lunedì 2 ottobre 2023

Si avvicina la resa dei conti per il mercato obbligazionario

 

 

di Tom Luongo

La stampa finanziaria generalista mi chiede abbastanza regolarmente la mia opinione su ciò che sta accadendo. Non sempre vengo pubblicato, né rispondo a tutti; è dura avere a che fare con queste cose, quindi non gli attribuisco nessuna malizia. Alcune storie diventano semplicemente stantie. L'altro giorno mi è stato chiesto di parlare di due argomenti: l'eventuale fine degli aiuti all'Ucraina e la riunione del FOMC più recente. Ho scritto i miei commenti e li ho inviati.

Anche se non sono stati pubblicati, questi due problemi sono inestricabilmente legati in modi che vanno oltre l'ovvio: il denaro.

Le dispute sul bilancio e la politica monetaria non riguardano solo il denaro, però. Il modo in cui esso circola è l’essenza del processo politico.

Sulla potenziale fine degli aiuti da parte del governo americano, ho scritto:

Anche se ho una visione molto negativa riguardo alla maggior parte dei democratici e dell’amministrazione Biden in particolare, non riservo (quasi) alcuna fiducia nemmeno nei repubblicani. La spinta per una fine degli aiuti viene dalla cosiddetta ala Liberty Caucus del GOP guidata dal deputato Matt Gaetz (R-FL). La questione non è se la fine degli aiuti impatterà sull’Ucraina, ma se tutto questo discorso sia solo un posizionamento pre-primarie a fini di raccolta fondi.

Spero che non sia così, ma considerando il track record dei “buoni” repubblicani e la loro capacità di avere la meglio strategicamente sull'establishment repubblicano, penso che la mia speranza sia fugace. Il portavoce Kevin McCarthy ha dato ai democratici quello che volevano per ottenere la carica e poi, a giugno, per porre fine alla situazione di stallo sull'innalzamento del tetto del debito.

Quindi se c'è un accordo da raggiungere in cui McCarthy può neutralizzare Gaetz et al. lo stringerà, giocando nel frattempo per far sembrare che stia prendendo sul serio i tagli alla spesa.

Per amor di discussione, se Gaetz riuscirà a sfidare McCarthy e a forzare effettivamente il cambiamento, significherà che il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina si esaurirà temporaneamente. Biden dovrà aggirare il problema attraverso i budget e gli stanziamenti esistenti. Ciò implicherebbe anche che il terreno si sta muovendo sotto i piedi di McCarthy e che sta perdendo il controllo sull’agenda della cricca di Davos a Capitol Hill.

Questo è il motivo per cui il partito repubblicano e i media stanno incessantemente amplificando le opinioni di neoconservatori come Nikki Haley e Mike Pence in veste di sfidanti di Donald Trump. Stanno organizzando un’altra elezione fasulla, ma se Wall Street e il MIC non vogliono più una guerra contro la Russia, e preferiscono proteggere la “sacralità” dei loro giocattoli, allora l’Ucraina si trasformerà in un albatross per i democratici all’inizio del 2024.

Questa visione negativa di McCarthy e della sua disponibilità a corteggiare i davosiani democratici affinché venga mantenuto in vigore lo status quo politico è stata confermata dal seguente articolo su Zerohedge.

Politico ha riferito di colloqui segreti e urgenti tra i due partiti: “Piccoli gruppi di democratici centristi stanno tenendo colloqui segreti con molti degli stretti alleati repubblicani di McCarthy su un accordo disperato per finanziare il governo federale, è questo quanto riferiscono più di una mezza dozzina di persone con familiarità con tali discussioni”.

La Camera ha votato 212-216 contro lo spostamento del disegno di legge sul finanziamento alla votazione finale: Axios

Venerdì scorso il truffatore ucraino Volodymyr Zelensky ha lasciato Washington quasi a mani vuote, con soli $384 milioni contro i $24 miliardi che stava cercando. A questo punto, data la situazione sul campo in Ucraina, un tale ammontare di denaro gettato in quel pozzo nero non è destinato a prolungare davvero la guerra.

Deve servire a uno scopo diverso. Naturalmente quando si parla della cricca di Davos si tratta di mantenere la spesa americana ben al di sopra delle proprie possibilità e accelerare la fine del Paese. Altri $24 miliardi rappresentano un salasso per l'economia privata che non possiamo permetterci, soprattutto con tassi di risparmio reali negativi, come spiegato in questo eccellente discorso tra Danielle Dimartino Booth e Lacey Hunt su Hedgeye.

Ma quella somma di denaro dev'essere raccolta anche sui mercati obbligazionari e attraverso il sistema fiscale. Qui negli Stati Uniti, dal punto di vista economico, stiamo già camminando sul filo del rasoio a livello economico. Non c'è speranza da parte di nessun altro, quindi i dottrinari keynesiani hanno raggiunto il limite della loro cassetta degli attrezzi.

Non c’è spazio per fare altro che tagliare la spesa, ma questa è l’ultima cosa che chiunque a Capitol Hill voglia fare. Tutti quelli che avete visto scattare una foto con “lo sciattone” Zelensky sono coloro intimamente connessi ai soldi delle tasse che fluiscono nelle loro tasche e in quelle dei loro benefattori nel MIC, nel settore del private equity, ecc.

Sono i tafani come Gaetz che sono disposti a denunciarla questa situazione, ma ancora una volta, se non hanno potere però, allora l'intera faccenda è solo una facciata per un altro obbiettivo: raccolta fondi pre-primarie.

I $384 milioni sono soldi simbolici; non serviranno a nulla per arginare l’emorragia in Ucraina. Ovunque ci sono segnali che il Progetto Ucraina stia finendo e tutto ciò che resta ora è spremere le ultime gocce di sangue dalla rapa rappresentata dai contribuenti statunitensi.


Andare per la propria strada

Questo mi porta ai miei commenti post-FOMC su Jerome Powell e sulla reazione dei mercati nei suoi confronti.

Ho scritto molto a riguardo, quindi dividerò i commenti in parti e inserirò alcuni dettagli man mano che procedo.

Powell ha fatto esattamente quello che mi aspettavo che facesse: non ha rialzato i tassi e non l'ha fatto perché non era necessario. Gli annunciati tagli alla produzione petrolifera da parte di Russia e Arabia Saudita hanno creato un grande rally dei prezzi del petrolio, cosa che ci assicura che ci sarà un altro ciclo di inflazione in Occidente fuori dal controllo della FED.

Quindi l’OPEC+ ha fatto il lavoro di Powell al posto suo. L’inflazione tornerà a sostenere la sua posizione “più rialzi più a lungo”. Il dot plot dei membri del FOMC è stato costretto a far fronte a questa realtà, scioccando i trader obbligazionari per il loro compiacimento. Solo un gruppo selezionato di commentatori e io stesso credevamo che Powell potesse arrivare fino al 2024 e possibilmente oltre con tassi superiori al 5%.

Ora i mercati obbligazionari ci credono. Ciò significa un’ulteriore normalizzazione della curva dei rendimenti, esercitando un’enorme pressione sulla BCE e sulle altre banche centrali estere che sperano in una tregua sulla scia del calo dell’inflazione complessiva.

Powell ha trascorso tutto il suo tempo nella conferenza stampa attenendosi al suo mantra del "Doppio Mandato", usandolo per nascondersi dietro ciò che sta realmente facendo: riportare il controllo sulla politica monetaria statunitense nelle mani della Federal Reserve. Le domande poste dalla maggior parte dei media allineati alla cricca di DavosNY Times, WaPo, Financial Times – sono state poste da millennial ancora attaccati al morente modello keynesiano che rialzare i tassi in una recessione è sbagliato. Credevano di mettere nel sacco Powell, il quale invece continuava a ripetere che il FOMC osserverà i dati, che sanno di essere in ritardo e cercherà di non prolungare troppo la stretta monetaria.

La curva dei rendimenti statunitense invertita è ciò che emerge in questo momento, ma si sta normalizzando, anche se lentamente. Janet Yellen dal Ministero del Tesoro statunitense, Christine Lagarde dalla BCE, Bailey dalla Banca d'Inghilterra e Joachim Nagel alla Bundesbank la combattono in ogni momento.

Poiché Powell era solo, i bond vigilantes non erano pienamente convinti della sua forza d'animo. Credo che lo siano adesso e lo confermano i movimenti dei rendimenti nella fascia da sei mesi a due anni.

La risposta recessiva all'atteggiamento di Powell ha visto il Brent correggere sotto i $93 al barile. Eppure, questa settimana, insieme all’oro, ha registrato un rally verso la chiusura.

Se si tratta di una candela "profit taking" nel Brent, allora “Bruxelles abbiamo un problema!”.

A causa dei movimenti del petrolio, del rialzo dei tassi da parte di Christine Lagarde dettati dal panico e dei dati sull’occupazione, Powell sapeva che avrebbe potuto trascorrere l’intera conferenza stampa attenendosi al suo mantra di servire il duplice mandato della FED (“piena occupazione e prezzi stabili”). Nel linguaggio della FED “prezzi stabili” equivale a un obiettivo d'inflazione del 2%.

Powell sa che non può davvero influenzare i prezzi del petrolio con strumenti dal lato della domanda. Lo ha detto direttamente in conferenza stampa. Quindi, per questo motivo e per il fatto che l’economia americana è in una forma migliore di quanto lui stesso si aspettasse a questo punto, resta aperto a ulteriori rialzi dei tassi per frenare la domanda di credito e forzare una riorganizzazione interna del capitale dalla classe finanziaria a quella industriale.

Infatti continuava a dire ai ragazzi del private equity “2 and 20 carry interest” che non ci sono dollari a buon mercato per loro. Li volete? Andate a trovare progetti che valgano il 6% di rendimento.

Altrimenti il denaro tornerà a Main St. attraverso il reinvestimento in risparmi a tassi più elevati per aumentare il loro potere d’acquisto.


La Yellen in modalità ritardata totale

Poiché Powell sta incoraggiando il risparmio e la domanda di titoli del Tesoro a breve termine, sta sostenendo la sua linea di politica “tassi più alti più a lungo”. Dalla risoluzione del tetto del debito di giugno, la curva dei rendimenti statunitensi si è normalizzata. Il segmento lungo è rimasto soppresso, ma le inversioni si stanno restringendo.

Ciò che sta facendo è costringere i suoi avversari a mosse ancora più dettate dal panico. E proprio come previsto, Bloomberg ha fatto uscire il gatto dal sacco venerdì mattina:

Qui la Yellen ha annunciato che sta avviando un nuovo ciclo di controllo della curva dei rendimenti. E non li riacquisterà alla pari, sarà per fornire liquidità ed evitare che il mercato rimanga senza offerta.

Dall'articolo di Bloomberg:

Il Dipartimento intende essere più “sensibile al prezzo” in quanto sceglierà le offerte di riacquisto da accettare – e quindi potrebbe finire per acquistare “materialmente” meno del massimo, ha detto.

“I riacquisti possono contribuire a migliorare la liquidità nel mercato dei titoli del Tesoro fornendo un'opportunità regolare di rivendere al Tesoro USA stesso quei titoli off-the-run lungo la curva dei rendimenti”, ha affermato. “Ciò dovrebbe migliorare la volontà degli investitori e degli intermediari di negoziare e fornire liquidità in questo mercato, a parità di altre condizioni, sapendo che esiste un potenziale sbocco per vendere alcune delle loro partecipazioni off-the-run”.

Tutto ciò fa emergere la seguente domanda: con quali soldi la Yellen interverrà nel mercato obbligazionario? Beh, certo, con i soldi che raccoglierà quest'autunno per coprire l'enorme deficit di bilancio, ma solo se ci saranno alcune concessioni a Gaetz sulla spesa.

Riacquisterà titoli del Tesoro USA sommersi con tagli del 40-50% affinché possa emettere nuove obbligazioni con rendimenti più elevati di quelli che sta acquistando.

Ma cosa sta realmente facendo la Yellen?

Beh, gente, si chiama Controllo della curva di rendimenti.

Qui lo spiega il mio amico Vince Lanci:

Sta riacquistando a poco prezzo, il che ha senso, ma lo sta facendo per vendere obbligazioni che il mercato si aspetta vadano a prezzi ancora più bassi (rendimenti più alti). Se il mercato non si aspettasse questo esito, non avrebbe scaricato le sue schifezze a 2-3 punti in meno (presumibilmente un'offerta troppo cara per la Yellen) rispetto a quanto avrebbe acquistato i nuovi titoli del Tesoro USA a cedole più alte.

Passeranno dal pagamento di una cedola dell'1-2% a una del 4-5% per 10 anni.

Tutto ciò che sta realmente facendo è annunciare che vuole "gestire" il rialzo del segmento a lungo termine della curva dei rendimenti. Non acquisterà obbligazioni a breve scadenza; sono già state ri-emesse a tassi più alti.

No, come sempre si tratta dei segmenti 7, 10, 20 e 30 anni che sono profondamente sommersi, dove le inversioni della curva dei rendimenti sono le peggiori.

Ed è per questo che il dot plot più recente ha spaventato così tanto i mercati: Powell ha convinto anche le colombe pro-Obama/cricca di Davos messe sul tabellone da gioco per mettergli i bastoni tra le ruote che nel 2024 andrà più in alto di quanto i mercati si aspettassero.

Quanto ritenete che sarà efficace (o, soprattutto, costoso) il tentativo di Controllo della curva dei rendimenti da parte della Yellen questo autunno?

Questo mi riporta all'inizio di questo articolo e alla battaglia Gaetz contro McCarthy sulla spesa pubblica.

Il principale ostacolo [di Powell] a questa [normalizzazione della politica monetaria] è la spesa pubblica in deficit. Nulla è cambiato su questo fronte. Biden e il resto dei vandali a Washington che hanno i propri interessi e/o gli interessi della cricca di Davos di distruggere gli Stati Uniti attraverso imbrogli fiscali e giuridici, sono impegnati ad aumentare il conto il più possibile.

Gran parte del partito repubblicano è complice di questo piano ed è quello che tizi come Matt Gaetz stanno cercando di fermare.

So che sembra un sogno irrealizzabile che smettano di spendere a Washington. So anche che sembra inutile parlare di queste cose, perché nulla sembra cambiare mai. Ma qualcosa alla fin fine sta cambiando per davvero, lentamente. Questo è un problema di inerzia più che un problema di intenzioni.

Perché pensate che la Banca d’Inghilterra abbia mantenuto i tassi dov'erano e abbia lasciato che la sterlina venisse schiacciata la scorsa settimana? Perché pensate che gli svizzeri abbiano fatto la stessa cosa? Perché pensate che McCarthy stia lasciando che le cose vengano di nuovo risolte all’ultimo minuto a causa del temuto “blocco del governo federale”?

Tutto questo serve a spaventare i mercati dei capitali, a continuare a far andare avanti l'illusione che la Cina stia crollando insieme agli Stati Uniti ma che in qualche modo l'Europa si salverà nonostante il petrolio sia a $94 al barile. McCarthy e i democratici vogliono raggiungere un accordo per neutralizzare Gaetz, tagliarlo fuori e concludere l’accordo prima dell’inizio del quarto trimestre. Questa è MOPE – Management of Perspective Economics – sotto steroidi.

Ma ciò alimenterebbe anche la percezione che Washington sia alla frutta e costringerebbe i tassi a salire. D’altro canto potrebbero lanciare un osso a Gaetz, abbandonare una volta per tutte la cricca di Davos, provocare una rivolta politica e iniziare a fare pulizia.

In entrambi i casi il rendimento dei titoli a lungo termine salirà. Nel peggiore dei casi, il governo federale risucchierà tutto il denaro dall’economia, il capitale cercherà di fuggire, Powell manterrà la linea e il rischio di default arriverà alle stelle.

In quest’ultimo caso più denaro finirà per fluire nell’economia privata, stabilizzando sia il mercato del lavoro che quello del credito, aumentando anche le prospettive di un atterraggio morbido, e gli investitori smetteranno di avere paura di una svolta da parte della FED.

Se fossi nell’establishment repubblicano, penso che l’opzione n°2 sia buona in vista della stagione elettorale.

Powell non riceverà alcun aiuto dagli economisti dello staff della FED o dalla maggior parte dei membri del FOMC o del Consiglio dei Governatori. Sono tutti keynesiani dottrinari o traditori. Questo aiuto dovrà arrivare dai mercati.

Dovrà arrivare dai bond vigilantes che devono tornare ora e scoprire il bluff di tutti: McCarthy, la Yellen, la Lagarde e Udea (BoJ). E se alla fine arrivassero al quarto trimestre perché non ci sono più mercati emergenti da punire che valga la pena punire, allora a chi dovrebbero guardare?

Ciao, ciao Chrissy!

[Powell] ha fatto il duro lavoro quest'estate. Rialzando i tassi d'interesse a luglio, si è lasciato l'opzionalità a settembre. Era chiaro che si aspettava un ulteriore aumento quest’anno ed è ancora aperto a un altro nel primo trimestre del 2024.

Il rallentamento dei rialzi dei tassi in questo caso dà alle banche un po’ più di tempo per risanare i loro bilanci e costringerle a liberarsi dei prestiti immobiliari sommersi. Powell continua a schiacciare il private equity.

Sta anche costringendo il Congresso ad affrontare la situazione relativa alle sue spese eclatanti. Il segreto più sporco di Washington è che potremmo tagliare il bilancio tra il 25% e il 40%, riducendo gli sprechi, le frodi e, francamente, il welfare per i burocrati inutili e nessuno vedrebbe un calo della funzionalità e dell’efficienza.

Lo sanno tutti. Powell non può dire nulla di tutto ciò, ma è esattamente ciò a cui mira.

L’aumento dei prezzi dell’energia, ormai un fenomeno che dura da 3 mesi, dovrebbe produrre un aumento dell’inflazione questo autunno, dando a Powell la copertura di cui ha bisogno per stringere le viti sui mercati offshore del dollaro e dare ai depositanti ancora più incentivi a ripagare il debito, risparmiare a tassi più alti e costringere il Congresso ad affrontare la sua mancanza di riflessione allo specchio.

Stiamo fissando il buco nero e stiamo per attraversare l'orizzonte degli eventi per entrare in un periodo, nella migliore delle ipotesi, di stagflazione e, nella peggiore delle ipotesi, di vera e propria deflazione. Qualunque cosa accada, non sarà iperinflazione. L’USDX è molto chiaro su questo punto, gente.

Sapete chi vince quando i prezzi scendono? Noi gente comune. Sapete chi perde? Quelli che vi hanno rubato il futuro col denaro gratis.

Sì, la FED ha creato questo problema durante il periodo COVID, su questo punto sono completamente d’accordo sia con Hunt che con Booth (vedete intervista citata sopra). Ma allo stesso tempo, se il pensiero di Powell fosse di portare tutti sull'orlo dell'abisso e vedere chi salta, anche questo non sarebbe poi così male.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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