martedì 5 agosto 2014

Il fine partita keynesiano è vicino

Purtroppo per noi i vari presidenti che si sono succeduti ai posti di comando della FED hanno creduto che giocherellare col tasso di interesse fosse alquanto salutare, se non rinvigorente per l'economia nazionale. Quindi vediamo che i vari discorsi che ci propinano questi stregoni monetari sono sempre gli stessi, con qualche punta di sensazionalismo per tenere alta l'attenzione dei giornalisti. Colpi di scena come quelli della Yellen, ad esempio, secondo cui le bolle sono basate su impulsi irrazionali ed il tasso di interesse (nonché il debito) non ha nulla a che fare con la stabilità finanziaria. Com ha detto anche Draghi, non esiste alcun Piano B. Le banche centrali continueranno per la loro via, continueranno a stampare denaro aspettandosi che questo fallimento possa condurre a qualcosa di diverso. Non è così. Sebbene tali programmi debbano essere abbandonati in virtù della loro natura fallimentare, il tapering non rappresenta quello che la maggior parte degli individui pensa che sia: fine degli esperimenti monetari. Infatti la posizione della FED è tuttora espansionistica, avendo alimentato i suoi programmi di reverse repo. In questo modo gli stregoni presso l'Eccles Building rivendono alle banche debito dello zio Sam di breve periodo, e queste ultime ridanno indietro le riserve in eccesso accumulate presso la FED stessa. E' un processo ad intermittenza, perché le banche commerciali possono usare i bond per creare nuovo credito. Questo denaro ancora non influenza i prezzi di Main Street, poiché utilizzato principalmente per gonfiare i prezzi degli asset e stimolare quel che rimane del carry trade nei mercati azionari ed obbligazionari. Le grandi aziende sono quelle che possono prendere in prestito questo denaro, e lo riciclano subito nel mercato azionario per ricomprare le proprie azioni sostenendo la mania di un ambiente caratterizzato sempre da prezzi crescenti. I fondamentali di mercato sono persi per sempre, così come un sano processo di price discovery. Adesso i regolatori vorrebbero mettere una pezza a questo "abuso" di leva fiannziario, passando leggi che vadano a limitarla significativamente. Non appena verranno approvate, quello sarà il momento in cui potrete scaldare i pop-corn. L'instabilità finanziaria non è solo colpa di speculazioni selvagge nei casinò di Wall Street, ma soprattutto della miope teoria keynesiana che per tutto questo tempo ha guidato le azioni del settore bancario centrale.
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di David Stockman


Le notizie economiche degli ultimi giorni stanno smascherando la menzogna della via di fuga keynesiana. Una ripresa non è affatto dietro l'angolo — ed il 2014 è praticamente il quinto anno in cui il boom predetto dagli economisti di Wall Street sparirà in una bolla di sapone.

Ieri i numeri relativi alle spese al consumo personali nel mese di maggio, hanno rappresentato il punto di flesso. Non solo i consumatori americani non sono usciti dal loro letargo come predetto da ogni economista fiducioso nella "ripresa delle vendite", i numeri hanno segnato un ritorno al passato. Cioè, il fatto che  il PCE (es. spesa al consumo personale) sia tornato a $10.881 miliardi suggerisce che i consumatori sono tornati in letargo! Abbiamo visto la stessa cosa a febbraio, ed i numeri attuali sono addirittura al di sotto dei livelli del marzo scorso ($10.916 miliardi). In altre parole, il consumatore americano sta tirando i remi in barca, non sta acquistando, e l'inverno rigido — caratterizzato da quelle cose chiamate neve e ghiaccio — non vi ha nulla a che fare.

Questo è il momento giusto per intonare una messa funebre a Wall Street. La sua insistenza impudente, secondo cui la folle stampa monetaria della FED rappresenta l'elisir magico che ravviverà l'economia di Main Street, è andata troppo oltre.

In questo contesto, una delle solite teste di legno ospite in TV ha snobbato la scioccante diminuzione del PIL nel primo trimestre definendola roba vecchia... beh, di 100 giorni fa! Solo in un mondo in cui gli stregoni di Wall Street pensano che tutto gira intorno alle manovre settimanali e agli sproloqui della FED, 100 giorni possono essere considerati come "storia antica". Ma il giovane uomo in questione — un certo Dan Greenhaus, chief investment strategist di BTIG — non ha finito di stupirci. In base ad alcuni sondaggi sul sentiment e su altri fattori, ha divinato che i numeri negativi del primo trimestre dell'anno riflettevano solamente i mesi di gennaio e febbraio, e che l'economia statunitense è rimbalzata a marzo.

In altre parole, non ha fatto altro che operare un aggiustamento stagionale intra-trimestrale e poi si è limitato a spiegare i fatti successivi. Ci sono state 265 letture trimestrali del PIL sin dal 1947; solo 18 di queste hanno mostrato un numero inferiore a -2.9% nel primo trimestre dell'anno; e solo in uno di questi trimestri neri, l'economia USA non era in recessione. Identificare un mese di sole nascosto in 13 settimane di attività economica declinante, è la prova che il Kool-Aid ha dato alla testa.

Meglio scegliere un approccio più sobrio. Dopo due mesi, il PCE reale del secondo trimestre è risultato a $10.889 miliardi, nonostante avesse fatto registrare un rialzo dell'1.2% annuo il trimestre precedente. Per di più, anche se le letture del PCE nominale di giugno registrano un rialzo dello 0.8% mensile — un tasso che non era stato registrato da anni — il PCE reale del secondo trimestre sarebbe ancora ben al di sotto del 2%. E dal momento che la tesi keynesiana prevede che i consumatori escano in massa e si portino dietro il 70% del PIL sotto forma di PCE, esiste la possibilità che i risultati del secondo trimestre saranno ben al di sotto del 3%. Questo significa che a metà 2014 l'economia USA avrà sì e no raggiunto i livelli del quarto trimestre 2013.

Dopo tutto, non c'è speranza che gli altri componenti del PIL possano dare segnali incoraggianti per quanto riguarda il secondo trimestre. La costruzione di nuove case è al di sotto dei livelli del primo trimestre. Allo stesso modo, gli investimenti imprenditoriali reali hanno rallentato negli ultimi trimestri — e non c'è segno di un'inversione. Inoltre i dati legati al commercio globale non offrono alcuna speranza di un boom immediato nelle esportazioni USA; né c'è stata un'accelerazione evidente nel consumo e negli investimenti pubblici. Anche se le scorte vedranno un particolare rinvigorimento, ci sono stati solo tre trimestri negli ultimi 45 in cui hanno fatto segnare più di un 2.0% nelle letture trimestrali del PIL.

La verità è che il mantra "i consumi sono ripartiti" sta diventando davvero nauseante, proprio perché è smentito dai fatti. Le letture di maggio, per esempio, hanno fatto segnare solo un guadagno dell'1.8% nel PCE reale rispetto al maggio 2013. E se scendiamo nel dettaglio della cosiddetta ripresa, diviene ovvio che la spesa al consumo reale ha rallentato significativamente piuttosto che impennarsi. Da qui il misero rialzo annuale dell'1.9% del maggio 2013 rispetto a quello dell'anno precedente fermatosi al 2.4% e a quello dell'anno prima ancora fermatosi a 2.6% (es. l'anno finito a maggio 2010). In generale, il PCE reale si è espanso solo dell'1.2% annuo sin dal suo picco ciclico nella primavera del 2008.




Questo trend rappresenta il succo della storia moderna. Durante i sei anni del precedente ciclo, per esempio, il PCE reale si è espanso ad un tasso del 2.5% rispetto al picco dell'ottobre 2001 — o più del doppio rispetto al numero del ciclo attuale.




Per di più tale periodo ha usufruito della spinta della FED per quanto riguarda il debito delle famiglie, e tanto per essere chiari suddetta era è finita. Pertanto la crescita reale del PCE è una funzione della crescita dei saggi salariali, ed è evidente che questi ultimi non stanno crescendo. Infatti l'effetto ricchezza della FED sta avendo in realtà un effetto perverso. I consigli d'amministrazione delle corporazioni ed i CEO vengono remunerati per il riacquisto di azioni ed i costi di ristrutturazione. Quindi prendono in prestito di più ed assumono di meno.




La verità è che stiamo vivendo in un periodo in cui contano solo i prestiti. A breve entreremo nel sessantunesimo mese della cosiddetta ripresa, il che sancisce l'eternità dell'attuale ciclo rispetto alla media di 55 mesi dei 10 cicli sin dal 1949. Eppure ci sono due cose che gli intossicati di Kool-Aid continuano a negare.

In primo luogo, anche l'inflazione CPI è tornata nel range del due percento e potrebbe continuare a salire. Ciò significa che i saggi salariali reali sono stagnanti.

In secondo luogo, anche la tiepida ripresa che abbiamo visto nel PCE è stata raggiunta al costo di far sprofondare il tasso di risparmio delle famiglie — come mostrato qui sotto. Perché diavolo i keynesiani pensano che una popolazione in invecchiamento rimanderà indefinitamente il risparmio per la propria pensione? Più importante: perché la politica monetaria degli ultimi sette anni sarebbe stata progettata per punire i risparmiatori con tassi di deposito pari a zero?




La risposta è chiara. I drogati di Wall Street devono far girare la loro droga euforica per stimolare gli impulsi di Main Street. I tassi di interesse a zero sono progettati per aumentare il rischio nei mercati degli asset — in modo che le pecore potranno essere tosate ancora una volta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Non dimentichiamo che la domanda aggregata keynesiana e' letteralmente la domanda del gregge.
    Questi personaggi del cazzo che ci considerano gregge vanno smascherati. Loro ed i loro furbissimi supporters.
    Ci sta ancora qualcuno che vuole affidare la propria vita a questi fanatici del sistema fiatmoney politico e bancario?

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  2. dna, grazie dell indicazione di ieri, un giorno ti dirò come l ho trovato... quando ti incontro alla festa di freedonia :)

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