giovedì 24 marzo 2016

Scendere (sulla sinistra) lungo la curva di Laffer: la tassa ideale


Ricordo a tutti i lettori interessati che è in vendita la mia traduzione dell'ultimo libro di Gary North, L'economia cristiana in una lezione, acquistabile a questo indirizzo: http://bit.ly/1JUqFIt. Con questo manoscritto North, attraverso uno sforzo letterario pregevole, unisce ciò che è stato diviso per anni da un mondo accademico cieco e sordo alla centralità dell'individuo nell'analisi economica: etica ed economia. L'escamotage della chiave di lettura teologica è utilizzata per chiarire al lettore come una visione epistemologica chiara sia fondamentale per uscire dall'attuale pantano intellettuale in cui è finita la teoria economica moderna.
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di Gary North


Sono a favore di una flat tax: il principio della decima. Non esiste una "decima progressiva".

La decima è abbastanza buona agli occhi di Dio. Il dieci per cento dovrebbe essere più che sufficiente per tutte quelle imitazioni di dio che vogliono mettere le mani nei nostri portafogli.

Sono a favore delle flat tax sugli immobili, ma solo a livello locale: contee e città (50/50). Gli stati dovrebbero tassare solo le città e le contee. Il governo federale dovrebbe tassare soltanto gli stati.

Sono a favore delle tasse locali sulle vendite, perché sono necessariamente flat tax. Inoltre molte di queste possono essere facilmente eluse: Internet e UPS. Tra l'altro sono imposte sulle imprese locali, non sugli individui. Preferisco tenere separati tassazione e individui. Sono a favore di individui liberi. Sono meno preoccupato per la libertà delle aziende. Queste ultime dovrebbero essere tassate dagli stati in cui sono create. (Raccomando il Nevada.)

Ma il mio piano non farebbe morire di fame il governo federale? No, ma lo farebbe sembrare di più come Manute Bol che come un lottatore di sumo.

Possiamo farlo sembrare com'era nel 1789 in percentuale del prodotto privato netto (prodotto nazionale netto meno la spesa pubblica). Poi, se c'impegnamo a lungo e duramente, forse possiamo tornare al 1787. Andrebbe bene anche a me. Non voglio essere considerato un utopista.



LA CURVA DI LAFFER

Di recente Arthur Laffer ha scritto una difesa dell'imposta aziendale sostitutiva proposta da Rand Paul e Ted Cruz.

Laffer ha capito che tra i conservatori ci sono individui che si oppongono al suo piano fiscale. Non sembra sapere il perché. Io lo so. La ragione è stata espressa dallo stesso Laffer.

Il governo degli Stati Uniti dovrebbe riscuotere le tasse nel modo più efficiente possibile, in modo da causare il minor danno all'economia.

Suona bene. In realtà, è concettualmente impreciso e altamente fuorviante. Gli oppositori della famosa curva di Laffer -- ci sono anche io -- si mettono in fila contro la formula "il modo più efficiente possibile di riscuotere le tasse". Come mai? Perché non vogliamo una riscossione efficiente delle tasse. Vogliamo una riscossione inefficiente delle tasse. Come mai? Perché vogliamo che venga causato il minor danno alla libertà personale. (L'economia può badare a sé stessa.)

Un buon governo è un governo inefficiente nel campo della riscossione delle imposte. In questo campo, lo spreco è buono -- moralmente e tecnicamente.

Laffer ha commesso un errore concettuale che ho ben compreso sin dall'estate del 1962. Lo metto in evidenza ai miei studenti del Ron Paul Curriculum. Contrasto l'idea che dovremmo perseguire più per meno. Invece no. Se lo facessimo, commetteremo gravi errori. Non raggiungeremmo il nostro obiettivo. Ecco come lo spiego.

Per massimizzare il vostro tasso di rendimento, dovete decidere qual è il vostro obiettivo e poi dovreste trovare modi per raggiungere questo obiettivo al prezzo più basso possibile -- prezzo nel senso più ampio. Non confondete voi stessi cercando d'ottenere due variabili interdipendenti. Non è possibile raggiungerle entrambe allo stesso tempo.

Potete scegliere di perseguire questo obiettivo: output fisso per un input il più basso possibile.

Potete scegliere di perseguire questo obiettivo: massimo output per un input a valore fisso.

Ma non cercate di perseguire entrambi allo stesso tempo. Non sarete in grado di elaborare un piano per ottenere il massimo output e il minimo input: due variabili. Scegliete uno o l'altro obiettivo. Se lo raggiungete, allora potrete provare a farlo di nuovo in base alle nuove condizioni economiche.

Con questo in mente, consideriamo le due variabili di Laffer: una riscossione efficiente delle imposte (costo minimo per lo stato) e il minor danno per l'economia.

Più è efficiente la riscossione delle tasse, più soldi riscuoterà lo stato. Ecco la legge della domanda: "Quando un prezzo scende, ne viene chiesto di più." Non voglio che lo stato riscuota più tasse. Voglio che riscuota meno tasse. Quindi preferisco che il prezzo della riscossione sia elevato.

Come mai? Perché sono a favore della libertà. Ogni dollaro che l'IRS incamera, lo utilizzerà o per riscuotere più tasse oppure per invadere ulteriormente le nostre vite. Non voglio nessuno dei due esiti.

La curva di Laffer riguarda la massima efficienza . . . per lo stato.

Laffer vuole che il tax rate massimizzi le entrate dello stato. È per questo che mi oppongo alla curva di Laffer dal giorno in cui ne ho sentito parlare.

Provate a ricordare come e dove la presentò ai politici: su un tovagliolo ad una cena del 1974 con Dick Cheney e Donald Rumsfeld. Sappiamo dove siamo andati a finire.

(Se questa storia è vera -- è sul sito di Laffer -- allora il tovagliolo apparteneva al ristorante. Non era un fazzoletto di carta. Quindi la curva di Laffer ha avuto origine con merce rubata. Preferisco pensare che sia accaduto ad un fast food e che si trattasse di un tovagliolo di carta, ma sembra inverosimile per una cena a Washington.)



EFFICIENZA È CHI EFFICIENZA FA

Gli economisti di solito favoriscono l'efficienza. Pensano che sia un obiettivo universalmente valido. Io no. Sono a favore dell'efficienza nel mio processo decisionale. Non favorisco l'efficienza nella riscossione delle tasse.

Ecco la curva di Laffer. Va su e poi va giù.




Laffer, che appoggia l'efficienza dello stato, favorisce un tax rate in cima alla sua curva. Io no. Sono a favore di un punto basso sulla sinistra.

Lo statalista standard preferisce che invece sia a destra. Non si preoccupa di massimizzare la libertà o l'efficienza delle imprese. È spinto dall'invidia. Predilige "disarcionare da cavallo quei ricchi bastardi, non importa quanto costi in ricchezza nazionale persa. È per principio."

Spingersi oltre il punto B equivale ad essere come Bernie Sanders. È convinto che la curva non sia mai abbastanza bassa sul lato destro. È un vero credente nella vecchia scuola del welfare state. È Pete Seeger, ma senza banjo.

Laffer cerca di vendere la sua curva al Congresso con questa promessa: "Massimizzare le entrate fiscali." Il Congresso non si fida della sua curva e non lo farà mai. Il Congresso vende favori fiscali ai super-ricchi in cambio dei soldi dei PAC. Se ci fosse una flat tax, non ci sarebbe alcun favore da vendere ai super-ricchi. Il Congresso non potrebbe mai sostituire l'IVA con un'imposta progressiva sul reddito delle società. Ad un certo punto il Congresso potrebbe anche imporre, in base all'attuale sistema fiscale corrotto, un'altra tassa simile all'IVA, ma non riuscirà mai a sostituire quest'ultima con la prima. La corruzione è fondamentale per il sistema americano politico: "Niente corruzione, niente soldi dei PAC." Per farla franca con la corruzione, il Congresso ha bisogno dell'invidia: "Disarcioneremo da cavallo quei ricchi bastardi. L'anno prossimo, a Washington!" Gli elettori si sono bevuti queste favolette sin dal 1914.

Volete capire cosa c'è dietro le promesse di ogni politico nel voler ristabilire l'equità fiscale per la classe media? Guardate questo video.






CONCLUSIONE

Laffer favorisce uno stato efficiente. Io no. Vuole ottenere quanto più stato con la minor quantità di denaro. Io no.

Siamo in grado di perseguire questo obiettivo: (1) meno stato ad un importo fisso di denaro.

Siamo in grado di perseguire questo obiettivo: (2) meno denaro ad una "quantità" fissa di stato.

Dal momento che non siamo in grado di perseguire entrambi gli obiettivi allo stesso tempo, sono favorevole al #2. Voglio conservare nel mio portafoglio quanto più denaro possibile. Voglio poi poter utilizzare parte di tal denaro in più per promuovere l'idea di tagliare ulteriormente le tasse. Lo stato dovrà prendere in prestito denaro. Ad un certo punto andrà in default. Ci sarà un grande trasferimento di ricchezza da coloro che si sono fidati delle promesse dello stato a coloro che non l'hanno fatto. Risultato: meno stato, investitori più saggi.

Potete vedere dove stiamo andando: lontano dal punto d'equilibrio.

Non voglio che il Congresso salga lungo la curva di Laffer. Voglio che scenda lungo la curva, ma sulla sinistra.

Quando si tratta della curva di Laffer, sono di sinistra.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. non mi dispiace la visione di north ma non regge se disgiunta dalla questione monetaria. se io devo lavorare per guadagnarmi da vivere mentre altri stampano denaro per sé ed amici, sarò sempre svantaggiato. la stampa o la gratis elimini o dovrebbe avere, se ci sta, una funzione collettiva (perdonate... :) il termine necessita nel discorso ... ma sempre che esista tale funzione collettiva) e non a vantaggio di pochi insiders. oggi abbiamo 2 persecuzioni (fiscale e monetaria) al prezzo di una, ma entrambe dirette verso la produzione reale

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    1. Concordo, ma la funzione collettiva garantisco che non esiste in sé, ma solo come conseguenza del recinto per le pecore.
      Pertanto, realistico necessario downshifting alla faccia della coercizione. Cornuti e mazziati assolutamente no!!!

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