lunedì 14 settembre 2015

Le tre strade che può imboccare la FED

Nell'introduzione all'articolo del 20 agosto, consigliavo ai lettori di questo blog di tenere d'occhio le cifre del COMEX poiché si sta verificando un fenomeno impossibile sui mercati: a fronte di un'offerta stabile, o calante, e una domanda in ascesa per un determinato bene, il suo prezzo cala. Il fatto che si stia verificando è dovuto principalmente ad una manipolazione dei dati. Attualmente il rapporto di delivery tra metallo fisico e contratti futures sull'oro è di 200:1. Ma i numeri potrebbero essere peggiori, visto che le bullion bank amano truccare i conti e nascondere sotto il tappeto pratiche tutt'altro che legali. Inoltre non è un caso se la Zecca degli Stati Uniti abbia fermato le sue vendite di Silver Eagle e le vendite delle Gold Eagle continuano a far segnare record su record; oppure, non è un caso che banche come ABN Amro e Rabobank abbiano informato i propri clienti, senza alcun preavviso, che non avrebbero più ottenuto il delivery dell'oro fisico in cui avevano investito. Come spiegò in modo preciso e accurato Alasdair Macleod, c'è semplicemente troppo poco oro in occidente. Questo gigantesco schema di Ponzi riguardante il paper gold market e il physical gold market è stato imbastito in funzione di una soppressione del prezzo, attuata per non allarmare gli attori di mercato in relazione alle vere condizioni in cui versano le economie mondiali. Sin dal 2008 gli interventi nei mercati si sono fatti sempre più invadenti e finanziariamente pericolosi, e sebbene l'oro sia ancora ampiamente demonetizzato, nessuno può cancellare 6,000 anni di storia e negare ciò che rappresenta: riserva di valore in caso di panico. È per questo che il mercato dell'oro fisico è così pregno di menzogne e dati campati in aria, come il recente esempio del LBMA ci dimostra. Infatti, delle 6,600 tonnellate di barre d'oro conteggiate dal LBMA nel 2013 e poi spedite in Asia, adesso veniamo a scoprire che in realtà erano 4,600 tonnellate. Ma da dove sono saltate fuori 1,600 tonnellate di barre d'oro se veniva riportato che l'offerta globale della produzione mineraria (più i rottami) era di circa 3,000 tonnellate? Una parola: rehypothcation. L'attuale mercato dell'oro cartaceo è uno schema di Ponzi, e come tutti gli schemi di Ponzi fallirà.
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di James Rickards


Lo scorso 4 settembre è stato rilasciato l'ultimo report sullo stato dell'occupazione negli Stati Uniti, documento atteso con ansia dai mercati. Questo ha rappresentato l'ultimo blocco di dati economici prima della riunione del FOMC del 17 settembre, nella quale si dovrebbe decidere la politica dei tassi d'interesse della Federal Reserve.

È stato ampiamente anticipato che la FED avrebbe innalzato i tassi d'interesse, dopo nove anni, proprio in questa riunione — il cosiddetto "lifoff".

Ma tale decollo è circondato da un dibattito. Voci influenti, come quella dell'ex-segretario del Tesoro, Larry Summers, e del capo del FMI, Christine Lagarde, hanno messo in guardia il presidente della FED, Janet Yellen, che l'economia globale è troppo debole per sopportare un aumento dei tassi d'interesse. Il dibattito — alzare o non alzare — include molti partecipanti da ambo le parti.

Il report del mese scorso sull'occupazione avrebbe dovuto risolvere la questione una volta per tutte. Un report forte, diciamo, 280,000 nuovi posti di lavoro, avrebbe supportato la tesi di un aumento dei tassi. Un rapporto debole, diciamo 120,000 nuovi posti di lavoro, avrebbe fornito un motivo per aspettare. Possiamo dire che parzialmente sono stati accontenati tutti. Gli sviluppi nel mondo del lavoro sono risultati deboli, ma il tasso di disoccupazione è sceso. In pratica, non è stato risolto nulla.

Mentre ci avviciniamo al 17 settembre, il quadro è più confuso che mai. La FED sta davvero camminando sul filo del rasoio. I mercati sono più incerti che mai.

In queste pagine non ci concentriamo solo su un singolo blocco di dati. Invece ne inseriamo di nuovi in un modello basato sulle dinamiche del mercato dei capitali.

Ogni nuovo blocco di dati è "un'indicazione e un avvertimento" riguardo una particolare ipotesi. Quando un'ipotesi sembra debole, modifichiamo il nostro modello. Quando un'ipotesi sembra forte, aggiungiamo suggerimenti su come investire. Questo metodo ci aiuta a fornire una consulenza costante senza essere spiazzati dai dati du jour.

Il nostro approccio è quello di analizzare i dati più recenti lungo una serie storica per vedere dove ci stanno conducendo gli eventi in sviluppo. L'undici agosto abbiamo presentato un grafico in cui veniva visualizzato un tasso d'occupazione in forte calo.

Abbiamo scritto: "Se il momentum negativo continua, potremmo vedere solo 195,000 posti di lavoro creati nel mese d'agosto. Già questo basterà ad uccidere le probabilità di un aumento dei tassi a settembre." Ecco una versione aggiornata del grafico sopracitato, includente i posti di lavoro nel report appena rilasciato:




Non solo è proseguita la pendenza negativa riguardo la creazione dei posti di lavoro, è addirittura peggiorata. La nostra previsione dell'undici agosto, pregna d'indicazioni e avvertimenti, era notevolmente più accurata rispetto a quella del consenso degli analisti di Wall Street.

Il 3 settembre il consenso di Wall Street stimava 220,000 posti di lavoro. L'undici agosto, tre settimane prima, la nostra previsione era di 195,000 posti di lavoro. Il numero effettivo è stato di 173,000 posti di lavoro. Come potete vedere, i nostri modelli sono risultati più accurati di quelli di Wall Street, fornendo un maggiore lasso di tempo per l'azione degli investitori. Questo è il vantaggio del nostro metodo analitico.

Il report sull'occupazione ha fatto abbassare il tasso di disoccupazione dal 5.3% del mese precedente all'attuale 5.1%. Questo rappresenta il raggiungimento di uno dei tre obiettivi di Janet Yellen.

Ma il tasso di disoccupazione è in parte sceso perché la forza lavoro è diminuita di 14,000 persone, e la partecipazione alla forza lavoro è rimasta ai minimi di tutti i tempi. Questi non sono segni di un mercato del lavoro fiorente.

Gli altri due obiettivi della Yellen sono una crescita al 2.5% e un'inflazione al 2%. Qui le cose non vanno bene. La crescita nei primi tre trimestri del 2015 è sotto il 2%, e il trend punta verso il basso. L'inflazione anno/anno, utilizzando l'indicatore preferito della FED, è all'1.2% e anche in questo caso il trend punta verso il basso.

I dati, quindi, sono un miscuglio. Alcuni segni potrebbero sostenere un aumento dei tassi, ma a conti fatti il ​​quadro complessivo è ancora debole. L'aumento dei tassi in un ambiente debole farebbe schizzare il dollaro alle stelle, e importerebbe deflazione dall'estero (sotto forma di prezzi all'importazione più bassi a causa di un dollaro forte). [Questo in realtà è un falso problema, ndT.]

La mia aspettativa è che la FED non farà una piega e non alzerà i tassi a settembre.

A nostro avviso esistono tre possibili esiti per la riunione del FOMC del 17 settembre.



Possibile Esito #1: La FED alza i tassi

Questo sarebbe un errore di politica data la debolezza dell'ambiente economico globale e della crescita degli Stati Uniti, ma potrebbe accadere. Il risultato sarebbe un dollaro forte, una fuga di capitali da tutto il mondo verso i mercati statunitensi, un crollo delle valute e delle azioni dei mercati emergenti, fallimenti di mutuatari aziendali gravati da prestiti denominati in dollari e un possibile contagio/panico globale.

Non mi aspetto che la FED innalzi i tassi, ma è un'eventualità che non può essere esclusa. Il fatto che potrebbero innalzarli è un buon motivo per ridurre le posizioni azionarie long e aumentare la liquidità per ogni evenienza.



Possibile Esito #2: La FED non alza i tassi, ma continua a parlare di un loro innalzamento

Più della stessa cosa, in sostanza. I mercati sperimenterebbero la stessa volatilità che hanno sperimentato sin dagli inizi d'agosto.

Wall Street ha continuato a spostare i paletti durante tutto l'anno. Verso la fine del 2014, Wall Street ha detto che la FED avrebbe alzato i tassi a marzo 2015. Poi a giugno. Poi a settembre. Se la FED non alzasse i tassi a settembre, se ne riparlerebbe alla riunione di dicembre.

Però la FED potrebbe ancora sorprendere tutti. I mercati si sono concentrati sulle riunioni del FOMC di marzo, giugno, settembre e dicembre, perché tali riunioni vengono seguite da conferenze stampa della Yellen. (Non tutte le riunioni del FOMC hanno conferenze stampa; non c'è una riunione della FED a novembre).

Ma la FED potrebbe ventilare un aumento dei tassi ad ottobre. La scorsa primavera la Yellen ha detto che i mercati non dovrebbero escludere un aumento dei tassi in una riunione senza conferenza stampa. La FED può infatti convocare una teleconferenza improvvisata con i giornalisti. La tecnica della teleconferenza permette alla FED d'illustrare le sue mosse di politica anche senza una conferenza stampa formale. Dato il desiderio della FED d'innalzare i tassi, e la sua determinazione di comunicarlo, potremmo vedere una tale "sorpresa" ad ottobre.



Possibile Esito #3: La FED non alza i tassi e accenna ad una qualche azione d'allentamento monetario

Per la FED questa sarebbe l'alternativa migliore, ma la meno probabile. Anche se i tassi sono prossimi allo zero, la FED non ha finito le munizioni. Potrebbe inaugurare il QE4, implementare la forward guidance, portare i tassi in territorio negativo, tornare sul campo della guerra tra valute, o lanciare denaro dagli elicotteri per finanziare deficit più grandi. Queste opzioni potrebbero aumentare l'inflazione e la crescita nominale, anche se farebbero poco o nulla per aiutare la crescita reale.

Bilanciando i rischi, è più probabile che la FED o adotti una politica restrittiva oppure minacci d'attuarla (mi aspetto quest'ultima opzione). In un contesto di crescita debole, questo può incoraggiare una deflazione negli Stati Uniti e una fuga di capitali esteri verso i mercati degli Stati Uniti.

Il più grande beneficiario di entrambe le tendenze sarebbe il mercato dei titoli di stato USA. Le scadenze più lunghe, come le obbligazioni a 30 anni, sono le più volatili, ma offrono anche il potenziale di crescita più concreto se i tassi scendono per i timori di una deflazione. (Nel mondo delle obbligazioni, tassi più bassi equivalgono a prezzi delle obbligazioni più elevati, i quali producono plusvalenze sui titoli stessi, oltre alle cedole.)

Potrebbe verificarsi un rally mostruoso per i titoli di stato USA a lunga maturità. È una scommessa rischiosa che potrebbe avere pesanti conseguenze se la FED sorprende i mercati con discorsi accomodanti. E se la debolezza economica continua, alla fine la FED diventerà accomodante. Ma a nostro avviso, ci vogliono ancora mesi prima d'arrivare a tale esito.

Per ora, i titoli di stato USA a più lunga scadenza sembrano il modo migliore per trarre profitto dalla posizione della FED sul filo del rasoio e da quello che potrebbe essere un errore storico.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. Ciao Francesco.
    Ci limitiamo ad una scommessa senza nulla perderci? Io dico la 3, nonostante Rickards la prospetti un po' più in là. D'altronde, una vera inflazione su Main Street, una tassazione semiocculta e dispersa, l'abbiamo detto un sacco di volte in passato, è meglio di una tassazione palese e mirata. Si sceglie sempre il male minore.

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    1. Ciao Dna.

      Ci sto. Secondo me la 2. :-)
      Comunque, a quanto dice Daiwa, la seconda casa di brokeraggio più grande in Giappone dopo Nomura, lo scenario migliore che ci possiamo aspettare dall'economia globale è un "crollo generale": A Major Bank Just Made Global Financial "Meltdown" Its Base Case: "The Worst The World Has Ever Seen".

      Finirà molto male.

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    2. Il fatto stesso che ci sia un dibattito molto incerto sull'intervento da compiere dimostra la totale incapacità dell'interventismo passato, presente e futuro. Il tutto, guardando anche il caos di indirizzo e di visione in Europa, la dice lunga sulla inaffidabilità delle elite al potere.
      Tutto è ridotto a tattica di breve respiro. Non c'è una strategia lungimirante. Nessun cosiddetto leader ha una vision nuova per il futuro (pensate al neoeletto Corbyn tra i laburisti, che farà proseliti nella nostra sinistra più arcaica, ed alla lotta politica tra i nazionalsocialisti e gli internazionalsocialisti in Europa).
      La decadenza intellettuale dell'occidente corre parallela alla decadenza civile ed economica. Non ovunque nello stesso modo, ma il trend mi pare generale. In questi decenni l'occidente è vissuto dell'azzardo morale di pochi a spese del resto del pianeta. Il prezzo da pagare temo che sarà altissimo. Nel caso migliore si perderà la libertà. Nel peggiore, la vita. Di sicuro la faccia è già persa da tempo.

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  2. siamo tra il noioso e l ansiogeno. qui ci vorrebbe un mutamento epocale. e forse, ma con calma, ci sarà. come dalla moneta res alla moneta credito con la rivoluzione indistriale. siamo in mezzo al guado, ed il problema è che è un guado di melma, in cui nessuno riesce piu a muoversi. guardate il lavoro dipendente: considerato da marx, a proudhon ad ernesto screpanti una forma di schiavitu dell uomo sull uomo oggi si scopre che forse è la miglior forma di garanzia di fronte al lavoro autonomo senza tutele e alle nuove forme di sfruttamento delle multinazionali alla uber. fosse meglio essere schiavi? le contraddizioni sono lampanti, ed ovunque. veloci, schizofreniche. che facciamo coi confini? a chiederlo ai libertari hai risposte diversissime, da una visione proprietaria della terra (proprieta pubblica, della comunita, lo stato, insomma: solo che siccome lo fanno loro allora è giusto) all apertura indiscriminata. solo che quando da spostamento di un individuo verso un luogo che ama diventa invasione di massa ed invasione culturale, allora fa oggettivamente paura. si, in teoria sappiamo, am che fare? e, prima ancora, si puo fare qualcosa? non si puo continuare a pensare come i nostri padri austriaci: non perche abbiano torto, ma perche era un altro mondo. oggi è diverso? no di certo, nella sua base. no di certo, nella truffa fiat. ma - pur su quelle basi - ci si deve adeguare ad una differente modernita. ad un modo veloce e tecnologico. si va avanti, non indietro. l oro non è una reliquia barbarica, ma non è LA soluzione o la giusta medicina per tutto. conosco questa "divine economy theory", dovro approfondirla. ma altro che teorie, qui proprio non si conosce la direzione. la crisi mi pare fortissima ovunque. ci si deve abituare a crisi perenne e complessita. ad un non-modello. ci vuole una rivoluzione epistemologica. al diavolo cosa fa la fed nella prossima riunione!!

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    1. Si va avanti, non indietro. Sicuro? Certamente come individui nel trascorrere del nostro tempo. Ma proprio perché siamo nella melma, bloccati nella melma, può darsi che pian piano si cominci a sprofondare...
      Certo, anni memorabili dinanzi a noi. da surfare con flessibilità ed abilità.
      Infine, un po' di reliquia barbarica serve a trasmettere al futuro, nostro o dei nostri figli, un po' di diritti di proprietà e soprattutto un po' di libertà materiale. La libertà rischia forte. Rischia di diventare una reliquia barbarica senza che i più se ne rendano conto. Poi, come accennavo sopra, meglio schiavo che morto?

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    2. Credo che alla fine tutto dipenda dalla volontà. C'è chi ama inserirsi nella società di massa e chi districarsi da essa. Ma paradossalmente il secondo punto è il più doloroso, perchè significherebbe non dico morire ma qualcosa del genere.
      Che avesse ragione quel tizio che mi disse "Gli unici uomini liberi si trovano al camposanto"?

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