lunedì 30 ottobre 2017

Quattro catalizzatori per il prezzo dell'oro





di James Rickards


La Federal Reserve vorrebbe continuare a “normalizzare” i tassi d'interesse, ma i dati economici più recenti non giustificano questa azione.

Il 29 settembre sono state rilasciate le cifre annuali dell'inflazione di base della SCP e i dati rispecchiavano esattamente le mie aspettative. L'inflazione annuale ad agosto era solo dell'1.3%, un calo dello 0.6% rispetto alle letture di gennaio a 1.9%; otto mesi consecutivi di letture piatte o basse.

Inutile dire che la FED è lontana anni luce dal suo obiettivo del 2.0%. I prezzi si stanno muovendo nella posizione contraria.

In secondo luogo, un sondaggio della Reuters si aspettava che a settembre l'economia vedesse una salita di 90,000 dei posti di lavoro.

Quale è stata la cifra mostrata dalla relazione sull'occupazione?

Neanche zero, ma meno di zero. L'economia ha perso 33,000 posti di lavoro il mese scorso; la prima volta in sette anni in cui l'economia statunitense ha perso posti di lavoro.

Ciò potrebbe essere stato causato in parte dagli uragani in Texas e Florida, ma arrivando insieme alle debolezze dell'inflazione dei prezzi, darà sicuramente alla FED la ragione per "mettere in pausa" il rialzo dei tassi a dicembre.

Ciononostante i mercati stanno segnalando il 90% di possibilità che ci sarà un rialzo dei tassi a dicembre, in base al CME Fed Funds futures. Tale tasso scenderà significativamente il 13 dicembre quando il FOMC si riunirà di nuovo. (C'è un'altra riunione il primo novembre, ma nessuno si aspetta cambiamenti per allora).

Una volta che il mercato comprenderà lo stato reale delle cose, probabilmente a fine novembre o all'inizio di dicembre, l'attuale tendenza s'invertirà rapidamente. Vedrete il dollaro scendere ed i prezzi dell'oro, delle obbligazioni e dell'euro salire.

Su questo punto uno dei più grandi e più conservativi wealth manager del mondo, Pictet Group, con sede a Ginevra, Svizzera, ci offre un punto di vista molto costruttivo sull'oro.

Lo stratega di Pictet, Luc Luyet, dice che la FED starà calma per il resto del 2017 e la maggior parte del 2018 a causa della disinflazione e del fallimento del presidente Trump di portare sulle scene americane la fantomatica ripresa. Concordo.

Con la FED in modalità espansionistica, il dollaro s'indebolirà e il prezzo in dollari dell'oro si rafforzerà. Questo è un punto fondamentale a favore dell'oro che non prende in considerazione altri vettori positivi come gli shock geopolitici provenienti dalla Corea del Nord o gli assalti al dollaro da parte di Russia e Cina.

Quando un'istituzione conservativa come Pictet Group ha parole gentili per l'oro, il resto del mondo istituzionale non sarà da meno.

Di conseguenza le prossime settimane saranno un eccellente punto d'entrata per quanto riguarda l'oro e le azioni minerarie. Avete la possibilità di trarre vantaggio dal prossimo rally posizionandovi in anticipo.

Un altro fattore positivo per l'oro è il continuo stallo nucleare con la Corea del Nord, come ho detto poco sopra.

Non c'è dubbio che la Corea del Nord e gli Stati Uniti siano ai ferri corti e rischiano di entrare in guerra a meno che la Corea del Nord non ceda, cosa improbabile, o gli Stati Uniti accettino che la Corea del Nord possegga armi nucleari, ipotesi anche questa improbabile.

Arrivati a questo punto è tardi per negoziati o la diplomazia.

Gli Stati Uniti hanno solo due possibilità adesso: non fare niente e convivere col ricatto nucleare della Corea del Nord; oppure attaccare, probabilmente nei prossimi sei mesi, e distruggere il regime di Kim ed i suoi programmi militari.

Trump sicuramente sceglierà la seconda opzione.

In un tale scenario non bisogna nemmeno chiedersi cosa accadrebbe ai prezzi dell'oro: schizzerebbero alle stelle e poi ancora più in alto man mano che emergono le ripercussioni.

Questa è solo l'ennesima ragione per acquisire oro fisico ed azioni minerarie se ancora non l'avete fatto.

Un'altra notizia importante riguarda la Cina, la quale ha aggiornato le sue stime riguardo le sue riserve d'oro a 12,100 tonnellate. Questa affermazione ha generato molta confusione tra coloro che seguono la Cina, la Russia, l'oro e il dollaro statunitense.

Alcuni lettori hanno inteso la parola “riserve” in riferimento alle riserve auree ufficiali della Cina detenute dalla People’s Bank of China e dalla sua entità gemella off-budget, laState Administration of Foreign Exchange (SAFE). Non è del tutto corretto intenderla così.

Le riserve auree ufficiali della Cina ammontano a circa 1,800 tonnellate, ma potrebbero anche totalizzare le 5,000 tonnellate se ci aggiungiamo anche l'oro off-budget. Alcuni pensano che tale cifra sia addirittura superiore.

Ma la relazione fa riferimento a “riserve certe”, concetto geologico familiare alla comunità mineraria. Si tratta di una stima di quanto oro ci sia sottoterra in Cina e quanto potrebbe essere estratto ai prezzi attuali con la tecnologia presente.

12,000 tonnellate è un sacco d'oro, ma ci vorranno 10 anni o più e miliardi di dollari per estrarle e raffinarle. Anche a 1,000 tonnellate l'anno (il doppio dell'attuale tasso di produzione della Cina), l'offerta d'oro aumenterà solo di circa lo 0.5% l'anno. Ciò potrebbe accadere in concomitanza con una diminuzione della produzione d'oro dalle fonti tradizionali, come il Sud Africa.

Quindi l'incremento della produzione d'oro cinese potrebbe sostituire quella sudafricana in diminuzione, ma questo non significa un importante aumento nella produzione globale.

Ciononostante la tempistica è interessante, perché la notizia arriva due settimane dopo che la Cina ha lanciato il suo attacco al petrodollaro con la possibilità di scambiare petrolio per yuan, (e quest'ultimo coperto dall'oro disponibile dallo Shanghai Gold Exchange).

Affinché questo tipo di scambio sia credibile, la Cina deve dimostrare che può consegnare oro fisico senza toccare le riserve ufficiali. La relazione sopraccitata rende chiaro che la Cina avrà a disposizione grandi quantità di oro negli anni a venire. Questo fatto va ad aggiungere credibilità al suo piano di prezzare il petrolio in yuan convertibile in oro.

Se la Cina si basasse esclusivamente sulle sue importazioni di oro, finirebbe per essere soffocata dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti ed i suoi alleati (Canada e Australia) nei confronti della Cina. Invece sembra proprio pronta per perseguire la propria strada. L'ennesimo chiodo nella bara del in petrodollaro.

Inoltre è un fattore estremamente rialzista per l'oro. Qualsiasi sforzo per monetizzare l'oro implica prezzi più alti per evitare la deflazione dati gli attuali rapporti oro/denaro fiat.

Questa è solo un'altra ragione per acquistare oro prima che i buoi scappino dalla stalla.

Infine dobbiamo considerare la difficoltà che ha l'offerta d'oro fisico a tenere il passo con una domanda crescente. L'offerta d'oro globale aumenta solo di circa l'1.6% l'anno, mentre l'offerta fluttuante d'oro ha viaggiato da Zurigo a Shanghai finendo in caveau privati.

I raffinatori non riescono a trovare abbastanza “rottami” d'oro (gioielli scartati) da produrre oro raffinato e soddisfare la domanda. Se quest'ultima inizia a galoppare da adesso in poi, e ci sono molte ragioni per crederlo che lo farà, ci potrà essere solo una soluzione alla carenza d'oro: prezzi più alti.

Questi quattro catalizzatori finiranno per far salire i prezzi dell'oro. Il tempo per acquistare metallo giallo è ora, prima che inizi la sua scalata.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Rickards si conferma inaffidabile ancora una volta, in quanto si possono avere dubbi riguardo al bitcoin come denaro nel senso "Mengeriano" del termine, ma non si può arrivare certo a definirlo schema Ponzi, come ha fatto lui. Fu interessante, vedere un'analisi di Ron Paul e McAdams, sul R.P. liberty report di YouTube, dove discussero dell'intervista rilasciata alla tv statunitense da Steve Bannon, l'ideologo del Trumpismo, il fondatore del sito Breitbart, faro web dell'alt right americana; ebbene spiegò quali fossero i punti cardine del movimento populista americano: nazionalismo economico a tutto spiano, tariffs on trade dazi e protezionismo, praticamente l'opposto del free market e poi si lanciò in voli pindarici sui patrioti padri della patria, primo fra tutti Hamilton, mentre non nominò Thomas Jefferson. Ebbene, dato per scontato che Trump non sceglierà affatto l'opzione nucleare come dice Rickards, ma che continuerà ad utilizzare la Nord Corea, come cortina fumogena, per permettere ai suoi ed alla sua amministrazione azioni diversive, in difesa dalle varie imboscate che obiettivamente hanno subito sino adesso, soprattutto da parte degli stessi repubblicani e tenuto conto dei principi ispiratori in campo economico dell'azione di Trump che nonostante sia un pragmatico businessman, ha anch'egli una coscienza politica, non è difficile immaginare uno schok valutario di dimensioni epocali nel futuro prossimo: a quel punto bisognerà veramente vedere a chi converrà fare guerre finanziarie oppure molto intelligentemente sedersi ad un tavolo, in un week end a mercati chiusi, magari a ferragosto e salvare il dollaro americano o ciò che ne resterà, con o senza l'fmi, perché sarà una situazione molto conveniente per Russi e Cinesi.

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  2. Una piccola risposta a Rickards:
    https://srsroccoreport.com/breaking-china-worlds-largest-gold-producer-mine-supply-plummets-10/
    Tempi interessanti.

    R.G.

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