lunedì 17 febbraio 2020

Il globalismo ha raggiunto il picco: Farage ha battuto Monnet





di Gary North


Il 31 gennaio alle 23:00, ora di Greenwich, il Regno Unito ha riguadagnato la propria sovranità abbandonando formalmente l'Unione Europea.

Come storico con formazione professionale prevedo che questo evento sarà considerato dagli storici a venire come uno degli eventi più importanti del 21° secolo. È sicuramente l'evento più importante di questi primi due decenni.

Questo evento segna il picco del globalismo. In questi giorni, tutti parlano del picco di questo o di quell'altro; nel nostro caso è il globalismo che ha raggiunto il picco.

Ci sono voluti 101 anni affinché lo raggiungesse. L'ascesa iniziò nel 1919 all'indomani della prima guerra mondiale. Al Trattato di Versailles gli "uomini dietro le quinte" stavano tentando di creare quello che nella seconda metà del 20° secolo sarebbe stato chiamato Nuovo Ordine Mondiale. Il risultato del Trattato di Versailles fu la Società delle Nazioni, ma gli Stati Uniti non firmarono il trattato perché il Senato non lo ratificò. Ci volle un'altra guerra mondiale affinché le Nazioni Unite sostituissero l'organizzazione che la precedette.

Le Nazioni Unite era più un simbolo del globalismo che un suo strumento. Non ha capacità fiscali, non ha una banca centrale e le sue forze armate, i caschi blu, non hanno mai avuto alcun potere indipendente a parte il governo degli Stati Uniti e la NATO.

Con la fine dell'impero sovietico, il 25 dicembre 1991, l'Unione Europea rimase l'unico governo operativo internazionale. Due settimane fa il disfacimento dell'Unione Europea è iniziato ufficialmente.

Gli storici hanno sempre bisogno di figure rappresentative per raccontare la storia di ogni grande sviluppo. La storia del globalismo nell'ultimo secolo può essere raccontata esaminando le vite e il lavoro di due uomini: Jean Monnet e Nigel Farage. Voglio essere il primo storico a raccontarvela.



MONNET E FOSDICK

Solo una manciata di specialisti è consapevole del fatto che due dei negoziatori a Versailles erano cruciali per preparare la Società delle Nazioni: Jean Monnet, che rappresentava la Francia, e Raymond Fosdick, che rappresentava il governo degli Stati Uniti.

Fosdick era il fratello minore del predicatore protestante liberal Harry Emerson Fosdick. Quest'ultimo era nel consiglio di amministrazione della fondazione Rockefeller sin dal 1917. Nel 1921 Raymond Fosdick divenne avvocato di Rockefeller. Nel 1936 divenne presidente della Fondazione Rockefeller fino al 1948, quando si ritirò. Fu il biografo ufficiale di Rockefeller. Ho scritto quanto segue nel mio libro Crossed Fingers: How the Liberals Captured the Presbyterian Church (1996).
Nell'aprile 1920 Raymond Fosdick si dimise dal suo incarico di sottosegretario generale americano nella Società delle Nazioni e tornò negli Stati Uniti. Fosdick nel 1919 e nel 1920 frequentava circoli alti, che a seguito dei contatti internazionali generati dalla Conferenza di pace di Parigi stavano diventando molto più alti per tutti gli interessati. La sua carriera era ovviamente cresciuta da quel fatidico incontro con [Rockefeller] Junior nel 1910. Nella Società delle Nazioni aveva lavorato a stretto contatto con il 31enne Jean Monnet. Come diceva Fosdick, lui e Monnet stavano lavorando nel 1919 per gettare le basi di un "governo internazionale". Nel corso dei successivi sei decenni, Monnet divenne la forza trainante alla base della creazione del Mercato Comune Europeo e del Nuovo Ordine Europeo (p. 395).

Con l'incapacità degli Stati Uniti di entrare nella Società delle Nazioni, Fosdick divenne presidente dell'Associazione della Società delle Nazioni, ma non ebbe mai l'opportunità di organizzare un'altra organizzazione internazionale. Al contrario, Monnet divenne il principale portavoce del governo mondiale. Lui, più di chiunque altro, era responsabile della creazione dell'Unione Europea.

Il denaro della Fondazione Rockefeller finanziò una serie di libri che promuovevano il libero scambio, l'esca economica su un amo politico, ovvero, l'unione politica. Questo era il motivo per cui la Fondazione Rockefeller finanziò i libri di Ludwig von Mises (Omnipotent Government, 1944) e Wilhelm Röpke (International Economic Disintegration, 1936). Dopo la seconda guerra mondiale Monnet supervisionò i passaggi preliminari di questa operazione internazionale. Passo dopo passo, trattato dopo trattato, le barriere commerciali vennero ridotte o eliminate, ma la regolamentazione delle agenzie governative internazionali venne aumentata. Ciò è culminato col trattato di Maastricht del 1991, che ha creato l'Unione Europea. Sono trascorsi quattro decenni dall'unione originale mediante la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio.



MONNET, L'ARCHITETTO

La voce di Monnet su Wikipedia dice questo: "Influente sostenitore dell'unità europea, è considerato uno dei padri fondatori dell'Unione Europea. Jean Monnet è stato definito padre dell'Europa da coloro che ritengono i suoi sforzi innovativi e pionieristici negli anni '50 come la chiave per creare la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, predecessore dell'attuale Unione Europea. Mai eletto in una carica pubblica, Monnet ha lavorato dietro le quinte dei governi americano ed europeo come un internazionalista pragmatico".

Monnet fu nominato Vice Segretario Generale della Società delle Nazioni, ma se ne andò disgustato nel 1923. Era il perfetto addetto ai lavori, probabilmente più di chiunque altro nel 20° secolo era il perfetto globalista. Il riassunto di Wikipedia della sua carriera tra le due guerre è accurato:
Nel 1925 Monnet si trasferì in America per accettare una partnership con Blair & Co., una banca di New York che si fuse con Bank of America nel 1929, formando Bancamerica-Blair Corporation (di proprietà di Transamerica Corporation). Ritornò alla politica internazionale e, come finanziatore internazionale, si dimostrò fondamentale per la ripresa economica di diverse nazioni dell'Europa centrale e orientale [...].

Nel 1935, quando Monnet era ancora a Shanghai, divenne socio in affari di George Murnane (ex-collega di Monnet alla Transamerica) nella Murnane & Co. Murnane era collegato alla famiglia Wallenberg in Svezia, alla famiglia Bosch in Germania, ai Solvays e ai Boëls in Belgio e a John Foster Dulles, André Meyer e alla famiglia Rockefeller negli Stati Uniti. Era considerato tra le persone più connesse del suo tempo.

È diventato sempre più potente dopo la seconda guerra mondiale.
Quando le tensioni tra Francia e Germania salirono sul controllo delle industrie del carbone e dell'acciaio, Monnet ed i suoi associati concepirono l'idea di una Comunità Europea. Il 9 maggio 1950, con l'accordo del cancelliere Konrad Adenauer della Germania occidentale, il ministro degli affari esteri francese Robert Schuman fece una dichiarazione a nome del governo francese. Questa dichiarazione, preparata da Monnet per Schuman, proponeva l'integrazione delle industrie carboniera e siderurgica francese e tedesca sotto un controllo congiunto, una cosiddetta Alta Autorità, aperta anche agli altri Paesi d'Europa.

Lui, più di chiunque altro, è stato il fondatore dell'Unione Europea.
Il 2 aprile 1976 fu eletto Cittadino onorario d'Europa dal Consiglio Europeo dell'Unione Europea per aver promosso la cooperazione europea. In seguito divenne il primo ad essere raffigurato su un francobollo della Repubblica Federale della Germania senza che fosse stato un capo di stato tedesco.

Morì nel 1979. Oggi esiste un'università Jean Monnet in Francia. "Prendendo il nome da Monnet, l'edificio fu la sede principale delle attività della Commissione Europea a Lussemburgo tra il 1975 e il 2016. Il suo sostituto, l'edificio Jean Monnet 2, verrà inaugurato nel febbraio 2023".
La stessa Unione Europea celebra la sua memoria con le Attività Jean Monnet nell'ambito del programma Erasmus+ dell'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA). Queste attività promuovono conoscenze sull'integrazione europea e studi europei su scala mondiale, in particolare a livello universitario, attraverso i Centri di Eccellenza Jean Monnet, nonché dibattiti politici e sostegno alle associazioni.

È stato eretto in sua memoria un santuario finanziato dalle tasse.
Nel 1982, anche se la casa si era deteriorata a causa della mancanza di manutenzione, il Parlamento europeo considerava la casa di Monnet un luogo simbolico carico di ricordi, quindi un patrimonio comune per gli europei. Il Parlamento la acquisì e affidò la sua ricostituzione, gestione e organizzazione all'Associazione Jean Monnet. Dal 2000 una sala conferenze multimediale ha accolto gruppi di visitatori sempre più numerosi. Il team dell'Associazione Jean Monnet organizza ogni anno circa 250 conferenze sulla storia europea e gli eventi attuali.

In tutta Europa i ricchi hanno donato enormi quantità di denaro per istituire cattedre accademiche che prendessero il nome da Monnet. Ce ne sono oltre due dozzine. I globalisti vogliono mantenere viva la sua eredità e vogliono formare la prossima generazione di globalisti per estendere tale eredità.

Era l'architetto più importante del globalismo. Tale strategia è iniziata negli anni tra le due guerre, offrendo una maggiore crescita economica e una maggiore libertà economica promuovendo il libero scambio. Allo stesso tempo, però, ha promosso una riduzione della libertà economica attraverso la regolamentazione del governo internazionale sulle condizioni commerciali e la produzione. Ci sono voluti sette decenni per completarla.



FARAGE, IL DEMOLITORE

A differenza di Monnet, che ha operato tranquillamente sullo sfondo del processo decisionale politico, Farage ha operato in prima fila. Monnet era un portavoce di persone ricche e potenti, Farage è stato un portavoce di milioni di cittadini britannici. Monnet era superfluo, Farage è stato indispensabile.

Farage ha un dono: la retorica. Non è un pontificatore. Inoltre non è un uomo che trascorre ore ad elaborare i suoi discorsi e poi ad esercitarsi, a differenza di Churchill. Ha il dono unico di poter pensare su due piedi. Grazie a YouTube si è presentato di fronte a milioni di britannici e una considerevole quantità di anti-globalisti americani, catturati dalla sue doti retoriche. La sua è una retorica del confronto e per secoli è stata una tradizione dell'orazione britannica. Negli Stati Uniti non si vede più sin dalla guerra civile. Gli americani hanno un modo per descrivere questo tipo di atteggiamento: non prende prigionieri.

Nel 1982 è diventato un trader di materie prime. Non riesco a pensare ad una formazione migliore per il confronto politico. Questi tipi di trader devono essere estremamente ottimisti, sicuri di sé e mettere i loro soldi e quelli dei loro investitori in prima linea giorno dopo giorno. Vengono presi a randellate dai mercati, ma per rimanere in affari devono sapersi rialzare.

Il suo momento di verità è stato il Trattato di Maastricht (pronunciato "inganno di massa"). Il Regno Unito entrò nell'Unione Europea ed il primo ministro britannico, John Major, guidava il Partito conservatore. All'epoca Farage lasciò il Partito conservatore e divenne co-fondatore del Partito dell'Indipendenza del Regno Unito (UKIP) nel 1993. Wikipedia scrive: "Dopo aver fatto campagna elettorale senza successo alle elezioni parlamentari europee e di Westminster per l'UKIP sin dal 1994, è stato eletto deputato [parlamentare europeo] per il sud-est dell'Inghilterra alle elezioni del Parlamento europeo nel 1999. È stato rieletto alle elezioni del Parlamento europeo nel 2004, 2009, 2014 e 2019".

È diventato leader dell'UKIP nel 2006. Nel 2009 il partito ha fatto registrare la seconda quota più alta di elettori britannici, sconfiggendo sia i laburisti che i liberaldemocratici. Si è dimesso da leader nel 2009, ma nel 2010 ha riguadagnato la leadership.

La voce su Wikipedia non sembra essere inesatta, però manca il punto. Dice che ha fatto questo o quello, ha litigato con questa persona o quella, ma ciò che non dice è che, senza di lui, nel 2016 non ci sarebbe mai stato un voto favorevole all'uscita dall'UE. La voce non dà un'idea di come sia diventato così influente, non parla dei suoi elettori e non menziona i suoi discorsi su YouTube che hanno ottenuto milioni di visualizzazioni. Farage ha beneficiato di YouTube più o meno allo stesso modo in cui Trump ha beneficiato di Twitter. Sul referendum del 2016 viene riportato solo questo:
Farage è stata una figura chiave nella campagna Brexit del 2016, che, con il 52% dei voti, ha vinto. Durante la campagna Farage aveva suggerito un secondo referendum se la campagna Brexit non avesse avuto successo, ma il risultato bastò per dire che non ce ne sarebbe stato bisogno. Farage ha accusato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama di "interferenza" nel dibattito sulla Brexit, dicendo "non ci si aspetterebbe che il Primo Ministro britannico intervenga nelle elezioni presidenziali statunitensi, non ci si aspetterebbe che il Primo Ministro appoggi un candidato o un altro".

Osservate questa frase: "Farage è stata una figura chiave nella campagna Brexit del 2016, che, con il 52% dei voti, ha vinto." Questo è come dire che Thomas Jefferson fu una figura chiave nella campagna di secessione nel 1776. Come Jefferson, Farage è stata molto più di una figura chiave. È stato il portavoce indispensabile di un movimento di secessione. Senza di lui non ci sarebbe stato un referendum. C'è stato solo perché ha trascorso un quarto di secolo nelle trincee politiche.

La voce su Wikipedia non menziona l'ovvio: è stato YouTube ad offrire un pubblico inaspettatamente vasto per i suoi discorsi al Parlamento Europeo. È diventato il più importante rappresentante britannico al Parlamento Europeo grazie a YouTube. Il primo ministro David Cameron non avrebbe dovuto promettere il referendum del 2015 come condizione per essere rieletto se Farage non fosse mai apparso sulla scena politica. Cameron ha fatto quella promessa perché non credeva che la maggioranza degli elettori britannici avrebbe votato per la secessione. Egli rappresentava l'aristocrazia britannica, l'élite intellettuale, che è in larga parte globalista, come lo sono le élite intellettuali in tutto l'Occidente. Il voto a favore di un'uscita dall'UE è stato uno shock per l'élite, così come l'elezione di Donald Trump nel 2016 è stata uno shock per l'élite politica e intellettuale americana.

Cameron si è dimesso e Theresa May lo ha sostituito. Non era a favore della secessione. I suoi sforzi per evitare una rottura netta con l'Unione Europea non hanno mai avuto il sostegno politico per i due anni in cui ha tentato di minimizzare la portata della Brexit. Farage si era stancato del ritardo e ha cominciato a fare una campagna elettorale con un ottimo slogan: "Andarsene significa andarsene per davvero". Nel gennaio 2019 Farage ha fondato un nuovo partito politico: il Brexit Party, in preparazione al voto britannico per la rappresentanza all'Unione Europea il 23 maggio. Due settimane prima del voto il Brexit Party vantava il 34% degli elettori. Il Partito conservatore aveva l'11%. Un risultato senza precedenti dal punto di vista storico.

È stato un disastro per i conservatori. Dei 63 seggi il Brexit Party ne aveva 29, mentre i conservatori ne avevano quattro. Il giorno successivo Theresa May ha rassegnato le dimissioni da Primo Ministro. Boris Johnson l'ha sostituita il 24 luglio. La situazione di stallo è continuata in parlamento e Johnson ha indetto un'elezione nazionale che si è tenuta il 12 dicembre 2019. I conservatori hanno ottenuto una schiacciante vittoria e Johnson ha dichiarato che il Paese avrebbe lasciato l'Unione Europea il 31 gennaio, e così è stato.

Le condizioni di uscita saranno definite tra ora e il 31 dicembre di quest'anno. Per adesso le vecchie regole si applicano ancora. Durante il periodo di transizione ci sarà ancora libertà di movimento all'interno dell'UE. La mia ipotesi è che un sacco di immigrati dalle nazioni orientali nell'UE si presenteranno in Inghilterra nei prossimi 11 mesi. Ma non si può tornare indietro istituzionalmente. Coloro che credono che il Regno Unito avrebbe dovuto rimanere nell'UE hanno perso e devono farsene una ragione.



CONCLUSIONE

Abbiamo visto il picco del globalismo.

Due decenni fa una coppia di autori accademici ha affermato che sarebbe successo. Jacques Barzun ha scritto un libro, che è stato pubblicato nell'anno in cui ha compiuto 93 anni: From Dawn to Decadence: 1500 to the Present (2000). Martin van Creveld ha scritto l'altro: The Rise and Decline of the State (1999). Entrambi hanno offerto le loro previsioni negli ultimi capitoli. Lo stato-nazione ha esagerato con la sua mano, promettendo all'elettorato più benefici di quelli che poteva sostenere veramente. La prossima mossa della società sarà verso la decentralizzazione, non la centralizzazione.

La secessione riuscita del Regno Unito dall'UE non è solo simbolica; è sostanziale. Ripristinerà la sovranità giudiziaria di una nazione ricca.

Senza Farage, non sarebbe successo. Sono convinto che senza YouTube non sarebbe successo.

Rallegriamoci ancora una volta in questo video dell'addio formale dell'Inghilterra.



La trappola per aragoste di Jean Monnet si è rotta. L'aragosta britannica è scappata e ciò servirà da monito per tutti i partiti di secessione all'interno dell'UE. Nel tempo molti di loro si troveranno al di fuori dell'UE, insieme alle loro nazioni.

Un uomo lo ha reso possibile.

Grazie Nigel.

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In questa intervista al minuto 4:50 parla di come sia naturale per lui parlare senza discorsi scritti.

Al minuto 5 parla di come avere milioni di visualizzazione su YouTube abbia galvanizzato la sua carriera.





[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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