mercoledì 8 luglio 2015

La storia di due crisi


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di James Rickards


Due storie dominano i titoli dei media finanziari. La prima riguarda il crollo del mercato azionario cinese e gli sforzi per organizzare un fondo di salvataggio per sostenere lo Shanghai Composite Index. L'altra è il referendum greco in cui il 60% dei votanti ha respinto i termini del salvataggio finanziario offerti dalle "istituzioni" — il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea e l'Unione Europea. I mercati dei capitali mondiali ci stanno raccontando la storia di due crisi.

Le due crisi sono diverse nei particolari, ma pericolosamente simili nelle implicazioni sistemiche. La Cina è la seconda economia più grande del mondo; la Grecia non è nemmeno nella top quaranta. Gli asset finanziari cinesi sono distribuiti tra centinaia di milioni di investitori, mentre il debito sovrano greco è concentrato in poche mani. La Cina è un mercato emergente, mentre la Grecia è un'economia sviluppata. La Cina è una dittatura dall'alto verso il basso, e la Grecia ha appena dato al mondo una dimostrazione di democrazia dal basso.

Ma ciò che contraddistingue queste crisi è banale rispetto a ciò che le unisce. Entrambe hanno il potenziale per innescare un crollo sistemico globale. Il mondo finanziario è più fragile di quanto non fosse nel 2007. Le grandi banche sono più grandi. Gli asset bancari sono concentrati in poche mani. I derivati ​​bancari sono molto più estesi. La liquidità del mercato è anche peggio.

Niente di tutto questo è un segreto. Le elite finanziarie globali lo stanno gridando dai tetti. Gli avvertimenti sono partiti dal FMI, dal G20, dalla Banca Mondiale, dalla BRI e dai think tank privati, ma sono stati perlopiù ignorati. I pazzi (banchieri) hanno continuato a gestire il manicomio (sistema finanziario). Gli investitori hanno continuato ad affollare le bolle azionarie e immobiliari da Wall Street a Wuhan, alla ricerca del fantomatico "rendimento".

Un crollo sembra proprio una questione di tempo. E' questo il momento? La Cina e la Grecia sono quei fiocchi di neve che daranno il via alla valanga?

Probabilmente no. Il sistema è fragile e queste crisi sono importanti, ma gli stati hanno ancora altre carte da giocare: si va dai semplici salvataggi ai bail-in più estremi, passando per un maggiore uso della forza. Le banche sono già state chiuse in Grecia. Le borse possono ancora essere chiuse in Cina. Potrebbero proliferare fallimenti bancari e di broker, ma il centro dovrebbe tenere — per ora.

In poche parole, la Cina potrebbe avere un tracollo multimiliardario, ma ha una manichetta antincendio multibilionaria sotto forma di riserve in dollari. La Cina può ancora adottare il "Whatever It Takes" di Mario Draghi e potrebbe non aver bisogno di stampare denaro; potrebbe usare le sue riserve.

La situazione greca è più difficile. Il "no" ha vinto in modo schiacciante, ma l'affluenza è stata bassa. L'accordo che i greci stavano votando non è mai stato offerto ufficialmente, e potrebbe essere redatto un nuovo accordo. Il referendum non ha alcun impatto giuridicamente vincolante; dal punto di vista legale, non è più significativo di un sondaggio telefonico.

Ma dal punto di vista politico è significativo e costringerà le due parti a tornare al tavolo delle trattative, probabilmente a condizioni più favorevoli per la Grecia. Il referendum non ha fatto nulla per fornire liquidità alla Grecia, o per riaprire le banche. La Grecia è ancora in crisi. Entrambe le parti hanno ancora lo stesso interesse per una soluzione negoziata, perché entrambe le parti hanno molto più da temere dal default che da un paio di concessioni in più. Le dimissioni a sorpresa del Ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, allevieranno parte delle animosità personali e renderanno più facile riprendere i negoziati.

Tra l'altro, queste crisi hanno lasciato il solito elenco di vincitori e vinti. Alcuni investitori in azioni cinesi sono stati spazzati via, ma il mercato sta già rimbalzando grazie all'intervento statale. Alcuni investitori in obbligazioni greche potrebbero ritrovarsi piacevolmente sorpresi. I titoli dei giornali continueranno per il resto della stagione estiva, ma i mercati finiranno per digerire la notizia e andranno avanti.

Questo non vuol dire che va "tutto bene", anzi. Gli inneschi di un enorme tracollo globale sono ancora al loro posto. Gli avvertimenti ufficiali sono corretti. Il crollo non arriverà dalle cose che possiamo vedere — come le bolle azionarie cinesi e il default del debito greco — ma da qualcosa che nessuno ha messo in conto.

Questa è l'essenza dei sistemi complessi. Sono caratterizzati da "proprietà emergenti". Questo significa un comportamento del sistema che non può essere dedotto dalla conoscenza perfetta di tutte le sue parti. L'evento che causerà il crollo arriverà come un ladro di notte, ma arriverà.

È ancora raccomandata un'allocazione in hard asset come oro, argento, terreni e opere d'arte. In questi tempi incerti, il contante dovrebbe avere un posto in ogni portfolio. Le file davanti alle società d'intermediazione cinesi e davanti ai bancomat greci, dovrebbero ricordarci che il tempo per proteggere il proprio portfolio non è quando inizia il panico, ma mentre c'è ancora tempo per agire. Cosa state aspettando?

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. In pratica, il colore del cigno dipende dall'osservatore.
    Se lo vede chi non conosce la teoria austriaca del ciclo economico, il cigno appare nero.
    Se lo vede chi conosce la teoria austriaca del ciclo economico, il cigno appare sempre bianco.

    END THE CB, unica soluzione.
    Che vorrebbe dire che un altro mondo, dopo il finimondo, è possibile. Se resta vivo qualcuno.

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  2. non sarebbe male anche la fine di altro...

    http://sellerio.it/it/catalogo/Democrazia-Come-Violenza/Ateniese/166

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    1. Ciao gdb.

      A dimostrazione che le parole non hanno significato univoco nello spazio e nel tempo, ma mutevole a seconda dei contesti. Democrazia, infatti, era il termine con cui gli avversari definivano il governo popolare di Pericle ad Atene. Essi volevano mettere in risalto il carattere violento (Κρατος indica la potenza nella sua esplicazione violenta: https://en.wikipedia.org/wiki/Kratos_%28mythology%29). Di conseguenza, per coloro che appartenevano ad un sistema politico basato sull'assemblea popolare, democrazia era dunque un sistema liberticida.

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