venerdì 24 luglio 2015

Un incidente annunciato: il crash cinese





di Francesco Simoncelli


Nel 2012 scrivevo il seguente articolo: http://francescosimoncelli.blogspot.it/2012/10/stavolta-non-e-affatto-diverso.html
In esso elencavo tutte le deformazioni e le distorsioni che il fenomeno cinese stava producendo. Cos'è cambiato ora, tre anni dopo? I nodi sono venuti al pettine e la Cina sta iniziando a soffrire per quegli errori economici che sono stati accumulati nel corso degli anni. Non avevo alcuna palla di vetro per azzeccare un tale esito. Avevo una visione epistemologicamente chiara delle condizioni economiche in cui versava la terra del capitalismo rosso, e in base a ciò ho spiegato il come e il perché Pechino altro non era che l'ennesimo incidente annunciato. Non è l'unico, ce ne sono altri. Il resto dei PIIGS(F) ad esempio. E non scordiamoci i BRICS, con Brasile e Russia che stanno reggendo il colpo grazie ad un utilizzo smodato della stampante monetaria.

Chiudono la lista gli Stati Uniti. Non siamo ancora giunti alla fine della strada. I pianificatori centrali hanno ancora altre mosse da implementare, tra cui un maggiore dirigismo dell'economia di mercato. Ciò non toglie che il risultato ultimo non sarà la prosperità che tanto si affrettano a decantare i media mainstream quando fantasticano di misure "adatte alla situazione attuale", bensì un default su larga scala per tutti quegli investimenti improduttivi finora apparsi sulla scena economica mondiale.

Questi sono mercati manipolati e i manipolatori non si tireranno indietro davanti a nulla pur di cercare una soluzione che mantenga in auge lo status quo. E' per questo che la notizia contenuta nel link precedente non è così campata per aria oggigiorno. Infatti, nell'epoca pre-Lehman, i massicci stimoli monetari erano qualcosa che tutti consideravano far parte del mondo delle favole economiche. Poi sono diventati realtà.

Questo significa che una volta iniziati, interventi di simile portata non possono essere ridimensionati pena un crollo repentino del paese che li ha adottati. Questo significa che le misure interventiste nell'economia non si fermeranno qui.




La storia della Cina non è tanto diversa da quella del resto delle altre nazioni occidentali, le quali hanno fatto baldoria con una quantità spropositata di credito fiat concesso da posizioni ultra-allentate delle loro banche centrali. Perché queste posizioni erano ultra-allentate? Perché c'era la necessità di nascondere vecchi errori, e questa strada trasforma la ciclicità della correzione di mercato in strutturale. Ebbene sì gente, non è più una questione di liquidare investimenti improduttivi, i pianificatori monetari centrali si sono spinti troppo oltre per salvaguardare quelle entità protette dai loro cartelli.

Stati e banche commerciali sono un coacervo di improduttività e distorsioni economiche, le quali stanno trascinando a fondo l'intero tessuto economico, pezzo dopo pezzo. Se in Europa la BCE sta cercando in qualche modo di esplorare la possibilità di controllare il default della Grecia, il livello d'interconnessione dell'attuale panorama economico rende futile qualsiasi tentativo di "demolizione controllata". Sovra-indebitamento, sprechi e un sistema bancario ombra ultra-stressato sono solo alcuni degli esempi più eclatanti del disastro cinese. La capacità interna si sta saturando rapidamente, ponendo un limite a quando debito possono ancora portare gli ex-agricoltori cinesi. Lo stesso discorso si estende per quanto riguarda i prestiti non performanti all'interno del settore bancario commerciale.




Ciononostante, l'ingegneria finanziaria ha proseguito il suo corso sfornando ulteriori prodotti di dubbia qualità. Uno di questi, ad esempio, sono i WMP (wealth management products). Ovvero, prodotti finanziari studiati appositamente per dare un senso alla miriade di appartamenti vuoti ed altri edefici deserti sul suolo cinese. Essendo abbastanza ostacolata la via dell'investimento estero, i cinesi si ritrovano con poche scelte. Questo significa che sono perlopiù costretti a posizionarsi su asset interni, principalmente emessi dalle banche. Il problema è che questi non sono garantiti dalle banche. Insomma, si è voluto incanalare quanti più attori economici possibile nel mondo azionario e immobiliare per far sopravvivere un giorno più la baldoria del settore delle costruzioni insieme alla filiera d'industrie al seguito (acciaio, ferro, cemento, ecc.) Chiunque stia pensando ad un gigantesco schema di Ponzi, non si sta sbagliando.

Anche perché il maggio scorso la PBOC è andata in soccorso del sistema bancario cinese implementando un LTRO in stile europeo con cui scambiava asset particolarmente tossici con prestiti nuovi e fiammanti. Una strategia equivalente a smorzare un incendio gettandovi sopra ulteriore benzina. In sostanza, con la scusa di stimolare l'economia più ampia attraverso la concessione di nuovi prestiti la cui garanzia sono gli LGB (local government bonds), Pechino non ha fatto altro che incentivare le istituzioni pubbliche locali ad affondare ulteriormente nella leva finanziaria e nei debiti rischiosi che hanno scambiato con la PBOC. Una macchina dell'indebitamento a moto perpetuo a quanto pare, con asset diventati rischiosi che vengono scambiati con liquidità ex novo che può essere utilizzata per finanziare progetti che creeranno quegli stessi asset che sono stati scambiati in prima istanza. Quindi, con la scusa di consentire ai governi locali di allentare la pressione a causa dei loro azzardi passati, la PBOC non ha fatto altro che incrementarli.

Viene veramente da chiedersi se questi tizi siano pienamente in possesso delle loro facoltà mentali. La polvere da sparo con cui è stata inzeppata la terra del capitalismo rosso è qualcosa fuori da ogni parametro storico. Infatti, il problema che abbiamo sotto gli occhi ora non è altro che l'implosione del settore bancario ombra cinese, il quale ha fornito prestiti su prestiti a soggetti insolventi e giocatori in borsa dell'ultimo momento.




Inutile dire che questo pachiderma statale-mercantilista ha riversato l'euforia dal settore finanziario a quello dell'economia di Main Street: aereoporti deserti, centrali commerciali vuoti, ponti verso il nulla, città fantasma, ecc. Il settore delle costruzioni è letteralmente andato fuori controllo facendo spuntare in ogni dove aziende specializzate nella realizzazione di strutture in cemento. In altre parole, la Cina è diventato un serbatoio immenso per diverse commodities come rame, ferro, alluminio, acciaio, cemento, ecc. Tale situazione non ha richiesto molto tempo prima che la capacità di saturazione interna venisse completamente occupata, richiedendo l'esportazione su vasta scala di queste materie prime. Se fino ad ora abbiamo avuto disinflazione dei prezzi, è stato soprattutto grazie agli inventari gonfi che la Cina ha riversato nel mondo. E a quanto pare non vuole smettere di riversare visto che dopo la creazione dell'AIIB, vuole attrarre, attraverso soldi quasi gratis, l'arrivo sul suolo cinese di soggetti esteri che investano nella terra del capitalismo rosso.

Ciò è equivalso ad una sovvenzione a tutti quei paesi che hanno importato materiali dalla Cina. Se oggi diverse aziende occidentali sono potute sopravvivere, è stato anche grazie alla mole d'investimenti improduttivi spuntati sul suolo cinese. Non solo. Ha anche messo fuori mercato quelle aziende occidentali che per anni sono riuscite a sopravvivere grazie agli interventi statali che, attraverso sussidi alle imprese, hanno permesso loro di restare sul mercato e deviare risorse reali. Pensate all'industria dell'acciaio statunitense, ad esempio. Ma come si è affermato poco sopra, questa capacità in eccesso è stata praticamente svenduta sul mercato mondiale avviando le aziende cinesi nel ramo delle costruzioni ad affrontare la triste realtà delle loro scelte: quelli in cui si erano impegnati erano investimenti improduttivi, e il mercato lavora sempre affinché vengano liquidati.

La Cina, uscita dal pantano melmoso del comunismo nel 1978, ha inaugurato un periodo di prosperità all'insegna di un'apertura maggiore ad un mercato più libero. La formula di Deng Xiaoping per la libertà e della crescita economica fu questa: "Essere ricchi è bello". All'emergere dei primi errori economici, invece di lasciare che il mercato operasse una pulizia dell'ambiente economico si è scelto di seguire un'altra formula: "Intervenire centralmente è bello". Inseguendo la ricetta keynesiana, la Cina è arrivata ad avere un debito oltre i $28,000 miliardi e un'economia incagliata a causa delle distorsioni e delle deformazioni causate dal suo interventismo economico viscerale.

Sebbene le forze di mercato possano essere represse, non possono essere eliminate. Infatti, se si vuole conoscere lo stato reale delle cose in un mercato manipolato bisogna rivolgersi al mercato nero. Qui scopriamo, come sempre, che i tassi agevolati a cui il governo cinese offre prestiti per comprare azioni, sono una farsa. Il sistema dei prezzi riflette l'informazione che viene veicolata attraverso le singole azioni degli attori di mercato, e i pianificatori centrali non hanno la minima idea di quali saranno e cosa "diranno" queste azioni. Si preoccupano solo del breve termine. In questo modo mettono in moto eventi al di fuori della loro portata e che non riusciranno a tenere a bada intervenendo ulteriormente sui mercati.

A questo proposito, Gary North riassume egregiamente quello che la Cina dovrebbe fare per inaugurare una nuova era simile a quella inagurata da Deng nel 1978:

Se il governo cinese volesse avere una moneta stabile, dovrebbe licenziare tutti gli economisti della Banca Popolare di Cina e ordinarle di congelare tutti i suoi asset: in questo modo la Cina si arricchirebbe. In secondo luogo, il governo dovrebbe mettere all'asta tutti i beni delle banche statali, che tra l'altro verrebbero chiuse. Poi il governo dovrebbe approvare una legge che autorizzerebbe la proprietà estera di qualsiasi forma di asset in Cina. Scorrerebbe più capitale in Cina. Non intendo dollari. Non intendo sterline. Non intendo euro. Intendo visione imprenditoriale. Gli stranieri inizierebbero ad investire le loro idee all'interno della Cina, perché potrebbero recuperare in qualsiasi momento la loro ricchezza. Questo significa venderla a qualcuno in cambio di moneta digitale o oro.

La chiave per flussi di capitale produttivi è la libertà. È la chiave per attirare i migliori investitori del mondo. Se una nazione ha una società libera, il suo ordinamento giuridico permetterà a chiunque abbia una buona idea di attuarla entro i confini della nazione, e quindi di raccoglierne tutti i proventi. Non importa dove viva la persona. Se vive fuori dai confini della nazione, chi se ne importa? Il punto principale è questo: le persone all'interno dei confini della società libera partecipano a quella produttività che viene generata dalla visione imprenditoriale degli investitori. Ecco come le nazioni diventano più ricche. Attirano la forma più importante di capitale: la visione imprenditoriale.


4 commenti:

  1. un francesco, già dal suo intervento di replica al mio ieri, in smagliante forma tecnica

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    1. Ciao gdb.

      E la storia non finisce qui. C'è di più. Nota come la carenza d'oro presso il COMEX si stia facendo sempre più marcata. A quanto pare l'abbattimento di prezzo sta coincidendo anche con questo squeeze delle riserve auree del COMEX. Ma adesso arriva la parte divertente. Il COMEX, in sostanza, funziona come un grande deposito d'oro fisico a copertura dei contratti futures. Esistono due magazzini: il registered e l'eligible. Il primo rappresenta la quantità effettiva d'oro disponibile per saldare i contratti; il secondo rappresenta la quantità potenziale d'oro presente al COMEX, ma che non può essere ritirata da chi vorrebbe saldare il contratto futures in oro fisico.

      Secondo gli ultimi dati le cifre sono:

      Current Registered: 482,778 oz
      Current Eligible: 7,437,555 oz

      L'oro fisico a sostegno dei trade è ad un minimo storico. Quell'oro è andato, ormai. Partito per altri lidi. I nodi infine vengono al pettine. Nel frattempo, come disse Juncker qualche tempo fa, "quando le cose si fanno critiche, bisogna mentire".

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    2. Pezzo eccellente che dimostra a chi ancora fa il sordo per non sentire che una corretta teoria della conoscenza permette di leggere gli eventi per quello che sono e di prevedere facilmente le conseguenze inevitabili dei soliti errori. Grazie ancora una volta a Francesco Simoncelli per l'opera appassionata di divulgazione della teoria economica della Scuola Austriaca.

      Ed ora un piccolo autoincensamento.
      Un anno fa Francesco accetto' volentieri di pubblicare il mio Fiatmoney, fiatmarket, fiatpeople. A rileggerlo dopo un anno, tutto è perfettamente attuale e confermato. Direi, purtroppo.
      Ma resta il piacere di aver lasciato una piccola traccia in questo bel blog di buon senso economico.

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    3. Ciao Dna.

      Sì è vero, il pezzo che scrivesti tempo addietro è decisamente attuale. Soprattutto in virtù delle crescite nominale spropositate di cui siamo testimoni ogni giorno sui mercati azionari. La salita dell'indice cinese, ad esempio, non aveva nulla a che fare con un price discovery onesto o un sistema di finanziamento da parte delle imprese quotate in borsa. Era tutta ingegneria finanziaria sorretta da un castello di carte composto da dati fasulli e interventi "correttivi" della PBOC. Ciò che ora sta facendo impazzire il mercato azionario cinese, è la contrazione del prestito marginale ombra che negli ultimi anni ha raggiunto la cifra di 1,000 miliardi di yuan. E tra l'altro, alla base c'erano nient'altro che prodotti tossici come i WMP.

      I prestriti sono stati concessi a cani e porci, coloro degni di credito e coloro non degni. Un'orgia di prestiti fuori bilancio per soddisfare l'apparenza d'avere un paese sempre sulla cresta dell'onda. Questi sono i risultati quando i pianificatori centrali pensano che le idee non hanno cosneguenze e nemmeno le azioni. Dati i livelli della leva finanziaria e delle distorsioni e delle deformazioni economiche, si ballerà molto in Cina. A questo punto, date le prove fornite da Zerohedge in passato, non mi sorprenderebbe se dietro il dumping del paper gold ci fossero proprio i cinesi.

      La prossima tappa è la bolla immobiliare cinese, poi quella australiana e poi quella canadese dove gli investitori cinesi hanno "speculato" alla grande.

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