giovedì 12 marzo 2015

L'ISIS non è il problema di lungo termine, lo è l'Arabia Saudita

Quando indagate su di un fatto in particolare, la prima cosa che dovete fare è seguire il denaro. Questa è una regola generale quando si indagano fatti concernenti la politica e l'economia. Nel caso che abbiamo in analisi oggi, dopo aver seguito i soldi bisogna seguire le armi. Scoprirete quindi che dietro la nascita dell'ISIS non c'è altro che una storia fatta di sovvenzionamenti e armamententi provenienti dagli Stati Uniti. E adesso lo zio Sam pare seriamente intenzionato ad imbarcarsi in una nuova avventura estera nel combattere un problema che esso stesso ha creato. A meno che gli Stati Uniti non si daranno da fare per comprendere quanto sia folle l'interventismo (politico ed economico) e che spendere denaro nel militarismo porta alla bancarotta, l'impero dello zio Sam farà la fine di tutti gli altri imperi caduti della storia.
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di John Robb


Ecco un nuovo modo per chiarire qualcosa che dovrebbe essere ovvio...

Per i politici di Washington e i finanzieri di New York, l'Arabia Saudita è un'isola di stabilità in un mare di caos. Un alleato affidabile, disposto a far scorrere il petrolio anno dopo anno. Un luogo che non è affatto vulnerabile all'instabilità che attanaglia regolarmente i suoi paesi confinanti.

Questa linea di pensiero è del tutto fuorviante. È vero il contrario.

In realtà, l'Arabia Saudita è estremamente fragile e gran parte del caos che vediamo in Medio Oriente è dovuto al modo in cui l'Arabia Saudita evita di cadere a pezzi. Peggio ancora, siamo principalmente noi da biasimare per questo esito. Alimentiamo questa farsa, e la nostra volontà di essere condiscendenti sta causando grandi danni.

Per dissolvere l'illusione della stabilità saudita, prendiamo in prestito dalla termodinamica un'idea molto intelligente chiamata struttura dissipativa. Tale idea è stata così buona che è valsa un premio Nobel in chimica ad Ilya Prigogine. Il modello di Prigogine ci fornisce un'idea di come tutto ciò che ci circonda, dalle strutture biologiche (es. batteri, scimmie, ecc.) passando per i fenomeni naturali (es. trombe d'aria) fino ai sistemi sociali (es. gli stati-nazione), tenda a raggiungere un certo ordine e a prevenire il collasso.

La parte importante di questa idea, per quanto ci riguarda, dice che le strutture dissipative crescono esportando o espellendo i prodotti di scarto in un ambiente esterno. In altre parole, raggiungono "l'ordine" marginalizzando il disordine.

Mettiamola in termini molto semplici. All'interno delle strutture biologiche, mangiare produce l'energia necessaria per costruire e mantenere un organismo. A sua volta, il consumo di alimenti produce disordine sottoforma di feci. Gli organismi espellono le feci nel mondo esterno, perché tenerle al proprio interno è pericoloso. Lo stesso processo vale per quasi tutte le strutture complesse. Con le automobili abbiamo i gas di scarico. Con i sistemi sociali complessi abbiamo la guerra e l'inquinamento.

Potremmo passare tutta la giornata a discutere di questa idea, ma cerchiamo di andare al sodo e applicarla al quadro saudita. L'Arabia Saudita è una struttura dissipativa particolarmente costosa, perché è estremamente rigida, anacronistica e immutabile. Per conservare questa struttura arcaica deve esportare una quantità incredibile di disordine (entropia) nelle regioni circostanti, nonostante le forze titaniche della globalizzazione stiano cercando di cambiare questa situazione. Disordini quali:

  • Un'ideologia fondamentalista nociva. Il Wahabismo del KSA alimenta sia l'ISIS sia al-Qaeda, e ha speso miliardi per diffonderlo in tutto il mondo.
  • Migliaia di fanatici violenti. La stragrande maggioranza dei dirottatori coinvolti nel 9/11 era saudita, così come lo sono le migliaia di membri dell'ISIS. Le persone che non può controllare vengono mandate all'estero.
  • Miliardi di finanziamenti destabilizzanti. L'Arabia Saudita ha fornito i finanziamenti iniziali sia ad al-Qaeda sia all'ISIS. E ha anche "investito" $10 miliardi nell'attuale dittatura militare egiziana.

Questa entropia saudita ha danneggiato tutti nel mondo. Diffonde instabilità violenta in tutto il mondo, dal terrorismo del 9/11 all'ascesa violenta dell'ISIS in Siria, Iraq, Libia, Egitto, Pakistan, ecc.

Peggio ancora, i danni arrecati dall'Arabia Saudita aumentano di anno in anno, poiché cerca di resistere all'inesorabile attrazione gravitazionale di un sistema globale fluido, dinamico e strettamente integrato.

Ciò significa che anche se l'ISIS verrà sconfitto nei prossimi due anni, il sistema disfunzionale saudita produrrà subito dopo qualcosa di peggio.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


9 commenti:

  1. l idea è estremamente interessante. in ogni caso, il gioco è quello. e che si dovesse attaccare l arabia e non l iraq lo dicevano i rep più sfegatati ai tempi di bush padre.

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  2. Il problema però, se non erro, è che i sauditi detengono una buona fetta del debito pubblico americano.

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  3. E'una cosa a cui ci penso spesso; quando questo sistema monetario folle e farlocco andrà a gambe all'aria e succederà, non sappiamo ma quando, ma di certo succederà.... a seguito della prossima grande crisi, ci sarà la guerra: tra Arabia Saudita e Iran! E' sotto gli occhi di tutti, sembrano Francia e Prussia dell'800 o peggio ancora Impero Britannico ed Impero Tedesco di inizio '900! Sono due potenze regionali entrate irrimediabilmente in contrasto, si combattono ovunque: Iraq, Siria, Yemen, Libano,.... sono due mondi chiusi che a modo loro reagiscono alla globalizzazione, tutto ciò alimenta una miscela esplosiva che inevitabilmente porterà alla resa dei conti finale diretta e senza teatranti del tipo Hezbollah o Isis!

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    1. il fatto è che oggi la scacchiera del potere mondiale è molto composita. il globalismo finanziario impera in occidente, dove la sua frontiera è la russia, il nemico. l area del medio oriente è ancora basata sui nazionalismi. penso sia anche questo il motivo per cui i globalisti fomentano le guerre: distruggere le nazioni e prenderne possesso con la ricostruzione. e sicuramente, e meno male, impedire l unita araba attraverso il conflitto sunniti e sciiti. in oriente, la cina è già da sola una potenza globalista per estensione, visione ed economia. con la cina si ondeggia tra un alleanza, per affinità e necessita, ed la politica del pivot to l asia, poiché in fondo non ci si fida. io l ho sempre detto: forse la dittatura finanziaria è meno peggio di quella degli stati.

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  4. bah, il debito in mano ai sauditi non è n problema, basta bombardarli ed annullarlo, prendendosi i pozzi petroliferi. anzi, poi gli prestano dollari dal nulla per la ricostruzione. per i cinesi è diverso, non puoi invaderli ed annettere le loro fabbriche.

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  5. francesco, ma li hai letti i commenti sotto il video che hai linkato? certe volte penso che ha regione brzezinsky

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    1. Ciao gdb.

      E meno male che le fonti riportate in quel video per dimostrare la tesi di fondo sono tratte per la maggior parte da giornali mainstream... Questo, infatti, è il modo migliore per imporre il silenzio sulle bocche di coloro che sventolano il feticcio dell'ufficialità come unica fonte d'approviggionamento legittima nel mondo dell'informazione.

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  6. Ciao a tutti

    Io non conosco nulla di piu nero del petrolio. E voi?
    Il problema di lungo periodo e' la dipendenza del mondo dal petrolio, da chi lo possiede, da chi lo estrae, da chi lo trasporta, da chi lo raffina, da chi lo distribuisce, da chi lo vende e da chi lo prezza.

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