giovedì 7 maggio 2020

La questione si è sbrogliata subito





di Jeffrey Tucker


Stavo ripensando al 28 febbraio 2020 e al New England Journal of Medicine. Ha pubblicato un articolo intitolato "Covid-19 - Navigating the Uncharted" firmato da Anthony S. Fauci, Clifford Lane e Robert R. Redfield.

Riportava un tasso di mortalità per caso COVID-19 del 2%, ma sottolineava inoltre che le infezioni mostrano "un ampio spettro di gravità della malattia". "Se si presume che il numero di casi asintomatici o minimamente sintomatici sia superiore al numero di casi segnalati, il tasso di mortalità può essere considerevolmente inferiore all'1%", o forse alto quanto le stagioni influenzali del 1957 e del 1968, ma non è affatto paragonabile ad "una malattia simile alla SARS o alla MERS, che hanno avuto tassi di mortalità rispettivamente del 10% e del 36%". A dire il vero, hanno detto, mitigare la malattia potrebbe richiedere "l'isolamento delle persone malate (incluso l'isolamento volontario a casa), la chiusura delle scuole e lo smart working, ove possibile".

Cosa è successo esattamente tra il 28 febbraio e due settimane dopo? Questo verrà studiato negli anni a venire, soprattutto per scoprire con precisione come governatori e sindaci, attraverso una serie di azioni non scientifiche, in preda al panico, ingiustificate e moralmente discutibili, abbiano schiacciato l'economia più forte del mondo mentre i media hanno applaudito. Discuteremo dei perché e dei come per una generazione.

Il punto è che tutto stava degenerando velocemente. La conferenza stampa di Donald Trump del 16 aprile 2020 è stata chiaramente una svolta. Nel mio mondo ideale, ci sarebbero funzionari di governo che dicono la verità: il corso che abbiamo preso come nazione è stato catastrofico in innumerevoli modi (tranne per tutta la deregolamentazione intrapresa in modo che  settore alimentare e medico avessero meno ostacoli possibili). Ma sono realistico: non possiamo aspettarci che i politici si inchinino e chiedano perdono.

Naturalmente si prenderanno il merito per qualunque cosa accada. Sono un idealista, non un utopista. La verità è che un virus non si preoccupa dei confini e non obbedisce agli editti statali. Anche ora, ci sono così tante cose che non sappiamo di questo "nemico invisibile", ma nel contempo ne abbiamo apprese altre.

La nostra cultura politica è radicata nel mito secondo cui tutto ciò che accade nella società è dovuto alla classe politica e questa presunzione ritorna prorompente ogni volta che c'è qualche emergenza: una propensione al controllo in nome del principio di precauzione. In questo caso per trenta giorni ha reso nulli la Costituzione degli Stati Uniti e i diritti umani. E non abbiamo avuto altra scelta che aderire. È stato un esperimento grottesco di totalitarismo: famiglie distrutte, affari e posti di lavoro distrutti, ritardi nella chirurgia essenziale, diffusione della disperazione in tutta la società.

Adesso lo sappiamo. Mai più.

I lockdown ci sono stati presentati come la necessità per "appiattire la curva", per non intasare la capacità degli ospedali, ma non esiste una sola curva e non avevamo abbastanza informazioni nemmeno per dire dove fosse una città rispetto a suddetta curva. Ci sono stati alcuni giorni molto difficili nei momenti più concitati, ma molti ospedali nel Paese, visto che non potevano eseguire interventi chirurgici, hanno iniziato a licenziare i lavoratori. La realtà di molti ospedali vuoti nel mezzo di una pandemia era davvero troppo per essere accettata. Quindi abbiamo trascorso le due settimane successive alla ricerca di nuove giustificazioni per mantenere il lockdown. Non è passato molto prima che emergesse perplessità e quindi scetticismo nei loro confronti.

Siamo improvvisamente passati da un mondo in cui i governatori presumevano che reprimere, proibire, arrestare e incarcerare erano buone medicine, in un mondo in cui trattiamo un virus come una malattia da mitigare mentre invece i repressori devono giustificare le proprie azioni altrimenti affronteranno l'ira di decine di milioni di vittime. Uno sviluppo sorprendente sotto certi punti di vista, visto che ha silenziato le voci dissidenti. Non sottovalutiamo cosa potrebbe significare.

Niente di tutto questo si è basato su modelli, sull'ideologia di qualcuno, sulla politica, o sull'autorità. L'apertura si basa sulla realtà di fatto ed i fatti non hanno mai giustificato la soppressione. Né giustificano la soppressione per un'ora in più. I fatti ci libereranno.

Questa settimana è stata incredibile. Lunedì l'American Institute for Economic Research è diventato la prima voce di spicco nella vita pubblica americana a dichiarare ciò che era necessario dire: "Liberation from Lockdown Now". L'articolo magistrale di David Henderson è stato condiviso da centinaia di migliaia di persone. Più tardi i governatori di cinque stati hanno lavorato con la Casa Bianca su un piano per aprire. Il Wall Street Journal il giorno successivo ha fatto eco al nostro editoriale citandoci. Nei tre giorni seguenti l'umore del Paese ha iniziato a cambiare: ci sono state proteste di strada in cinque stati. La rabbia si stava intensificando e gli stati si sono resi conto che non potevano continuare.

Ed eccomi qui a scrivere di giovedì sera, fiducioso che tale esuberanza abbia fatto brillare la proverbiale luce in fondo al tunnel. Ovviamente il conflitto tra le varie fazioni continuerà per mesi. Ci saranno quasi certamente dei battibecchi, governatori che si batteranno affinché il Paese resti chiuso più a lungo del necessario. E ci saranno più casi semplicemente perché i test saranno più disponibili. Probabilmente arriveremo a renderci conto che molti di più tra di noi erano infetti e da molto più tempo di quello che credevamo.

Nel frattempo abbiamo visto cose che non avremmo mai immaginato possibili, vale a dire, persone apparentemente intelligenti che gridano per settimane per la nazionalizzazione delle industrie, la socializzazione della produzione, la prigionia nelle nostre case, migliaia di miliardi di spese inutili, quantità senza precedenti di soldi creati dalla FED ed innumerevoli altri terribili precedenti legali. Le cause continueranno ad essere oggetto di controversie per un decennio.

La cosa fondamentale che stiamo capendo in questo momento è che non è possibile fermare e far ripartire un'economia; né è possibile distinguere tra essenziale e non essenziale. La società è una rete in cui tutti e tutto sono connessi.

La fiducia delle imprese è stata distrutta. Ci vorrà molto tempo prima che ritorni. Abbiamo bisogno di una promessa solida da parte dei nostri leader politici che ciò non accadrà mai più, che ciò non potrà e non dovrà mai più ripetersi. Ovviamente è un'illusione, quindi come reazione predefinita l'opinione pubblica dovrà infuriarsi.

Nel frattempo stiamo riscoprendo la mitigazione della malattia in una società libera: coloro vulnerabili si isolano volontariamente, i medici si mettono al lavoro e facciamo del nostro meglio per non distruggere il funzionamento della vita. I politici non devono far altro che inchinarsi di fronte a questa organizzazione.

Il punto principale è che c'è un domani, e può essere e sarà meglio di oggi. Cerchiamo di imparare. Parliamo. Cerchiamo di agire. Ricordiamo i nostri valori, coraggio e libertà, e non permettiamo mai alla società e all'economia, alla nostra vita!, di essere nuovamente attaccate in questo modo.

Siamo sopravvissuti alla Grande Soppressione.

Da parte mia, non vedo l'ora di tornare al mio vecchio me stesso felice. So che provate la stessa cosa.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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