giovedì 27 agosto 2020

Dal lockdown al “Grande Reset”

 

 

di Antony P. Mueller 

I lockdown sulla scia dell'epidemia di coronavirus hanno accelerato l'attuazione di piani a lungo termine per stabilire un cosiddetto nuovo ordine mondiale. Sotto gli auspici del World Economic Forum (WEF), i policymaker globali stanno sostenendo un "Grande Reset" con l'intento di creare una tecnocrazia globale. Non è un caso che il 18 ottobre 2019 a New York il WEF abbia  partecipato al cosiddetto “Event 201”: un'esercitazione di “alto livello” per una pandemia, organizzata dal John Hopkins Center for Health Security.

Questa tecnocrazia implica una stretta collaborazione tra i capi dell'industria digitale ed i governi. Con programmi come il reddito minimo garantito e l'assistenza sanitaria per tutti, il nuovo tipo di governance combina un rigoroso controllo sociale con la promessa di una giustizia sociale globale.

La verità è che questo nuovo ordine mondiale viene fornito con un sistema di credito sociale. La Repubblica popolare cinese è la pioniera di questo metodo di sorveglianza e controllo di individui, società ed entità sociopolitiche.

Per l'individuo la propria identità è ridotta ad un'app, o un chip, che registra quasi ogni attività personale. Al fine di ottenere alcuni diritti individuali, o solo per viaggiare in un certo luogo, una persona deve bilanciare tali privilegi con la sua sottomissione ad una rete di normative che definiscono in dettaglio ciò che è un "buon comportamento" ed è ritenuto utile per umanità ed ambiente. Ad esempio, durante una pandemia questo tipo di controllo si estenderebbe dall'obbligo di indossare una mascherina e praticare distanziamento fisico fino ad avere vaccinazioni specifiche se si vuole fare domanda per un lavoro o per viaggiare.

È, in breve, un tipo di ingegneria sociale che è l'opposto di un ordine spontaneo. Come l'ingegnere meccanico con una macchina, l'ingegnere sociale – o tecnocrate – tratta la società come un oggetto. Diversamente dalle brutali soppressioni dei totalitarismi dei tempi passati, l'ingegnere sociale moderno cercherà di far funzionare la macchina sociale da sola secondo un certo progetto. A tal fine, l'ingegnere sociale deve applicare le leggi della società nello stesso modo in cui l'ingegnere meccanico segue le leggi della natura. La teoria comportamentale ha raggiunto una fase di conoscenza che rende possibili i sogni dell'ingegneria sociale. Le macchinazioni dell'ingegneria sociale non operano attraverso la forza bruta, ma subdolamente, per spinta.

Secondo l'ordine previsto dal Great Reset, il progresso della tecnologia non è inteso a servire il miglioramento delle condizioni delle persone, ma a sottomettere l'individuo alla tirannia di uno stato tecnocratico. "Gli esperti sanno meglio" è la giustificazione.

 

L'agenda

Il piano per una revisione del mondo è il frutto di un gruppo d'élite composto da uomini d'affari, politici e il loro entourage intellettuale che si riunisce a Davos, in Svizzera, a gennaio di ogni anno. Nato nel 1971, il World Economic Forum è diventato da allora un evento d'importanza globale. Più di tremila leader da tutto il mondo hanno partecipato all'incontro nel 2020.

Sotto la guida del WEF, il programma del Grande Reset afferma che il completamento dell'attuale trasformazione industriale richiede una profonda revisione dell'economia, della politica e della società. Una tale trasformazione globale richiede l'alterazione del comportamento umano e quindi il "transumanesimo" fa parte del programma.

Il Grande Reset sarà il tema del cinquantunesimo incontro del World Economic Forum di Davos nel 2021. L'impegno è quello di spostare l'economia mondiale verso "un futuro più equo, sostenibile e resiliente". Il programma richiede "un nuovo contratto sociale" incentrato sull'uguaglianza razziale, la giustizia sociale e la protezione della natura. Il cambiamento climatico ci impone di "decarbonizzare l'economia" e di portare il pensiero e il comportamento umano "in armonia con la natura". L'obiettivo è costruire "economie più eque, inclusive e sostenibili". Questo nuovo ordine mondiale deve essere attuato "urgentemente", affermano i promotori del WEF, e sottolineano che la pandemia "ha messo a nudo l'insostenibilità del nostro sistema", il quale pecca di "coesione sociale".

Il progetto del WEF è l'ingegneria sociale ai massimi livelli. I suoi sostenitori affermano che le Nazioni Unite non sono riuscite a stabilire l'ordine nel mondo e non hanno potuto far avanzare con forza il suo programma di sviluppo sostenibile, nota come Agenda 2030, a causa del suo modo di lavorare burocratico, lento e contraddittorio. Al contrario, le azioni della commissione organizzativa del World Economic Forum sono rapide e intelligenti. Quando un consenso è stato raggiunto, può essere implementato dall'élite globale in tutto il mondo.

 

Ingegneria sociale

L'ideologia del World Economic Forum non è né di sinistra né di destra, né progressista o conservatrice, non è nemmeno fascista o comunista, ma è decisamente tecnocratica. In quanto tale, include molti elementi delle ideologie collettiviste precedenti.

Negli ultimi decenni, negli incontri annuali di Davos è emerso il consenso sul fatto che il mondo ha bisogno di una rivoluzione e che le riforme hanno richiesto troppo tempo. I membri del WEF immaginano un profondo sconvolgimento con breve preavviso. L'intervallo di tempo dovrebbe essere così breve che la maggior parte delle persone difficilmente si possa rendere conto che è in corso una rivoluzione. Il cambiamento deve essere così rapido e scioccante che coloro che riconoscono che è in corso una rivoluzione non hanno il tempo di mobilitarsi contro di essa.

L'idea alla base del Grande Reset è lo stesso principio che ha alimentato le trasformazioni radicali dalla Rivoluzione francese a quella russa e cinese. È l'idea del razionalismo costruttivista incorporato nello stato. Ma progetti come il Grande Reset lasciano senza risposta la domanda su chi governa lo stato. Lo stato stesso non governa, è uno strumento di potere. Non è lo stato astratto che decide, ma i leader di determinati partiti politici e di certi gruppi sociali.

I primi regimi totalitari avevano bisogno di esecuzioni di massa e campi di concentramento per conservare il loro potere. Ora, con l'aiuto delle nuove tecnologie, si ritiene che i dissidenti possano essere facilmente identificati ed emarginati. I non conformisti saranno messi a tacere squalificando opinioni divergenti in quanto moralmente spregevoli.

I lockdown del 2020 offrono un'anteprima di come funziona questo sistema. Essi hanno funzionato come se fossero stati orchestrati, e forse lo erano; come se seguissero un unico comando, infatti i leader delle nazioni grandi e piccole hanno approvato misure quasi identiche. Non solo molti governi hanno agito all'unisono, ma hanno anche applicato queste misure con scarsa considerazione per le orribili conseguenze di una chiusura totale.

Mesi di stasi economica hanno distrutto le basi economiche di milioni di famiglie. Insieme al distanziamento sociale, il lockdown ha prodotto una massa di persone incapaci di prendersi cura di sé stesse. Prima i governi hanno distrutto i mezzi di sussistenza, poi si sono presentati come salvatori. La richiesta di assistenza sociale non è più limitata a gruppi specifici, ma è diventata una necessità delle masse.

Una volta, la guerra era la salute dello stato; adesso è la paura della malattia. Ciò che ci aspetta non è uno stato sociale benevolo con un reddito minimo garantito, assistenza sanitaria e istruzione per tutti. Il lockdown e le sue conseguenze hanno portato un assaggio di ciò che verrà: uno stato permanente di paura, un rigoroso controllo comportamentale, una massiccia perdita di posti di lavoro e una crescente dipendenza dallo stato.

Con le misure prese sulla scia dell'epidemia di coronavirus, è stato fatto un grande passo per resettare l'economia globale. Senza la resistenza della popolazione, la fine dell'epidemia non significherà la fine dei blocchi e del distanziamento fisico. Al momento gli oppositori del nuovo ordine mondiale hanno ancora accesso ai media e alle piattaforme social per dissentire, ma il tempo sta scadendo. Gli autori del nuovo ordine mondiale hanno annusato il sangue: dichiarare il coronavirus una pandemia è tornato utile per promuovere l'agenda del loro Grande Reset. Solo una massiccia opposizione può rallentare e infine fermare l'estensione della presa di potere di questa tecnocrazia.

 

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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