martedì 20 giugno 2017

L'oro supera i venti contrari della FED





di James Rickards


L'oro si è mosso a fasi dal livello post-elezioni di $1,128 l'oncia il 15 dicembre 2016 al suo attuale livello di $1,246 l'oncia. Questo è un guadagno del 12% in 15 settimane.

L'unica regressione significativa è stata un salto del 4% dal 1 marzo al 9 marzo 2017. Ma l'oro ha recuperato tutto quel terreno perduto sin da allora.

L'oro ha avuto un gran giorno ieri, salendo di oltre $20 dollari.

Il recente picco dell'oro è stato alimentato in parte dalle preoccupazioni geopolitiche riguardanti l'attacco missilistico in Siria da parte degli Stati Uniti e le crescenti tensioni in Corea del Nord. Nessuna di queste situazioni sarà risolta presto ed entrambe hanno la capacità di portare in guerra gli Stati Uniti. La geopolitica continuerà a mantenere un "floor" ai prezzi dell'oro.

Detto questo, ciò che è più impressionante riguardo il recente rally dell'oro è che l'ambiente macro non è stato particolarmente buono. La FED ha aumentato i tassi il 15 marzo e li ha rialzati ancora il 14 giugno. Il percorso verso tassi più elevati è ormai impostato. L'unico dibattito è se ci saranno altri aumenti dei tassi quest'anno, ma nessuno si aspetta una pausa.

La posizione più restrittiva da parte della FED ha sostenuto un dollaro forte, cosa che è tipicamente contraria al prezzo dell'oro in dollari. Se pensate all'oro e al dollaro come due forme di denaro, allora è inusuale che entrambi siano forti allo stesso tempo.

Ma è esattamente quello che sta succedendo.

E c'è un mistero. Gli aumenti del tasso dei fondi federali, controllati dalla Federal Reserve, dovrebbero essere negativi per il prezzo dell'oro in dollari. Dopo tutto, l'oro non ha alcun rendimento e concorre con gli investimenti fruttiferi.

Quando i tassi d'interesse salgono, suddetto rapporto sembra peggiore per l'oro e dovrebbe rappresentare prezzi più bassi per il metallo giallo. Invece l'oro è salito insieme ai tassi d'interesse. Cosa succede?

Infatti il punto di vista convenzionale, secondo cui i tassi più alti rappresenterebbero una cattiva notizia per l'oro, è errato. La correlazione tra il prezzo dell'oro in dollari e il tasso dei fondi federali è abbastanza bassa. Quelli che aspettano che i prezzi dell'oro scendano in presenza di tassi più alti, non comprendono un elemento molto importante.

Questi analisti si concentrano sui tassi d'interesse nominali.

Questo è un benchmark sbagliato. La chiave è quella di concentrarsi sui tassi d'interesse reali che sono calcolati sottraendo l'inflazione dal tasso nominale. L'inflazione è risultata in aumento di recente. Quando questa inflazione viene sottratta dai tassi d'interesse nominali, si scopre che i tassi reali stanno andando giù, non su. Sono i tassi d'interesse reali che forniscono una spinta ai prezzi dell'oro.

Con l'oro che sale in un ambiente difficile, immaginate quanto possa salire di più se la FED sceglierà di adottare una posizione monetaria più accomodante.

Ed è esattamente quello che mi aspetto.

L'ennesimo innalzamento dei tassi potrebbe essere l'ultimo chiodo nella bara dell'espansione economica degli Stati Uniti, la quale ha avuto inizio a giugno 2009. L'economia statunitense è già debole. La FED di Atlanta ha dichiarato che il PIL del primo trimestre è stato solo dello 0.7%.

Questa espansione è già da record, più di 91 mesi. L'espansione media sin dal 1980, un periodo di lunghe espansioni, è di 80 mesi. Chiaramente l'economia sta vivendo su tempo preso in prestito, oltreché su soldi presi in prestito.

La cosa importante da capire è che i tassi vengono rialzati per i motivi sbagliati. Non sono rialzati perché l'economia è più forte, la FED li sta rialzando in un ambiente debole e lo farà peggiorare.

Nel breve termine possiamo aspettarci tassi più alti e un dollaro leggermente più forte. Ma quando l'economia finirà in stallo, cosa che mi aspetto accadrà intorno a luglio, potremmo anche vedere una grande correzione del mercato azionario. Questo è molto probabile, perché il mercato azionario ha prezzi basati sulle aspettative riguardo le politiche di Trump, molte delle quali stanno sfumando.

Non avremo una riforma fiscale che i mercati vogliono, o almeno non molto presto. Né possiamo aspettarci per il futuro prossimo il tipo di spese per infrastrutture che il mercato prevedeva. Trump sta facendo più progressi sulla riforma delle normative, ma richiede molto tempo affinché abbia un qualhe effetto tangibile.

Non ho nemmeno menzionato il fiasco dell'assistenza sanitaria. Non è chiaro come questo sarà risolto, se sarà risolto del tutto.

E oltre alle distrazioni della Siria, della Cina e della Corea del Nord, c'è ancora la questione degli hacker russi. Quindi non sembra che vedremo molti progressi sul fronte economico molto presto. E ci sono segnali che la crescita stia già finendo in stallo.

Quando la FED riprenderà una posizione accomodante dopo giugno per rianimare l'economia, l'oro salirà di nuovo.

Dobbiamo poi considerare i fattori globali che stanno guidando il prezzo dell'oro.

Le crescenti tensioni geopolitiche sono un fattore ovvio, come accennato. E le nazioni come la Russia e la Cina stanno acquistando un sacco di oro.

Ma non è tutto. Il dollaro è stato forte in base alla sua scarsità a livello globale, oltre alla posizione restrittiva della FED. In Cina i cittadini e le imprese sono disperatamente in cerca di dollari per portare fuori dal Paese i loro soldi prima che scoppi la bolla cinese del credito.

Altri Paesi dei mercati emergenti si stanno affannando per entrare in possesso di dollari e ripagare i loro debiti denominati in dollari prima che la valuta americana diventi ancora più forte e i tassi statunitensi salgano.

Normalmente un dollaro forte significherebbe un prezzo più basso dell'oro in dollari. Ma l'oro sta rispondendo alla propria dinamica in base all'offerta e alla domanda. Gli stessi cinesi sono disperatamente alla ricerca d'oro. Hanno bisogno di una riserva di valore diversa dalle azioni, dai beni immobili e dai depositi bancari per trovare riparo dalla tempesta finanziaria.

Coloro che sono bloccati in Cina e non possono portare fuori i loro soldi, possono almeno acquistare oro fisico e spostarsi ai margini prima che la tempesta imperversi. La produzione mineraria è piatta, mentre la domanda delle raffinerie sta aumentando; anche questo significa pressione verso l'alto sul prezzo dell'oro.

Ma c'è un altro fattore dietro un robusto aumento dei prezzi dell'oro: la scarsità dell'offerta d'oro fisico rispetto alla domanda.

Per ora l'oro continua a salire sulla base di una combinazione di inflazione più elevata, preoccupazioni geopolitiche e ristrettezza dell'offerta. Non vediamo nessun cambiamento nel breve termine.

Il messaggio è il seguente: mentre l'oro sale, non è troppo tardi per saltare sul treno.

I minatori d'oro dovrebbero sfoggiare prestazioni migliori rispetto all'oro fisico a causa della leva interna delle azioni minerarie. Possono crescere molto più velocemente rispetto al prezzo dell'oro fisico.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


7 commenti:

  1. Ai primi di Luglio si incontrano Trump e Putin. Vediamo come andrà. Può darsi che in superficie apparirà ostilità, ma sotto sarà diverso.
    Cmq questa è geopolitica, non economia di libero mercato.
    D'altronde in presenza di imperialismo e contenimento non può andare altrimenti.
    Noi allievi austriaci siamo innamorati del libero mercato ottocentesco fino al 1913. Del capitalismo imprenditoriale di allora.
    Oggi ci confrontiamo col neoliberismo finanziario transnazionale consentito e sostenuto dalle banche centrali. Comincio a riconsiderare il mantra che la politica domini l'economia. È la finanza che domina la politica e dunque l'economia. E non posso negare che certe analisi del filosofo marxiano e gramsciano Fusaro corrispondano alle mie riflessioni. A lui contesto la soluzione illusoria dello stato etico hegeliano. Dalla padella alla brace.
    Ma la critica alla finanziarizzazione esasperata e schiavizzatrice la condivido.

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  2. Fusaro infatti dice cose giuste (la politica fa scelte pro dominus finanziario)...proprio per questo proporre come sokuzione piu stato ě un contro senso.

    Alla fine il dominus finanziario ha comunque bisogno dei politici che gli facciano ke leggi...in assenza di tali leggi, la finanza non avrebbe alcun potere.

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    1. Probabilmente pensa agli stati nazionali contro i superstati che approvano i TTIP.

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    2. Per quanto paradossale in ottica libertarian, assai diversa dal libertarismo dei diritti civili dei liberal dominanti, il ritorno agli stati sovrani rappresenta un decentramento rispetto alle oligarchie politicofinanziarie transnazionali ed accentratrici.
      Ben altro però è l'uomo sovrano che coopera volontariamente con gli altri dei libertarian e degli austriaci.

      Offtopic. Un tempo le battaglie per i diritti civili partivano dal basso. Oggi tutto e di più viene calato o imposto dall'alto, svuotando di valore i cosiddetti diritti civili ridotti a concessioni finalizzate a sradicare da se stessi gli individui schiavi itineranti al seguito del capitale finanziario transnazionale.

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  3. Pure gli orologi rotti segnano l'ora giusta due volte al giorno, ma almeno non si fanno pagare ogni mese con i soldi che il privante estorce ai privati.
    Spero che sia chiaro che se Fusaro-disco-rotto è uno che "ogni tanto qualcosa giusta la dice" vuol dire che siamo al capolinea.
    Se l'alternativa al mondialismo con i soldi altrui è il solito statalismo con i soldi altrui, con tutti i suoi cavoli di difetti orribili preferisco il mondialismo, perché ogni tanto coincide con il globalismo (inteso come network cooperativo globale-fisico).

    Tanto le chiacchiere stanno a zero: Fusaro od Obama poco cambia.
    Nessuno dei due mondi vi dirà come proteggere i vostri cari. Anzi...

    R.G.

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    1. Riccardo, c'è solo da aspettare che le bc falliscano nei loro intenti, ma ci sarà il FMI a salvare il culo ai soliti intoccabili. Col fiatmoney possono inventarsi qualsiasi cosa ed accogliere nuovi "amici" se necessario. I Cinesi, per esempio.

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  4. Le raffinerie auree in Svizzera (parola di Rickards) non riescono a soddisfare la domanda di oro cinese, russa e indiana.
    A quanto ho capito le miniere lavorano con profitti ridotti per via del prezzo sfacciatamente manipolato al ribasso.

    Con le dovute differenze l'argento segue un pattern simile.

    Molti stati e relative banche centrali si sono "alleggerite" delle riserve d'oro in questi anni (Canada e UK sono con le pezze sul sedere in questo senso) ingrossando il fiume giallo verso oriente.

    Poiché le sopraccitate raffinerie starebbero lavorando ad un ritmo folle, cosa farà rompere l'elastico per primo: la chiusura delle miniere non più profittevoli o lo stop delle vendite occidentali all'oriente?

    R.G.

    P.S.: comincio ad avere qualche dubbio che la Cina arriverà a riempire i propri forzieri in tempo per la tempesta.

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