mercoledì 26 gennaio 2022

I robot sostituiranno i lavoratori umani? Speriamo di sì

 

 

di Antony Mueller

Negli ultimi duecento anni la tecnologia ha trasformato l'ambiente umano più che nei mille anni precedenti. Fino al 1840 oltre il 70% della forza lavoro americana era impiegata nell'agricoltura, ora è meno del 2%. La manodopera liberata ha trovato impiego prima nel settore manifatturiero e poi in quello dei servizi. Ora, con la robotizzazione, la velocità di sostituzione del lavoro con le macchine accelererà e l'intelligenza artificiale sostituirà sempre più il lavoro nel settore dei servizi.

Anche i lavori sofisticati non offriranno sicurezza occupazionale. Una laurea non è più il biglietto d'ingresso per alti guadagni, ciononostante le nuove tecnologie contengono la soluzione anche a tal problema. Mentre il progresso tecnologico distrugge le vecchie occupazioni, le innovazioni rendono l'economia più produttiva. La ricchezza, giustamente intesa, è produttività ed una produttività in aumento significa che è necessaria meno manodopera per produrre la stessa quantità di beni. Più aumenta la produttività, più diventiamo ricchi.

Grafico 1. Stock mondiale di robotica in migliaia di unità. Fonte: Federazione Internazionale di Robotica (IFR) 2018


La vera minaccia

Il problema che dobbiamo affrontare non è la minaccia della disoccupazione. Il vero problema è che può emergere una resistenza sociale contro la perdita di alcuni posti di lavoro e può prevalere una mentalità anticapitalistica che ostacolerebbe il progresso economico.

Ma in una società libera, la robotizzazione non è una minaccia bensì un vantaggio. Un futuro migliore non richiede solo la continuazione della robotizzazione, ci deve essere anche uno spostamento parallelo verso il capitalismo di libero mercato.

Nelle società che si confrontano con una quota crescente di anziani, la robotizzazione diffusa è la via d'uscita dal dilemma delle pensioni pubbliche; per le economie emergenti, la robotizzazione è il modo per superare la povertà più rapidamente; per l'umanità nel suo insieme, la robotizzazione dell'economia apre la strada ad una vita meno gravosa e ad un tenore di vita elevato (Grafico 2).

Grafico 2. Numero di robot industriali installati per 10.000 dipendenti nell'industria manifatturiera nel 2017. Fonte: International Federation of Robotics (IFR) 2018

I lavori sono solo più fatica e non sono la chiave per un futuro migliore; una maggiore produttività è la chiave. La robotizzazione fornisce la stessa liberazione dal lavoro noioso che la meccanizzazione ha fornito per la fatica nelle fattorie e nelle fabbriche. Allo stesso tempo, la robotizzazione (come tutte le precedenti forme di meccanizzazione) ridurrà ulteriormente il costo dei beni di prima necessità come cibo, vestiti e alloggio. La nostra attuale prosperità è il risultato dell'uso delle macchine che sono arrivate con il capitalismo (Grafico 3).

Grafico 3. Prodotto interno lordo pro-capite (dollari a prezzi 2011). Fonte: Our World in Data


Ridurre il bisogno percepito di uno stato

Il grande vantaggio che potenzialmente offrono i nuovi strumenti tecnologici non è solo quello di liberarci dalle fatiche e dal lavoro spiacevole, ma anche dalla politica. Riducendo notevolmente il costo dei beni e servizi di base, le nuove tecnologie possono rendere obsoleto l'apparato politico e consentire la privatizzazione delle funzioni statali, dalla pubblica amministrazione al sistema giudiziario. In un mondo con una produzione altamente automatizzata, e senza uno stato in senso convenzionale, il costo della vita sarebbe solo una frazione di quello odierno ed i contributi obbligatori richiederebbero solo una parte trascurabile del reddito.

Con lo scioglimento dell'apparato statale, un colossale onere finanziario cadrebbe dalle spalle dell'uomo comune. Il capitalismo di libero mercato, insieme alla riduzione drastica dello stato e all'abolizione della politica, eliminerebbe gli oneri finanziari che affliggono il cittadino moderno.

Un ordine anarco-capitalista aprirebbe la strada alle nuove tecnologie affinché la si possa fare finita con la valanga di politiche e regolamenti pubblici eliminando altresì il sistema attuale, talmente inefficiente, corrotto, ingiusto e che è nella sua essenza anche anti-democratico. Nessun intervento statale nella vita economica porterà alla prosperità; la via verso il benessere è la fine dello stato e la fine della politica.


Robotizzazione & socialdemocrazia

In un'economia libera, la produttività aumenterebbe così tanto che il potere d'acquisto degli stipendi eliminerebbe le ansie sulla sicurezza del lavoro e sul pagamento delle bollette per i bisogni primari. Questa visione di un ordine anarco-capitalista con un'economia altamente produttiva ed una società apolide è in netto contrasto con il sistema di governo socialdemocratico e "liberale" contemporaneo che marcia verso una maggiore spesa pubblica, più debito pubblico e più regolamentazione, minore produttività e minore potere d'acquisto.

Il funzionamento interno dell'attuale sistema socialdemocratico porta a tasse e contributi più elevati. Il debito pubblico continua a crescere. Il punto finale del sistema esistente composta da assistenza sociale e capitalismo di stato non è stabilità, ricchezza e libertà, ma bancarotta, miseria e repressione.

L'agenda politica dominante nella maggior parte delle democrazie moderne afferma che il governo potrebbe prevenire e curare la disoccupazione, le crisi economiche, le recessioni, le depressioni, l'inflazione, la deflazione e la disuguaglianza e che potrebbe fornire istruzione, assistenza sanitaria e sicurezza sociale a tutti. Le promesse di aumento dei redditi e dell'occupazione dominano le campagne politiche.

Le politiche tradizionali non hanno funzionato e ancor meno funzioneranno nel nuovo millennio. La risposta al futuro non è il passato.

Per evitare un nuovo totalitarismo, la risposta è più capitalismo di libero mercato e meno politica. Un tale ordine libertario eliminerebbe la politica dei partiti attraverso un sistema chiamato "demarchia" o "smistamento", in cui il corpo legislativo è selezionato a sorte. Un sistema politico libero da partiti politici insieme ad un ordine monetario basato sul mercato e sull'offerta privata di leggi e sicurezza minimizzerebbe e alla fine abolirebbe lo stato come organizzazione monopolistica di dominio violento.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


4 commenti:

  1. Ma se vengo sostituito da un robot, perché dovrei ricevere uno stipendio?

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    1. E' quello che dicevano gli operai, ma poi si è creato il settore servizi...

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  2. Con l'I.A. anche i servizi sono sempre più automatizzati. Quindi cosa si vuole inventare?
    E se si smonta lo Stato scompare anche la burocrazia ovvero i servizi inutili.
    Resta quindi la sempre la stessa domanda : quanti saranno percettori di reddito e quanti non lo saranno?

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  3. Rispondo a tutti i commenti all'articolo qui sopra con questo mio inciso. L'automatizzazione nel mondo del lavoro è un processo cruciale all'interno del panorama economico. Mi raccomando, togliamo la moralità dalla nostra equazione poiché inappropriata ed inutile ai fini dell'analisi economica. Quindi, durante la fase discendente del ciclo economico, l'automatizzazione nel mondo del lavoro rappresenta una freccia imprescindibile nella faretra dell'imprenditore affinché possa tornare ad effettuare un calcolo economico in accordo con segnali di mercato genuini (perché, come sappiamo dalla teoria Austriaca del ciclo economico, la fase ascendente è caratterizzata da misallocation di capitale umano ed inumano). Tale ritorno ad un calcolo economico guidato dal mercato crea inevitabilmente disoccupazione, ma la sua natura è catallattica: verrà riassorbita man mano che gli errori economici precedenti verranno corretti.

    Se invece la fonte delle distorsioni persiste, e la fase discendente del ciclo economico viene prolungata artificialmente mediante interventi centrali (fiscali e monetari), l'uso dell'automatizzazione verrà altresì prolungato e di conseguenza l'ambiente economico sperimenterà un altro tipo di disoccupazione, ovvero, quella istituzionale. È bene ricordare quindi la fonte del disagio economico percepito dagli attori di mercato: lo stato ed il sistema bancario centrale. Che i robot, poi, si vuol dire siano una maledizione perché "derubano" le persone del lavoro, è un altro conto e tale è una affermazione falsa che solo i luddisti possono portare avanti.

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