giovedì 6 giugno 2024

Tre cose che ho imparato lavorando con Bitcoin

 

 

di Robert Breedlove

Durante i miei anni trascorsi in questa tana del bianconiglio, sono arrivato a capire che poiché nessuno può cambiare Bitcoin, tutti alla fine saranno cambiati da Bitcoin. Per me continua a essere una fonte inesauribile di apprendimento: ha trasformato (direttamente o indirettamente) le mie abitudini alimentari, le mie passioni intellettuali e i miei valori personali. Qui condividerò alcune cose che ho imparato con Bitcoin.


Ci sono solo due modi per acquisire ricchezza

Intenzionati a creare migliori condizioni di vita, gli individui si organizzano in gruppi per diventare più produttivi. Attraverso la collaborazione, gli esseri umani possono aumentare la propria produzione (beni) per unità di input (lavoro). Aumentare la produttività in questo modo equivale a diventare più ricchi e prosperi. Adagi secolari come “due teste sono meglio di una” e “molte mani alleggeriscono il lavoro” parlano di questo scopo economico fondamentale della collaborazione umana. Infatti quando analizziamo la parola collaborazione troviamo co- e -laborazione che significa “lavorare insieme”. Come disse Marco Aurelio, gli esseri umani sono fatti apposta per la collaborazione: “Siamo nati per lavorare insieme come i piedi, le mani e gli occhi, come le due file di denti, superiori e inferiori. Ostruirsi a vicenda è innaturale”.

La collaborazione è il modo più efficace con cui gli esseri umani possono creare ricchezza, o, detto in modo diverso, lavorare insieme è il modo più efficace in cui gli esseri umani possono liberare il loro tempo. Più gli esseri umani coordinano intensamente le loro azioni, più il loro tempo diventa libero dalle fatiche della sussistenza di base. Gli economisti chiamano questa dinamica divisione sociale del lavoro. In questo modo il coordinamento dell’azione umana ci permette di liberarci dalla scarsità economica.

Concentrandosi sull’aumento della produttività, gli esseri umani possono ottenere risultati maggiori con gli stessi livelli di sforzo. Questa realtà piuttosto semplice della crescita della produttività in una divisione sociale del lavoro è la ragione principale per cui gli esseri umani si auto-organizzano in gruppi. Se non fosse vero che gli esseri umani che agiscono in concerto producono più di quanto gli esseri umani che agiscono in isolamento, allora tutti condurremmo stili di vita più solitari.

Dato che gli esseri umani sono in grado di ottenere risultati maggiori coordinando le loro azioni, affermo che l’intero scopo dell’auto-organizzazione umana sia l’acquisizione di ricchezza. La ricchezza equivale al tempo liberato, il “frutto economico” coltivato attraverso la collaborazione. In questo senso tutte le organizzazioni umane sono imprese, nel senso che comportano scambi e devono generare ricchezza affinché possano ontinuare a esistere. Ciò include gruppi o organizzazioni che tradizionalmente potreste non considerare come imprese, come la vostra famiglia, la vostra chiesa o il governo. Se non c’è creazione di ricchezza netta da parte degli individui attraverso i loro sforzi organizzativi, allora quell’impresa sicuramente fallirà.

Se tutte le organizzazioni umane sono imprese, e lo scopo delle imprese è generare ricchezza, allora tutte le organizzazioni umane sono strategie di acquisizione di ricchezza. Questa inquadratura è utile per valutare lo status morale delle imprese. In questo universo ci sono solo due modi possibili per acquisire ricchezza: uno è facendo e l'altro è prendendo (indicherò in maiuscolo Fare e Prendere con specifico riferimento a questi modi di acquisire ricchezza). Fare e prendere sono strategie di acquisizione di ricchezza che si escludono a vicenda: un individuo può realizzare solo l'uno o l'altro in ogni determinata azione. Fare è il modo in cui il lavoratore o l’imprenditore si impegnano nella produzione e nello scambio: ciò che il grande sociologo Franz Oppenheimer chiamava “il mezzo economico” per acquisire ricchezza. Prendere è la via del ladro o dello statalista, un percorso più semplice ma sadico che toglie produttività poiché implica rubare le cose di altre persone con la forza o con la minaccia di violenza. In contrapposizione alle attività produttive del Fare, il Prendere è il furto o la confisca unilaterale dei beni altrui. In altre parole Prendere significa impadronirsi delle ricchezze altrui, le quali sono il prodotto del tempo umano. Poiché costruire qualcosa è solitamente più difficile che impossessarsene, Prendere è una strategia di acquisizione di ricchezza spesso perseguita. Tuttavia, poiché il Prendere è improduttivo, è intrinsecamente distruttivo per la creazione di ricchezza aggregata. Oppenheimer si riferiva al Prendere come al “mezzo politico” per acquisire ricchezza. Come scrive Rothbard in Anatomia dello Stato:

Dovrebbe essere chiaro che l’uso pacifico della ragione e dell’energia nella produzione è il percorso “naturale” per l’essere umano: il mezzo per la sua sopravvivenza e prosperità su questa Terra. Dovrebbe essere altrettanto chiaro che i mezzi coercitivi e di sfruttamento sono contrari alla legge naturale; sono parassitari perché invece di aggiungere valore alla produzione, lo sottraggono. I “mezzi politici” dirottano la produzione verso un individuo o un gruppo parassitario e distruttivo; questo travaso non solo sottrae valore al numero dei produttori, ma riduce anche il loro incentivo a produrre oltre la semplice sussistenza. A lungo andare il ladro distrugge la propria sussistenza diminuendo o eliminando la fonte delle proprie provviste.

Quanto maggiore sarà la proporzione dell’attività commerciale impegnata nel Fare rispetto a quella impegnata nel Prendere, tanto più fiorirà la civiltà umana. Le imprese impegnate nel Fare aumentano la creazione di ricchezza totale aumentando la produttività umana; quelle invece impegnate a ridurla, vanno a diminuire la produttività umana. Fare è la via dell’imprenditorialità: è un gioco a somma positiva, il che significa che sono possibili situazioni vantaggiose per tutti. In altre parole, il Fare è ciò che espande la proverbiale “torta economica”. Prendere è il contrario: è un gioco a somma zero, nel senso che il guadagno di una persona è necessariamente la perdita di un'altra. Tagliare la “torta economica” in più pezzi e spartirli in modo diverso non significa che ce ne sia di più.

Fare e Prendere sono le uniche strategie di acquisizione di ricchezza disponibili: non ci sono alternative. Quindi la grande domanda è: come possono gli esseri umani creare condizioni in cui il Fare sia più prevalente del Prendere? In breve, come possiamo massimizzare il nostro rapporto Fare-Prendere, ovvero come possiamo massimizzare la produttività e quindi ottimizzare le condizioni economiche necessarie per la prosperità umana? Per rispondere a questa domanda dobbiamo comprendere la natura della proprietà privata che, come vedremo, può essere descritta come uno dei rapporti più importanti che gli individui possono avere con la natura. Questo mi porta a un'altra cosa importante che ho imparato viaggiando nella tana del bianconiglio di Bitcoin...


La proprietà privata è il possesso privato della ricchezza

La vostra auto non è proprietà, gli immobili non sono proprietà, niente di ciò che possedete è proprietà. La proprietà non è un bene, è invece il rapporto esclusivo tra una persona e un bene. La persona designata con l'autorità di controllare completamente un bene e di escludere altri dal suo utilizzo ne è il legittimo proprietario. La proprietà, quindi, è il vincolo tra i legittimi proprietari e i loro beni. In questo senso più preciso, e utilizzando un linguaggio più moderno, la proprietà privata può essere più appropriatamente definita possesso privato.

Ognuno di noi è naturalmente investito del potere di controllare completamente il proprio corpo ed escludere gli altri dal suo utilizzo. In quanto tale il legame naturale di ogni individuo con il proprio corpo è la forma più fondamentale di proprietà privata. In parole povere, se avete un corpo, allora avete una proprietà privata. Voi, come unici proprietari del vostro corpo, godete dei diritti esclusivi di utilizzare qualsiasi delle sue “funzionalità”. Tuttavia, come proprietari, supponendo che vogliate continuare a godere delle numerose “caratteristiche” del vostro corpo, siete anche responsabili del suo mantenimento e della correzione di tutti i suoi “difetti”. In questo senso i “diritti di proprietà” possono essere chiamati anche “responsabilità sulla proprietà”. Ciò che vale per il rapporto con il proprio corpo vale anche per i beni che giustamente si acquisiscono nel mondo. Se avete lavorato per realizzare cose, o avete scambiato i beni creati attraverso il costro lavoro con quelli che qualcun altro ha legittimamente acquisito, allora possiedete legittimamente suddetti beni. Per queste ragioni i diritti e le responsabilità sono due facce della stessa medaglia all’interno dell’istituzione sociale della proprietà privata.

Utilizzando le “caratteristiche” del nostro corpo e prendendoci cura dei suoi “difetti”, ognuno di noi può estendere la proprietà individuale nel mondo materiale attraverso il lavoro. Combinando il proprio lavoro con le molteplici cose presenti naturalmente nel mondo, si possono creare risorse nuove e utili. Le risorse create attraverso il lavoro produttivo rendono il nostro mondo un ambiente ancora più “ricco di funzionalità”. Non solo la proprietà privata massimizza il tasso di creazione di risorse, ma aumenta anche la capacità di carico della civiltà in termini di sostegno di una popolazione umana più ampia. Tuttavia, com'è vero con il proprio corpo, continuare a godere delle “caratteristiche” delle risorse così create pone la responsabilità di risolvere i relativi “difetti” direttamente sulle spalle del singolo proprietario di ciascuna risorsa. Se i proprietari desiderano continuare a godere dei propri beni, compresi i propri corpi, devono assumersi le proprie responsabilità nel mantenerli e proteggerli. In questo modo la proprietà privata è la condizione ideale per ottimizzare i diritti umani, la responsabilità e, quindi, la prosperità, sia a livello individuale che collettivo.

Inoltre, come sottolinea Rothbard nel suo libro, L’etica della libertà, non esiste un’alternativa etica alla proprietà privata, cosa che implica un’autoproprietà universalizzata, poiché tutte le altre forme di proprietà individuale degenerano nello scisma tra una classe dominante e una classe governata:

È fisicamente impossibile che ognuno di noi possa tenere d’occhio continuamente tutti gli altri, e quindi esercitare la sua parte uguale di proprietà parziale su ogni altro essere umano. In pratica questo concetto di proprietà altrui universale ed eguale è utopico e impossibile, e la supervisione e quindi la proprietà altrui diventa necessariamente un’attività specializzata di una classe dominante. Pertanto nessuna società che non garantisca la piena proprietà di sé per tutti può godere di un’etica universale. Per questo motivo l’autoproprietà al 100% per ogni essere umano è l’unica etica politica praticabile per l’umanità [...]. Possiamo immaginare un mondo in cui nessun essere umano è libero d'intraprendere una qualsiasi azione senza la previa approvazione di tutti gli altri? Chiaramente nessuno sarebbe in grado di fare nulla e la razza umana perirebbe rapidamente. Ma se un mondo in cui l’autoproprietà è pari a zero, o quasi, significa la morte per la razza umana, allora qualsiasi passo in tale direzione contravviene la legge di ciò che è meglio per l’essere umano e la sua vita sulla Terra.

Visto che la proprietà privata massimizza la creazione di ricchezza aggregata ed è l’unica opzione etica per costruire qualsiasi sistema socioeconomico, la grande domanda ora diventa: come possono gli esseri umani universalizzare l’etica della proprietà privata in tutte le nostre interazioni? La risposta, un po’ strana, è che bisogna convincere gli individui ad agire come se questa etica fosse tale affinché lo possa essere. Questo mi porta alla prossima cosa che ho imparato lavorando con Bitcoin...


La proprietà privata è una messa in scena

Combinando il proprio lavoro con le risorse naturali, è possibile realizzare una rete da pesca, avviare un'impresa, o impegnarsi in una serie di altre attività che migliorano la produttività. Questi “frutti del proprio lavoro” diventano vincolati a noi come nostra proprietà. Naturalmente un legame indissolubile tra individui e patrimonio è possibile solo nella misura in cui viene attuato. Similmente ad altri costrutti sociali come il denaro o il calendario, la proprietà privata esiste proprio nella misura in cui tutti agiamo come se esistesse. Ad esempio, per poter coordinare con successo una riunione alle 16:00 di giovedì 6 giugno 2024, ciascuno di noi deve agire come se il sistema di calendario assegnato arbitrariamente fosse reale. In altre parole, dobbiamo rispettare il consenso della costruzione sociale nota come sistema del calendario gregoriano. In questo senso la proprietà privata è più simile a un accordo sociale implicito che a una legge intrinseca della natura. A differenza delle leggi della fisica, che valgono indipendentemente dall’azione o dall’opinione umana, la proprietà privata dev'essere attuata continuamente affinché possa sopravvivere. In altre parole, la proprietà privata è una struttura normativa: una messa in scena ritualizzata di ciò che è giusto o di ciò che “dovrebbe esserlo” attraverso un consenso generale su modelli di azione ricorrenti, aspettative di etichetta e giochi di ruolo sociale. Affinché la proprietà privata sia una struttura normativa efficace, gli individui devono renderla un'opera teatrale e farla esistere.

Considerata in un modo leggermente diverso, la proprietà privata è un gioco di ruolo dal vivo: ciò che fate quando aprite un conto in banca, comprate mele al supermercato, o vi impegnate in qualsiasi scambio consensuale di titoli di proprietà privata. Nella realtà fisica nessuno ha infatti un diritto esclusivo su alcun bene (ad eccezione dell'autonomia corporea, che non può essere alienata da nessun individuo, nemmeno consensualmente). È solo nello spazio immaginale del gioco reciproco che il rapporto di proprietà privata può essere reso reale attraverso una messa in scena continua.

Per quanto paradossale possa sembrare, quando tutti “giocano” secondo le regole della proprietà privata, questo atto di “gioco” diventa l’unico modo “funzionante” per massimizzare la creazione di ricchezza totale. Universalizzando il rispetto per i rapporti di proprietà individuale, il gioco di finzione della proprietà privata promulga il risultato economico più pragmatico immaginabile: l’espansione senza precedenti delle popolazioni umane, dei tipi di innovazioni e dei tassi di creazione di ricchezza. In questo senso la proprietà privata è il gioco di finzione serio che costituisce un pilastro fondamentale della civiltà stessa. Le regole del gioco sono semplici: ognuno possiede ciò che fa e non possiede ciò che prende. In altre parole, la civiltà in senso puro è la teatralizzazione ideale del principio di giustizia: un regno in cui ognuno ottiene ciò che merita dal punto di vista economico. Come disse Mises: “Se la storia potesse insegnarci qualcosa, sarebbe che la proprietà privata è indissolubilmente legata alla civiltà”.

Naturalmente c'è sempre un incentivo a uscire dal gioco di ruolo dal vivo della proprietà privata e a impossessarsi dei beni di qualcun altro con la forza. Come scritto in precedenza, questo atto di Prendere è spesso il percorso di minor resistenza, poiché è più difficile costruire che rubare. Ad esempio, nella maggior parte dei casi ci vuole molto meno sforzo per impossessarsi di una casa piuttosto che per costruirla. “Disertando dal gioco” della proprietà privata, un disertore sceglie di ignorare le regole della civiltà ricorrendo all’atto incivile della coercizione – equivalente alla strategia di acquisizione di ricchezza discussa in precedenza. Essendo un percorso comune di minor resistenza, è spesso finanziariamente vantaggioso per chi Prende mettere da parte ogni scrupolo che potrebbe avere e rubare le risorse che desidera. Questo è il motivo per cui chi Fa necessita di mezzi economicamente vantaggiosi per difendere la sua proprietà privata.

In ultima analisi, la proprietà si basa sulla capacità del proprietario di mantenere e proteggere i propri beni. Dato il rischio sempre presente che qualcuno scelga di abbandonare il gioco del rispetto della proprietà privata, la cosa migliore che possiamo fare in senso puramente economico è concentrarci sulla strutturazione di sistemi d'incentivi in ​​cui Prendere sia reso il più finanziariamente non redditizio possibile. A tal fine lo stato di diritto è utile come disincentivo, ma rendere la proprietà più economica da difendere è meglio, poiché riduce le spese improduttive per la protezione e l’applicazione della legge. Man mano che il costo per preservare la proprietà privata diminuisce, cala anche il calcolo del valore atteso (un indicatore della redditività finanziaria) per quanto riguarda l’aggressione alla proprietà privata. Considerata in combinazione con le sanzioni applicabili in caso di violazione della legge, l'aggressione alla proprietà privata può addirittura essere resa finanziariamente non redditizia. Dato che gli esseri umani sono inclini a impegnarsi in qualsiasi azione finanziariamente redditizia, la creazione di sistemi socioeconomici in cui la coercizione sia meno redditizia è un modo infallibile per mitigare l’impiego del Prendere come strategia di acquisizione di ricchezza. In altre parole, nella misura in cui il Prendere viene reso finanziariamente non redditizio, gli esseri umani in cerca di profitto vengono persuasi a impegnarsi nel Fare piuttosto che nel Prendere come strategia preferita di acquisizione della ricchezza.

Se mantenuta in un modello di custodia adeguato, la proprietà privata di Bitcoin è la relazione di proprietà più costosa da spezzare nella storia umana. Man mano che sempre più individui detengono i propri risparmi in Bitcoin (adeguatamente protetti), i modelli di business che utilizzano il Prendere come strategia di acquisizione di ricchezza (come lo statalismo) diventano meno redditizi e quindi meno diffusi. In altre parole, scegliere di detenere la propria ricchezza in Bitcoin è un voto contro la prevalenza del Prendere. In questo modo risparmiare in Bitcoin marginalizza il business dello statalismo e tutte le sue numerose esternalità negative come la coercizione, la costrizione e la guerra. Il cambiamento apparentemente semplice nel creare condizioni in cui Prendere è più costoso innesca una cascata di riconfigurazioni socioeconomiche che molti bitcoiner ritengono culminerà nel collasso dello stato come istituzione dominante della modernità. Il preveggente cripto-anarchico Timothy May ha riassunto questa probabile sequenza di eventi nella sua firma e-mail nel lontano 1988:

Bitcoin mi ha insegnato molto e sembra che io abbia ancora molto da imparare da questa innovazione radicale. Bitcoin è una tecnologia unica sotto molti aspetti: è l’unica organizzazione decentralizzata al mondo, l'unica forma inviolabile di proprietà privata e l'unica rete monetaria incorruttibile. Bitcoin inclina il panorama degli incentivi economici verso la massimizzazione del rapporto Fare-Prendere nelle imprese di tutto il mondo. Ciò avviene rendendo la proprietà privata molto più conveniente da difendere. Il risultato netto del successo della monetizzazione di Bitcoin promette di essere un enorme cambiamento nel modo in cui gli esseri umani agiscono gli uni verso gli altri. A livello di sviluppo del carattere individuale, ognuno di noi è fortemente influenzato dalle strutture di incentivi in ​​cui vive e Bitcoin incentiva finanziariamente l’attuazione della libertà e della giustizia per tutti, da parte di tutti. Per questi motivi Bitcoin sta cambiando radicalmente il mondo essendo immutabile e sono estremamente grato di essere uno studente di questo affascinante nuovo paradigma socioeconomico.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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