mercoledì 11 novembre 2015

Keynes, la Grande Depressione e il Grande Default





di Gary North


Le idee hanno conseguenze, ma non in un vuoto sociale. Non esiste e non può esistere.

Le idee portate avanti da una minoranza di studiosi marginali, o polemisti, a volte diventano le basi di movimenti sociali vittoriosi dopo che le istituzioni sociali esistenti vengono compromesse da una crisi sociale.



OTTIMISMO E RIVOLUZIONE SOCIALE

Sembra che ci sia un certo ottimismo insito nel pensiero della maggior parte dei membri della razza umana. È la fonte del sacrificio di qualcosa nel presente per il bene del futuro. Pensiamo che il futuro ci riserverà cose migliori, e quindi vale la pena sacrificare il consumo presente per il bene del consumo futuro. Questa è la base del risparmio. Questa è la base del capitale nella nostra società.

Sin dal 1640 è stata fondamentale la dottrina del progresso affinché una qualsiasi rivoluzione sociale in occidente potesse avere successo. Ogni rivoluzione offre speranza per il futuro. Di solito non offre dettagli sulla transizione tra oggi e la nuova utopia, ma c'è speranza.

Il libero mercato offre proprio questo. Adam Smith ne fu il principale promotore. I suoi discepoli estesero la sua visione della ricchezza delle nazioni. Il tempismo era perfetto: 1776. Quello fu il periodo in cui la rivoluzione industriale avrebbe iniziato a trasformare l'occidente e poi il mondo.

A partire dal 1800 circa il mondo assistette ad una crescita economica composta, limitata alla costa orientale degli Stati Uniti e alle isole britanniche. Nel 1820 la trasformazione economica stava lasciando prove storiche inconfutabili. Gli storici dell'economia discutono sulle cause di questa crescita, ma rappresentava qualcosa che non s'era mai visto prima. Nel 1850 il mondo era molto diverso. Una serie d'invenzioni trasformarono l'agricoltura moderna, i mezzi di trasporto moderni e le comunicazioni. Questo fu visibile a tutti sin dal 1851. Quello fu l'anno della grande Londra. Chiunque vide tale città, si rese conto che il mondo era radicalmente cambiato rispetto al 1800.

Ora sono passati più di due secoli da questo processo. Per noi è quasi impossibile pensare ad una società composta da esseri umani che sono sistematicamente pessimisti riguardo il futuro. Quello che iniziò lungo la costa atlantica anglofona, si è ora diffuso nei villaggi dell'India e della Cina. Ormai non c'è posto sulla terra in cui l'ottimismo, per quanto riguarda il futuro economico, non sia un presupposto fondamentale di ogni villaggio, tribù e famiglia. La realtà economica ha alimentato l'ottimismo umano fino a farlo crescere.

Sin dal 1800 c'è stato solo un periodo in cui la crescita economica si è fermata per più di un decennio: la Grande Depressione, la quale è stata seguita dalla seconda guerra mondiale. Negli anni '30 diminuì la produzione di quasi tutti i beni e servizi, e poi la guerra distrusse gran parte della produzione della prima metà degli anni '40. Questa distruzione era sistematica: bombe, eserciti e battaglie distrussero la produzione sfornata dalle fabbriche militari. Tutte le parti in conflitto erano impegnate a distruggere la crescita economica degli altri. Con l'eccezione degli Stati Uniti, tutte le nazioni coinvolte nel conflitto subirono una contrazione economica a causa della guerra. Ma c'era la piena occupazione per i sopravvissuti -- a salari al di sotto del mercato. C'era pianificazione centralizzata su una scala senza precedenti: razionamento.



LA RIVOLUZIONE KEYNESIANA

La parte più significativa degli anni '30 non fu la stagnazione economica decennale, bensì la trasformazione del pensiero della civiltà occidentale. Gli intellettuali cambiarono idea; gli elettori cambiarono idea.

Nella Germania nazista, nell'Italia fascista, in Gran Bretagna, in Giappone e negli Stati Uniti, ci fu un cambiamento d'opinione: dal libero mercato a favore della programmazione economica statale. Il segno distintivo di questa trasformazione fu l'accettazione del libro illeggibile di John Maynard Keynes, The General Theory of Employment, Interest, and Money, che venne pubblicato nel 1936. Una nuova generazione di economisti adottò questo libro e le sue prospettive, ancora oggi prevalenti. L'idea economica fascista di un'alleanza tra stato e imprese, divenne una pratica accettata quasi da tutti.

I gruppi con interessi particolari avevano sempre cercato i sussidi statali. Il mercantilismo, 1550-1800, era la manifestazione di questa visione del mondo. Ma, da un punto di vista accademico, gli economisti dopo Adam Smith disprezzavano il mercantilismo. C'erano alcuni che lo spalleggiavano, ma non erano dominanti.

Negli Stati Uniti è sempre esistito un certo supporto per i sussidi federali, tendenza rimarcata dal cosiddetto sistema americano del senatore Henry Clay. Abraham Lincoln fu uno dei primi convertiti. Ma la pesantezza del governo federale sull'economia generale era così piccola che questi interventi si limitavano principalmente alle strade, ai canali e ai progetti di trasporto. In altre parole, c'era un'alleanza stato-imprese, ma non c'era molta invasività da parte dello stato. Negli anni '30 la situazione cambiò.

Probabilmente sono l'unica persona che abbia mai notato quanto segue, ma vale la pena ripeterlo. La casa editrice Macmillan pubblicò tre libri che analizzavano le cause della Grande Depressione. Il primo venne scritto da un discepolo di Ludwig von Mises, Lionel Robbins. Probabilmente fu il più importante economista inglese a favore del libero mercato negli anni '30. Era collega di F. A. Hayek presso la London School of Economics, ma era anche un difensore del libero mercato e un Austriaco. All'epoca entrambi erano seguaci di Mises. Il libro di Robbins s'intitolava, The Great Depression. Venne pubblicato nel 1934. Un anno dopo il libro di Keynes, nel 1937, la Macmillan pubblicò un altro libro che analizzava la depressione dal punto di vista economico, anch'esso di stampo Austriaco. Quel libro s'intitolava, Banking and the Business Cycle. Entrambi i libri sono disponibili per il download, o l'acquisto, sul sito del Mises Institute. Sono entrambi abbastanza comprensibili. Il libro di Keynes è incomprensibile. Eppure surclassò il lbro di Robbins, il quale, per depressione, lo ripudiò negli anni '40. Il libro Keynes è ancora in stampa. Gli altri due libri sono stati essenzialmente dimenticati nel 1940.

L'economia moderna di stampo fascista che domina in occidente, il che significa un'economia sostenuta dalla contraffazione della banca centrale e dal deficit fiscale del governo centrale, nacque durante la Grande Depressione. Venne concepita molto prima, ma c'è voluta la Grande Depressione per fornire quelle che possiamo legittimamente chiamare "doglie". Oggi la maggior parte delle persone non riesce a concepire un mondo senza l'intervento dello stato e delle banche centrali, senza le garanzie pubbliche di ogni genere, e così via. Il Federal Register sforna circa 80,000 pagine di regolamenti ogni anno. Quest'ordine normativo è cumulativo. La maggior parte di questi regolamenti rimane sui libri. Non vengono abrogati dai burocrati; sono amplificati da nuove regole.

Nonostante la maggior parte degli economisti dice di sostenere il libero mercato, solo una manciata di economisti Austriaci favorisce la chiusura del Federal Reserve System. Eppure nel 1900 la maggior parte degli economisti negli Stati Uniti non era a favore di una banca centrale. Istituzione dopo istituzione, crisi dopo crisi, l'economia fascista ha aumentato il suo sostegno tra gli accademici, e ha aumentato il suo sostegno tra le masse. La previdenza sociale e il Medicare sono semplicemente le manifestazioni più visibili di questa prospettiva. Il popolo è completamente a favore di entrambi i programmi.

Sto sostenendo che una crisi economica chiama in causa nuovi modi per spiegarne l'origine. Queste nuove spiegazioni sono sempre le estensioni d'opinioni precedenti. Ma una nuova generazione di economisti adotterà un nuovo formato delle opinioni precedenti, inclusi anche gli errori in alcuni casi. Questa è la lezione della Grande Depressione. Keynes ha semplicemente battezzato ciò che i politici e i banchieri centrali stavano già facendo.

L'economia keynesiana è incoerente. Questo è il nostro grande vantaggio. I difensori dell'economia keynesiana, quando si trovano di fronte ad una folla per spiegare il sistema, proclamano i loro obiettivi e descrivono i loro interventi, ma non possono spiegare come tali interventi possano creare ricchezza. Il sistema è incoerente. È per questo motivo che la Teoria Generale è invocata, ma mai assegnata. Gli economisti della Scuola Austriaca ancora assegnano il saggio del 1920 di Mises, "Economic Calculation in the Socialist Commonwealth." È comprensibile.

Il grande vantaggio dei keynesiani è questo: le persone trovano difficile credere a quella teoria enunciata nel XVIII secolo, vale a dire, che l'evoluzione sociale, compresi i progressi economici, si basa sul processo decisionale individuale all'interno di un contesto di libero mercato. Per le persone è difficile credere all'idea che la coerenza nasca dalle decisioni individuali, e che non vi sia alcun ente organizzatore centrale. Adam Smith definì egregiamente questo sistema della provvidenza non pianificata: la mano invisibile.

Da un lato, la maggior parte delle persone crede in Dio. Dall'altro, la maggior parte delle persone crede nel libero arbitrio. Ha fiducia nella provvidenza di Dio, ma vuole anche la libertà personale. Vuole credere nel libero mercato, ma vuole anche credere che esista una coerenza generale fornita da Dio. Gli economisti non ci credono, ma la maggior parte delle persone non è composta da economisti. Questi ultimi ritengono che, come credevano Adam Smith e Adam Ferguson, la società è il risultato dell'azione umana, ma non il risultato di un disegno umano. Ci vuole grande fede per crederci, e la maggior parte delle persone non è in grado di sfoggiare una fede enorme. Vuole credere in Dio, ma non è del tutto convinta che il libero mercato sia il modo adottato da Dio per trasmettere coerenza. Per la maggior parte delle persone è più facile credere che siano i politici e i burocrati a fornire questa coerenza sociale ed economica, nonostante i ripetuti fallimenti di tale pianificazione. Per loro è difficile credere nella coerenza fornita dalla mano invisibile del sistema profitti/perdite del libero mercato. La gente vuole vedere una mano più visibile. Questa è stata una verità per tanti secoli, dalle piramidi dei Faraoni alle piramidi di Washington.

Questa ricerca di una mano visibile ha favorito la fede nel socialismo, ma ora che la fede socialista è crollata, a seguito del crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, c'è solo il keynesismo. Quest'ultimo è incoerente e nessuno può davvero spiegarlo, ma questo vale per ogni dottrina di Dio. È una questione di quanti misteri può tollerare la maggior parte delle persone. Ad un certo punto, ci si porrà il problema: quanto dolore economico siamo disposti a tollerare?

È più facile credere nel libero mercato che nel keynesismo, ma solo se si comprende la logica economica -- causalità attraverso offerte in competizione. Ma la maggior parte delle persone non capisce la logica economica. È per questo che supporta i dazi e altri interventi statali nel mercato.

Nel 1929, in qualche antro della mente di molte persone, c'era una fede in una sorta di dio. Finché il denaro continuava a scorrere e l'economia continuava a crescere, la gente credeva che il boom sarebbe durato per sempre. Questa credenza era fondamentale per il loro ottimismo. Non era sicura del perché ci fosse un boom, ma pensava che fosse durato per sempre. Voleva credere che i bei tempi sarebbero durati per sempre. Ma le cose non sono andate così.

La Grande Depressione rappresentò il grande ostacolo a quell'ottimismo. Indebolì la fede nella libertà politica occidentale e nella libertà economica occidentale. I fascisti e i nazionalsocialisti ne approfittarono. Il movimento socialista dei Fabiani ne approfittò in Gran Bretagna. Il New Deal ne approfittò negli Stati Uniti. Lenin (Ulyanov) ne aveva già approfittato nel 1917-1924, e Stalin (Djugishvili) ne stava approfittando.



CONCLUSIONI

Le nuove idee da sole non cambiano le menti di molte persone. Questo include anche gli intellettuali. Di solito c'è una crisi che funge da catalizzatore per cambiare le menti di milioni di persone. Le idee che già circolavano nel mondo degli intellettuali vengono applicate da una nuova generazione d'intellettuali, e, contemporaneamente, vengono applicate anche dai politici. Questo è ciò che crea le rivoluzioni.

È compito di suddetta generazione lavorare ai dettagli della nuova prospettiva fino a quando non emergerà una figura rivoluzionaria che guadagnerà sostegno politico, e verranno alla ribalta alcuni nuovi apologeti di tale visione del mondo che cominceranno a guadagnare discepoli. La forza delle idee da sola non produce rivoluzioni. Ci dev'essere un contesto sociale per permettere al catalizzatore delle idee rivoluzionarie di produrre una trasformazione sociale e politica.

Questo è il motivo per cui il Grande Default di tutti gli stati sociali occidentali creerà enormi opportunità per nuove idee. Indebolirà e distruggerà la visione del mondo keynesiana. Questa è una grande opportunità per i giovani anti-keynesiani che vogliono presentare la loro visione del mondo spiegando quello che accadrà. Ecco perché ho creato il Keynes project. (Qui su Freedonia trovate una cosa analoga cliccando sul tag "keynesismo", ndT)

Il corpo del materiale intellettuale che favorisce il libero mercato è oggi molto più grande di quanto non fosse nel 1940, 1950 o 1960. Negli anni passati questo materiale è andato fuori stampa. Ma oggi, grazie ai PDF e al World Wide Web, il Mises Institute ha pubblicato centinaia di volumi. Inoltre vi è un flusso costante di nuovi materiali prodotti online. Attendiamo solo il catalizzatore del Grande Default affinché produca le condizioni necessarie per la trasformazione di queste idee accademiche in programmi politici efficaci, soprattutto a livello locale. La decentralizzazione è l'onda del futuro. Il libero commercio e il World Wide Web forniranno i vantaggi dell'internazionalismo, non i burocrati globali.

Quando l'armadietto dei medicinali keynesiani sarà visibilmente vuoto, la gente esigerà spiegazioni; soprattutto sul perché l'economia è malata. Più di tutto, la gente vorrà suggerimenti su come riempirlo con qualcosa che può guarire la malattia. Ci sto lavorando. Così come ci stanno lavorando migliaia di altri scrittori. Non siamo più nel 1970. L'oligopolio della pubblicazione sta morendo.

Le idee hanno conseguenze, ma non in un vuoto sociale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/

9 commenti:

  1. Ciao.

    L'articolo è bello, anche se ci sono alcune forzature qua e là.
    L'ottimismo e la fede nella ragione umana sono nati con l'Illuminismo francese (l'Illuminismo scozzese è invece scettico e pragmatico) ed il superamento dell'ancien regime. Dopo un lungo processo storico precedente, ovviamente.
    Alla fede in un Dio trascendente si è sostituita la fede razionalista secolare. Divenuto ideologia/fede, il razionalismo ha cominciato ad organizzare la propria visione del mondo ed a realizzarla in nome della "causa". Poi, come sempre accade, il fiume principale si è diramato ed ha preso molte direzioni.
    Il keynesismo è stato il timbro accademico su questo processo di accentramento del potere in mano alle elite dominatrici.
    Probabilmente, chissà quando e chissà attraverso quali e quanti percorsi diversi, la crisi acuta dell'accentramento condurrà al suo opposto: il decentramento del potere.
    Nell'arco della mia vita? Al massimo, credo che dovrò sciropparmi la crisi acuta dell'accentramento con tutti i suoi travagli.

    (Il pensiero premoderno ci suggeriva: "aiùtati che Dio ti aiuta". Poi il pensiero moderno ha suggerito: "imbùcati che lo stato ti aiuta". In ogni caso, lo scambio di totem DIO--->STATO ha conservato la tendenza alla deresponsabilizzazione individuale.

    Lew Rockwell ha pubblicato "Fascism vs Capitalism", di cui riporto un breve periodo:
    "Per un fascista, lo stato è lo strumento che serve a realizzare il destino delle persone comuni, e in cui si nasconderebbe il potenziale della grandezza. I diritti individuali, gli stessi individui, sono strettamente subordinati agli obiettivi grandi e gloriosi che lo stato ha in serbo per la nazione. In fatto di politica estera, l’atteggiamento fascista si riflette nel suo sciovinismo belligerante, un disprezzo verso altri popoli, e un grande rispetto per le forze armate e le virtù marziali."

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  2. ora siamo tutti in un politeismo provvisorio, dove ogni religione trova il suo momento e suo spazio. ma poi cade nell oblio il momento dopo. un poco come diceva warhol a proposito delle persone ed della fama. ma tutte sono subordinate allo zeus della modernita: la crescita continua infinita. volendo concedere la buona fede, e prescindendo dall ideologia quasi metafiscia connessa, cio avviene per essere inclusivi della piu parte di popolazione possibile nella produzione e nel benessere. ma gli esisti inintenzionali (tra cui cito ad esempio l azzardo morale) sono devastanti. e ci vuole sempre piu potere per correzioni in corsa.

    ps bentornato, gary north

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    1. Ciao gdb
      Il politeismo provvisorio è il fumo, la messinscena, l'illusione, la distrazione durante la rapina occulta.
      Non credo più alla buona fede dei manovratori. La proposta continua di nuovi effimeri totem serve solo a distogliere l'attenzione dal cuore del l'inganno perpetrato nell'oscurità.
      Il politeismo provvisorio è instrumentum regni. Apparenza. L'azzardo morale non è conseguenza inintenzionale, ma il primum movens. L'inclusione non è accoglienza benevola, ma filo spinato per inevitabile tosatura e sacrificio di nuove vittime inconsapevoli. La piramide è scivolosa e gli appigli costosi in senso lato (per usufruire di quelli concessi bisogna svendersi e perdersi).

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    2. si. è strumentale al piano di crescita. è un divide et impera. perche, avevo scordato di scriverlo, zeus viene nascosto. l ideologia del progresso deve essere messa il piu possibile al riparo da critiche.
      Tutte le altre divinita sono da rispettare sacrficabili secondo gli eventi.

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  3. Ciao a tutti.

    Uno dei pezzi migliori che ho tradotto riguardo Keynes è stato questo di Ralpch Raico: Keynes era un liberale? Non un pezzo economico, ma una raccolta di documenti storici in cui si sottolinea da quali idee fosse viziata la teoria keynesiana e il pensiero di Keynes stesso. Infatti, se dovessimo riassumere in due parole la filosofia dietro l'impianto teorico keynesiano, sarebbero queste: liberi da. Non esiste formula più deleterea e più velenosa di questa per i diritti individuali. Mentre il sostenitore di un libero mercato afferma che l'individuo dev'essere libero di, coloro avversi a tale formula odiano profodanemnte i diritti individuali. Odiano la dinamicità insita nell'imprevidibilità degli individui la quale "scompone" i piani per cui hanno dedicato una vita.

    Keynes non era altro che il marchio di fabbrica su questo modo di pensare. Che poi i sostenitori delle posizioni keynesiane abbiano infarcito le loro posizioni di propaganda e di distorsioni nei confronti delle teorie cotnrarie, non è una sorpresa. Il problema, quindi, è la cerchia d'individui che si forma attorno a questo pensiero poiché ne coglie le potenzialità a livello di vantaggio personale. Anche in questo caso c'è la legge degli incentivi. Purtroppo l'incentivo è quello di vivere alle spalle di qualcun altro. Soprattutto ora, con le difficoltà presenti nell'ambiente economico, questa volontà è molto forte (non è un caso se, ad esempio, c'è una diffusa mania per i "gratta e vinci"). Infatti il welfare state è l'unica prospettiva rimanente per chi non riesce a sbarcare il lunario ed è costretto a vivere grazie alla "generosità" dello stato. Di conseguenza avallare le politiche keynesiane diventa un obbligo. Ciò vale anche per la burocrazia.

    Quando, infatti, si sente che "Keynes non è stato applicato" oppure che il "keynesismo è qualcosa che non fa parte dell'attuale società", è un chiaro segnale a favore di un sistema di dipendenza che ha creato una sequenza sterminata di clientes. Questa gente non ha letto nemmeno una frase della General Theory. Non ha importanza nella loro ottica. Non credono in Keynes in realtà, credono in quelle politiche che dal 1933 hanno preso in ostaggio le libertà individuali e le hanno oppresse sin da allora. Problema: lo stano è incapace di fare profitti poiché gli è impossibile operare un calcolo economico accurato in accordo con le forze di mercato. Questo significa che le promesse verranno infrante. Questo significa che l'economia di "comando e controllo" s'impadronirà con veemenza crescente delle nostre vite prima di crollare con altrettanta veemenza. Questo significa che quando le stesse persone che oggi supportano l'attuale sistema economico e si ritroveranno scaraventate sui carri buoi urlanti "Ma io sono uno di voi!", non avranno altri da incolpare per la loro ingenuità se non loro stessi.

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    1. Isahiah Berlin, al contrario, ha definito vera solo la libertà da (dalle intrusioni del potere, in accordo col principio di non aggressione del libertarismo), cioè la libertà negativa.
      La libertà di, invece, o libertà positiva, è solo la libertà concessa entro i limiti ammessi e definiti dal potere col diritto positivo.
      Personalmente considero Keynes un sostenitore della libertà di, cioè di quella regolamentata dal potere politico e perciò anche arbitrariamente piegata per favorire alcuni a scapito di altri. L'interventismo è intromissione continua nelle azioni ed interazioni volontarie degli individui finalizzata al conseguimento degli obiettivi politici del potere di turno (avrete notato il notevole incremento del catastrofismo climatologico nei tg degli ultimi giorni, allarmismo mediatico di supporto al piano ambientalista e burocratico di Obama, una tecnica talmente abusata quella della catastrofe paventata e della soluzione pronta da risultare stucchevolissima).

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  4. "Pane et circensis, divide et impera, festina lente"....il mondo alla fin fine non e' mai cambiato,sempre lo stesso, anche "oro pro nobis" e "ubi lex libertatem cessat" (LdS)

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  5. Entrambi i libri sono disponibili per il download, o l'acquisto, sul sito del Mises Institute. Sono entrambi abbastanza comprensibili. Il libro di Keynes è incomprensibile. Eppure surclassò il lbro di Robbins, il quale, per depressione, lo ripudiò negli anni '40. Il libro Keynes è ancora in stampa. Gli altri due libri sono stati essenzialmente dimenticati nel 1940.
    È il mercato, bellezza.

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    1. È vero, Valerio. Ma così come le idee, anche le scelte hanno conseguenze e bisogna saperle accettare. Da quello che posso vedere, i keynesiani si comportano da bambini viziati: vogliono farla franca nonostante sanno di aver sbagliato. Non accettano le cosneguenze delle loro scelte. È per questo che Keynes era visto come un arrogante. È per questo che i suoi seguaci. come Krugman, sentenziano in modo arrogante nei confronti dei loro critici nonostante facciano la figura degli sciocchi ogni volta che aprono bocca. Sanno che le loro teorie sono dominanti. Sanno che dovranno offrire una spiegazione quando falliranno in modo esemplare. È per questo che si agitano, ultimamente molto di più rispetto a prima, nei confronti dei loro critici: non hanno alcuna spiegazione o soluzione efficace all'attuale crisi economica.

      Perderanno la "guerra" intellettuale. Subiranno lo stesso fato toccato agli economisti predominanti negli anni '30, i quali, non sapendo dare una spiegazione coerente alla depressione persistente, rimasero in silenzio e si videro soverchiare dalla teoria keynesiana. Oggi, invece, i nodi stanno venendo al pettine e il bluff della teoria keynesiana viene scoperto in tutta la sua illusoria magnitudine. Non avendo uno straccio di teoria del capitale e non avendo una comprensione di causa/effetto in economia, saranno incolpati per l'incombente recessione economica. Sin dall'introduzione delle olitiche monetarie non convenzionali nel 2008, sono rimasti silenti e hanno annuito ad ogni ulteriore interferenza statale nell'economia. Gli Austriaci, invece, è da tempo che spiegano come e perché. Ecco perché i keynesiani li attaccano con argomenti infondati (purtroppo è l'unica cosa che sanno fare, dato che il testo a cui fanno riferimento non ha alcune fondatezza nella realtà) come "l'ideologia" o "Keynes non è stato applicato".

      È infine arrivato il loro turno nell'essere ignorati.

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