beni d'investimento o consumarlo (spenderlo per beni di consumo).

Il problema che descrive Koo -- un calo della "domanda aggregata" -- può solo concretizzarsi se il reddito monetario che le famiglie e le imprese hanno precedentemente ricevuto e "speso" in beni di investimento o di consumo (e che quindi continua a circolare nell'economia ed a sostenere la "domanda aggregata"), ora non viene più speso in beni di investimento o di consumo perché i creditori che ora hanno questo denaro extra lo mantengono semplicemente sotto forma di saldi di cassa più elevati. Se i creditori spendessero il denaro che viene loro restituito in beni di investimento o di consumo, non ci sarebbe alcun calo della "domanda aggregata" -- e nella misura in cui i creditori presterebbero di nuovo i fondi ad altri debitori del settore privato, non ci sarebbe naturalmente alcun deleveraging netto del settore privato. Solo se i creditori decidono di continuare ad accumulare saldi monetari, piuttosto che incanalare il reddito monetario di nuovo in consumi ed investimenti, la "domanda aggregata" calerà.

Naturalmente, Koo sosterrà che questo in effetti è molto probabile. I tassi di interesse sono pari a zero, per cui l'incentivo a prestare di nuovo il denaro è basso. Inoltre, nessuno vuole prendere in prestito. Così i creditori -- e questi devono comprendere banche, fondi pensione, compagnie di assicurazione, in breve chiunque abbia già esteso il credito a famiglie e imprese e ora viene rimborsato -- è probabile che continueranno a fare incetta di denaro. E Koo potrebbe sostenere che i tassi di interesse non possono scendere ulteriormente -- sono già a zero -- così il denaro extra non determinerà una riduzione dei tassi e favorirà quindi maggior indebitamento.

Possiamo ora riformulare il problema di Koo. Quello che succede "nell'aggregato" è semplicemente questo: gli attori economici riducono le loro spese monetarie per beni diversi dal denaro (beni di investimento e di consumo), ed invece accumulano saldi monetari. Ma questo deve significare che, ceteris paribus, i prezzi monetari per i beni diversi dal denaro scendono. I prezzi dei beni di investimento e di consumo calano e il potere d'acquisto del denaro aumenta. Questa è deflazione ed è temuta come la peste dai Keynesiani, ma a torto, perché è molto chiaro che il calo dei prezzi sarà esattamente ciò che in ultima analisi fermerà "l'incetta di denaro" ed incoraggerà di nuovo la spesa -- la spesa per beni di consumo e di investimento.

Non vi è alcun modo per aggirare il fatto che un accumulo di denaro considera troppo elevati i prezzi monetari dei beni diversi dal denaro, ed è proprio per questo motivo che la gente conserva la sua ricchezza in denaro, ed è il calo dei prezzi che correggerebbe la situazione con facilità. All'aumentare dei costi di opportunità per conservare la ricchezza sotto forma di denaro insieme ad un calo dei prezzi, crescerà l'incentivo a spendere il denaro.



Koo ignora che il calo dei prezzi è una correzione essenziale

Koo considera i tassi di interesse solo come meccanismo per mantenere l'economia in equilibrio. Non considera il ruolo degli altri prezzi di mercato. I tassi di interesse sono certamente importanti (così importanti, infatti, che la banca centrale non dovrebbe distorcerli e manometterli sistematicamente -- quasi sempre al ribasso -- è davvero la missione di ogni banca centrale). I tassi di interesse sono prezzi relativi. Per essere precisi, sono la differenza di prezzo tra le merci dello stesso tipo in vari punti nel tempo. Ma ci sono altri prezzi relativi importanti da considerare, compresi quelli di beni diversi prodotti contemporaneamente.

Se considero il prezzo corrente di un bene -- bene di consumo o di investimento -- troppo alto (insostenibilmente alto) non spenderò i miei saldi monetari attuali per questo bene, e, soprattutto, non prenderò in prestito denaro -- nemmeno allo zero per cento -- per comprarlo. Il costo dell'indebitamento è un fattore importante nella mia decisione, ma è solo uno dei fattori. Potrei prendere in prestito il denaro gratis e acquisire il bene, ma incontrerei ancora il rischio di una riduzione del prezzo in qualunque cosa io possa comprare con il denaro preso in prestito, ed è chiaramente tale rischio che sta attualmente spingendo le persone verso i contanti. Se mi aspetto che in futuro il prezzo scenda sarebbe meglio non comprare ora, anche se i costi di finanziamento sono vicini allo zero. (Difficilmente i costi di finanziamento sono pari a zero per la maggior parte di noi oggi, come implica Koo, ma questo non è importante per l'argomento.)

Come abbiamo visto, lo scenario di Koo di un calo della "domanda aggregata" è solo possibile se è elevato il desiderio di conservare la ricchezza sotto forma di denaro piuttosto che in beni di consumo e di investimento. La gente preferisce fare incetta di denaro piuttosto che spenderlo in beni di investimento e di consumo. Ai prezzi attuali, preferiscono i soldi a beni e servizi.

Ma l'accumulo di denaro è un processo di auto-correzione se (e questo è un "se" molto grande nel nostro sistema a denaro fiat) si consente un calo dei prezzi. Con un calo dei prezzi il costo di opportunità nel possedere denaro -- cosa che vi dà una grande flessibilità, ma non soddisfa alcun fabbisogno di consumo e vi dà rendimenti molto scarsi (solo il tasso di deflazione) -- aumenta costantemente. (Affermare che nessuno spenderà soldi in un contesto deflazionistico è una sciocchezza. Ignora la "preferenza temporale," che è essenziale per l'azione umana e che spiega anche perché l'interesse è un concetto universale. Volere qualcosa significa, a parità di condizioni, volerla il più presto possibile. Esempio attuale: I prezzi dei computer e degli smartphone calano costantemente eppure la gente spende molto per questi elementi).



Considerate questo esempio di un imprenditore immaginario

Un imprenditore considera l'acquisto di bene d'investimento X che lo aiuterebbe a realizzare un determinato progetto di investimento. Il prezzo di mercato corrente per X è P, ed a questo prezzo il bene di investimento promette di fornire un tasso interno di rendimento pari a p. Nello scenario di Koo ci sono un sacco di risparmi in giro. Così tanti, infatti, che i tassi di interesse sono pari a zero. L'imprenditore potrebbe prendere in prestito gratuitamente, acquisire X ed ottenere p come ritorno. Perché non lo fa? La sua decisione è esclusivamente guidata dal livello dei tassi di interesse? Ovviamente no. Potrebbe non acquistare X perché considera P troppo alto e di conseguenza il ritorno p troppo basso. Il bene di investimento è troppo costoso. Il basso rendimento di p non è sufficiente a compensare tutti i rischi ancora inerenti al progetto di investimento che X aiuterebbe a realizzare. Se il prezzo P fosse più basso, e di conseguenza il tasso di rendimento p più elevato, allora l'imprenditore investirebbe.

In superficie, può sembrare attraente comprare un portfolio azionario a credito se il tasso di prestito è dell'1% e il tasso di dividendo del 3%. Ma ancora non lo fareste se temete che il mercato azionario sia in procinto di scendere del 20%.

Non c'è modo di sfuggire al fatto che se le persone preferiscono detenere moneta rispetto ai beni non monetari, considerano i prezzi dei beni non monetari troppo costosi rispetto ai prezzi correnti dell'asset monetario. In breve, i prezzi monetari sono troppo alti. Ciò non sorprende dopo l'estesa espansione monetaria che ha causato l'eccessivo indebitamento delle imprese e delle famiglie. Dopo un boom inflazionistico i prezzi sono troppo alti ed i bilanci strabordanti. È importante sottolineare che il boom inflazionistico non alzerà tutti i prezzi nella stessa misura. Anche i prezzi relativi vengono distorti.

Durante una crisi, nessuno prende in prestito, tutti cercano di ripagare il debito (o vanno in default). I creditori accumulano saldi di cassa extra, in parte per la preoccupazione per il futuro e in parte per la mancanza di opportunità di investimento. Il boom inflazionistico si trasforma in una correzione deflazionistica. I prezzi in calo sono ormai un ingrediente essenziale per stabilizzare l'economia. (Anche in questo caso, così come l'inflazione non ha alzato tutti i prezzi nella stessa misura, la deflazione non deprimerà tutti i prezzi nella stessa misura. I prezzi si ri-aggiusteranno.) A prezzi inferiori, il desiderio di accumulare denaro si abbasserà e riapparirà la domanda per beni di investimento e di consumo. Coloro che non hanno partecipato al boom ma hanno conservato i loro risparmi ed il loro credito intatti, e di sonceguenza anche la loro capacità di prendere in prestito e spendere, affrontano ora bassi tassi di interesse e prezzi in calo. Gli incentivi per mettere in moto denaro e credito sono sostanziali. Questo gruppo avrà un ruolo fondamentale nella ripresa. Non è assolutamente necessario alcun intervento dello stato.

Quello che ho appena descritto è semplicemente il mercato in funzione. Perché questo oggi non accade? Poiché viviamo in un sistema monetario fiat, in un sistema con denaro completamente elastico, in cui le banche centrali continuano a stampare moneta per impedire che il suo potere d'acquisto aumenti e che i prezzi scendano. Stranamente, i banchieri centrali sembrano credere che ci stanno facendo un grande favore. "Guardate," sembrano dire, "cinque anni nella crisi ed i prezzi non stanno calando! Evviva, niente deflazione!" -- Sì, ed è proprio questo il problema.



Un esempio personale

Abbiamo vissuto a Londra per 16 anni e per un bel po' di tempo ho percepito che avremmo potuto avere un appartamento più grande o una casa, date le dimensioni della nostra famiglia. Per anni siamo stati potenziali acquirenti di immobili a Londra. Durante la parte finale del recente boom immobiliare alimentato dal credito facile, siamo rimasti in disparte. Potreste pensare che lo scoppio della bolla sarebbe stata una buona occasione per entrare nel mercato. Ma grazie ai tassi di interesse a zero da parte della Banca d'Inghilterra, i vari salvataggi bancari, i quantitative easing, e le altre misure di "stimolo," i prezzi non sono scesi in molte parti di Londra, o non di molto. Il fatto è che queste politiche hanno mantenuto i prezzi delle case a livelli artificialmente alti in molte parti del paese, a mio avviso. In ogni caso, queste politiche non mi hanno certamente "stimolato" a spendere denaro. Una riduzione dei prezzi invece sì -- come qualsiasi altra percezione che la bolla era chiaramente dissolta, che al mercato era stato permesso di liquidare ciò che era insostenibile, e che i prezzi attuali sarebbero stati ora prezzi di mercato "reali" e non manipolati. Naturalmente, niente di tutto questo è accaduto a causa di politiche fortemente interventiste. Nel frattempo, tutti i sostenitori di stimoli monetari aggressivi si stanno dando il cinque per avere (almeno fino ad ora) evitato la deflazione, per aver protetto il mercato immobiliare (cosa che significa proteggere coloro che incautamente hanno preso in prestito durante il boom), e per aver salvato le banche.

L'attuale politica monetaria impedisce la liquidazione degli squilibri, la correzione dei prezzi, la riallocazione delle risorse, il ribilanciamento dell'economia, e il reinvestimento del debito rimborsato. La politica monetaria non sta aiutando la ripresa, la ostacola. Quello che la politica monetaria cerca chiaramente di raggiungere è creare l'illusione di una ripresa e della stabilità. Ma nessuno sano di mente si fida di questi prezzi.

Che una tale correzione deflazionistica, istigata da un libero mercato, potrebbe andare avanti per sempre, ovvero, che "l'economia continuerà a perdere la domanda aggregata equivalente al risparmio non preso in prestito," come sostiene Koo, è semplicemente una sciocchezza. In un mercato senza ostacoli questo è impossibile.



Stimolare la domanda -- con prezzi più alti!

Ma i nostri padroni monetari hanno idee ancora più folli. Non solo qualsiasi abbassamento dei prezzi ed un eventuale aumento del potere di acquisto del denaro deve essere evitato a tutti i costi, i prezzi devono continuare a crescere e questo -- secondo la logica dei nostri burocrati delle banche centrali -- stimolerà quindi l'economia. Poiché tutti noi saremmo così ingenui da limitarci a considerare il fenomeno di ulteriori aumenti dei prezzi nominali come un'indicazione del fatto che le cose vanno bene e che dobbiamo spendere di nuovo.

Ecco Ben Bernanke, capo in carica della stampante Americana, esattamente 2 anni fa mentre spiega al pubblico Americano perché l'aumento dei prezzi deagli asset finanziari (a seguito della politica di "quantitative easing" della FED) li aiuterà. L'ho già citato in numerose occasioni. Perdonatemi se lo faccio di nuovo, ma questa è una splendida esposizione della moderna follia monetaria su cui devo continuamente tornarci. Mi scuso con Bernanke per averlo tirato in ballo in alcune delle mie osservazioni.

"Questo approccio (il "quantitative easing," DS) ha allentato le condizioni finanziarie nel passato e, fino ad ora, sembra essere di nuovo efficace (disse due anni fa, DS). I prezzi delle azioni sono aumentati ed i tassi di interesse a lungo termine sono scesi (anche i prezzi dei bond aumentarono. DS) quando gli investitori hanno cominciato ad anticipare l'azione più recente. Condizioni finanziarie più facili promuoveranno la crescita economica. Ad esempio, i tassi ipotecari più bassi renderanno le abitazioni più accessibili e permetteranno a più proprietari di rifinanziare le case (ma non porteranno ad investimenti nelle abitazioni se i prezzi delle case sono ancora troppo elevati e ovviamente ancora distorti. DS). I bassi tassi delle obbligazioni societarie (prezzi dei bond più elevati) incoraggeranno gli investimenti (beh, non in obbligazioni, e non favorirà gli investimenti delle aziende, come Richard Koo ed io abbiamo spiegato sopra. Ma ecco che arriva la vera gemma). E prezzi delle azioni più elevati aumenteranno la ricchezza dei consumatori (sic!) ed aiuteranno ad aumentare la fiducia, che potrà anche stimolare la spesa. (Enfasi mia, DS.) L'aumento della spesa porterà a redditi più alti e profitti che, in un circolo virtuoso, continueranno a sostenere l'espansione economica. (Buona fortuna, Ben. DS)"

Quindi, si suppone che il mio imprenditore immaginario debba essere incoraggiato ad investire in X non da un calo del suo prezzo, ma da un ulteriore aumento del suo prezzo! E si suppone che io debba tornare a casa da mia moglie e dire, "La crisi è chiaramente finita. I prezzi delle case stanno salendo! Viene da pensarci bene, i prezzi delle case a Londra non caleranno mai. Possono sempre e solo salire! Prendiamo i nostri risparmi, accendiamo un mutuo e compriamo ora prima che la Banca d'Inghilterra le renda ancora più costose!"



Lo stato fa un casino con la politica monetaria -- poi lo aggrava con la politica fiscale

Torniamo a Richard Koo. Il problema che descrive non accadrà mai in un libero mercato. Infatti, in un libero mercato con denaro sonante al suo interno, è incredibilmente improbabile che possano spuntare gli squilibri che sono stati il punto di partenza dell'analisi di Koo. Per avere ampi settori dell'economia che si sentono pericolosamente ed irrimediabilmente indebitati, richiede il tipo di boom del credito che può avvenire solo in un sistema monetario elastico con le banche centrali che possono svilire artificialmente il credito per lunghi periodi di tempo. Il verdetto sul nostro sistema monetario è devastante: Le banche centrali hanno attivamente incoraggiato un boom prolungato nell'indebitamento che ha lasciato i prezzi gonfiati e distorti, e ha lasciato i bilanci sotto pressione. Ora che il boom è finito, l'ulteriore politica monetaria espansiva da parte delle banche centrali ostacola la liquidazione delle distorsioni ed un ritorno all'equilibrio.

Ma questo casino -- creato dallo stato mediante la sua cattiva gestione del suo monopolio sul denaro -- è ora una giustificazione, come sostiene Koo, per un'ulteriore azione dello stato sotto forma di spesa a deficit? Certo che no.

L'intero concetto di "domanda aggregata" presuppone che per il funzionamento dell'economia non importa se la domanda proviene dal settore privato o dallo stato. Tutto alimenta la "domanda aggregata," l'intera statistica del PIL. Ma questo è troppo semplicistico e meccanico. L'economia non è un secchio pieno di domanda aggregata, e quando la "domanda" si riversa fuori, siamo in grado di riempire di nuovo il secchio con un altro po' di "domanda." La "domanda" è sempre e solo un elemento omogeneo nell'universo parallelo delle statistiche macroeconomiche. L'economia di mercato è del tutto composta da domanda specifica, ovvero, l'uso specifico delle risorse scarse. Tutti partecipiamo a questa economia di mercato e all'ampia rete della cooperazione umana permessa solo dall'economia di mercato, perché ognuno di noi ha obiettivi e fini specifici. E se ai mercati non viene permesso di operare liberamente e ai prezzi non non viene permesso di regolarsi liberamente, le distorsioni che ne derivano sono un ostacolo per il nostro tentativo di perseguire i nostri obiettivi specifici.

Ogni volta che la spesa pubblica è alta, significa che l'allocazione delle risorse del mercato e l'uso privato delle risorse vengono sostituiti dall'allocazione burocratica delle risorse e dall'uso statale delle risorse. Le gravi distorsioni, che sono già il risultato di una manipolazione statale dei prezzi monetari e dei tassi di interesse, vengono ulteriormente aggravate da un'allocazione amministrativa dei mezzi scarsi attraverso la politica fiscale.

Ed è davvero possibile che lo stato possa semplicemente interrompere qualunque cosa abbia iniziato nella crisi per sostenere artificialmente le statistiche del PIL, una volta che il settore privato riacquista la sua posizione? Koo suggerirebbe che lo stato rende superflue le persone che ha assunto durante i periodi di spesa a deficit?



Unica soluzione: un ritorno ai mercati

I Keynesiani non si fidano del mercato. Permettere ai prezzi di correggersi, così dicono, provocherebbe spirali deflazionistiche senza fine. Questa accusa è senza alcun fondamento nei fatti. E' piuttosto la loro politica di combattere gli squilibri del mercato con più interventi e più squilibri che turba progressivamente l'economia e la allontana dall'equilibrio e dalla vera guarigione. Le politiche Keynesiane ci terranno in un ciclo costante di mercati distorti e squilibri crescenti. Ci faranno vivere come nel film "Ricomincio da Capo"... solo con più depressioni economiche. Fino a quando, naturalmente, la pazienza si esaurirà e verrà applicato un eccesso monetario e fiscale -- per stimolare "correttamente" l'economia -- con conseguenti disastri.

Il Giappone ha seguito la regola Keynesiana abbastanza fedelmente senza mai scrollarsi di dosso i suoi problemi post-bolla. Al contrario, gli squilibri del paese sono peggiorati di giorno in giorno, richiedendo un po' di catarsi brutale in un futuro non troppo lontano. Ironia della sorte, Richard Koo è una presunta autorità del Giappone, eppure oggi prescrive le stesse politiche (o simili) agli Stati Uniti.

Solo un ritorno a mercati liberi e non ostacolati, a prezzi e tassi di interesse reali, e un ritorno al denaro sonante, possono tirarci fuori da questo pasticcio.

Nel frattempo, lo svilimento della cartamoneta continua.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


8 commenti:

  1. ottimo articolo, ma la soluzione non la mostra. mostra il punto d arrivo, ma non la strada. perchè non ci sta nessuna strada.
    "viene da pensarci bene, i prezzi delle case a Londra non caleranno mai. Possono sempre e solo salire! Prendiamo i nostri risparmi, accendiamo un mutuo e compriamo ora prima che la Banca d'Inghilterra le renda ancora più costose!". ecco perchè tutti dicono sempre che le case aumentano sempre. si, ci sta ogni tanto un bust, ma controllato. perchè una caduta reale del prezzo (non del "valore") degli assets rende nulla la garanzia che il creditore ha a fronte del credito. ovvero il depositante ed il suo intermediario banca mutuante. ecco perchè in denaro fiat la deflazione, quella vera, è teorica: permetterla significa liquidare le posizioni ed infine non ridare i soldi ai depositanti. quindi la soluzione: 1. lavorare gratis tutto il mondo per 50 anni per pagare l enorme mole di debiti fatti a leva con produzione reale da farsi. ma non basterebbe, perche intanto koo dice: ma se quelli lavorano gratis e non spendono, ci pensiamo noi a spendere. avete lavorato a meta prezzo per le spese ed i debiti dei privati fiat e dello stato. ora dovete lavorare gratis per ripianare il debito, ma non ne dobbiamo farne altro altrimenti cade tutto. qunidi per non far cadere tutto, si deve lavorare gratis per sempre. runnning on empty. e chi più si indebita intanto se la gode. un campo di concentramento globale. 2.tracciare una linea, chi c'è c'è, e ripartire su altre basi. bust epocale mondiale.
    un mio amico è confidente in un riallineamento delle potenze stante l interdipendenza: non puoi sparare al tuo cliente od al tuo pusher. quindi l america potrà reggere con la sua dollarizzazione, basta che la diminuisca e sarà accettata. e potrebbe aver ragione. in cina potrà reggere la schiavitù? per ora si, perchè ci sta una forte retorica di nazionalismo ravanscista. qualcuno viene cooptato nel giro della ricchezza. ma l europa? siamo male abituati, reggerò il grande cacciavite globale alle proteste della gente? o ci saranno protesta, riots, defaults, guerre?

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  2. piu ci rifletto, piu mi diverto. ridotto all osso il ragionamento è: "A produce e risparmia per pagare i debiti fatti da B, che se la è goduta, coi risparmi ed i flussi futuri di A. ma se A risparmia, C non vende e non mangia. come facciamo? pensata geniale: ci vuole qualcuno, guarda caso ancora B, tocca sempre a lui la parte piu bella del gioco, che consuma i risparmi che A sta facendo per far campare C." cosi C consuma poi anche lui e tutto va di nuovo bene. ma chi compra la produzione di C, se A risparmia? ovviamente B. ma allora A quando finirà di mantenere B? mai. e pi B non è un monarca assoluto, che per quanto consumi a sbafo è sempre uno solo. noooo, è un intero apparato repressivo: piu è apparato e piu reprime. e piu reprime piu ha bisogno di apparato. e di soci, gli stampatori per questa anzidetta società a spese della societa delle persone produttive. ed ha bisogno di consenso, degli intellettuali organici gramsciani (vedi krugman). i quali ci credono davvero ma solo secondo il clima assurgono agli onori. percio B dà anche qualcosa a chi non fa nulla: dagli imprenditori assistiti alla massa dei nullafacenti, sempre a spese di A, la produzione reale, su cui tutto grava. c era un contadino che ogni giorno diminuiva la razione di biada al suo cavallo. fino a che un bel giorno la razione arrivo a zero. l indomani ando nella stalla e trovo il cavallo stecchito. rammaricato affermo. "peccato, proprio adesso che aveva imparato a non mangiare" (tratto da s.freud, "cinque conferenze sulla psicoanalisi"). per me è questo che bisogna studiare per essere buoni avvocati e buoni economisti: non le tecnicalità del processo, non i grafici teorici degli econometristi. cio va lasciato agli esecutivi e compito dei veri studiosi è semmai capire eventuali tranelli inseriti nelle regole per indirizzare il sistema: in economia ad esempio il fiat money. compito del giurista e dell economista è disvelare la realtà artefatta. ma in un sistema puro le regole sono poche e sono appannaggio delle scienze umane. perche l economia come il diritto parla di allocazione di risorse (il che vuol dire diritti), di remunerazione dei fattori produttivi (ancora diritti), di modalita organizzative di produzione di beni (affinche siano efficienti ed eque,sovrapposizione di economia e diritto), di distribuzione degli utili della produzione, sempre affinche siano giuste ed efficienti (ancora sovrapposizione di economia e diritto). il che di solito coincide (ci sta il problema dibattuto da locke, rothbard ed hoppe sull appropriazione originaria). ma in un sistema dove il denaro va a chi ha il potere, folla in espansione, ed ai sudditi beneficiati, folla in espansione, B è il cavallo che morirà stecchito, non ci piove. non è colpa del costo del lavoro, ma la compressione di quello è conseguenza degli sprechi di B. A deve essere sempre piu competitivo per mantenerlo. ora, metti tutto questo moltiplicato per 1 milione nella confusione globale di stati, fondi sovrani, holdings (leva giuridica cugina della leva finanziari), paradisi fiscali, banche ec etc. ed avrai quello che guzzanti che imitava tremonti ha efficacemente chiamato "il cetriolo globale"

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  3. Ciao gdbarc.

    Si può dire che io abbia ascoltato in silenzio fino ad ora. In parte perché la linea di ragionamento mi ha intrigato, in parte perché ieri dovevo consegnare del materiale per un concorso.

    Giusto, non c'è nessuna strada. Così come me (almeno l osuppongo dalle sue parole), Schlichter pensa che questa farsa finirà con un grande botto. Ognuno si sceglierà la sua di strada una volta saltato il banco. Dedicherò qualche altra parola sulla preparazione a tale scoppio, ma non ora; vi sarà dedicato un post appropriato.

    Il probelma sta tutto lì, comunque, le attività produttive non ricevano adeguati flussi monetari per prosperare. Questo vuol dire che il bacino dei finanziamenti ormai è compromesso e crescentemente in penuria di unità. Quindi qualsiasi cosa facciano i pianificatori si ritorcerà loro contro. Qualsiasi piano tireranno fuori dal cappello avrà vita breve. Ma continueranno a tirarli fuori, ne va della loro posizione.

    I tumulti di piazza continueranno, nel tempo si è tentato di plasmare gli individui per diventare come i loro carcerieri: inclini alla violenza e alla psicopatia. Riflettevo su questa ipotesi leggendo questo articolo dell'egregio Santaruina. E allora arrivo a pensare anche che i problemi finanziari di oggi saranno contrastati con tutte le armi a disposizione degli psicopatici, perfino con una guerra. E' quello che sta accadendo proprio ora tra Israele e Palestina. I fantasmi della recessione si tenta di scacciarli con la spesa.. non importa quale.

    Le barriere doganali fomentano la guerra. Gli psicopatici lo sanno. Il libero mercato alimenta la pace e la prosperità. Gli psicopatici lo sanno. La loro vittoria si consuma vedendo le tante pecore che scendono in piazza inneggiando ai vari socialismi, candidati manchiuriani pronti a farsi tritare le ossa in cambio di un altra gabbia. Non solo per loro. Anche per gli altri. Ecco perché non devono esistere strade. Ecco perchè avevi ragione quando nell'articolo dell'altro ieri su Patreus descrivevi, giustamente, la libertà individuale come un processo soggettivo.

    La costruzione di una propria strada è la nostra coscienza che ci fa vedere le 52 donne di quadri e ci dice "i legami sono spezzati." Gli psicopatici vogliono arrivare ad una mente unica, la disumanizzazione dell'individuo. Le tecniche messe in campo sono tante.

    Questa non è democrazia è un laboratorio, e noi siamo le cavie.

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  4. attenti allo slidery slope. economia e storia sono connesse, ma non si rischi di entrare in politica a gamba tesa. il minimo che si potra ottenere è lo screditamento delle giuste idee economiche. ho letto molti che partiti con buone intuizioni hanno con un bug nelle inferenze sconfinato nella follia. e rovinato anche coloro che con quelle stesse intuizioni argomentavano con dovizia. allora storia: l imperiarilsmo è sempre esistito. in terra (non nazione, mai esistita) di palestina c era l impero ottomano, inviso agli arabi. poi arrivo l impero inglese, che deluse gli arabi non mantenendo le promesse di lawrence d arabia. nel frattempo, sin dalla nascita dei nazionalismi, che sono imperialisti; parte del popolo ebraico ebbe quella reazione che in psicoanalisi si chiama "identificazione con l'aggressore". e nacque il sionismo, fenomeno nazionalista. ed anche la natura d israele ha una radice colonialista OCCIDENTALE, derivante dalla divisione tra inghilterra e francia dell impero ottomano caduto. ma l imperialismo non lo ha inventato ne il nazionalismo ne il sionismo. occidente ed oriente se le davano sin dal medioevo , con la gente normale che cercava di commerciare. come vi fu un grande impero mongolo. come se le davano romani e cartaginesi. ed oggi mi pare che i piu cattivi di tutti siano i cinesi (almeno col loro steso popolo) imperialisti con moneta sottratta al mercato ed artificialmente bassa, e fondamentalisti islamici. vale quanto gia detto: se non puoi essere libero, cosa piu auspicabile, chi vuoi come padrone? ma sicuro ogni potere è imperialista. il potere è psicopatico in se. sempre. chi puo avere voglia, invece di andare a mangiare una pizza con gli amici dopo una giornata di lavoro, di presenziare invece, abbigliato a festa, ad estenuanti e noiose cene, riunioni, conciliaboli? dovrebbero pregarmi in ginocchio tutti per spingermi a cio, e pretenderei almeno la reintroduzione dello ius primae noctis. non a caso il potere si accompagna al culto della personalita ed all essere sex addicted, da kennedy a luther king a strauss khan a berlusconi, castro, putin. quindi ci si dedica o un santo (come lo zio dell uomo ragno, per cui dal potere derivano grandi responasbilita) che vive la politica come una missione di servizio od un arrivista represso. ogni tanto arrivano sulla scena uomini come i primi descritti. l opera di questi è piu difficile, perche egli viene a contatto con molti dei secondi, che remano verso diverse direzioni. ma siccome la natura umana non è manichea ma ambivalente, allora in ognuno come insegna il tao ci sono 2 anime. la demarcazione prima fatta è percio tendenziale. la democrazia è la rappresentazione sintetica delle 2 anime: emergono con piu difficolta che in altri regimi i piu leali e probi. ma anche i piu psicopatici sono frenati specularmente. la democrazia è il regno dei mediocri. meglio quella dei pazzi tecnocrati fintamente sani alla monti. in statistica la democrazia è la mediana.ha di buono che nessuno sta a sentirli. mentre le personalita forti, nel bene e nel male, trovano seguito facile, perche non si puo guardare a lungo nella foliia senza cascarci dentro (nietzsche). voegellin in un bel libro parlo dell adesione dei tedeschi al nazismo come malattia dello spirito. spirito, emozione od anima che sia, un regime in grado sia di favorire i migliori che neutralizzare i peggiori non è stato trovato, hayek penso alla demarchia. rothbard al mercato proprietario, dove il cuore del problema è l appropriazione originaria. io ci sto pensando, ma gia mi andrebbe bene una concorrenza istituzionale forte, gran secessioni e cose tipo reti territoriali, quale una volta comuni d italia. cista la richiesta di secessione ora in usa? sembra john titor

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  5. ehm, anonimo ero io, ogni tanto mi sbaglio...

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  6. errata corrige: "la democrazia è il regno dei mediocri. meglio DI quella...".

    adde: hitler ebbe sostegno musulmano, sia per interesse mistico del nazismo verso il secondo, sia per revanscismo del mondo arabo verso le aspettative deluse dagli inglesi.
    quindi, specularmente, l urss favori israele, e la sinistra si accodo, quale esperimento laico e socialista (i kibbutz). oggi i oiu cattivi di tutti sono quelli vestiti di nero che segregano le donne in casa e ti uccidono se non hai la barba. la loro inumanita e carenza di empatia lascia senza parole . indiscutibile.
    aneddoto: in tibet prima dell avvento della cina c era la schiavitù, praticata anche dai monaci. è sempre l esportazione della democrazia (questa volta dai cinesi, la cui schiavitu industriale è un passo avanti) il punto su cui si gira.

    ps in bocca al lupo per il concorso

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  7. Un applauso gdbrc, mi è piaciuto molto leggere il tuo ultimo commento. Devo dirti che il mio esempio era volto a rappresentare come una determinata forma mentis venga trasmessa per "osmosi" dagli psicopatici al comando al resto della popolazione anche se quest'ultima non è affatto incline alla violenza. Sono convinto che la maggior parte di noi voglia semplicemente vivere la propria vita nella maggiore armonia possibile col proprio vicino, e questo può accadere fondamentalmente attraverso lo scambio. Siamo degli "studenti" relegati coattamente in una classe dove il maestro ci insegna che l'appropriazione violenta sia una "necessità" della nostra cultura al fine di vivere in pace. Non ci insegna la comprensione e l'analisi critica, bensì ci insegna a pensare attraverso determinati set di pensieri (già preconfezionati).

    Infatti, col mio esempio di Gaza-Israele volevo mostrarti come, oltre ad attuare le solite politiche anticicliche per fermare correzioni di mercato, gli individui siano diventati inclini a pensare attraverso il pacchetto di pensieri confezionati dall'establishment e quindi avremo una parte che inevitabilmente si scontrerà con un'altra... anche se non lo vuole. Avremo, ad esempio, chi si schiererà completamente a favore dei Palestinesi e chi invece completamente a favore degli Israeliani. Ma grazie a dio c'è sempre qualcuno che scopre questa subdola tattica, e ne denuncia la pericolosità. Ma non è così semplice. La narrativa sull'argomento è vasta, e ho cercato di idealizzare un punto di vista il più neutrale possibile e più obiettivo possibile. Per dire, non approvo affatto Hamas ma comprendo come e perché sia arrivato dov'è.

    Il "sistema di valori," come pacchetto con le istruzioni per l'uso, che vediamo adottato in diversi ambiti sociali al momento, non è una caratteristica spontanea di tutte le entità sociali (che sono, non dimentichiamolo, una astrazione e non esistono come ente reale), bensì sono il frutto di un centinaio di anni di raffinamento del potere. Un lasciapassare per entrare nella testa delle persone e che, al giorno d'oggi, richiede una quindicina di anni di indottrinamento continuo e richiami continui dallo zombie box per essere funzionale al suo scopo.

    In un ambiente umano meno inquinato i soggetti hanno ben presente quale siano le loro reali priorità. Questo spiega anche la mitica "vigliaccheria" degli Italiani, i cui carri armati avevano solo la marcia indietro. (Allora, erano infatti più ignoranti e quindi meno indottrinati. Non che indottrinati non lo fossero, ma solamente nei confronti di un indottrinamento religioso.)

    E' l'uniformità mentale l'avanguardia di questo indottrinamento che prevede la credenza nell'assunto fallace che recita: "questo è l'unico dei mondi possibili." In realtà le dimensioni mentali sono tremendamente variegate, almeno fino a che non attueranno il maledetto NWO, con l'URSSE come fiore all'occhiello.

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  8. http://www.zerohedge.com/news/2012-11-18/three-financial-structure-paradigms-modern-finance

    Sono riuscito a comprenderlo anche io.
    Non c'è altro da fare: beni reali!

    Poi, però, arriva la guerra... ed allora kaputt!

    Farò del mio meglio per impedirla... o per sopravvivere...

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