venerdì 8 gennaio 2021

Il mio trauma e il vostro: una restrospettiva del 2020

 

 

di Jeffrey Tucker

Il lockdown mi ha scioccato come nient'altro aveva fatto nella mia vita. L'idea stessa che gli stati avrebbero premuto il pulsante dello spegnimento su metà dell'economia, eliminando tutte le preoccupazioni per la libertà e i diritti umani, era al di là di ogni distopia che avessi mai immaginato. All'inizio doveva durare solo due settimane.

Poi le settimane si sono trasformate in mesi. Gli stati che avevano approvato i lockdown hanno commesso il classico errore dei generali di guerra: non sono riusciti a tracciare una via d'uscita. Col tempo, la logica nel voler persistere in qualcosa di irraggiungibile è scaduta nell'assurdo. Che le infezioni fossero aumentate o diminuite e che le ospedalizzazioni fossero aumentate o diminuite, non c'era alcun percorso che portasse fuori. Se i lockdown hanno funzionato per sopprimere il virus, lo sblocco lo avrebbe sicuramente liberato di nuovo.

Anche dopo tutto questo tempo, c'è una scarsità di prove di qualsiasi relazione tra lockdown e riduzione dei gravi esiti del virus. Tutta questa distruzione della vita, della libertà e della proprietà... a quale scopo? Non era chiaro a marzo e ancora non è chiaro adesso. È stato un esperimento che non avrebbe mai dovuto aver luogo, ed è fallito miseramente.

L'arroganza dei pianificatori centrali è stata spaventosa da vedere. Non potevano ammettere il fallimento, quindi hanno continuato a raddoppiare la dose. Nessuna carneficina sociale ed economica sembrava scuoterli. Gli screening per il cancro e le vaccinazioni sono crollati, i servizi di odontoiatria sono diminuiti del 70%, suicidi ed overdose per droga sono aumentate, le arti sono andate in pezzi, 100.000 aziende sono morte e persino il tasso di omicidi ha invertito la sua traiettoria decrescente decennale ed è aumentato vertiginosamente. Esatto: quando si distruggono le basi della civiltà, si diventa incivili.

È stato un anno in cui siamo stati tutti invitati a sperimentare lo smantellamento della società buona e libera attraverso la forza del potere statale. Follia è un termine troppo debole. Calamità e catastrofe: questi termini sono più adatti. Eppure è stato tutto causato dall'istituzione che tanti per così tanto tempo hanno affermato essere una macchina di compassione, giustizia, uguaglianza, equità e alta considerazione per la dignità umana, il baluardo essenziale che tiene a galla la civiltà. Questi valori sono stati eliminati. Ed evitiamo la voce passiva e parliamo in modo più esplicito: il sistema statale li hanno cancellati.

Il costo psicologico che questo ha avuto sulla vita delle persone è incalcolabile. Molte persone che conosco hanno chiuso a causa dei lockdown, stufi di sentirsi dire una cosa e poi un'altra, e ora dubitano della saggezza dei pianificatori sanitari, ma non sanno cosa fare al riguardo se non trasferirsi in Florida o nel Sud Dakota.

Altre persone che conosco ci credono ancora. Sicuramente tutto questo era necessario, sicuramente abbiamo ottenuto qualcosa con tutti questi sacrifici. Incapaci di immaginare che i funzionari in carica abbiano intrapreso quasi un anno intero di crudeltà senza buoni risultati, inventano una narrativa fantasiosa come meccanismo di difesa. E poi queste persone si scagliano contro altri che non si mascherano e si avvicinano troppo agli altri, in modo molto simile a come i Flagellati del Medioevo incolpavano i festeggiamenti e il peccato per la peste.

C'è qualcosa di valore che si può trarre da questa esperienza? Da parte mia, è stato un anno di apprendimento. Ho letto molti libri sulla biologia cellulare, la storia delle malattie infettive e mi sono impegnato a capire la traiettoria delle politiche di sanità pubblica del XX secolo. Ho imparato tanto, non solo su questi argomenti ma anche sulla natura umana. Ho imparato che le persone sono più disposte a sopportare il dispotismo di quanto avessi mai immaginato, ho visto come le paure primordiali possano disabilitare il pensiero razionale e come le forze politiche possano usare questa paura per aumentare il loro potere.

Soprattutto sono arrivato a capire l'interrelazione intellettuale tra economia e salute pubblica, e come la fallacia e l'errore politico si diffondano così facilmente all'interno di entrambe le discipline.

Era settembre e sono stato coinvolto in una conversazione con un uomo che probabilmente non avrei incontrato se tutto questo non fosse stato l'anno più strano della mia vita, l'anno in cui gli stati hanno deciso che tutte le nostre libertà e diritti potessero essere aboliti per editto. Quest'uomo è Martin Kulldorff, un epidemiologo di Harvard ed esperto di sanità pubblica. Avrebbe parlato; anzi si sarebbe fatto avanti, avrebbe rischiato tutto per aiutare a porre fine alla follia. Il nostro primo contatto è stato tramite Twitter, come ci si potrebbe aspettare in questi giorni.

Questo scienziato con una formazione in un'ampia varietà di campi medici e statistici ha parlato chiaramente di come e perché i lockdown contraddicono la salute pubblica. Il fulcro della salute pubblica è considerare non solo ciò che è buono per un gruppo o controllare un patogeno, ma pensare a tutti i gruppi ed a tutti i potenziali problemi di salute, non solo a breve termine ma a lungo termine.

Sicuramente non lo sapeva, ma la sua affermazione è un riassunto quasi perfetto della prima lezione di economia che ho imparato da Henry Hazlitt. L'economia consiste nel pensare non solo al bene di un gruppo ma di tutti i gruppi, non solo a breve ma anche a lungo termine. Questa è "una lezione" che Hazlitt ha predicato per tutta la sua vita.


Economia e sanità pubblica

Ecco qua: il legame tra sanità pubblica ed economia. Riflettendo sugli errori intellettuali di quest'anno, molti di essi hanno paralleli in economia.

  • Affidamento eccessivo sui modelli matematici. Abbiamo osservato l'eccessivo affidamento sulla modellazione predittiva che non può assolutamente spiegare la molteplicità delle variabili e l'eterogeneità dell'esperienza umana individuale, sia in termini di biologia che anche in termini di azione umana. Proprio come la teoria della scelta in economia deve tenere conto del valore soggettivo e dell'inesauribile volontà e innovazione, così anche l'epidemiologia deve tenere conto della radicale diversità della risposta biologica ad un patogeno. Troppo "formalismo" nella sanità pubblica crea un'illusione di controllo smentita dall'esperienza reale. La pianificazione centralizzata non funziona né in economia né in sanità pubblica.
  • Correlazione/causalità. Come per tutta la scienza, anche quest'anno l'epidemiologia è stata ostacolata da scarse tecniche di ricerca e dal classico errore di presumere che la correlazione in qualche modo muti in causalità anche in presenza di mille altre variabili.

Il mio esempio preferito (tra migliaia) è lo studio sui ristoranti promosso dal CDC che ha rilevato un piccolo cluster di persone che sono risultate positive e che hanno detto in un sondaggio di essere andate in un ristorante; ma lo studio non è riuscito nemmeno a chiedere se le persone abbiano cenato dentro o fuori. Inoltre lo stesso studio non ha trovato alcuna relazione tra infezione e indossare la mascherina, ma è stato necessario scavare in profondità nello studio per scoprirlo.

Quanti "studi" ridicoli hanno correlato la mitigazione della malattia con mascherine obbligatorie e lockdown solo per vedere le tendenze invertite nei mesi successivi? La cattiva scienza ha definito la nostra epoca.

  • Confusione tra causa ed effetto. Alla fine dell'estate l'obiettivo di "appiattire la curva" si è trasformato in "fermare la diffusione", cosa che ci ha fatto conoscere l'inafferrabile tasso di infezione, R0. Perché? Gradualmente mi sono reso conto che alcune persone credono che se riescono ad abbassarne la velocità al di sotto di 1, il virus si esaurirà.

Problema: se il tasso di infezione è rilevabile in tempo reale, è chiaramente un rendering statistico della traiettoria del virus all'interno di una popolazione, non una causa di quella traiettoria. Cercare di controllare l'infezione spingendo verso il basso R0 è fallace come usare il controllo dei prezzi per sopprimere l'inflazione. Ci si occupa dei sintomi non della causa. Incarna la confusione tra causa ed effetto.

  • Ingannati dai dati. Avevamo così tanta fiducia nella primavera e nell'estate poiché circondati da uno stuolo innumerevole di dati. Potevamo osservare casi, tassi di mortalità, ricoveri, tassi di infezione, diffusione, nuove infezioni, infezioni totali, esiti gravi, indici di rigore e così via. È stato tragico, ma guardare tutto ciò ci ha fatto sentire informati.

Nel corso dell'anno ci siamo imbattuti nell'inevitabile: i dati non erano così importanti come sembrava. I falsi positivi infestano i test PCR (fino al 90%), le classificazioni errate hanno reso impossibile dire chi sia morto di cosa ed i ricoveri sono stati esagerati dai media e dalle istituzioni che cercavano di recuperare le entrate perse in primavera e in estate. Col tempo, ciò che sembrava scientifico e chiaro è diventato altamente sospetto, al punto da non essere più credibile.

Nel frattempo, per quanto possa sembrare incredibile, le informazioni di base sul rischio di esito grave in base ai dati demografici sono ancora difficili da ottenere. Quanti residenti del Massachusetts, che ancora trattano i concittadini come vettori di malattie patogene, sanno che l'età media di morte attribuita al Covid è 81 anni ed il 98% aveva comorbidità? Si tratta di informazioni estremamente rilevanti, ma scarsamente conosciute dal grande pubblico.

Siamo nella strana posizione di sapere meno alla fine dell'anno di quanto pensavamo di sapere in primavera. L'economia ha affrontato questo problema per centinaia di anni. Avere dati e avere conoscenze operative non sono la stessa cosa.

  • Assenza di umiltà. Hayek disse che il buon economista sa riconoscere che l'autentico ordine sociale ed economico è un prodotto dell'azione e non di progettazione. Ciò significa che è essenziale che l'economista impari a rimettersi nelle mani di forze al di fuori del controllo politico e persino della piena comprensione intellettuale.

Alcune cose si gestiscono meglio da sole di quanto possano essere gestite a livello centrale: questa è l'amara lezione che gli economisti hanno dovuto imparare nel corso del XX secolo. Lo stesso vale nel regno dell'epidemiologia e della salute pubblica. Dall'inizio di questo pasticcio, gli esperti hanno immaginato di poter controllare il virus tramite il potere statale. Hanno finito solo per controllare le persone e rovinare vite, ma senza controllare il virus nel suo impatto sulla società.


Ignoranza e passività

Queste sono le principali sovrapposizioni tra le due discipline. Ce ne sono altre sicuramente, con importanti implicazioni per metodologia, teoria e politica. Non siamo neanche lontanamente vicini a discernerle e scoprirle tutte. Infatti è un compito importante di entrambe le discipline apprendere di più l'una sull'altra, in modo che gli economisti possano apprendere cose sulla scienza biologica che altrimenti potrebbero evitare e gli specialisti della salute pubblica possano acquisire una grande raffinatezza e apprezzamento delle forze economiche. No, le economie non possono essere chiuse con un interruttore senza causare conseguenze enormi.

Da marzo in poi c'erano troppe persone nelle scienze sociali (inclusi molti economisti e troppi economisti libertari) che hanno deciso di non parlare. Parte del problema è riconducibile all'intimidazione intellettuale: "Non so niente di virus! Credo nelle forze economiche in tempi normali, ma questi non sono tempi normali. Probabilmente tutti i miei principi dovrebbero essere sospesi fino alla scomparsa di questa emergenza, come in tempo di guerra".

Nessuno ha scritto esattamente queste parole, ma molte persone le hanno pensate. Pertanto, da marzo a tutta l'estate, c'è stato uno strano silenzio tra le persone che avrebbero dovuto combattere i lockdown sin dal primo giorno. Lo sapevano e non hanno detto nulla. Peggio ancora, hanno inventato ragioni ridicole a supporto dei lockdown (rifiuterò di fare nomi ma loro sanno chi sono). AIER ha lavorato duramente per colmare la differenza, e ce ne sono anche altri là fuori che meritano congratulazioni, ma eravamo troppo pochi.

In combinazione con il megafono dei media e le censure dei social media, i pro-lockdown hanno abbracciato il compito di formare l'opinione pubblica. È un miracolo che non ci siano riusciti del tutto ed il movimento anti-lockdown ha iniziato a crescere. Oggi è più potente di quanto possiamo immaginare, tuttavia sono quasi certo che se avessimo avuto più alleati, le cose sarebbero potute andare diversamente. Il silenzio era mortale.

Quest'anno è stato davvero un anno di apprendimento. All'American Institute for Economic Research, abbiamo pubblicato quattro libri delle nostre ricerche e dei nostri scritti, oltre al mio libro Liberty or Lockdown. Sto pensando di lavorare ad un'altra collezione, ma oltre a ciò l'epidemia ed i lockdown ci hanno fatto capire la necessità di un programma di ricerca serio ed approfondito sull'economia e la salute pubblica.

Più in generale, l'AIER dovrà sostenere la ricerca sul tema critico della credibilità della scienza stessa. Questa credibilità ha subito un duro colpo quest'anno e ci vorrà molto tempo prima che possa riconquistare la fiducia della popolazione. Ogni scienziato che conosco è profondamente preoccupato per questo problema.

Un tentativo di salvare la scienza e aiutare ad istruire i giornalisti ha finito per essere un punto di svolta cruciale quest'anno: la Dichiarazione del Grande Barrington. È stata firmata presso l'American Institute for Economic Research, ma il vero merito è degli scienziati che hanno osato parlare. La loro dichiarazione era piuttosto semplice: una reiterazione dei fondamenti della biologia cellulare e della salute pubblica. È stata vista decine di milioni di volte e firmata da quasi un milione di persone. Sì, la scienza alla base della dichiarazione è impeccabile, nonostante tutti gli assurdi tentativi di imbrattare il documento ed i suoi autori, ma la vera influenza del documento, a mio avviso, è stata la dimostrazione di coraggio morale dietro lo sforzo.

Il trauma che tutti abbiamo vissuto quest'anno è difficile da contemplare, ma se state leggendo questo pezzo, siete come me, un sopravvissuto. Siamo feriti ma per altri versi più forti di prima, più dediti alla verità, più impegnati negli ideali di libertà, meno ingenui e pronti ad andare avanti per non lasciare che la civiltà venga smantellata. Dobbiamo difenderla con tutto ciò che abbiamo da offrire. 

La buona società e la società libera sono sinonimi. Il lockdown, sotto ogni pretesto, rappresenta un attacco a tutto ciò che siamo ed aspiriamo a essere. Non può e non accadrà di nuovo, a condizione che ci impegniamo a mantenere fermi i nostri ideali. 


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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