mercoledì 17 marzo 2021

Denaro ed illusioni statistiche

 

 

di Alasdair Macleod


«Posso provare qualsiasi cosa con le statistiche, tranne la verità»

~ Lord Canning, 1819

L'aforisma di Canning è ancora vero, dato che la raccolta dei dati e l'analisi statistica sono progredite negli ultimi duecento anni? Questo articolo spiegherà perché la risposta è sì.

È ancora vero a causa degli interessi per i quali vengono utilizzate le statistiche. Sappiamo, o dovremmo sapere, che l'indicizzazione dell'IPC non riesce a riflettere il  tasso reale di declino del potere d'acquisto delle valute fiat. Non si tratta solo di mero risparmio di denaro sull'indicizzazione, perché è coinvolta una soppressione degli input, numeri fuorvianti e il loro uso per supportare credenze e risultati preferiti invece di sostenere una teoria economica e monetaria a priori sana e solida.

Questo articolo rileva che l'applicazione di tutti questi metodi corrompe le statistiche monetarie, comprese le tre componenti principali dell'equazione di scambio. Questa analisi è stata creata sulla scia delle recenti modifiche alla definizione di offerta di moneta M1 negli Stati Uniti.


Introduzione

I monetaristi sostengono da tempo che esiste una relazione tra i cambiamenti nella quantità di valuta circolante e il livello generale dei prezzi. Non è l'unico fattore che governa la relazione, ma è stato generalmente stabilito che è vero. Il caso teorico è così convincente che nessuno, nemmeno la MMT, lo nega. In genere assumiamo che le statistiche monetarie, l'ancora fondamentale dell'equazione di scambio emersa oltre un secolo fa, siano affidabili. Ma anche le statistiche monetarie, le cui componenti abbandonano le identità contabili, finiscono per essere tagliate a pezzi per volere delle autorità, sollevando la questione di cosa dovremmo considerare come denaro in un momento di espansione monetaria globale senza precedenti in tempo di pace. Inoltre i pianificatori monetari centrali che spostano i paletti mettono in dubbio con le loro azioni l'abitudine macroeconomica di fare affidamento esclusivamente su prove statistiche per prevedere i risultati.

A febbraio la FED ha modificato la definizione di M1 includendo "Depositi di risparmio" e "Altri depositi controllabili". Ora sono combinati e segnalati come "Altri depositi liquidi". L'effetto è di aumentare M1, ma di lasciare M2 invariato, come illustrato nel seguente grafico.

Il cambiamento accetta la realtà, da tempo riconosciuta nella definizione di offerta di moneta Austriaca (AMS), che i conti di risparmio siano una forma di denaro disponibile per la spesa nelle transazioni quotidiane. I pianificatori monetari centrali generalmente aggirano tali considerazioni, guardando le definizioni monetarie dal loro punto di vista politico invece che dal punto di vista di chi utilizza il denaro.

Per i drogati di statistica c'è uno svantaggio, in quanto la nuova M1 è disponibile solo come media mensile retrospettiva invece che come media settimanale più attuale. Ciò ha l'effetto di sottostimare l'aumento di M1 nei periodi di inflazione monetaria in rapido aumento. E, soprattutto, M1 così modificato da questi cambiamenti viene reso inutile come tracciamento statistico dell'inflazione monetaria.

Ciò solleva altre domande: dovremmo considerare l'offerta di denaro più ampia o più ristretta come l'indicatore principale dei cambiamenti nell'offerta di moneta? Dovremmo ignorare il dettaglio statistico e cercare di capire il denaro da un'analisi a priori della teoria dello scambio? Questa è la differenza fondamentale nell'approccio dei monetaristi rispetto alla Scuola Austriaca. I monetaristi oggi, in comune con altre scuole macroeconomiche, testano le proposte per correlazione statistica, evitando così la necessità di una solida analisi teorica. Di conseguenza la definizione di denaro raramente va oltre le proposizioni semplicistiche ed il suo vero valore d'uso, che è definito da un'azione umana meno prevedibile, viene ignorato.

La Scuola Austriaca ignorava l'approccio statistico al denaro, almeno fino a quando Murray Rothbard non ha tentato di definire la valuta circolante esclusivamente nel contesto delle statistiche monetarie statunitensi, lavoro poi consolidato da Joseph Salerno. Ma non è mai stato possibile inserire statistiche monetarie diverse in un pattern standardizzato, quindi ciò che si applica in America, che comunque non può essere definito con precisione, non si applica altrove. Né quando la composizione di una componente monetaria è alterata, esclusa o inclusa, come le attuali modifiche a M1.

Pertanto qualsiasi prova statistica disponibile può essere utilizzata solo per corroborare un'analisi teorica e non può essere accettata come prova prima facie. Come disse Lord Canning due secoli fa, si può provare qualsiasi cosa con le statistiche tranne la verità.


Definizione di denaro

Un approccio teorico alla comprensione di cos'è il denaro deve iniziare con una sua definizione e la possiamo prendere dal glossario del libro L'Azione umana di von Mises: "Il mezzo di scambio più comunemente usato nella società. La merce più commerciabile in una comunità che le persone cercano principalmente allo scopo di scambiarne successivamente le unità per i beni o servizi che preferiscono. I mezzi circolanti accettati più prontamente per il pagamento di beni, servizi e debiti insoluti. Il denaro è un fattore indispensabile nello sviluppo della divisione del lavoro e dei conseguenti scambi indiretti su cui si basa la civiltà moderna". In altre parole, il denaro è il mezzo che collega la produzione con il consumo attraverso la divisione del lavoro. Deve essere immediatamente disponibile a tale scopo. Ciò include certamente il denaro contante e il denaro depositato in banca. Ora la FED sostiene che i risparmi sono immediatamente disponibili per i depositanti bancari, quindi si tratta di equivalenti dei contanti. Ma ci sono altri aspetti importanti riguardanti il denaro, come i saldi pubblici non spesi. Poiché possono essere prelevati in qualsiasi momento, sono anch'essi denaro, proprio come se fosse denaro dovuto ad un normale depositante. Ma questo non è incluso nella nuova definizione di M1 (ribattezzata M1 SL); è un'omissione importante visti i recenti saldi sul conto generale del governo USA di ben $1.700 miliardi. Se, oltre ai depositi di risparmio, fossero stati inclusi i saldi pubblici non spesi, M1 SL sarebbe stata più simile all'offerta di moneta Austriaca (AMS) di Rothbard.

Di conseguenza la M1 ufficiale non ha ancora raggiunto l'AMS, essendo passata da $3.977 miliardi nel gennaio 2020 a $18.105 esattamente un anno dopo, con un aumento del 355%. Nello stesso arco di tempo l'AMS è passata da $14.082 a $20.614, con un aumento del 46%, meno drammatico ma reale.

Quando si tratta di gestire le aspettative, un aumento effettivo del 46% è più preoccupante di un aumento molto maggiore a causa dei cambiamenti nella statistica. Questa sembra essere la ragione della parziale conversione della FED all'offerta di moneta Austriaca, ma ha scelto una via di mezzo. E sopprimendo i tassi d'interesse, la politica monetaria tenta di aumentare la circolazione del denaro che, secondo i pianificatori monetari centrali, sarebbe altrimenti rimasto in depositi bancari inutilizzati. Viene ignorato anche il fatto che i depositi bancari siano il sostegno del credito bancario, di cui si desidera l'espansione, ma ciò non impedisce ai pianificatori monetari centrali di cercare di aumentare la circolazione del denaro.


Il mito della velocità

Anche con M1 ufficiale poco inferiore all'AMS, la velocità di circolazione è un concetto ampiamente accettato, utilizzato come statistica per promuovere il discorso macroeconomico. La St. Louis FED lo definisce come segue: "La velocità del denaro è la frequenza con cui un'unità monetaria viene utilizzata per acquistare beni e servizi di produzione nazionale entro un dato periodo di tempo. In altre parole, è il numero di volte che un dollaro viene speso per acquistare beni e servizi per unità di tempo. Se la velocità del denaro aumenta, si verificano più transazioni tra gli individui in una determinata economia".

Questo è palesemente falso. Affinché fosse giusto non dovrebbe esserci alcuna relazione tra produzione e consumo, ed i consumatori si ritroverebbero in qualche modo con denaro da spendere senza guadagnarlo. La stampa di denaro potrebbe soddisfare questa condizione, perché viene prodotto dal nulla invece di essere realmente guadagnato dagli attori economici. Ciò che rende questo approccio statistico accettabile per i neo-keynesiani è la negazione della Legge di Say, la quale descrive la logica alla base della divisione del lavoro e sottolinea che il denaro è la merce intermedia più commerciabile la cui funzione primaria consente di trasformare la produzione in consumo.

Se c'è un concetto che illustra la differenza tra un approccio macroeconomico top-down e la realtà della vita quotidiana, sono concetti come la velocità di circolazione del denaro.

Confrontiamo due affermazioni riguardanti la velocità di circolazione del denaro, la prima è presa dal Corporate Finance Institute: “Ogni volta che il tasso d'interesse sugli asset finanziari è basso, il desiderio di detenere denaro diminuisce quando le persone cercano di scambiarlo con altri beni o asset finanziari. Di conseguenza la velocità di circolazione aumenta. Quando la domanda di denaro è bassa, la velocità sarà alta. Al contrario, quando il costo opportunità/costo alternativo è basso, la domanda di denaro sarà alta e la velocità di circolazione bassa”.

Ciò è in linea con la politica di soppressione dei tassi d'interesse dei pianificatori monetari centrali. Sopprimono il tasso d'interesse per incoraggiare la circolazione monetaria, ma se questo è vero, non può essere vero il contrario. Eppure oggi il calo della velocità è stato accompagnato da tassi d'interesse in calo, fino allo zero, smentendo le ipotesi macroeconomiche.

La seconda affermazione è di Ludwig von Mises: "Gli economisti matematici rifiutano di partire dalla domanda e dall'offerta di denaro dei vari individui. Introducono invece la nozione spuria di velocità di circolazione secondo il modello della meccanica".

Von Mises sta dicendo che sono i mercati liberi a decidere come usare il denaro, non la gestione statale dei tassi d'interesse.

L'economista matematico potrebbe tentare di sostenere che i tassi d'interesse influenzano il rapporto tra consumo e risparmio, con tassi più elevati che riducono il consumo immediato. Ma questa è una falsa pista, perché il PIL include gli investimenti delle imprese e la spesa pubblica finanziata dal risparmio e quindi il denaro non speso per il consumo diretto. Per comprendere ulteriormente gli errori nel concetto di velocità dobbiamo approfondirne le origini.

La nozione di velocità di circolazione è nata dalla teoria quantitativa della moneta, la quale collega i cambiamenti nella quantità di denaro ai cambiamenti nel livello generale dei prezzi. Questo è stabilito nell'equazione dello scambio. Gli elementi di base sono il denaro, la velocità e la spesa totale, rappresentata dal PIL. Quanto segue è il più semplice dei modi in cui è stata espressa: Denaro x Velocità = Spesa totale (o PIL)

Supponendo di poter misurare sia la quantità di denaro che la spesa totale, otteniamo la velocità. Ma questo non ci dice perché la velocità possa variare: tutto ciò che sappiamo è che deve variare per bilanciare l'equazione. Si potrebbe ugualmente affermare che due metriche completamente non correlate possono essere inserite in un'equazione matematica, purché sia ​​inclusa una variabile la cui unica funzione è quella di bilanciare sempre l'equazione. In altre parole, la velocità non è un'espressione valida del rapporto tra denaro e prezzi; è lì semplicemente per bilanciare un'equazione che altrimenti non esiste.

La critica di von Mises si basa sulla logica secondo cui l'economia è una scienza sociale e non fisica, pertanto le relazioni matematiche devono essere strettamente limitate alla contabilità e non devono essere confuse con la risoluzione di questioni economiche. Sfortunatamente economisti e commentatori hanno il concetto di velocità così radicato nel loro pensiero che questo punto importante gli sfugge.

L'unica apparente certezza nell'equazione dello scambio è la quantità di denaro, ammesso che sia tutto registrato. Nessuno sembra preoccuparsi del denaro non incluso o di quegli asset che possono essere detenuti come alternative al contante. Inoltre, se il denaro è sano ed onesto, come lo era quando è stata ideata la teoria quantitativa della moneta, si potrebbe dedurre che dopo un certo lasso di tempo un aumento nella sua quantità tenderebbe a far aumentare i prezzi, perché le variazioni nel livello generale di liquidità personale in una popolazione la cui moneta è sana ed onesta tendono ad essere più stabili di quella in un sistema con denaro fiat.

Oggi non abbiamo più denaro sano ed onesto, il cui potere d'acquisto era regolato dalle preferenze umane senza impedimenti. Invece abbiamo valute fiat il cui potere d'acquisto è formalizzato in cambi esteri e corrotto dall'intervento statale. Un esempio illustrativo delle conseguenze ci viene fornito dalla corona islandese che l'8 ottobre 2008 si è improvvisamente dimezzata di valore, il che non ha nulla a che fare con le variazioni nella quantità di moneta, nella sua velocità di circolazione o nel PIL islandese.

Nella storia economica il crollo della valuta islandese non è stato un evento isolato. Il potere d'acquisto di una valuta fiat varia continuamente, fino al punto di perderlo del tutto indipendentemente dai cambiamenti nella sua quantità. La verità è che l'utilità di una valuta fiat dipende interamente dalle opinioni soggettive degli individui, espresse attraverso i mercati, e ha poco a che fare con una relazione quantitativa meccanica. A questo proposito il solo potenziale di un'emissione illimitata, o un cambiamento nella percezione della stabilità finanziaria nei confronti di chi la emette, come ha scoperto l'Islanda, può essere sufficiente a destabilizzarla.

Secondo l'equazione dello scambio, non è così che dovrebbero funzionare le cose. L'ordine degli eventi è che prima si ha un aumento della quantità di denaro e poi i prezzi aumentano, perché la logica monetarista afferma che i prezzi aumentano come risultato del denaro extra speso, non come risultato del denaro ancora da spendere. Con una teoria meccanica non può esserci spazio per la soggettività.

Non ha quindi senso concludere che la velocità è un segnale vitale di qualche tipo. Legare il rapporto tra le variazioni della quantità di moneta all'effetto sui prezzi è sicuramente più giustificato nel caso del denaro sano ed onesto, pienamente coperto e liberamente scambiabile in monete d'oro. Ma nessuna modifica sostanziale al concetto originale ha consentito le diverse caratteristiche tra denaro fiat e oro.

La teoria monetarista nella sua forma attuale è ancora una falsa pista, almeno fino a quando i monetaristi non scopriranno infine che la velocità non è altro che un fattore per bilanciare la loro equazione. È indicativo della falsa meccanizzazione del comportamento umano da parte dei moderni macroeconomisti. Tuttavia va anche notato che è impossibile conciliare il concetto di velocità di circolazione con un semplice fatto della vita di tutti i giorni: guadagniamo i nostri stipendi e realizziamo i nostri profitti una volta che li abbiamo a disposizione. Si tratta di una velocità costante esattamente pari a 1, supponendo che non ci siano cambiamenti nei livelli di liquidità nel periodo in esame.

Questa è la conclusione inconfutabile della Legge di Say, ma venne respinta da Keynes nella Teoria Generale per far posto ai suoi errori macroeconomici.


Le implicazioni dell'espansione monetaria

Seguendo la logica di Rothbard, secondo cui il denaro ed i suoi equivalenti immediatamente accessibili nella mente dell'individuo sono offerta di denaro, possiamo vedere dal grafico sopra che in un'economia il cui PIL annuo è stimato a $21.500 miliardi l'offerta di moneta Austriaca a $20.600 miliardi, ovvero il 95% di tutte le transazioni; ciò suggerisce che l'attore economico medio detiene quasi un anno di liquidità in contanti. Come risultato della continua espansione monetaria, l'economia statunitense è inondata di denaro che, in media, difficilmente circola.

Oltre all'AMS c'è anche la moneta creditizia, che giustamente è esclusa, perché essendo dall'altra parte del bilancio di una banca non è necessariamente disponibile per i pagamenti immediati: la banca può sempre limitare le emissioni di credito non utilizzato. In questa categoria possiamo includere anche i saldi del sistema bancario ombra. Inoltre i pagamenti con carta di credito non sono istantanei, visto che il pagamento della merce viene differito fino ad un mese, quindi devono essere escluse anche queste e forme simili di credito.

Ovviamente esiste un collegamento tra l'espansione del credito bancario e la crescita dei depositi, sollevando la questione se i depositi così creati debbano essere inclusi nell'AMS. La risposta è che non si deve fare distinzione tra depositi e quelli che derivano dall'espansione del credito, perché per l'utente tutti i depositi bancari sono considerati denaro, qualunque sia la loro origine.

Lasciato al libero mercato e ad una forma sana ed onesta, il denaro sarebbe indubbiamente scarso, ma abbastanza abbondante da fungere da mezzo di scambio tra produzione e consumo. Pertanto il denaro in dollari fiat, esistente nell'attuale quantità, è la conseguenza di politiche monetarie allentate. Piuttosto che presumere che i tassi negativi stimoleranno la popolazione ad usarli, il che è indubbiamente alla base del pensiero mainstream, dovrebbero essere compiuti sforzi per considerare come ridurre il pericolo che il denaro in eccesso venga inaspettatamente mobilitato per i beni.

L'inconveniente della posizione attuale è spiegato dalla descrizione di von Mises del ruolo del denaro come "merce più commerciabile in una comunità che le persone cercano principalmente allo scopo di scambiarne successivamente unità con i beni o servizi che preferiscono". Il rischio è che notevoli quantità di denaro vengano mobilitate per tale funzione se le persone decidono di ridurre il loro rapporto tra possedere riserve di denaro e possedere beni di cui non hanno bisogno immediatamente.

Ma con i lockdown che mettono fuori uso fasce di produzione industriale, i beni ed i servizi non sono disponibili per soddisfare questa potenziale domanda, di conseguenza i prezzi possono aumentare in modo significativo solo fino a quando il rapporto monetario non si riequilibra. In altre parole, il PIL nominale, non essendo altro che un totale monetario, sembrerà aumentare in modo sostanziale e con le stime ufficiali dell'inflazione dei prezzi palesemente soppresse, il PIL "reale" registrato ufficialmente sarà dichiarato come prova del successo della politica monetaria nel salvare l'economia. Ma ricordate l'aforisma di Canning: posso provare qualsiasi cosa con le statistiche, tranne la verità.


Le fallacie insite nella metrica del PIL

Finora abbiamo mostrato gli errori nelle statistiche monetarie ufficiali e spiegato perché la velocità di circolazione non ha senso. Rivolgiamo ora la nostra attenzione alla terza ed ultima componente dell'equazione di scambio. L'ignoranza non può essere così facilmente giustificata riguardo al PIL, che è stato inventato negli anni '30 e il cui unico uso pratico è indicare allo stato il potenziale di gettito fiscale. Il suo ruolo nell'equazione dello scambio come sostituto dei prezzi è fuorviante.

Il PIL non è altro che un totale in denaro delle transazioni registrate durante un certo periodo, di solito su un anno. Non rivela la qualità delle transazioni e del progresso economico come comunemente supposto. È coerente con ciò che von Mises ha descritto come un'economia ciclica uniforme nel libro L'Azione umana: "Un'economia immaginaria in cui tutte le transazioni e le condizioni fisiche si ripetono senza cambiamento in ogni ciclo di tempo simile. Tutto è immaginato per continuare esattamente come prima, comprese tutte le idee e gli obiettivi umani. In tali condizioni fittizie e ripetitive, non può esserci alcuna variazione netta nell'offerta o nella domanda e quindi non può esserci alcuna variazione nei prezzi".

Aggiustandolo all'inflazione dei prezzi registrata ufficialmente, il PIL sembra soddisfare tutte le condizioni di un'economia ciclica uniforme. Chiaramente non si accorda con la realtà. Inoltre se la quantità di denaro fosse costante, anche il PIL di quella comunità rimarrebbe costante. La logica di questa affermazione è insindacabile.

Pertanto gli aumenti numerici in un'economia ciclica uniforme devono provenire dal lato monetario. In altre parole, se la quantità di denaro e credito in un'economia aumenta, salirà anche il PIL. E nessuno dei suoi aumenti può essere attribuito ad un miglioramento delle condizioni economiche, perché è modellato su un'economia ciclicamente costante. Ciò è illustrato rimuovendo l'espansione monetaria dal PIL, come rappresentato nel seguente grafico.

L'aggiustamento del PIL nominale in termini di M3 ci dice che il PIL degli Stati Uniti è variato in modo uniforme e lo ha fatto con poche oscillazioni per oltre quattro decenni. Le uniche eccezioni degne di nota sono state a seguito della crisi Lehman, quando l'economia statunitense è entrata in una breve recessione, e nel 2020. Quest'ultima riflette un forte aumento dei disoccupati e dei sottoccupati che continuano a ricevere pagamenti diretti dallo stato.

La gravità della contrazione economica dello scorso anno è stata quindi nascosta dall'espansione dell'offerta di denaro più ampia e la sua ulteriore espansione dall'ultimo dato (terzo trimestre 2020) continuerà a mascherare la profondità reale della recessione economica. Per ulteriore conferma, il seguente grafico mostra la stessa relazione tra PIL ed M4 per il Regno Unito, dove sono in gioco fattori simili.

Gli economisti mainstream non fanno distinzione tra economia reale e PIL. Non si sente né si legge mai alcuna distinzione tra i due, e l'economia ciclica uniforme di Mises è quasi esclusivamente limitata a pochi testi pre-keynesiani non letti. Ma qualsiasi aumento del PIL, essendo interamente collegato all'aumento dell'offerta di moneta, è completamente privo di significato. Però poi le politiche monetarie ed economiche dovrebbero fornire una giustificazione per la loro esistenza, per non parlare della vita di tutti gli economisti e statistici nelle istituzioni finanziarie e bancarie.

Ma con tutto il denaro che viene incanalato nelle economie oggi, non ci possono essere dubbi sul fatto che il PIL aumenterà di conseguenza. Ma come mostrano gli ultimi due grafici qui sopra, con il taglio della capacità produttiva le economie degli Stati Uniti e del Regno Unito sono in depressione.

Canning ce lo sta ricordando: dimenticatevi delle statistiche, guardatevi intorno invece.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Nessun commento:

Posta un commento