lunedì 27 marzo 2017

Il cosiddetto “Obamacare Lite” era solo una frode fiscale





di David Stockman


Il piano di “abrogazione e sostituzione” dell'Obamacare, come avevo predetto, era un disastro fiscale.

Non solo avrebbe aggiunto $1,100 miliardi al deficit federale nei prossimi dieci anni, ma, ancora più importante, non avrebbe riformato nulla.

Avrebbe lasciato in piedi la grande espansione del Medicaid, scambiando un tipo di credito d'imposta per un altro nel mercato assicurativo individuale ed avrebbe lasciato intatti gli enormi sussidi fiscali — pari a $350 miliardi all'anno — ai piani forniti dai datori di lavoro.

Quest'ultimo punto esemplifica la codardia che pervadeva il piano di Ryan; e dimostra che se la normativa fosse passata alla Camera e al Senato, sarebbe costata tanto quanto l'Obamacare.

Dal punto di vista fiscale, il piano di Ryan iniziava con un buco di $1,100 miliardi in dieci anni perché abrogava le tasse dell'Obamacare sui fornitori di piani d'assicurazione ad alto costo, dispositivi medici e contribuenti ad alto reddito.

Allo stesso modo, una prima stesura del piano di Ryan ha provocato una levata di scudi da parte dei falchi fiscali nel Freedom Caucus e nel gruppo di studio repubblicano, perché stabiliva un nuovo sussidio sotto le mentite spoglie di una riforma.

Tuttavia il nuovo piano metteva una foglia di fico sul credito d'imposta di Ryan basato sull'età, eliminando l'ammissibilità di Bill Gates ad un credito d'imposta da $4,000 (ha 61 anni) — insieme ad un paio di milioni di altre famiglie americane benestanti.

Dubito che qualcuno anche con la quinta elementare potesse essere ingannato dal piano di Ryan. Le nuove disposizioni rappresentavano solamente nuovi crediti d'imposta che in qualche modo erano più dissoluti dei sussidi di Obama ai premi delle assicurazioni.

In teoria, il 95% delle famiglie avrebbe avuto diritto a rivendicare alcuni o tutti questi crediti d'imposta, i quali andavano dai $2,000 ai $4,000 a persona in base alle fasce d'età. Stiamo parlando di un sussidio da migliaia di miliardi di dollari.

Ma il credito d'imposta per le polizze individuali era solo la punta dell'iceberg.

Gli Stati Uniti hanno un sistema di programmi assistenziali sanitari che avrà un costo di $24,000 miliardi nel corso del prossimo decennio, e il nuovo piano di Ryan avrebbe perpetuato lo status quo.

Questi sarebbero equivalsi a quasi il doppio del costo decennale ($13,200 miliardi) della previdenza sociale. E sette volte il costo ($3,300 miliardi) di altri programmi assistenziali come i food stamp.

Eppure i costi esorbitanti e l'utilizzo eccessivo che hanno portato il sistema sanitario degli Stati Uniti a ricoprire i 18% del PIL (rispetto al 10-12% di quasi tutti gli altri paesi sviluppati), sono risultati direttamente da questi massicci sussidi statali.




Favoriscono un sistema perverso di socialismo per i beneficiari e capitalismo clientelare per i fornitori ed i loro vari cartelli.

Il cuore del problema è un gigantesco sistema di elargimenti che elimina essenzialmente i prezzi di mercato e gli acquisti dettati dai consumatori. Il risultato è un sovrautilizzo dei servizi, prezzi altissimi e presunti pasti gratis.

Quando praticamente tutto viene pagato da terze parti, i consumatori vengono scalzati poiché non possono più orientare il mercato secondo le loro esigenze e non hanno più una rete informativa oggettiva di prezzi — solo alcune centinaia di milioni di pazienti indifferenti ai costi con vari tipi di carte prepagate (ad esempio, Medicare, Medicaid, croce blu, piani forniti dai datori di lavoro, ecc.).

Inutile dire che non c'è alcun libero mercato quando non ci sono più consumatori reali.

Ciò che passa per mercato sanitario oggi, è solo una stanza di compensazione burocratica dove vari cartelli cercano di massimizzare i loro fatturati — mentre le compagnie di assicurazione e altre agenzie simili cercano di minimizzare i loro pagamenti.

Di conseguenza le professioni mediche si sono trasformate in una grande lobby di capitalismo clientelare di Washington.

Ciò che ci ritroviamo tra i piedi, quindi, sono prezzi elevati, interminabili problemi sulle coperture ed una completa perdita di sovranità dei consumatori sui propri costi di assistenza sanitaria e sulla relativa qualità. E questo è ciò che la popolazione — sia che vi si riconosca pienamente o meno — obietta “all'Obamacare”.

Alla fine questa è assistenza sanitaria socialista ed è quello che manderà in bancarotta l'America. Anche perché l'Obamacare Lite dello Speaker Ryan non cambiava di una virgola questo sistema. Dopo tutto sono state le lobby di Washington che essenzialmente hanno elaborato la sua proposta di legge.

Inutile dire che se si lascia in piedi un programma non riformato del Medicaid e vi si aggiungono crediti d'imposta ultra-generosi, l'unica cosa che si otterrà sarà un'emorragia fiscale.

I sussidi dell'Obamacare avranno un costo di circa $900 miliardi nel prossimo decennio. Ma sono più che sicuro che le proposte di Ryan avrebbero avuto probabilmente un costo superiore. Come sarebbe potuto essere altrimenti, quando le famiglie con un quarto di milione di dollari di reddito annuo sarebbero state considerate ammissibili ad ottenere i benefici dell'Obamacare Lite?

Ma la vera magagna era il fumo negli occhi proveniente dal Medicaid. Secondo il CBO l'attuale legge avrà un costo di $5,200 miliardi nel corso del prossimo decennio, e quando vi aggiungiamo la quota corrispondente dei vari stati il costo totale per i contribuenti è di circa $8,500 miliardi. L'Obamacare Lite non sarebbe costato un centesimo di meno, anzi.

In primo luogo, il piano di Ryan non avrebbe abrogato l'espansione del Medicaid per coprire tutti fino al 138% della soglia di povertà. Gli 11 milioni di beneficiari che Obama ha aggiunto, portando le fila del Medicaid a raggiungere i circa 70 milioni, sarebbero rimasti al loro posto.

L'unica cosa che cambiava col piano di Ryan era che dopo il 2020, chiunque ammissibile sarebbe stato finanziato col Medicaid ad una percentuale standard di circa il 57% in media, e non del 90%.

Ma qualunque fosse stato il “risparmio”, sarebbe stato annullato dal contentino di Ryan ai governatori del GOP. Vale a dire, il nuovo programma di “concessioni per le innovazioni” da $100 miliardi agli stati per sovvenzionare le popolazioni ad alto costo (condizioni pre-esistenti) e per altri scopi.

Cerchiamo allora di mettere tutto ciò in prospettiva. Andiamo al cuore di questa storia, dove tutto è iniziato, negli anni '60 circa.

A quel tempo il PIL era di circa $550 miliardi e la nazione spendeva solo $27 miliardi per l'assistenza sanitaria in tutte le sue forme — dai medici agli ospedali e alla riabilitazione professionale — o circa il 5% del PIL.

In termini pro-capite era pari a solo $145 a persona. Ma la cosa sorprendente è che $70 dei suddetti dollari, o quasi la metà del totale, era pagata dai contribuenti stessi.

Poi, 55 anni dopo, l'assistenza sanitaria è diventata irriconoscibile.

Nel 2015 i pagamenti di terze parti sono stati pari a $7,450 pro-capite, o il 186X in più rispetto al 1960. E non è tutta inflazione o crescita economica. L'indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato di circa l'8X durante suddetto lasso di tempo ed il PIL nominale pro-capite è salito del 18X.

Detto in modo diverso, la spesa sanitaria totale era di $3,200 miliardi nel 2015: il 17.8% del PIL rispetto al solo 5% nel 1961.

Al contrario, la spesa di tasca propria da parte dei contribuenti per l'assistenza sanitaria, era pari al 3.2% del reddito personale rispetto a solo il 2.0% nel 2015.

Cioè, la quota di reddito nazionale dedicata all'assistenza sanitaria è aumentata del 3.5X, mentre il morso sui bilanci delle famiglie è diminuito di quasi il 40%.

Inoltre, non v'è alcun dubbio su come questo sia potuto accadere.

Il più grande di tutti gli abomini sul libero mercato è stata l'assicurazione sanitaria fornita dai datori di lavoro: un prodotto che non esisterebbe se fosse tassato come gli altri redditi da lavoro e che non è affatto un'assicurazione, ma semplicemente una forma di pagamento anticipato per i servizi sanitari.

Come molte delle altre deformazioni che distorcono il libero mercato, i sussidi fiscali per i piani forniti dai datori di lavoro non sono altro che residui del New Deal (quando i piani salute erano esclusi dai controlli salariali).

Il resto è storia: i cosiddetti piani di assicurazione sanitaria forniti dai datori di lavoro hanno creato un cuneo gigante, tra prezzi più alti ricevuti da medici e ospedali ed una costante contrazione dei costi sborsati dai contribuenti.

E, sì, si trattava proprio di una specie di cuneo. Nel 1960 l'assicurazione privata era pari a $5.8 miliardi. Tale cifra copriva solo il 22% del totale delle spese sanitarie ed era pari a solo l'1.3% del reddito personale.

Invece nel 2015 l'assicurazione sanitaria privata — quasi interamente un piano fornito dai datori di lavoro — era di $1,070 miliardi, o il 107X in più rispetto al livello del 1960 su base pro-capite.

A causa delle dinamiche intrinseche all'attuale sistema di pagamenti, l'inflazione sanitaria è diventata una componente ingombrante. Durante l'ultimo mezzo secolo, per esempio, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dell'8X, i salari medi del 10X ed i costi ospedalieri del 40X.

L'inflazione dei costi medici, dei farmaci, dei test di laboratorio e della maggior parte dei servizi sanitari, è stata solo un po' meno esplosiva, ma la causa di fondo è la stessa: i servizi sanitari di routine non sono rischi assicurabili, perché sia ​​i fornitori sia i consumatori dirigono la frequenza ed il costo del servizio.

In certi strati demografici, per esempio, il tasso di obesità e il diabete sono così diffusi che la copertura sanitaria equivarrebbe a fornire ai piromani un'assicurazione contro gli incendi.

Ma il problema insormontabile è la ricaduta enorme sui cittadini innocenti.

L'inflazione dilagante nel settore sanitario significa che gran parte della popolazione è stata "sbattuta fuori" dal sistema sanitario a causa dei prezzi elevati, compresi i poveri, i pensionati, i lavoratori autonomi e quelli con condizioni pre-esistenti. È così che abbiamo ottenuto il Medicare, il Medicaid e l'Obamacare: una perturbazione del mercato da parte dello stato ne ha generata un'altra e un'altra ancora.

Prima che questi programmi venissero approvati, nel 1960 l'assicurazione pubblica ed altri finanziamenti legati all'assistenza sanitaria ammontavano a soli $1.7 miliardi, o lo 0.3% del PIL, e $9 per abitante.

Oggi il costo combinato di Medicare/Medicaid e altri programmi governativi ammonta a $1,500 miliardi, o l'8.5% del PIL. Stiamo parlando di $4,800 pro-capite, o il 530X in più rispetto a quanto veniva speso pro-capite nel 1960.

Va da sé che le esigenze mediche degli anziani e dei poveri non sono salite di un fattore del 9% del PIL negli ultimi cinquant'anni. Alla fine questo è socialismo nell'assistenza sanitaria, e manderà in bancarotta l'America.

Solo i consumatori possono rendere un mercato sanitario, efficiente, innovativo ed onesto: la cura definitiva per ciò che affligge il sistema sanitario americano di oggi.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. Il bello del socialismo democratico moderno è proprio il fatto che in nome dei bisogni del popolo bue si possono arricchire alcune categorie burocratiche e corporative che, giunte ciclicamente al capolinea fallimentare del loro sistema predatorio, possono socializzarne le perdite sul popolo bue in nome degli interessi del popolo bue.
    Fantastico!

    RispondiElimina
  2. Il cornuto che dice asino al bue.

    Riccardo Giuliani

    RispondiElimina
  3. Ciao Riccardo e Dna.

    Eppure in passato c'erano figure istituzionali che ci credevano davvero al potenziale insito nella libertà individuale. Abbiamo le prove che una deregolamentazione e una maggiore libertà di scelta siano fautori di un miglioramento significativo della società nel suo complesso. Se non fosse stato per la lungimiranza di Ludwig Erhard, la Germania Ovest non avrebbe sviluppato quel potenziale industriale che l'ha resa una potenza indiscussa sulla scena commerciale internazionale. i tedeschi uscivano da un periodo bellico devastante, ciononostante in una decina d'anni si rimisero in carreggiata ed anche di più. Non solo, ma lungi da lui prendersene il merito come documenta nel suo libro del 1958, Prosperity through Competition. Il "miracolo" tedesco era tutto frutto della laboriosità e della libertà nelle mani degli attori di mercato.

    È una questione di ideologia alla fine. Maggiore sarà la conoscenza di figure simile, maggiore sarà la possibilità che gli individui vengano affascinati dal loro carisma. Gli imperi crollano, nonostante sembrino inossidabili durante il loro regno. Ciò vale per gli USA così come per l'Europa.

    RispondiElimina
  4. Abolizione? Neanche per sogno! Hanno sostituito un disastro con un altro disastro, perché questa è la legge della burocrazia: una volta che viene introdotto un modo affinché lo stato possa guadagnare risorse e potere, difficilmente viene abrogato. Come spiegato in diversi articoli di Stockman sull'argomento e presenti qui sul blog, l'Obamacare viene riarrangiato e non viene eliminato. I deficit per sostenerlo e la gigantesca burocrazia nata sin dalla sua approvazione, resteranno dove sono.

    Cattiva pubblicità per i repubblicani che adesso si sono addossati l'etichetta del fallimento dell'Obamacare, quando invece prima era esclusivamente dei democratici. Adesso però la palla passa al Senato e qui le possibilità di essere approvata diminuiscono, poiché, come ha detto il repubblicano Schumer qualche mese fa: "Perché rischiare un sì d'approvazione della legge quando essa sta devastando gli elettori e praticamente ha poche chance di essere approvata?"

    Inoltre così come è impostata la legge viola la cosiddetta Byrd Rule, e le possibilità di essere approvata si riducono ulteriormente. SI profila all'orizzonte la terza cocente batosta per Trump.

    RispondiElimina