lunedì 10 febbraio 2020

Affogare nel debito





di Sven Henrich


Ecco alcuni fatti ignorati che si sono rivelati veri: tutte le proiezioni sulla crescita futura a seguito delle riduzioni fiscali sono state smentite; tutte le promesse che i tagli delle tasse avrebbero generato più entrate sono state smentite; tutte le promesse che il debito pubblico può essere ripagato sono state smentite.

Lo so, lo so, per anni il debito pare non abbia avuto importanza e questo fatto sembra dare ragione a chi sostiene che il debito non conta. Sì, niente conta fino a quando non conta per davvero.

Il 29 gennaio il Congressional Budget Office (CBO) ha pubblicato le sue ultime previsioni di budget ed inutile dirlo ma sono tristi... ancora una volta

Migliaia di miliardi di dollari di deficit a perdita d'occhio per ogni anno nel prossimo decennio e aumento del debito fino alla stratosfera.


Affogheremo letteralmente nel debito.

Ogni pretesa di prendersi cura del debito o del deficit è completamente svanita dal discorso politico pubblico. Anche se non ci vuole Nostradamus per immaginare che i repubblicani riscopriranno improvvisamente le preoccupazioni fiscali qualora non saranno più al potere ad un certo punto nel futuro. L'ipocrisia percepita da ambo i lati dello spettro politico, sebbene possano sembrare divise di primo acchito, concordano su una cosa: approvare ogni budget. Senza alcuna disciplina fiscale all'orizzonte, le proiezioni del CBO sono accurate al centesimo di dollaro.

Tranne ovviamente che non lo sono in realtà, perché non incorporano una recessione nel futuro... mai.


La realtà è che debito e deficit si espandono ad un ritmo ancora più accelerato durante le recessioni, poiché lo stato ha bisogno di elargire welfare e trovare modi per stimolare una economia in contrazione.

Negli ultimi decenni l'aumento della spesa pubblica in combinazione con una politica monetaria allentata è stato il carburante principale per continuare a ridurre al minimo l'impatto della recessione. Questa ovviamente non gode di forte popolarità e non favorisce la politica elettorale, pertanto deve essere evitata a tutti i costi e durare il ​​più brevemente possibile.

Non sono d'accordo, sono quindi a favore di milioni di disoccupati e alti tassi di povertà? Non lo so, ma il problema è che ci siamo espansi lungo un ciclo sempre più consequenziale di boom e bust. Ci vuole sempre più debito per produrre una crescita sempre meno incrementale.


Ed eccoci qui, a questo punto di un ciclo economico durato davvero tanto e all'inizio di un decennio in cui il deficit salirà per migliaia di miliardi di dollari.


Siamo al punto di partenza e non a quello di arrivo. Meditate su questo fatto.

Possibile che tutto lo stimolo economico finora non abbia prodotto crescita? No, tutte sciocchezze.

Non è successo.

Quello che è successo veramente è che le grandi aziende hanno ringraziato e hanno fatto sparire i contributi.


Ora sentiamo promesse su come ripagare il debito se la FED riducesse ulteriormente i tassi d'interesse...

Mostratemi quei Paesi con tassi infimi e negativi che stanno ripagando i loro debiti. Non esistono. Tranne la Germania forse, perché ha un avanzo di bilancio. Ricordate ancora cosa sia?

Il debito globale è più elevato che mai proprio a causa dei tassi artificialmente bassi.


Tassi bassi alimentano una scarsa disciplina fiscale, facendo sembrare che non esistano conseguenze all'azzardo morale. Ma c'è un problema più grande: la realtà.

Se davvero i tassi bassi contribuiscono a far ripagare il debito, allora i tassi zero per anni non hanno fatto nulla del genere.


Il fatto è che l'interesse sul debito è aumentato così come il debito stesso durante i periodi di ZIRP. Solo il minimo rialzo dei tassi ha prodotto una curva accelerata degli interessi sul debito. È stato accumulato così tanto debito che tassi più elevati sono praticamente impossibili per sostenere le enormi quantità di debito.

La verità è che siamo tutti intrappolati in un ciclo del debito che ne richiede sempre di più per una crescita sempre meno incrementale. Ma nessuno vuole sentire la verità perché è impopolare.

Peggio ancora, mentre la trappola del debito diventa sempre più scoraggiante, la paura di una recessione diventa sempre più pronunciata. Ed è giusto che sia così. Le società e l'1% superiore hanno raccolto la maggior parte dei benefici del debito e del ciclo del denaro facile. E mentre i lavoratori possono consolarsi con un basso tasso di disoccupazione, devono anche sapere di essere il primo agnello sacrificale quando arriverà la prossima recessione. Non sono i dirigenti che vengono licenziati, sono i lavoratori che possono sperimentare il nuovo round di "ridimensionamento giusto" in nome dell'efficienza.

Sì, le cose sembrano sempre andare bene durante il boom, ma è importante che chi si ritrova a pagare il conto una volta che scatta il bust capisca il costo che gli è stato affibbiato.

Questo boom è stato finanziato con il debito e il mondo ci sta ora affogando dentro come mai prima d'ora. L'amministrazione Trump sta già promuovendo nuovi tagli fiscali, quelli a sinistra offrono programmi come il giubileo del prestito studentesco (spostandone il costo sui contribuenti in generale) e le banche centrali incoraggiano i governi di tutto il mondo ad impegnarsi in "stimoli fiscali" (cosa che significa più debito).

Il debito non avrà importanza fino a quando non l'avrà per davvero, ma attenzione, ciò che sta accadendo qui è una tragedia e il prossimo bust ci perseguiterà tutti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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