venerdì 2 giugno 2017

La strategia della guerra finanziaria dell'America





di Alasdair Macleod


Il rinnovato desiderio dell'America d'intensificare le tensioni militari incarna la strategia statunitense di una guerra finanziaria infinita, questa volta diretta verso la Corea del Nord, la Siria e forse l'Iran. Questo è il parere dei consulenti strategici della Cina. Analizzando dal punto di vista della Cina la geopolitica e l'economia dietro la strategia di guerra dell'America, possiamo concludere che sta entrando nella sua fase finale. La cosiddetta "exit strategy" della Cina sembra essere quella di legare i prezzi dell'energia e poi quelli di altre materie prime all'oro, tornando allo status quo pre-1971, quando il dollaro era solo un collegamento tra i prezzi delle materie prime e l'oro. Però questa volta il dollaro stesso sarà estromesso, poiché la Cina utilizzerà lo yuan per il suo impero, che col tempo diventerà molto più grande di quello degli Stati Uniti se misurato in PIL.



Introduzione

Il giorno in cui il presidente Trump ha ricoperto ufficialmente la sua carica, sembrava che alla fine ci sarebbe stato un détente con la Russia, portando al ritiro dell'America da conflitti inutili e verso un nuovo accordo pacifico tra questi due nemici. Tuttavia nei suoi primi cento giorni Trump ha tradito la sua piattaforma elettorale, passando dal disimpegno nei conflitti esteri ad una campagna aggressiva in più località.

Qualcosa di grande ha cambiato il suo pensiero. Trump ha commesso non meno di cinque atti di aggressione in questo breve periodo, con un sesto in sospeso. Innanzitutto c'è stata un'operazione congiunta in Yemen con i generali degli Emirati; è stata un fallimento ed ha portato alla morte di un militare SEAL. Il secondo è stato il recente attacco su un campo aereo siriano, in risposta ad un presunto attacco col gas velenoso da parte di Assad. Il terzo è l'escalation delle minacce militari contro la Corea del Nord. Il quarto è il bombardamento di una rete di grotte in Afghanistan orientale. Ed il quinto è il dispiegamento di maggiori truppe nell'Iraq settentrionale e nella Siria orientale per rafforzare la lotta contro l'ISIS. La retorica è anche in agguato contro lo spauracchio americano di lunga durata: l'Iran.

I tre teatri di guerra, quindi, che offrono le prospettive di un'ulteriore escalation bellica sono la Siria, la Corea e l'Iran. Si trovano in due regioni in cui sono possedute e investite quantità significative di dollari, rischiando di scatenare una fuga di capitali, cosa che dovrebbe essere tenuta a mente durante la lettura di questo articolo.

Trump è anche in cerca di approvazione del Congresso per un aumento della spesa per la difesa: un totale di $54 miliardi, un aumento massiccio che, mettendolo in prospettiva, possiamo paragonarlo con il bilancio totale della difesa della Russia a $66 miliardi.

L'ipotesi alla base è che la forza militare americana e la tecnologia militare garantiranno la vittoria. Questo non è stato il caso durante la prima invasione irachena nel 1990. Da allora qualsiasi successo iniziale è stato più che surclassato da successivi fallimenti e conseguenze non intenzionali. È a causa delle operazioni guidate dagli americani in Iraq, Afghanistan, Libia e Siria che l'Europa è inondata di rifugiati, tra cui si nascondono anche terroristi. Non c'è dubbio, quindi, che un analista spassionato suggerirebbe all'America di abbandonare l'azione militare, per cui devono esserci altre ragioni dietro la voglia dell'America di fare guerra.

La Cina, di per sé un obiettivo strategico di lunga data, è sicuramente preoccupata per l'escalation delle minacce nei confronti della Corea del Nord. In termini di scambi, la Corea del Sud è ora un importante partner commerciale, e per questo motivo la Cina non vuole vedere deteriorarsi la situazione nella penisola coreana. Non vuole neanche che l'America arrivi lungo i suoi confini. Anche la Russia spartisce una piccola porzione di confine con la Corea del Nord e potrebbe condividere questo punto di vista. Tuttavia il commercio della Russia non avviene tanto con la Corea del Sud, ciononostante è un importante fornitore di armi insieme a quella del Nord.

L'unico leader con un buon rapporto col presidente della Corea del Nord, Kim Jong-un, è proprio il presidente russo Putin. Quando Trump è stato eletto, i negoziati con la Corea del Nord erano un'opzione realistica e si parlava anche di una riunione con Kim Jong-un per negoziare. Il percorso verso i negoziati è sempre stato mediato da Putin, e se questa finestra non è stata effettivamente chiusa, resta ancora molto più difficile negoziare a causa del lancio di missili da parte dell'America contro gli interessi della Russia in Siria.

Mentre le rinnovate ostilità in Corea minacciano di riprendere (sebbene non si siano mai ufficialmente concluse nel 1953), la Cina e la Russia sono sicure di raffreddare la situazione. Il Presidente Xi ha espresso la sua valutazione nei confronti del Presidente Trump proprio riguardo questo punto, probabilmente il motivo più importante per la riunione a Mar-a-Lago. Xi ha commentato l'attacco missilistico contro la Siria, parlando del gioco d'azzardo di un uomo d'affari atto ad impressionare l'avversario. Non era l'azione di uno statista. Xi ha probabilmente pensato che fosse un dilettante, addirittura un segno di debolezza.

Il rapporto tra la Russia e la Cina è forte e probabilmente coordineranno le loro risposte strategiche riguardo l'aggressione americana sia in Corea che in Siria. La domanda adesso è: se l'America continuerà ad intensificare le sue azioni belliche contro la Corea del Nord, la Siria e forse l'Iran, quale sarà la loro risposta? Per indizi, dovremmo esaminare questo aspetto dal punto di vista della Cina. Lo stratega più influente dell'Esercito di Liberazione Popolare, il maggiore generale Qiao Liang, ha presentato la sua filosofia strategica globale nell'autunno 2015 in un forum di studio della Commissione Centrale del Partito Comunista. La sua opinione può essere considerata come quella della leadership cinese.



Le ipotesi riguardanti la Cina

L'analisi economica e le conclusioni di Qiao sono interessanti ed importanti, ma dovrebbero essere lette per quello che non dice, oltre a quello che dice. La tesi principale di Qiao è che l'America utilizza il dollaro per manipolare a suo vantaggio il commercio estero e la finanza. Molti di noi hanno familiarità con la tesi secondo cui esportando dollari e credito bancario in dollari, l'America crei ricchezza sia per il governo USA che per le grandi banche americane; e lo status del dollaro di valuta di riserva mondiale è di conseguenza vitale per l'economia degli Stati Uniti. Ma Qiao fa un passo avanti, sostenendo che da quando il dollaro è stato disconnesso dal prezzo dell'oro, l'America ha avviato un ciclo economico tra gli utilizzatori stranieri del dollaro e ha tratto vantaggio da tale processo. Come dice Qiao:

Gli Stati Uniti hanno evitato un'elevata inflazione lasciando che il dollaro circolasse globalmente. Deve anche raffreddare la stampa di dollari per evitare una svalutazione del dollaro. Allora cosa dovrebbe fare quando è a corto di dollari?

Gli americani hanno scelto una soluzione: emettere debito per riportare i dollari negli Stati Uniti. Gli americani hanno iniziato a giocare ad una partita in cui da un lato stampavano denaro e dall'altro prendevano in prestito denaro. Questa economia finanziaria (utilizzando soldi per fare soldi) è molto più facile rispetto all'economia reale (basata sulla produzione). Perché preoccuparsi delle industrie manifatturiere che hanno solo basse capacità di aggiungere valore?

Dal 15 agosto 1971, gli Stati Uniti hanno gradualmente fermato la propria economia reale e si sono mossi verso un'economia virtuale. Sono diventati una cosiddetta "economia vuota". Il prodotto interno lordo (PIL) di oggi ha raggiunto i $18,000 miliardi, ma solo $5,000 miliardi rappresentano economia reale.

Con l'emissione di debito, gli Stati Uniti trasferiscono una grande quantità di dollari dall'estero verso i tre grandi mercati statunitensi: il mercato delle commodity, il mercato dei titoli del Tesoro USA e il mercato azionario. Gli Stati Uniti ripetono questo ciclo per fare soldi: stampare denaro, esportare denaro all'estero e riportarlo in patria. È così che gli Stati Uniti sono diventati un impero finanziario.

In altre parole, la ricchezza americana è sostenuta da un'operazione di pompaggio e drenaggio facilitata dallo status del dollaro come valuta di riserva mondiale, sostituendo la produzione industriale genuina. Vale la pena di chiarire un punto: i dollari detenuti all'estero non lasciano mai gli Stati Uniti, solo la loro funzione cambia. È più giusto affermare che il governo statunitense devia dollari dal commercio estero e dagli investimenti nella produzione, affinché vengano investiti nei titoli di stato USA. Può farlo incrementando i rischi degli altri usi rispetto al possedimento dei titoli del Tesoro USA, che sono considerati "privi di rischio".

Il primo ciclo identificato da Qiao è stato l'espansione di dollari volta a creare un boom in America Latina a metà degli anni settanta. Il credito bancario venne ampliato a seguito di un dollaro debole. Quando l'inflazione iniziò a minacciare gli Stati Uniti, essi rialzarono i tassi d'interesse per rafforzare il dollaro, lasciando che i dollari passassero da usi più rischiosi a titoli di stato USA più sicuri. Poi si diffuse una crisi finanziaria in America Latina. Questo successivamente permise agli investitori americani di acquistare asset a prezzi bassi (es. i titoli Brady). Nel frattempo il mercato azionario statunitense salì fortemente dal 1981 in poi, in seguito al calo dei tassi d'interesse.

Il secondo ciclo è stato rivolto all'Asia sudorientale, sviluppatosi a seguito di un dollaro debole dal 1986 in poi. Dal 1995 il dollaro cominciò a rafforzarsi, culminando in un mercato orso diffusosi in Malesia, in Indonesia e in altri paesi della regione. Il fenomeno della tigre asiatica non venne creata e poi distrutta da quei Paesi, ma dal flusso e riflusso del possesso ed investimenti di dollari. Qiao nota che la Cina non venne catturata in questa operazione ispirata dagli Stati Uniti. Ancora una volta, i dollari tornarono in asset statunitensi, questa volta alimentando il boom tecnologico.

Qiao continua affermando che l'evento più importante del ventesimo secolo non sono state le due guerre mondiali, ma l'abbandono del gold standard nel 1971. Mentre spiega gli eventi che hanno portato a questo esito, il difetto dell'analisi di Qiao è quello di supporre che l'America abbia deliberatamente messo in campo la strategia pump/dump del dollaro con l'unico scopo di esportare la proprietà del dollaro una volta abbandonato l'oro. Agli strateghi statunitensi del Deep State mancava quasi certamente il controllo sugli eventi.

Ecco il motivo reale per cui nel 1980-81 sono aumentati i tassi d'interesse degli Stati Uniti: fermare l'inflazione interna che stava andando fuori controllo. Il crollo dell'America Latina non era stato messo in conto. La crisi asiatica è stata soprattutto il risultato di cattivi investimenti e di furti di capitali, non delle azioni premeditate del governo americano. Qiao sostiene che il modo in cui i dollari sono stati deliberatamente deviati dagli investimenti stranieri, è stato attraverso l'emissione di debito del Tesoro USA. Mentre i benefici per l'America da questo ciclo di pump/dump potrebbero essere evidenti come descritti da Qiao, l'espansione della quantità di Treasuries emessa è legata principalmente ai cicli del credito, e non al risultato di alcuni affari sporchi del Deep State. Ma possiamo concordare che le conseguenze della cattiva amministrazione degli affari finanziari americani, corrispondono alle osservazioni di Qiao.

L'analisi di Qiao è meno criticabile quando parla delle azioni americane successive. Egli afferma che Saddam Hussein è stato rovesciato perché decise di vendere petrolio in cambio di euro, e non più dollari. È vero, e non c'è dubbio che questa minaccia all'egemonia del dollaro dovesse essere scongiurata. Egli afferma che la rottura della Jugoslavia doveva sconvolgere lo status del nuovo euro. L'euro perse il 30% del suo valore a partire da quel momento e venne ostacolata la sua adozione come opzione di pagamento nel commercio globale. Come dice Qiao: "Dopo che i primi missili cruise esplosero su Kabul, l'indice Dow Jones salì di 600 punti in un giorno".

Qiao poi rivolge la sua attenzione al ciclo contemporaneo (nel 2015) di manipolazione del dollaro, sostenendo che ora nel mirino c'è la Cina. Nelle sue parole:

Il dollaro USA è stato forte per sei anni. Poi, nel 2002, ha cominciato a diventare debole. Seguendo lo stesso schema, è rimasto debole per dieci anni. Nel 2012 gli americani hanno iniziato a prepararsi per renderlo forte. Hanno usato lo stesso approccio: creare una crisi regionale per altre persone.

Di conseguenza abbiamo visto diversi eventi riguardanti la Cina: l'evento Cheonan, la disputa sulle isole di Senkaku (isole di Diaoyu in cinese) e la disputa su Scarborough Shoal (l'isola di Huangyan in cinese). Tutto questo è avvenuto durante suddetto periodo. Il conflitto tra la Cina ed i filippini sull'isola di Huangyan e il conflitto tra la Cina ed il Giappone sulle Isole Diaoyu, potrebbero non sembrare avere molto a che fare con l'indice del dollaro statunitense, ma è davvero così? Perché sono avvenuti esattamente nel decimo anno di debolezza del dollaro USA?

Purtroppo gli Stati Uniti hanno giocato col fuoco [nel proprio mercato dei mutui] e sono entrati in una crisi finanziaria nel 2008. Questo ha ritardato un po' la tempistica del rialzo del dollaro.

Se riconosciamo che esiste un ciclo legato agli indici americani e che gli americani usano questo ciclo per raccogliere benefici da altri Paesi, possiamo concludere che era giunto il momento per gli americani di "vendemmiare" la Cina. Perché? Perché la Cina aveva attratto la più grande quantità di investimenti dal mondo. Le dimensioni dell'economia cinese non erano più le dimensioni di una singola contea; erano più grandi di tutta l'America Latina e avevano la stessa dimensione dell'economia dell'Asia orientale.

Nel momento in cui Qiao ha presentato il suo saggio alla Commissione Centrale del CCP, il mercato azionario di Shanghai stava crollando e da allora è iniziata una fuga di capitali che le autorità cinesi hanno avuto difficoltà a contenere. I media mainstream negli Stati Uniti sono stati costantemente negativi. Dal punto di vista di Qiao, tutto indica un pump/dump mirato alla Cina. Tuttavia la Cina si è protetta dagli attacchi finanziari dell'America attraverso la proprietà nazionale delle banche e controlli sui capitali. Di conseguenza solo gli stranieri possono vendere yuan per acquistare dollari, o ritirare dollari dalle proprie operazioni per investire in Treasuries. Pertanto il danno è stato limitato.

La Cina si piega anche in base a come tira il vento. Mentre l'America aumenta la sua dominazione navale nella regione del Pacifico, invece di combatterla la Cina aumenta semplicemente la sua influenza nei confronti dell'Occidente. Questa è la base del progetto One Belt One Road che sta già facendo spuntare treni merci fino a Madrid e Londra.

La Cina preferisce i suoi partner commerciali che accettano yuan in pagamento e presterà loro yuan se lo vorranno. Nel tempo i pagamenti in yuan ammetteranno la convertibilità in oro usando lo Shanghai Gold Futures Market quando guadagnerà una profondità maggiore, rendendolo superiore al dollaro come valuta per saldare le transazioni internazionali, anche se Qiao rimane in silenzio su questo punto. Nell'analisi di Qiao c'è la comprensione che l'impero cinese non solo diventerà molto più grande di quello degli Stati Uniti in termini di scambi commerciali, ma le debolezze dell'imperialismo finanziario americano saranno più durature.



Risolvere il limite di debito statunitense

Questi eventi futuri sono impliciti nella tesi di Qiao. Supponiamo per un momento che la sua tesi sia valida, quindi le minacce di Trump nel voler scatenare una guerra regionale contro Corea del Nord e/o Siria/Iran assumono un significato completamente diverso. Mentre sarebbe esagerato credere che il Deep State degli Stati Uniti intendesse "vendemmiare" l'America Latina e poi l'Asia Sudorientale alla fine degli anni novanta, è legittimo supporre che i consiglieri strategici del governo degli Stati Uniti abbiano appreso che manipolare il tasso di cambio del dollaro si sarebbe rivelata una potente arma finanziaria, avvantaggiando le finanze dell'America e mantenendo sotto controllo i propri nemici. Minacciando la Corea del Nord, è probabile che verranno smobilitati gli investimenti commerciali in Corea del Sud e Giappone per poi finire nei Treasuries degli Stati Uniti.

Ciò potrebbe risolvere due problemi urgenti: il primo è quello di persuadere il Congresso ad approvare un aumento del limite del deficit, poiché è sempre più facile persuadere il Congresso a finanziare una guerra; e il secondo è attirare abbastanza capitale affinché sia dirottato nell'acquisto di debito del Tesoro USA senza dover aumentare i tassi d'interesse. Il governo degli Stati Uniti sa che tassi d'interesse più elevati devono essere coperti per ridurre al minimo il rischio d'innescare una crisi del debito.

Come nel caso della crisi asiatica, sembra che la Cina eviterà di essere indebolita da questi flussi di capitali negativi. Ad insaputa della popolazione, l'America ha già fallito la guerra finanziaria contro la Cina e ha bisogno di nuove vittime, per cui l'attenzione è passata alla penisola coreana così come al Medio Oriente. Trump si rende conto che l'unico modo affinché la sua presidenza possa avere successo, è quello d'incoraggiare un flusso di capitali dall'estero all'America ed ottenere un aumento del limite del debito. C'è sicuramente questo dietro la sua conversione sulla strada di Damasco.

Giappone e Corea del Sud probabilmente hanno studiato il saggio di Qiao, comprendendo i veri motivi dell'America e quindi è più probabile che diminuiranno i loro scambi in dollari. I loro settori privati ci metteranno più tempo a comprendere queste dinamiche finanziarie, e ne saranno vittima. Ma per i governi e le grandi corporazioni, la gaffe americana è stata portata alla luce. Ciò probabilmente ci porterà in un nuovo mondo, in cui il declino del dollaro come moneta di riserva mondiale accelererà, in quanto l'America esaurirà le sue vittime. E quando ciò succederà, il dollaro è quasi certo che perderà rapidamente il suo potere d'acquisto, portando ad un reset monetario globale e ad un prezzo molto più alto dell'oro prezzato in dollari.



La mancanza dell'oro nell'analisi di Qiao

Un indizio che certifica che la relazione di Qiao è stata censurata, è l'assenza di una menzione della strategia cinese per quanto riguarda l'accumulo d'oro. Mentre Qiao ha sottolineato l'importanza del legame tra l'oro e il dollaro negli anni di Bretton Woods, non menziona il motivo per cui la Cina abbia accumulato oro sin da quando sono stati promulgati i primi regolamenti nel 1983, nominando la Banca del Popolo di Cina per questo funzione. Non menziona perché l'oro fosse stato promosso ai cittadini normali dopo l'apertura dello Shanghai Gold Exchange nel 2002; non menziona il perché la Cina abbia investito nell'estrazione aurifera fino al punto in cui è ormai diventata il più grande produttore del mondo; e non menziona il perché lo stato mantenga un monopolio sulla raffinazione, acquistando anche oro doré da altri Paesi. Inoltre non c'è alcuna menzione che ci faccia capire perché le barre d'oro raffinate dello stato cinese, non siano mai state viste al di fuori della Cina.

La Cina pone un grande accento sull'accumulo d'oro, sia per sé stessa che per i suoi cittadini. La popolazione ha acquisito circa 12,000-14,000 tonnellate sin dal 2002 e questo scrittore ha ipotizzato che lo stato cinese abbia accumulato in diversi conti oltre 20,000 tonnellate sin dal 1983. Per lo stato cinese questo rappresenta un accumulo medio annuo inferiore alle 600 tonnellate, perlopiù a prezzi contemporanei molto inferiori al livello attuale del dollaro.

Ma la Cina è andata oltre, cercando di controllare il mercato globale, rendendo lo Shanghai Gold Exchange il più grande exchange fisico. Ha ora introdotto contratti futures sull'oro, che col tempo saranno seguiti da contratti futures sul petrolio. Ciò assicura che i trader stranieri in commodity e beni all'ingrosso possano vendere gli yuan che ricevono in cambio di oro, aumentando l'attrattiva della finanza commerciale e l'uso dello yuan negli scambi commerciali internazionali rispetto ai dollari. E quando verranno introdotti i contratti sul petrolio denominati in yuan, gli importatori di petrolio utilizzeranno i contratti in yuan per vendere petrolio per oro.

La Cina è pronta a cambiare il prezzo del petrolio in oro invece che in dollari. Tutto quello che deve fare è premere il grilletto, presumibilmente quando avrà venduto le proprie riserve di dollari per accumulare materie prime industriali. E quando il petrolio sarà effettivamente commerciato in oro attraverso i mercati dei futures, ci si può aspettare che altri prodotti seguiranno l'esempio.

Questo non dovrebbe sorprendere lo stato americano, vicino allo scacco matto da parte della Cina sulla scacchiera geopolitica. Il prezzo dell'oro in dollari potrebbe aumentare notevolmente, riflettendo la perdita di potere d'acquisto del dollaro e metterà fine al privilegio esorbitante del dollaro americano di cui ha goduto fin dalla fine del gold standard nel 1971. Rappresenterà potenzialmente il colpo di grazia sia per il dollaro cartaceo sia per l'imperialismo americano.



Conclusione

La Cina ha una propria comprensione univoca su come l'America gestisce il suo impero finanziario a beneficio della sua economia ed a scapito di tutte le altre. La Cina si è protetta, ed i tentativi dell'America di indebolire l'economia cinese hanno già fallito. L'attenzione è ora concentrata altrove. Gli ultimi venti di guerra che spirano contro la Corea del Nord, la Siria e forse l'Iran mirano a convincere il Congresso ad alzare il tetto del debito e ad incoraggiare il flusso di capitali nei US Treasuries senza dover rialzare i tassi d'interesse. Questo spiega chiaramente il voltafaccia di Trump riguardo le guerre estere.

L'attuale tentativo di pump/dump nei confronti delle economie del Giappone e della Corea del Sud, aumentando le tensioni in Corea del Nord e nei Paesi in Medio Oriente come Siria, Iraq del Nord ed Iran, probabilmente sarà l'ultimo tentativo di voler attuare una simile strategia. La pubblicazione dell'analisi di Qiao ha avvertito gli strateghi governativi ovunque nel mondo, riducendo l'efficacia di suddetta strategia. L'America sta esaurendo gli stupidi da imbambolare.

Il giro finale per il dollaro e la "vendemmia americana" dei Paesi esteri è in vista e probabilmente finirà con una crisi del dollaro. La Cina potrebbe accelerarla in un momento di sua scelta, introducendo semplicemente contratti futures in yuan sul petrolio a fianco di contratti futures in yuan sull'oro. Quando abbastanza liquidi, i produttori di petrolio saranno in grado di vendere petrolio in cambio di oro, ripristinando i rapporti di prezzo pre-1971. Ciò spiega le dinamiche in corso di svolgimento ai livelli più alti, e l'America è quella che ha più da perdere. Ma poiché la Cina possiede ancora grandi quantità di US Treasuries e riserve di dollari, per il momento potrebbe preferire di far passare più tempo prima di infliggere il colpo di grazia.

Ma alla fine lo infliggerà. Il suo obiettivo fondamentale è quello di togliere all'America la capacità di trarre profitto dall'avere tutto prezzato in dollari. Dal punto di vista logico questo significa fare in modo che il petrolio e altre commodity chiave siano prezzate in oro, come erano prima dello shock di Nixon nel 1971. L'America deve stare attenta a non accelerare la data della sua scomparsa attaccando la Corea del Nord, la Siria o l'Iran.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


14 commenti:

  1. L'articolo odierno è la sconfessione diretta di quello di ieri, o meglio, se quello di ieri valeva a condizione di una miriade di "ceteris paribus", qui le cose sono per quelle che sono.
    Passeremo da un imperialismo ad un altro e nel mezzo ci sorbiremo forti scossoni: che bello!

    Riccardo Giuliani

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    1. Diciamo che nessuno sa davvero cosa accadrà. E che ci sono varie interpretazioni anche sul passato.
      Cmq, chi sa di dover perder tutto e non ha più altro da perdere in genere diventa molto violento e spregiudicato. E gli US sono molto armati.

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  2. gli usa utilizzano up and down del dollaro ad arte contro i proprio nemici. ora il nemico finanziario è la cina. entrambi i paesi sono in stallo. la cina è ancora troppo debole: non ha ricchezza diffusa e classe media potente (la classe media rende un paese ricco). ed è prudente; ragiona a lunghissimo termine, non ha fretta. gli usa non riescono a manipolare come vorrebbero un nemico comunque potente economicamente ma anche militarmente, un paese comunque lontano, vasto, pieno di popolazione. stallo. lo stallo è totale se si pensa all europa. il fatto è che se non si risolve la guerra civile americana, non si puo sapere la direzione degli eventi. lo scontro è tra i globalisti (disposti a buttare nel cesso gli usa, la sede principale) contro l alta parte del paese, quella che ha in trump il rappresentante formale che ritiene che l america debba essere sempre il principio. secondo me trump sta cercando di spezzare l asse neocons e neodems. e lo fa attaccando l iran.

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    1. Non sarà che, essendo la Cina quella che può tirare fuori una potente classe media nel lungo termine, sia proprio quest'ultima il vero nemico dei globalisti?

      Riccardo Giuliani

      P.S.: preferisco a globalisti il termine mondialisti. Il globo resta - al netto di mutamenti della materia -, il mondo evapora.
      P.P.S.: la classe media in Europa la danno già per spacciata?

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  3. mentre obama, clinton e soci fanno accordi con l iran, trump s eli rimangia. siccome non puo mettersi contro tutti, si riavvicina ai sauditi (i terrorisiti nazisiti che minacciano l europa) e rafforza l asse con israele. cercando, ma in questa ottica non potendo esimersi del tutto, di non esagerare contro la russia. questo eccita i neocons. che potrebbero sganciarsi dai neodems, anche essi come i neocons globalisti ma privi della vecchia ideologia nelle vene, piu infidi perche piu furbi. la sede provvisoria del globalsimo è la germania, e la merkel la leader. la germania sta tornando nazista, gasata com è. la merkel, sull Epa, parla di "predestinaizone"!!!! obama, il presidente onorario del globalismo, ed americano ombra (si comporta come fosse ancora tale), prima del g7 ha visitato le truppe: renzi, merkel, per dare istruzioni contro trump. anche l abbandono dell accordo di parigi va letto in tale ottica, essendo osteggiato da quella parte dura e pura repubblicana che il globalismo lo concepisce fondato su bombe e petrolio. finche dura la guerra civile, non sapremo la piega degli eventi. gli epifenomeni di tale guerra sono da una parte russiagate e dall altra gli scandali pedofilo-sessuali-satanici. chi riesce a far pendere le indagini dalla sua parte ha serie probabilita di vittoria. stallo. se trump vince saremo probabilmente liberi da euro e germania. se trump perde per l italia sono dolori. i fautori del governo unico mondiale non possono poi lamentarsi del fondamentalismo islamico. non sta scritto da nessuna parte che il governo unico mondiale debba essere come lo vogliono loro e non in un altro modo.

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    1. Ma secondo te l'nwo non è il complotto demoplutogiudaicomassonico di antica memoria?

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    2. si. ma chiamarlo cosi è sia riduttivo che ridicolo. c è sempre stato un ordine mondiale, e qualcuno che lo voleva cambiare, ampliare, completare. ora è chiaro a tutti, perche lo si dice, che il fine è un governo mondiale, dalla idea di una moneta unica mondiale (da triffin, al fm, e persino al vaticano che l ha perorata) ad una governance diffusa transnazionale. ora i tempi sono maturi ed i protagonisti escono allo scoperto. ma se a sostenerlo non sono loro, allora è complottismo. hanno il diritto di esclusiva sulle denominazioni, le parole sono marchi registrati. il fatto è che c è un altra ideologia che ha deciso che il mondo puo essere conformato anche su altre basi, e cosi abbiamo l espansionismo islamico. come finira? come dice sempre francesco? male

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    3. La finanza fiatmoney è politica con altri mezzi.
      La finanza è lo strumento per manipolare l'economia reale.
      Chi controlla la finanza fiatmoney ha il potere.
      Chi prova a sganciarsene viene avvertito e poi punito.
      Ma se ha una certa capacità di deterrenza può giocarsela.

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    4. Gdb mi sa che hai ragione su Trump. Ha colpito i neodem fottendone gli amici del Qatar.

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  4. Quando si va a Londra non è possibile ignorare la presenza e lo sfarzo palesato dagli arabi ultramiliardari che storicamente investono i petrodollari nella City. E chissà quanti principi arabi sono anche massoni, visto che pecunia non olet.
    Inevitabile che ci sia una certa identità di intenti e mezzi tra grande finanza anglosassone e sionista e le monarchie sunnite. E le conseguenze geopolitiche sono evidenti.
    Non credo che saranno consentite altre exit dalla UE. E forse pure la Brexit sarà depotenziata e riassorbita. E Trump ridimensionato o rimosso.
    E se non con le buone, con le cattive.
    E ci saranno sempre utili idioti strumentalizzati sia tra gli incattiviti che tra gli iperbuonisti.
    D'altronde, noialtri non riusciamo ancora e con tutta la buona volontà a far capire la differenza abissale che passa tra una vera economia di libero mercato ed il neoliberismo finanziario mondialista nato nel 1971 con la creazione e gestione centralizzata del fiatmoney politico e la pratica dell'indebitamento individuale e collettivo in nome di socialismo e consumismo.

    Cosa ci resta? Il Candido di Voltaire era una soluzione. Farsi i cazzi propri isolandosi nell'orto. Ma oggi tra scie chimiche di alluminio e fertilizzanti imposti, resta una utopia.
    Rivolgersi ai monaci del Monte Athos e fottersene della mondanità?
    Pizza e birretta fresca con gli amici? Anche se irrimediabilmente inconsapevoli della nassa in cui stiamo?

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  5. dicevi?

    https://www.theguardian.com/uk-news/2017/may/31/sensitive-uk-terror-funding-inquiry-findings-may-never-be-published-saudi-arabia

    haha, ti ricordo candido, tempo fa lo sponsorizzavo spesso

    (le scie chimiche? dici davvero?)

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    1. È il segreto di Pulcinella.

      Sulle scie chimiche ho un po' cambiato idea. Prima ero del tutto scettico. Poi un tale che è stato ad Abu Dhabi mi ha detto che lì, per far piovere fanno partire degli aerei che rilasciano nell'aria delle sostanze e dopo piove. E talvolta piove anche troppo fino a provocare allagamenti nei garage sotterranei.
      Le polveri di alluminio sarebbero invece usate per schermare l'irraggiamento solare. Purtroppo però ricadono a terra ed inquinano mari, pesci e terreni coltivati.

      Del Candido mi ricordo benissimo le tue citazioni. Ma il bello del libero scambio delle riflessioni è proprio l'arricchimento reciproco.

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    2. Aggiungo....
      Che differenza tra gli Inglesi disarmati e massacrabili a piacimento ed i Cechi cui il ministero degli interni consiglia pubblicamente di armarsi per sopperire agli inevitabili ritardi delle forze dell'ordine, che non possono ovviamente essere dappertutto.

      Ma dire una cosa di semplice buon senso come questa dalle nostre parti è come bestemmiare.
      Penso sempre che le donne armate sarebbero difficili da femminicidiare.
      Ma tant'è.
      Il principio di precauzione che le burocrazie statali impongono ovunque non vale quando si tratta di immigrati clandestini ed attacchi terroristici o malavitosi.
      Evidentemente ci sono due pesi e due misure.
      Ed i mettinculi vincono facile.

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    3. Dna,

      Allah si diverte a consegnare gli avvertimenti ai dissidenti perché tra poco ci sarà il reset monetario, e mica possono permettersi di avere troppi galli nel pollaio per la decisione della struttura di quello nuovo.

      Sopra parlavamo di classe media: qua non siamo usciti neanche dalla materna, altro che!

      Riccardo Giuliani

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