lunedì 9 novembre 2015

Uno sviluppo preoccupante per i rialzisti del mercato azionario





di Bill Bonner


GUALFIN, Argentina – Sì, sembra proprio che stia arrivando. Il nostro amico di lunga data, Hense Ellis, riassume la situazione:

E' cominciata una nuova recessione globale. Il crollo dei prezzi delle materie prime e la crisi delle economie emergenti, porterà inevitabilmente ad un forte calo degli investimenti globali e ad una nuova ondata di disoccupazione.

Inoltre le recenti vendite nel mercato azionario stanno peggiorando le cose, creando un effetto ricchezza negativo che provocherà un calo dei consumi.

Un altro amico economista, Richard Duncan, aggiunge altri particolari:

  • L'economia cinese sta rallentando rapidamente.
  • L'economia indiana è più fragile di quanto si pensi.
  • Il crollo dei prezzi delle materie prime rappresenta un pesante fardello.
  • Il forte calo delle valute dei mercati emergenti è destabilizzante.
  • Il crollo del commercio mondiale è un duro colpo per i profitti aziendali.
  • L'eccesso di capacità industriale sta peggiorando.
  • La qualità del credito si sta deteriorando rapidamente.
  • La disponibilità di credito ha iniziato a prosciugarsi e diventerà molto più stringente.

Duncan ha una teoria sul perché stiano accadendo queste cose – una "mancanza d'eccesso di liquidità".

Come dice lui: "E' la liquidità che muove i mercati. Quando la liquidità è abbondante, i prezzi degli asset tendono a salire; quando è scarsa, i prezzi degli asset tendono a scendere."

Ciò di cui hanno bisogno gli investitori, quindi, è un modo per misurare e prevedere la liquidità.

La risposta di Duncan è qualcosa che lui definisce "indicatore della liquidità."

Quando la FED crea dollari attraverso il QE, inietta la liquidità nei mercati finanziari. Inoltre, quando le banche centrali estere investono le loro riserve in dollari di nuovo negli Stati Uniti, esse vanno ad aggiungersi alla liquidità.

Dall'altro lato dell'equazione, quando il governo prende in prestito dollari per finanziare il suo deficit di bilancio, assorbe liquidità.

Quando la liquidità totale (cioè, il QE e la quantità di dollari accumulati sotto forma di riserve in valuta estera) è più grande del deficit di bilancio, c'è liquidità in eccesso ed i prezzi degli asset tendono a salire. Ma quando la liquidità totale è inferiore al deficit di bilancio, vi è un drenaggio di liquidità ed i prezzi degli asset tendono a scendere.

In questo momento, secondo il modello di Duncan, la liquidità diventerà negativa nel 2015 e rimarrà negativa per ogni anno fino al 2019.

Questo è il motivo per cui Duncan avverte i suoi abbonati che si tratta di un "momento molto pericoloso" per i prezzi degli asset.

Giovedì scorso abbiamo mostrato come l'eccesso di liquidità ribollisse nel mercato dei finanziamenti ipotecari.

Dato che era facile entrare in possesso del denaro – grazie ai tassi bassi e alla cartolarizzazione dilagante del debito ipotecario – la gente comprava più case a prezzi sempre più alti.

Ciò ha spinto il valore della garanzia – le case – cosa che ha permesso alle persone di prendere in prestito ancora di più... e ha stimolato il settore delle costruzioni a costruire più case ed a venderle ad acquirenti sempre più marginali (subprime).

Il debito e il capitale sono schizzati sempre più in alto fino a quando sono crollati nel 2007-08. I prezzi delle case sono crollati e il valore del debito ipotecario è crollato insieme a loro.

Oggi, grazie in gran parte alla bolla della FED, i livelli dei proprietari di abitazioni sono tornati a dove si trovavano quasi mezzo secolo fa.

Ora vediamo accadere lo stesso fenomeno in altri settori. Come abbiamo scritto giovedì, il debito degli studenti, il debito per automobili e i titoli di debito societari, sono tutti una fonte guai.

E il quadro più grande è che le pompe non funzionano più nel modo in cui solevano funzionare. La crescita degli ultimi 20 o 30 anni è scaturita in gran parte – forse del tutto – da un'espansione del credito.

Le banche hanno prestato. I consumatori, le imprese e il governo hanno preso in prestito.

Molti degli ordini delle fabbriche sono finiti nei mercati in via di sviluppo, dove i costi erano più bassi. Ciò ha riversato in queste economie e nelle loro banche centrali un sacco di dollari, i quali sono stati investiti di nuovo in asset degli Stati Uniti.

Ecco Mike Dolan di Reuters:

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il valore in dollari delle riserve in valuta estera detenute da tutte le nazioni in via di sviluppo è aumentato di quasi $7,000 miliardi in un solo decennio, raggiungendo l'anno scorso un picco di circa $8,050 miliardi.

Mentre la Cina ha ricoperto il ruolo principale, pari a circa la metà di tale aumento, il suo boom economico ha creato un superciclo delle materie prime che ha inondato le casse delle nazioni ricche di risorse: dall'Asia alla Russia, al Brasile e al Golfo.

La stragrande maggioranza di questo denaro è finito nel Tesoro degli Stati Uniti e in altri bond a basso rischio dei paesi ricchi.

Capito?

I dollari presi in prestito negli Stati Uniti sono finiti nelle riserve in valuta estera delle banche centrali straniere – soprattutto in Cina.

Cosa c'avrebbero potuto fare?

Comprare più debito pubblico americano. Ridurre i costi d'indebitamento degli Stati Uniti. Rendere ancora più conveniente per gli americani prendere in prestito dollari e mandarli all'estero!

Ecco un grafico creato dal nostro team di ricerca per aiutarvi ad avere un quadro più chiaro di quello che sta succedendo...




Quindi è possibile attribuire gran parte della crescita globale alle riserve cinesi in valuta estera. Mentre salivano, sempre più denaro è finito di nuovo negli asset finanziari statunitensi... e gli americani hanno preso in prestito e speso sempre di più.

Ma ehi, ehi, ehi! Quelle riserve hanno ormai raggiunto l'apice. Di nuovo Dolan:

Le riserve FX dei mercati emergenti sono diminuite di circa cinquecento miliardi di dollari tra la metà del 2014 e la fine del primo trimestre del 2015, come mostrano i dati del FMI, e questo probabilmente è solo l'inizio.

Deutsche Bank ha stimato che è stato raggiunto il limite di quasi due decenni d'accumulo di riserve, e le banche centrali entro la fine del prossimo anno se ne libereranno fino a $1,500 miliardi per far fronte ai deflussi di capitali.

Naturalmente, come vi abbiamo detto ieri, non sappiamo nulla. E anche su di questo abbiamo i nostri dubbi.

Ma sembra che la fine di questo ciclo sia in vista.

Fate attenzione.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. E dire che in tanti aspettano il rally di Natale... e la propaganda mainstream sta andando al massimo di questi tempi.

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  2. un giorno ci sanno troppo soldi, un altro ce ne stanno troppo pochi...
    ma piu ce ne sono, piu ne servono... altrimenti come si pagano tutti quei debiti?
    in fondo la deflazione monetaria altro non è che l eccesso di inflazione che collassa

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  3. Il countdown al rovescio (http://www.economist.com/content/global_debt_clock) : 57,354,627,765,120 $ (nel momento che lo posto). Se non vi ha convinto l'articolo su Bill Gates, questo vi convincera' ancora di piu'

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  4. http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-capitalismo-delle-diseguaglianze-e-del-debito/

    Se riuscite a capirci qualcosa...
    ...io ho capito solo che vogliono la banca centrale in mano ai politici del deficit spending.
    L'importante è che qualcuno gestisca il denaro. Neokeynesiani e liberisti monetaristi sono tutti paraculi.

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    1. Scritto su un media di un personaggio che scrocca crediti a tasso zero per fare fallimenti non mi meraviglia....evidentemente quando parla di spesa pubblica si riferiva alle stampanti obsolete che rifilava negli anni 90 allo stato(poste italiane)

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    2. Inoltre l'articolista prezzolato cita che se non si spende nel welfare come gli ospedali, la gente si ammala e se non viene curata adeguatamente non produce come se l'italia fosse nel terzo mondo (e in parte lo e') : questi sono i dati del The Wolrd Bank IBRD IDA in percentuale al PIL: Albania 5,7; Argentina 6,3; Australia 9,2; Belgio 10,6; China 5,1; Canada 10,9; Rep Ceka 7,5; Croatia 7,3 ; Germany 11,2, Ireland 8,7; Giappone 10,1; Italia 9,2; Francia 11,2; Lussemburgo 7,4;Olanda 12; Polonia 6,9; Romania 5,6; Portogallo 10,4; Spagna 9,4........ Evidentemente il prossimo business dello svizzero saranno le cliniche private fallite...http://data.worldbank.org/indicator/SH.XPD.TOTL.ZS

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