venerdì 15 luglio 2011

Sul Patriottismo

«Odio il patriottismo, non riesco a capirlo. Mi fa fottutamente schifo. Il mondo è rotondo l'ultima volta che cho controllato, ok? Capite cosa intendo? Odio il patriottismo. Infatti... Vi dico come possiamo fermare il patriottismo: invece di mettere stelle e strisce sulle nostre bandiere, dovremmo mettere foto dei nostri genitori mentre scopano! Riunite le persone intorno a questa bandiera a vedere vostro papà avvinghiato al sederone 4mx4m di vostra madre. Vediamo se un'intelligenza da beota riesce a fare un girotondo attorno a questa immagine. "Dan...nazione, me ne vado! Fanculo!" "Quella non è tua mamma?" "Sta zitto! Andiamo a fare giardinaggio".» ~ Bill Hicks, Rant in E-Minor
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di Fred Reed


Il patriottismo è dovunque si pensa che ci sia una virtù piuttosto che un disordine mentale. Non ci arrivo.

Se dicessi ad un Rotariano o in un salone dell'American Legion che "John è un patriota", tutti approverebbero il grande John. Se dicessi loro che il patriottismo era nient'altro che una fedeltà reciproca di un branco di cani, mi lincerebbero. Il patriottismo, secondo loro, è una Cosa Buona.

Ovviamente i piloti giapponesi che attaccarono Pearl Harbor erano patrioti, come i soldati tedeschi che assassinarono milioni di persone durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli uomini che hanno buttato giù le torri a New York erano patrioti, sebbene legati alla religione. Ammiriamo il loro patriottismo?

Ovviamente no. Quando diciamo "John è un patriota", intendiamo "John è un membro fidato del nostro branco di cani", niente di più. L'istinto del branco pare più antico, e sicuramente più forte, rispetto alla moralità o ad una qualsiasi forma di decenza umana. Così una volta che il branco – cittadinanza, volevo dire – è stato incitato a dovere secondo un tono patriottico, devasterà Nanking, bombarderà Hiroshima, ucciderà gli ebrei o, se sono ebrei, i palestinesi, sotto la copertura dei più trasparenti pretesti. Siamo animali del branco. Non ammiriamo il patriottismo. Ammiriamo la fedeltà a noi stessi.

Il branco domina l'umanità. Osservate come il comportamento delle gang urbane – i Vice Lord, i Mara Salvatrucha, i Los Locos Intocables, i Crips, i Bloods – rifletta precisamente quello delle gang più formalmente riconosciute, che sono chiamate "paesi". Le gang, come i paesi, sono intensamente territoriali con confini riconosciuti e ferocemente difesi. I soldati delle gang, come quelli dei paesi, hanno uniformi, di solito vestiario di colori particolari, e "lanciano segnali" – facendo segni con le dita che indicano la loro gang – ed indossano i loro cappelli di traverso in direzioni differenti per indicare a chi va il loro patriottismo. Hanno generali, consigli di guerra e ranghi simili ai colonnelli ed ai maggiori dei branchi nazionali. Si combattono a vicenda all'infinito, come fanno i paesi, per il territorio, per il controllo dei mercati, o perché qualcuno ha insultato qualcun'altro. Non ha senso – sarebbe più ragionevole, per esempio, dividere il mercato della droga invece di ammazzarsi a vicenda – ma fanno ciò a causa dell'istinto del branco.

Il branco domina la società. In tutto il paese le scuole superiori formano branchi di basketball e combattono sul campo, mentre le cheerleader saltano e volteggiano, preferibilmente con minigonne (qui troviamo l'altro grande istinto) per sostenere il fervore patriottico degli spettatori. Le città con il franchising del NFL ingaggiano violenti energumeni in tutto il paese per scontrarsi con prepotenza contro energumeni simili di altre città, aizzando sentimenti bellici tra i vari compagni del branco.

I fan. I fan.

Tale è il loro entusiasmo per il football che a volte bruciano le loro stesse città per il piacere della vittoria o per il nervosismo della sconfitta. Senza l'istinto del branco, difficilmente il football importerebbe loro.

E' dovunque. Nelle olimpiadi, nella coppa del mondo, nei gruppi razziali, nei partiti politici – nei Crip e nei Blood.

Parte del patriottismo è il nazionalismo, l'espressione politica dell'aver ceduto al branco l'indipendenza di pensiero.

Il patriottismo è ovviamente incompatibile con la moralità. Ciò è più esplicito nel soldato, un patriota che concorda nell'ammazzare chiunque gli venga detto di uccidere dai vari cani-alfa – presidente, Fuehrer, imperatore, duce, generali.

Ciò non è letteralmente vero? Un adolescente si arruola, non avendo mai sentito parlare della Ruritania, che forse si trova dall'altro capo della Terra. Un anno dopo avendo imparato a maneggiare una mitragliatrice gatling su un elicottero, gli viene detto che la Ruritania è Una Grande Minaccia. Non avendo mai visto la Ruritania, non essendo in grado di dire il nome, non sapendo dove sia (resteresti stupefatti nel sapere quanti veterani del Vietnam non sanno dove esso sia) presto si ritrova ad uccidere ruritani. Molto presto li odierà intensamente considerandoli feccia, scarafaggi, vermi mangia-riso, musi gialli, o negri della sabbia.

L'esercito chiama l'istinto del branco "coesione d'unità" e la incoraggia a tal punto che i soldati spesso hanno più fedeltà verso l'esercito che verso il branco nazionale. Così è facile farli sparare sui loro cittadini. Non è accaduto negli Stati Uniti forse sin da Kent State, ma in passato l'esercito fu usato spesso per uccidere i lavoratori scioperanti. Tutto quello che si deve fare è portare le truppe a pensare che si assassina un altro gruppo.

Se parlate con i patrioti, in particolare quelli dell'esercito, di solito saranno oltraggiati se viene questionata la loro moralità. Qui si incontra il bifrontismo mentale, una caratteristica del branco. Se si hanno diversi cani, noterete che sono amichevoli ed affezionati alla famiglia e si azzufferanno per giocare tra di loro – ma abbaieranno furiosamente agli stranieri e, a meno che non sono molto addomesticati, attaccherano in gruppo i cani sconosciuti e li uccideranno.

Allo stesso modo il colonello della porta accanto sarà onesto, non prenderà a pedate il vostro gatto o ruberà la vostra argenteria. Se dovesse accadere un qualsiasi disastro naturale, lavorerà strenuamente per salvare vite, a rischio della sua se fosse necessario. Tuttavia lancierebbe bombe a grappolo su Baghdad e ne sarebbe orgoglioso. Vedete, un branco differente. Va tutto bene ad attacare i cani forestieri.

L'istinto del branco, vecchio, atavico, limbico, ormonale, impedisce qualsiasi empatia di sofferenza per gli estranei. Se un branco A attacca l'intrusione del branco B per difendere il proprio territorio, i propri membri non possono permettersi di pensare: "Oddio, stiamo davvero ferendo questo tizio. Forse dovremmo fermarci". Non si difende il territorio condividendolo. Quindi se si dice ad un patriota che le sue bombe stanno bruciando vivi migliaia di bambini, oppure che l'embargo all'Iraq ha ucciso mezzo milione di ragazzini per dissenteria poiché non hanno potuto utilizzare il cloro per sterilizzare l'acqua, non se ne preoccuperà. Non può.

Lo stesso istinto governa il pensiero delle atrocità commesse nel periodo di guerra. In ogni guerra, ogni esercito (esatto) accusa l'altro di commettere atrocità. Le atrocità sono quello che fanno gli eserciti. Tale è la moralità superiore a cui si sentono legati gli eserciti. Ma i patrioti non se ne preoccupano. Gli psicologi parlano di demonizzazione o indifferenza e cose simili, ma è solo perché i torturati, i violentati, i trucidati ed i bruciati vivi sono membri di un altro branco.

Ho bisogno di bere.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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