giovedì 1 dicembre 2016

Criptovalute e il destino del dollaro





di James Rickards


In vari momenti della storia il denaro ha assunto varie forme: penne, conchiglie, dollari ed euro. Oro e argento sono certamente denaro. Anche Bitcoin ed altre criptovalute possono essere denaro.

Le persone dicono che alcune forme di denaro, come Bitcoin o i dollari USA, non sono coperte da nulla.

Ma questo non è vero. Sono coperte da una cosa: la fiducia. Se voi ed io abbiamo fiducia che qualcosa è denaro e siamo d'accordo che si tratta di ciò, allora è denaro. Posso chiamare qualcosa denaro, ma se nessun altro al mondo lo vuole, allora non è denaro. Lo stesso vale per oro, dollari e criptovalute.

Gli stati hanno un vantaggio, perché fanno pagare le tasse con la moneta che decidono loro. In altre parole, gli stati creano essenzialmente un uso artificiale per le proprie forme di cartamoneta, minacciando le persone con la galera se non pagano le tasse nella moneta fiat decisa da loro. Il dollaro è una moneta a corso legale negli Stati Uniti.

Secondo John Maynard Keynes e molti altri economisti, è il potere dello stato a dare ad una valuta il suo valore intrinseco. Questa teoria della moneta afferma semplicemente che diamo un valore ai dollari solo perché li dobbiamo usare per pagare le tasse — altrimenti andiamo in galera.

Le cosiddette criptovalute, come Bitcoin, hanno due caratteristiche principali in comune. La prima è che non sono emesse o regolamentate da una qualsiasi banca centrale o autorità di regolamentazione statale. Sono create in accordo con alcuni algoritmi informatici e sono emesse e trasferite attraverso una rete di elaborazione distribuita utilizzando il codice opensource.

Qualsiasi computer che ospita un particolare libro mastro della criptovaluta potrebbe essere distrutto, ma l'esistenza stessa della criptovaluta continuerebbe ad esistere su altri server in tutto il mondo e potrebbe rapidamente essere replicata. È impossibile distruggere un criptovaluta attaccando ogni singolo nodo o gruppo di nodi.

La seconda caratteristica comune è la crittografia, che dà luogo alla parte "cripto" del nome. È possibile osservare le operazioni che si svolgono grazie alla cosiddetta blockchain, che è una sorta di libro mastro di tutte le unità della valuta e transazioni. Ma l'identità delle parti che effettuano le transazioni è nascosta dietro quello che si ritiene essere un codice infrangibile. Solo le parti che effettuano le transazioni hanno le chiavi necessarie per decodificare le informazioni nella blockchain in modo tale da usare e detenere la moneta.

Ciò non significa che le criptovalute sono a prova di rischio. Grandi quantità di unità di criptovalute sono andate perse da coloro che li hanno affidati a "banche" ed "exchange" non regolamentati. Altri sono andati persi per frodi vecchio stile. Alcune unità sono andate perse a causa della distruzione di hardware personali. Ma nel complesso, il sistema funziona abbastanza bene ed è in rapida crescita sia per quanto riguarda le operazioni legittime che quelle illegittime.

Val la pena sottolineare che anche il dollaro americano è in un certo senso una criptovaluta digitale. I dollari sono emessi da una banca centrale, la Federal Reserve, mentre i Bitcoin sono emessi privatamente. Mentre possiamo detenere un paio di dollari di carta nei nostri portafogli di volta in volta, la stragrande maggioranza delle transazioni denominate in dollari, sia in forma di valuta che in titoli, sono condotte sotto forma digitale.

Paghiamo le bollette online, facciamo acquisti con carta di credito, e le transazioni svolte attraverso la banca sono tutte in digitale. Tali operazioni sono tutte criptate e utilizzano le stesse tecniche di codifica come Bitcoin.

La differenza è che la proprietà dei nostri dollari digitali è nota ad alcune controparti di fiducia come le nostre banche, i broker e le società di carte di credito, mentre la proprietà dei Bitcoin è nota solo all'utente ed è nascosta dietro il codice della blockchain.

Bitcoin e le altre criptovalute rappresentano una sfida all'attuale sistema. Un problema è che il valore di un Bitcoin non è costante in termini di dollari americani. Infatti tale valore è stato molto volatile, fluttuante tra $100 e $1,100 nel corso degli ultimi anni. Attualmente è di circa $575.

È vero che i dollari fluttuano in valore rispetto alle altre valute, come l'euro, ma questi cambiamenti sono tipicamente misurati in frazioni di centesimi, non salti di $100 al giorno.

Ciò dà luogo a problemi fiscali. Ad esempio, se si acquista un Bitcoin a $200 e poi lo si scambia per $1,000 di beni o servizi, si ottiene un guadagno netto di $800 tra l'acquisto e la vendita. Dal punto di vista dell'IRS, questo guadagno non è diverso dall'acquisto di azioni a $200 e una loro successiva vendita a $1,000. Bisogna segnalare gli $800 di plusvalenza.

Sembra improbabile che la maggior parte degli utenti Bitcoin abbia segnalato questi guadagni. Coloro che non l'hanno fatto potrebbero essere considerati evasori fiscali. L'IRS ha ampi poteri per indagare sull'evasione e può richiedere alle controparti di rivelare informazioni personali, comprese le password, in modo che possa scoprire le parti negoziali. Tenuto conto del fatto che negli ultimi anni l'IRS s'è accanito selettivamente contro gli attivisti del Tea Party e altri oppositori politici, questo è un grande problema per gli utenti libertari di Bitcoin.

Una possibile soluzione al problema della volatilità di Bitcoin è quella di collegarlo all'oro ad un tasso fisso. Ciò richiederebbe il consenso nella comunità Bitcoin e uno sponsor disposto a creare un mercato dell'oro fisico concordato col valore dei bitcoin. Questo tipo di copertura potrebbe anche dare una spallata al dollaro come valuta di riserva mondiale, specialmente se sostenuto da potenze come Russia e Cina che sono alla ricerca di alternative all'attuale sistema di egemonia del dollaro.

Un altro problema è che Bitcoin e le altre criptovalute non sono ancora sopravvissute ad un ciclo economico completo. Bitcoin, la prima criptovaluta, è stata inventata nel 2009. L'economia globale è in un'espansione debole sin da allora, ma non ha sperimentato un panico finanziario o una recessione tecnica.

Gli investitori hanno una certa esperienza di come azioni, obbligazioni, oro e altre classi di asset potrebbero comportarsi in una recessione, ma non abbiamo esperienza con Bitcoin. La liquidità sparirà e i prezzi scenderanno? O gli investitori lo considereranno un porto sicuro, cosa che condurrà ad aumenti dei prezzi? Non conosciamo la risposta.

Credo che Bitcoin e le altre criptovalute rappresentino un'opportunità. È ancora troppo presto affinché gli investitori lo inseriscano nei loro portfoli, a causa di un eccesso di volatilità e delle varie questioni fiscali pendenti. Ma può arrivare il momento in cui alcune aziende, basate sulla tecnologia di Bitcoin, potrebbero assicurare un interesse agli investitori in base al loro possibile ruolo nei pagamenti e in altre forme di trasferimento di ricchezza. Aziende come Western Union e PayPal dominano l'universo dei sistemi di pagamento oggi, ma presto potrebbero emergere società concorrenti nel mondo delle criptovalute.

Una delle cose che mi piace dell'oro è che non è digitale, non dipende da internet e non dipende dalla rete elettrica. Ha un valore indipendente da queste cose. Bitcoin no, invece.

Se la rete elettrica va in tilt, i vostri Bitcoin sono inutili. Non sono anti-Bitcoin, ma l'oro fisico non ha il difetto di Bitcoin e delle valute digitali come il dollaro statunitense.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


7 commenti:

  1. > Ciò dà luogo a problemi fiscali. Ad esempio, se si acquista un Bitcoin a $200 e poi lo si scambia per $1,000 di beni o servizi, si ottiene un guadagno netto di $800 tra l'acquisto e la vendita.

    L'Agenzia delle Entrate ha espressamente detto che per i privati, finché non usano Bitcoin a scopo speculativo, non devono pagare tasse sul capital gain.

    > L'IRS ha ampi poteri per indagare sull'evasione e può richiedere alle controparti di rivelare informazioni personali, comprese le password, in modo che possa scoprire le parti negoziali.

    Credevo che in Italia ci fosse il diritto di non autoaccusarsi, e quindi si avesse la possibilità di non fornire password. Comunque se faccio una transazione verso un mio secondo portafoglio e affermo di averci pagato una prostituta a Bali e ben difficile poter dimostrare chi controlla quei bitcoin.

    > L'IRS ha ampi poteri per indagare sull'evasione e può richiedere alle controparti di rivelare informazioni personali, comprese le password, in modo che possa scoprire le parti negoziali.

    Impossibile, questo non ha senso.

    > Ciò richiederebbe il consenso nella comunità Bitcoin e uno sponsor disposto a creare un mercato dell'oro fisico concordato col valore dei bitcoin

    Bitcoin esiste solo perché non c'è un "sponsor"

    > Una delle cose che mi piace dell'oro è che non è digitale, non dipende da Internet e non dipende dalla rete elettrica. Ha un valore indipendente da queste cose. Bitcoin no, invece.

    Molto pratico l'oro da usare invece. Se devi ricevere un pagamento da uno sconosciuto cosa fai? Controlli la purezza dell'oro al momento? Bitcoin non si può falsificare invece. La rete come requisito è un vincolo bello forte in situazioni estreme, ma per il restante 99% delle situazioni è preferibile all'oro.

    Martino di ‹inbitcoin

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    1. Avresti potuto scrivere la cosa più semplice dicendo all'autore che non conosce l'argomento che sta affrontando, complimenti per la pazienza.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Grazie Francesco,
    come sempre ottimo lavoro.

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    1. Ottimo lavoro? Ma hai letto il mio commento?
      Martino

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    2. Carissimo Martino,
      "ottimo lavoro" andava inteso con "ottimo lavoro di traduzione".
      Francesco va elogiato perché ci porta articoli ed opinioni che altrimenti i mass-media italici non farebbero vedere.
      Indipendentemente poi con il fatto che tu sia d'accordo o no con l'autore, che in questo caso è James Rickards.

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  4. Letto, apprezzato e convalidato! L'informazione da sempre è un bene primario, un oggetto prezioso, un lavoro da conservare è come l'aria, da respirare. Grazie

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