giovedì 16 luglio 2015

I prestiti non performanti dell'Italia hanno raggiunto vette mai toccate




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da Zero Hedge


Mentre tutti gli occhi sono puntati sulla Grecia, le banche italiane stanno annegando nei crediti inesigibili.

Probabilmente il vero pericolo per l'area dell'euro non è tanto la Grecia, quanto due dei suoi pesi massimi: la Francia e l'Italia. Una piccola nota sulla stampa europea ci ricorda che non tutto va bene, almeno non in uno di questi paesi, soprattutto nel comparto bancario (attualmente questa è una "notizia da ultima pagina", ma ha grande potenziale per passare alla prima).

Dalla nota leggiamo quanto segue:

Roma – A causa della recessione degli ultimi anni e dei fallimenti aziendali, in Italia il totale dei prestiti in sofferenza ha continuato a crescere. Secondo l'associazione bancaria italiana, ABI, le sofferenze erano pari a €193.7 miliardi a maggio, €25.1 miliardi in più rispetto allo stesso mese nel 2014. Si tratta del livello più alto sin dal 1996.

I crediti in sofferenza rappresentano il 10.1% di tutti i prestiti concessi dalle banche italiane, come ha ricordato l'ABI martedì. Il rapporto dell'ABI, inoltre, afferma che le piccole e medie imprese continuano ad essere pressate dai crediti inesigibili, quindi ci vorrà molto tempo prima che le banche possano vedere uno spiraglio di sole in questa brutta situazione. Le aziende italiane sono attualmente alle prese con gli effetti della più lunga crisi economica sin dalla seconda guerra mondiale e spesso non sono in grado di rimborsare i loro prestiti.

Se ci possiamo fidare della nostra calcolatrice, questo significa che i prestiti non performanti nel sistema bancario italiano sono aumentati di circa il 14.9% rispetto allo scorso anno – non un anno di crisi acuto, ciononostante l'economia in Italia ha continuato a contrarsi leggermente.

Come mostra il seguente grafico (purtroppo siamo stati in grado di ottenere questa versione un po' datata), gli NPL italiani erano pari a €165 miliardi nel primo trimestre 2014. A questi si devono aggiungere tutti i tipi di prestiti che sono incagliati o sub-standard, ma non hanno ancora raggiunto lo status "effettivo" di NPL. Sono tutti riassunti sotto il termine di prestiti deteriorati.




Mentre le banche italiane stanno annegando negli NPL, e più in generale nel debito inesigibile (dall'immagine qui sopra possiamo dedurre che il nuovo totale è vicino ai €350 miliardi), il suo governo è sepolto sotto una marea più grande di debiti. Naturalmente il debito del governo è considerato "privo di rischio" nel bizzarro universo in cui siamo entrati da quando la BCE ha deciso di aderire alla folle stampa monetaria globale. Si noti che stiamo inquadrando questa decisione della BCE verso la fine del 2011, poiché i suoi sforzi monetari sono iniziati ben prima del "QE ufficiale" (in precedenza c'è stato il LTRO, il TLTRO, i diversi programmi d'acquisto di bond coperti, un programma d'acquisto di ABS, il SMP e il presunto "OMT").




Tuttavia, l'Italia non è il paese peggiore nella zona Euro quando si parla di prestiti in sofferenza del sistema bancario. Il grafico seguente ci mostra le percentuali di sofferenze bancarie (prestiti in sofferenza da 90+ giorni) sul totale dei crediti bancari in diversi paesi.

Non a caso la Grecia è al primo posto, seguita dall'Irlanda, dalla Slovenia e dall'Italia. Nella maggior parte di questi paesi è stata presa una serie di misure (soprattutto attraverso la creazione di "bad bank") per tenere il problema sotto controllo. L'Italia sembra essere scomparsa dal radar, ma rappresenta una potenziale polveriera – soprattutto una volta che la recente pseudo-ripresa indotta dal pompaggio monetario, imploderà in un altro bust.



Conclusione

Se si pensa alle cose in modo corretto, la Grecia in realtà è solamente uno spettacolo secondario. La zona Euro rimane piena d'incidenti annunciati e alcuni di loro hanno il potenziale per diventare veramente giganteschi. L'Italia ha un doppio problema di debito ed è probabilmente solo una questione di tempo prima che diventi ancora una volta qualcosa di cui preoccuparsi – questo porrebbe le banche del paese in una situazione insostenibile, dato che hanno accumulato una grande quantità di debito sovrano sin dall'inizio del 2012.

Finché la BCE continuerà a pompare ogni mese €60 miliardi di denaro fiat nel sistema, questi problemi riusciranno in qualche modo ad essere tenuti a bada. Tuttavia c'è un prezzo da pagare, poiché il pompaggio monetario distorce i prezzi e falsifica il calcolo economico, che a loro volta portano ad investimenti improduttivi e a consumo di capitale che vengono mascherati da "ripresa economica". La struttura su cui poggia tutto questo debito diventa sempre più debole.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


9 commenti:

  1. si ricrea la riserva con gli utili derivanti dallo spread che le banche pagano alla bce ed il loro investimento in titoli di stato. ma se i titoli di stato hanno alto rendimento allora devi mettere tasse alte, il che - drenando liquidità -aumenta le insolvenze verso il sistema bancario. allora aiuta lo stato col qe così tassi meno alti, ma rendimenti bancari minori. e via così, tutti insieme appassionatamente. è la teoria scientifica del caos che si avvera...

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  2. Grazie Francesco per l'articolo
    ottimo lavoro (di traduzione) e ottima scelta (argomento caldissimo)

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    1. Grazie Marco.

      Ma non è finita qui. Quando ascolta le notizie riguardanti il debito dell'Italia, esse, per quanto preoccupanti che siano, si concentrano principalmente sulla parte pubblica. Siamo arrivati al 132.1% del PIL. Impressionante, senza alcun dubbio. Ciò che invece viene spesso omesso, è il debito totale, quello che comprende anche il settore privato (famiglie, imprese non finanziarie). In questo modo arriviamo al 296% del PIL. Se poi ci aggiungiamo anche il debito del settore finanziario e non finanziario, sforiamo il 396% del PIL.

      Di questo passo ci verranno gli occhi a mandorla...

      Questo per dire che l'erosione della base di capitale dalla quale le imprese traggono linfa vitale per portare a termine i loro progetti, è in continua erosione, e con essa la possibilità di un calcolo economico in accordo con un ambiente economico onesto. L'implosione della zona Euro non avverrà per un crash a livello centrale, ovvero, per un default del debito pubblico di una nazione europea. Sarà una conseguenza innescata dalla legge dei rendimenti decrescenti, la quale inizierà a far pagare il conto dei continui errori economici soprasseduti in questi anni di salvataggi alle imprese del settore privato. I paesi falliti dell'eurozona continueranno ad essere salvati. Non esiste alcun piano B. Ma i pianificatori centrali, come la maggior parte delle persone, ignora ciò che non si vede.

      Ricordate, tutti i cambiamenti avvengono al margine.

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  3. Bell'articolo. E bella pure la foto di una calle di Burano :)

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  4. In sintesi, ci viene ricordata quella regola che ogni keynesiano ha appreso nel corso della sua carriera accademica: i deficit aiutano a superare le recessioni. In realtà l'ha appresa per sentito dire, visto che nessuno di loro s'è preso la briga di leggere la Teoria Generale. Non è una colpa, è un tomo illeggibile. Anche perché se l'avessero letto, ora che parlano di una presunta ripresa economica dovrebbero annunciare una mossa contraria: diminuzione dei deficit e aumento delle tasse per recuperare quanto speso durante il periodo d'indebitamento.

    Invece ai discepoli di Keynes piace vivere nel mondo delle favole, dove deficit crescenti e debito alle stelle sono la normalità. Ecco quindi che apprendiamo che per l'anno prossimo è stato rivisto al rialzo il deficit di bilancio (+0.8%), mentre si spera che diminuisca il debito in rapporto al PIL (che rispetto al quadro tendenziale aumenta di 1.1pc). Come se le spese non calano e le entrate languono ormai (il saldo primario è stato rivisto al 2.0% rispetto al tendenziale del 2.9%)? Come se l'economia globale è alle porte della prossima recessione?

    Approvata la Nota di Aggiornamento al DEF 2015

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    1. Di cosa ti stupisci? ;)
      Questi non fanno economia, fanno politica e propaganda politica. Siamo in campagna elettorale preventiva in Italia e vera e propria negli States. Comunque, il fiatmoney è carta fiduciaria e l'unica cosa da gestire è la credul..., la fiducia degli elettori. I numeri dei DEF sono come sempre messi a cazzo. Non ci crede nessuno di quelli che li scrivono. Sono campati in aria. Ma l'unica cosa che conta è saperli vendere bene. E, dalle nostre parti, il mercato elettorale non è molto esigente. Gli basta farsi rimboccare le coperte ogni sera e continuare a sognare. Matrix.

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    2. Incuriosito, mi sono fatto un giro su RC per vedere coi miei occhi quanto affermavi, Dna. Di cosneguenza posso affermare una cosa: l'Italia non è solo in bancarotta economica, ma è anche in bancarotta intellettuale. Il nostro compito è impegnarci per riempire il vuoto che si verrà a creare quando la bancarotta verrà ufficializzata. Purtroppo le loro ricette credo che saranno implementate, a partire dall'abolizione del contante fino ai tassi negativi. Con il loro beneplacito subiremo angherie dirette ad estirpare quante più libertà individuali possibili, Ciononostante avremo il vantaggio di dire: "Ve l'avevamo detto e vi avevamo detto anche perché." I loro progetti faranno la fine delle ricette marxiste dopo il 1991: diventeranno uno zimbello dal punto di vista intellettuale. Arriverà il nostro momento di puntare il dito e resistere è ormai un obbligo.

      Dal punto di vista economico, la bancarotta è garantita dalla legge di Parkinson riguardo il settore pubblico: lo stato si espande fino a occupare tutti i settori disponibili; maggiori sono i fondi che ridistribuisce, maggiori saranno le aree influenzate. Sono state fatte promesse all'eelettorato impossibili da mantenere. L'illusione di poterle mantenere viene sorretta dalla necessità d'incamerare più entrate: Così le Province (quasi) abolite assumono e aumentano le tasse.

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  5. La cancrena delle attività improduttive continua a drenare ricchezza reale, mentre si rincorrono le voci di una presunta ripresa economica. Secondo il mondo distorto di oggi, le azioni di Draghi e l'allentamento dei vincoli della spesa in deficit rappresentano il fantomatico stimolo della domanda di cui necessitava l'Italia per mettere il turbo. Verso lo strapiombo, molto probabilmente. Comunque, scommettiamo che l'anno prossimo Banca delle Marhe, Banca Etruria, Carife, Tercas Teramo e Popolare di Spoleto saranno le prime a ricorrere al bail-in? Ah, certo, anche quello zombie che cammina di MPS.

    Sono doline finanziarie, qualunque piano messo in campo non sarà mai sufficiente per salvarle definitivamente. Continueranno a risucchiare risparmi reali fino a quando non andranno definitivamente in bancarotta. E' inevitabile. E' il destino di tutte quelle realtà che sono cresciute sulle spalle di un'espansione artificiale del credito.

    Banche, piano per salvare quelle in crisi ed evitare panico tra correntisti. Pagheranno gli obbligazionisti

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