venerdì 11 novembre 2011

Depoliticizzare Tutto

Siamo di fronte ad un fatto molto triste, riconosciuto da pochi purtroppo ma di cui tutti se ne lamentano. La democrazia. Essa è un sistema congeniato per tenere a bada le masse con le briciole, mentre i pochi al potere pasteggiano con grandi portate da gourmet. Questa redistribuzione viene mandata avanti con un meccanismo di furto, perché chiunque si rifiuta di pagare le tasse verrà mandato in prigione. Ma qualcuno obietterà: "Ma la maggior parte delle persone vuol pagare le tasse." Benissimo, allora perché sono obbligatorie e non volontarie? In una società capitalista l'imprenditore soddisfa nel miglior modo il cliente e dà lavoro alle persone, di quale "giustizia sociale" ci sarebbe ulteriormente bisogno? I politici sono degli attori che attraverso la forza promettono di interferire nel mercato a favore di coloro che si presentano sotto i loro palazzi per chiedere un tozzo di pane in più rispetto al loro vicino. E' una spirale senza fine, che porta solo più miseria e sofferenza a scapito della libertà e della prosperità.
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di Stephen Mauzy


Che tipo di persona ricava profitto — monetario o psichico — da cariche elettive? Per lo più il tipo di persona che mi sforzo di evitare: la vicina di casa ficcanaso veloce nel commentare chi viene a trovare vostra figlia; l'erudito universitario irritato dalla riluttanza del mondo ad abbracciare la sua brillantezza; il Luddista sentimentale che crede che ieri è sempre meglio di oggi; l'appassionato organizzatore di comunità le cui sentenze sono troppo condite con "noi" e "dobbiamo".

Sono sicuro che quelli che concorrono per la carica la pensano diversamente, in particolare quelli che concorrono per criche minori — la carica in cui il profitto è per lo più psichico. Forse questi servi pubblici pensano di essere ambiziosi. Dopo tutto, queste burocrazie possono essere un primo passo di un cammino verso più vanagloria, incarichi più remunerativi pubblici: la Camera degli Stati Uniti, il Senato degli Stati Uniti — e se uno è squisitamente magistrale nel parlare con eufemismi, la presidenza. Queste cariche superiori conferiscono notevole ricchezza anche alla persona più stolta. E se uno non ha il fegato di passare a livello nazionale, una sinecura eccessivamente remunerativa lo attende in molti stati minori e cariche locali.

Alla politica viene dato molto denaro e molta attenzione; così tanta che anche starsene in piedi in disparte a commentare può generare ricchezza fuori misura e attenzione. Rush Limbaugh ed i suoi numerosi epigoni conservatori hanno costruito carriere lucrative perpetuando il mito che se solo votassimo per i candidati giusti (di destra, nel caso di Limbaugh), il mondo sarebbe stato impostato correttamente sul proprio asse e lo status degli Stati Uniti come padroni dell'universo starebbe ancora crescendo.

Naturalmente, per i liberali di sinistra, la persona giusta risiede a sinistra. Per entrambi i lati, la persona giusta è un mito — una frode, in realtà. Non c'è una persona giusta, a sinistra o a destra, perché la persona giusta dal punto di vista di qualsiasi persona sarà sempre la persona sbagliata rispetto alla prospettiva di tutti gli altri.

Spogliata della sua anima, la politica non è altro che un esercizio egregiamente costoso di auto-esaltazione e di frustrazione. Una volta passati i pavoneggiamenti e le demagogie, ogni governo democratico è un governo Fabiano. Il governo democratico cresce sempre. Limbaugh persuade ogni giorno i suoi putativi 20 milioni di ascoltatori che i Repubblicani sono i campioni del libero mercato e un governo ristretto è un omaggio all'oratoria carismatica. I Repubblicani sono tanto pro-governo quanto i Democratici. La grande rivoluzione Repubblicana è durata dal 1995 al 2008. Durante questo periodo, le spese federali totali sono arrivate a $2.982 biliardi da $1.515 miliardi, un tasso di crescita annuo di circa il 5.3%.

La spesa del governo Federale come percentuale del PIL scese al 18% nei primi anni della rivoluzione, ma una volta che i Repubblicani si abituarono a dispensare il bottino ai propri elettori, il governo ristretto sbiadì insieme all'economia. La rivoluzione andò in pezzi nel 2008, e quando il Gran Vecchio Partito perse la maggioranza la spesa federale del governo in percentuale al PIL era superiore rispetto a quando l'aveva acquisita, salendo al 22% del PIL alla fine del regno.

Repubblicani o Democratici, non cambia nulla. Il movimento tea-party, il Green Party, il Modern Whig Party non possono cambiare nulla. Né può farlo il Libertarian Party o il suo figlio prediletto Ron Paul. Le istituzioni del governo alla fine opprimono e corrompono il politico di principio.

Queste istituzioni sono l'intrattabile ostacolo al progresso umano perché richiedono il raggruppamento. Il raggruppamento avvilisce le idee più brillanti ed eleva le più stupide. L'ideologia che ne rimane è una brodaglia marrone che non soddisfa nessuno. La follia di questa cosa è che, come in Oliver Twist, molti ne richiedono di più, anche quando non dovrebbero.

Siamo diversi; la nostra combinazione di bisogni e desideri ci conferisce l'individualità. Questa cosa unica rende possibile la divisione del lavoro ed il libero mercato. Le nostre differenze, la nostra unicità, stanno a significare che valutiamo diversamente le risorse scarse (io preferisco il termine risorsa limitata; nessun venditore dei grandi magazzini evoca pensieri di scarsità), e meno male che le cose stanno così. Altrimenti, tutto si ridurrebbe ad una brodaglia. La vita sarebbe come uno stormo di gabbiani che convergono sullo stesso punto di pesca per lo stesso banco di pesci.

Politica e governo ci ritorcono contro i vantaggi schiaccianti dei nostri desideri e delle nostre abilità uniche. Invece di cercare il proprio modo di soddisfare i propri bisogni e guadagnarsi da vivere soddisfacendo le esigenze di altre persone in modo che ciascuno di noi trovi quello più accomodante, siamo costretti a scegliere tra le opzioni non ottimali imposte dalle istituzioni. La politica distilla le opzioni dagli elementi più ascetici, quando dovrebbe prevalere una cornucopia.

Vale a dire: evoluzione o disegno intelligente? Se il consiglio d'istituto sceglie uno o l'altro, prevalgono gli interessi di una minoranza, e sorgono amarezza e frustrazione tra la maggioranza discordante. Perché l'evoluzione o il disegno intelligente, perché non l'evoluzione per gli evoluzionisti e la progettazione intelligente per i creazionisti? Ma soprattutto, perché non qualcos'altro per quelli come noi che ritengono entrambe le cose spiegazioni sterili?

Questo sistema perverso uccide la civiltà costringendo la gente ad accettare opzioni limitate. La questione tra una Ford o una Chevrolet produce discordia fra due zucconi ubriachi ad una gara di NASCAR, il resto di noi sceglie una Ford, una Chevrolet, o qualsiasi altro marchio che meglio si adatta alla nostra fantasia.

La politica distilla sempre tutto il succo della diatriba Ford o Chevrolet dei testoni. C'è forse da stupirsi che la politica fa infuriare ed infiamma i discorsi? L'apoteosi dei media sul conflitto politico — il ripugnante Keith Olbermann e la bisbetica Ann Coulter — sono due facce della stessa medaglia. I loro ferri del mestiere stanno costringendo la gente a considerare il minore dei due mali, quando invece non è necessario che nessun male prevalga. Alla maggior parte di noi interessa (tanto meno un fico secco) qualcosa dei matrimoni gay? C'è qualcuno che pensa che la politica risolverà il dibattito sull'aborto?

Quando la politica non decivilizza la società, aumenta le preferenze temporali. I problemi devono essere risolti immediatamente, per timore che il mondo si possa fermare. L'mmediatezza neutralizza la logica e la ragione. Chi altri se non un politico poteva credere che i pantaloni cascanti sono una delle cause della crescente delinquenza giovanile? Molti, e quando questi pensieri ad hoc invadono la coscienza di un politico, questi pensieri devono essere legiferati in gran fretta.

Quando la politica non fomenta i conflitti, aumenta le preferenze temporali, ed intorpidisce la nazione, attenuando il progresso. Contrariamente alle incessanti ciarle sulla necessità di "cambiare", tutti i politici disprezzano il cambiamento. Il cambiamento — il vero progresso umano, il cambiamento Schumpeteriano — erode il potere politico ed indebolisce i regimi. La politica miope si concentra sulle cose conosciute, per questo i politici senza scrupoli cercano di mantenere lo status quo.

La stasi è un fattore vincolato al potere politico. L'istruzione è relegata in grandi edifici sterili, sette classi di 50 minuti ciascuna, programmate per accogliere agrari antichi. La regolamentazione si espande fino a racchiudere l'ultima crisi, garantendo così la prossima. L'esercito immette sul mercato una grande massa di nemici, permettendo così ad una accozzaglia di bande provenienti da piccoli paesi di devastare le città più grandi di un paese.

L'emarginazione è l'unica soluzione. Il governo è emarginato quando è ignorato, quando le persone evitano il processo politico.

Quindi, fate un favore a voi ed al resto di noi: se state pensando di concorrere per una carica elettiva, non lo fate. Se siete dei tipi a favore di un governo ridotto, non siete in grado di impedire l'ulteriore crescita del governo. Se siete dei tipi a favore di un governo grande, non siete in grado di farlo crescere a vostro piacimento. Una volta nel sistema, sarete emarginati. Vi farete più nemici che amici, ed è giusto che sia così. Come osate costringermi a scegliere quando preferisco non farlo.

Evitare il governo vi fa inoltre notare la sua influenza corruttrice. Guardate da vicino: i politici sono gli esemplari di quelle caratteristiche che più disprezziamo negli altri: avidità, codardia, fraintendimento, irresponsabilità, e sofismi. Se eletti, adotterete tali caratteristiche. La vostra personalità si sposterà sul raggiro, da veemente riformatore a politico in cerca di rielezione. Il servizio pubblico è la più ignobile delle chiamate.

Il voto è uno spreco di tempo e risorse scarse. Il dibattito politico (l'ultimo esercizio di futilità), è altrettanto dispendioso. Se riuscite ad educare i vostri figli al di fuori della scuola pubblica, fatelo.

Più ci tiriamo fuori dalle istituzioni governative, più deboli diventeranno. Opere di ostracismo. Le istituzioni più forti, se ignorate e trascurate abbastanza a lungo, alla fine crolleranno. Le poste si stanno letteralmente sgretolando sotto i nostri occhi. Altre istituzioni governative apparentemente impenetrabili subirebbero un destino simile, se rimuoviamo la nostra partecipazione al processo politico.

Lo stesso effetto rovinoso lo sperimenterebbero quegli individui impegnati a mantenere le istituzioni governative e lo status quo. Tirandoci fuori dalla politica marginalizzeremo i vari Barack Obama, le varie Hillary Clinton, i vari Charles Grassleys, i vari Barney Franks, i vari Harry Reids, i vari Mitt Romneys, ed altri. Pronunciare discorsi in auditorium vuoti e ricambiare strette di mano con un giramento di spalle, indebolirà la fiducia nella validità della missione politica.

Ma i socialisti non ci calpesteranno? No, perché i socialisti sono una piccola minoranza, e le piccole minoranze possono solo imporre la propria volontà quando la maggioranza partecipa ad un processo che consente loro di imporre la loro volontà.

C'è un effetto salutare nel badare agli affari propri: più ci si ritira dalla politica, più ci si rende conto di quanto la politica sia in realtà insignificante, mentre contemporaneamente ci si rende conto di come la cooperazione e la libertà forniscono le migliori soluzioni alla maggior parte dei problemi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Ciao Francesco.

    Le recenti regionali sicule sembrerebbero indicare che per i più il gioco non è più credibile.
    C'è, tuttavia, chi parla ancora di difetto nell'offerta politica come causa del fortissimo astensionismo.
    Può darsi che sia così.

    Moltissimi con cui parlo dichiarano che non andranno più a votare.
    Ma è pur vero che la data è ancora lontana e che i media riusciranno certamente a convincere molti che stavolta è diverso, stavolta si gioca tutto, stavolta le conseguenze del non voto sarebbero disastrose...
    Come se adesso, invece, che abbiamo votato e poi ci hanno espropriato anche del parlamento senza farci votare di nuovo, andasse tutto bene.

    Mi "meraviglio" del silenzio di tutti coloro che hanno riempito come greggi ammaestrate le piazze per difendere questa costituzione collettivista quando adesso premier, governo e data del voto sono stabiliti senza contraddittorio alcuno da cariche istituzionali che non hanno queste facoltà. La costituzione materiale (o sostanziale) vs quella formale.
    Anche in questo, la strenua difesa della forma giuridica, i quattro gatti liberali dimostrano il loro fallimento storico.

    Sono davvero curioso di vedere come andrà a finire questo tragico(-mico) gioco. Ma non parteciperò più.

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  2. Ciao Andrea.

    Stai parlando con un altro individuo che ha deciso di non farsi coglionare partecipando a questo gioco delle tre carte.

    Perché? Perché siamo in presenza di criminalità organizzata che esercita un potere dispotico in dispregio delle leggi di cui sono al di sopra, senza rappresentare nessuno al di fuori di se stessi, che deruba tutti e usa tali risorse per perpetrare i peggiori crimini della storia e secondo le pecore democratiche il massimo che dovremmo fare è una volta ogni tot. anni mettere una X e vedere come va a finire solo per dire "birbantelli, voto quell'altro."

    ...e le pecore democratiche non scherzano. Se poi andassimo a rileggerci la storia del Power of Attorney si capirebbero molte cose, prima fra tutte come lo stato ha preso lentamente il potere sull'individuo.

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