mercoledì 23 luglio 2025

La ricchezza mineraria della Groenlandia potrebbe aprirgli la strada verso un futuro indipendente

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Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato “fuori controllo” negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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da The Epoch Times

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/la-ricchezza-mineraria-della-groenlandia)

Taatsi Olsen sa cosa serve per iniziare la ricerca di minerali in Groenlandia.

In un magazzino alla periferia della capitale Nuuk, ha esaminato i dettagli dell'esplorazione mineraria in un Paese freddo e scarsamente popolato: attrezzi, imbracature e piccoli rimorchi trasportati in elicottero verso siti remoti, essenziali in un luogo dove non ci sono strade che collegano le città.

Olsen ha sottolineato che il modello di insediamento unico della Groenlandia, costituito da villaggi di pescatori isolati sparsi su centinaia di chilometri di isole rocciose e fiordi, può presentare dei vantaggi per i minatori.

“Se vi trovate in una zona remota, ci sono buone probabilità che ci sia un piccolo villaggio nelle vicinanze”, ha detto a The Epoch Times.

Olsen è direttore operativo di X-Ploration Services Greenland. L'azienda, che supporta l'esplorazione mineraria sull'isola, potrebbe prosperare se i giacimenti di terre rare del territorio danese si rivelassero una vera e propria manna.

Conosce bene le difficoltà del successo individuale. Olsen stima che solo uno su mille progetti esplorativi in Groenlandia dia origine a una miniera.

“È semplicemente difficile trovare qualcosa che abbia senso dal punto di vista economico”, ha affermato.

Il presidente Donald Trump ha citato le terre rare della Groenlandia, stimate in 1,5 milioni di tonnellate, come una delle ragioni principali per incorporare questo Paese negli Stati Uniti.

I minerali essenziali sono utilizzati in molte tecnologie avanzate, tra cui telefoni cellulari e sistemi di difesa. Il settore è attualmente dominato dalla Cina.

Per ora in Groenlandia sono operative solo due miniere, nessuna delle quali estrae terre rare.

Eppure l'attività mineraria non è una novità per la Groenlandia. Fa parte di una lunga storia che lega l'isola più grande del mondo alla Danimarca e agli Stati Uniti.

I sostenitori dell'estrazione delle terre rare sperano che possa contribuire all'indipendenza della Groenlandia. Molti cercano fonti di reddito aggiuntive in un territorio dominato dall'esportazione di prodotti ittici, dall'impiego pubblico e da una sovvenzione annuale forfaittaria dalla Danimarca.

“Dobbiamo rafforzare l'economia”, ha detto a The Epoch Times Svend Hardenberg, un groenlandese coinvolto negli sforzi per sviluppare l'estrazione delle terre rare.


Estrazione mineraria, passato e futuro

L'attività mineraria in Groenlandia ha radici che risalgono al 1720, quando un pastore luterano, Hans Egede, giunse in Groenlandia alla ricerca dei Vichinghi scomparsi dopo essersi stabiliti lì più di mille anni fa. Il pioniere danese-norvegese fondò una nuova colonia sull'isola. Pochi decenni dopo iniziò l'attività mineraria su piccola scala.

Un sito risalente al 1850, la miniera di criolite di Ivittuut, si è rivelato di vitale importanza nel XX secolo.

La criolite era necessaria per la produzione di alluminio e Ivittuut era l'unica fonte commerciale.

Durante la Seconda Guerra Mondiale Ivittuut si dimostrò cruciale per lo sforzo bellico alleato, tanto che gli Stati Uniti istituirono una base navale nelle vicinanze per proteggerla. Ancora oggi gli Stati Uniti mantengono una base militare nell'estremo nord di Pituffik.

L'estrazione di criolite a Ivittuut si esaurì con l'avvento della criolite sintetica e infine chiuse i battenti nel 1987. La base, allora danese, chiuse i battenti nel 2012. I cinesi tentarono di acquistare l'impianto abbandonato nel 2016, ma il governo danese glielo impedì.

Nel frattempo la società australiana Eclipse Metals ha acquisito una licenza per un sito che comprende l'ex-base e la miniera.

La promessa delle terre rare ha attirato l'attenzione anche sul progetto Tanbreez, un giacimento nei pressi della città di Narsaq, nella Groenlandia meridionale.

Nel 2024 i funzionari statunitensi fecero pressioni sull'azienda australiana Tanbreez Mining affinché negasse i permessi alle società legate alla Cina che cercavano di acquisirla.

A marzo la società di sviluppo minerario, Critical Metal Corp., ha stimato il valore dell'1% della roccia ospitante di Tanbreez a circa $3 miliardi.

La società, che detiene una quota di proprietà nel progetto, ha stretto una partnership per il progetto Tanbreez con GreenMet, un'azienda statunitense di minerali essenziali guidata da Drew Horn.

Horn ha dichiarato a The Epoch Times che Tanbreez ha suscitato l'interesse di una delegazione del settore privato da lui guidata. Il gruppo comprende dirigenti delle società minerarie Critical Metals Corp, American Renewable Metals, Refracture e Cogency Power.

Horn ha inoltre stretto una partnership con Hardenberg per un progetto di trattamento delle alghe, una sorta di operazione di proprietà statale sviluppata da Royal Greenland.

La guida turistica Pakkutannguaq Larsen ha affermato che, pur essendo favorevole all'indipendenza della Groenlandia, non è favorevole a un'ulteriore industria estrattiva.

“Vogliamo mantenere la natura così com'è”, ha dichiarato a The Epoch Times.

Olsen, il cui studio non è stato coinvolto in Tanbreez, ha affermato che l'attenzione di Trump verso il suo Paese d'origine ha alimentato sia entusiasmo che incertezza.

Le aziende statunitensi non si sono ancora messe in fila per collaborare con X-Ploration Services, specializzata in logistica, pianificazione e settori correlati.

“La maggior parte dei nostri clienti sono canadesi”, ha aggiunto Olsen.

Nikoline Ziemer, una biologa coinvolta nel progetto sulle alghe marine della Royal Greenland, ha affermato di sperare che il governo groenlandese non ritiri le licenze come ha fatto in passato.

“Dobbiamo avere una politica stabile in merito, perché ciò danneggia la credibilità della Groenlandia come potenziale fonte di estrazione mineraria”, ha affermato.

Nel 2021 il Paese ha revocato a un'azienda cinese la licenza per l'estrazione di ferro. Nello stesso anno il territorio ha smesso di offrire nuove licenze per l'esplorazione petrolifera.

Olsen ha affermato di ritenere che il governo groenlandese, ora sotto una guida diversa, potrebbe cambiare rotta su quest'ultima decisione.


Un'economia dipendente

Olsen, Hardenberg, Ziemer e Larsen non sono anomalie.

Quasi tutti i groenlandesi intervistati da The Epoch Times intravedono all'orizzonte una richiesta di indipendenza dalla Danimarca, sebbene i tempi siano incerti dopo le elezioni di marzo. L'indipendenza potrebbe anche aiutare i groenlandesi a stringere legami più stretti con gli Stati Uniti, se lo desiderassero.

Hardenberg ha affermato che le terre rare rappresentano uno dei mezzi per far avanzare il territorio verso una maggiore autonomia.

Ziemer concorda. Parlando a titolo personale, e non per Royal Greenland, ha affermato che la dipendenza del territorio dalla pesca “non è un modello economico sostenibile”.

Oggi gamberetti e pesce costituiscono oltre il 90% delle esportazioni del territorio. Più della metà del bilancio del governo groenlandese e un quinto del prodotto interno lordo della Groenlandia provengono dal governo danese. La Groenlandia riceve inoltre un contributo annuale a fondo perduto dalla Danimarca, pari a circa $500 milioni.

Questa concessione potrebbe intaccare le entrate minerarie per l'amministrazione locale. Se la Groenlandia generasse entrate superiori a 75 milioni di corone danesi (circa $11,3 milioni), metà di queste commissioni andrebbe a compensare la sopraccitata concessione.

Il settore pubblico ha un'influenza enorme sull'isola: i dipendenti pubblici rappresentano il 42% dell'occupazione, rispetto al 28% in Danimarca e al 13,4% negli Stati Uniti.

Hardenberg, che in passato ha ricoperto un incarico governativo, ha affermato di ritenere che la Groenlandia sarebbe più dinamica se “liberasse più persone dal settore pubblico per dedicarle a lavori più produttivi”.

Non tutte le attività legate al settore minerario si tradurranno in lavoro per la gente del posto.

Olsen ha affermato che la piccola popolazione della Groenlandia (meno di 60.000 persone) implica che l'esplorazione mineraria debba attingere a qualche talento straniero.

“Non ci sono molti geologi ed esperti [qui]”, ha detto.

Ha affermato che se l'attività mineraria passerà dall'esplorazione allo sfruttamento, ci saranno più posti di lavoro per i lavoratori groenlandesi.


A terra

A Nuuk, dove vivono circa 20.000 persone, il quadro economico appare eterogeneo.

Mentre alcune strade sono fiancheggiate da quartieri residenziali fatiscenti, altre brillano per le nuove costruzioni.

In città un aeroporto internazionale ospiterà presto voli della Scandinavian Airlines e della United Airlines, alimentando le speranze di turismo.

In un “Fight Club” finanziato dal governo, dove i giovani pugili si allenano davanti a una folla festante, Ethan Ingholt ha raccontato a The Epoch Times di essere arrivato a Nuuk dalla Danimarca.

In Danimarca lavorava come arboricoltore; ora, in una terra senza alberi, è direttore dei lavori.

“Se si è disposti a lavorare, il lavoro lo si trova sempre”, ha detto.

Inunnguaq Korneliussen, uno studente presente all'evento, ha dichiarato a The Epoch Times che l'economia “sta andando abbastanza bene in questo momento”, ma “è in continuo peggioramento”. Ha citato l'aumento dei prezzi dei generi alimentari.

A poche strade di distanza, Jens Smith vende pesce in una bancarella del mercato. Un prodotto molto popolare sono le uova di lompo, una prelibatezza simile al caviale di storione.

Mentre Smith parlava, un uomo è entrato e ha acquistato due sacchi di uova.

Smith ha dichiarato a The Epoch Times che molti clienti rivendono i suoi prodotti in Danimarca, dove i frutti di mare della Groenlandia possono essere venduti a prezzi elevati.

Ha detto che l'inverno è stato duro per la pesca.

“L'acqua è troppo fredda adesso”, ha affermato.

Larsen, contraria all'attività mineraria, ha dichiarato di sperare di aprire una propria agenzia di viaggi. Ha affermato che il turismo potrebbe aiutare la Groenlandia a seguire la propria strada, come accaduto con l'Islanda.

Ex-territorio danese divenuto indipendente, l'Islanda, un Paese con meno di 400.000 abitanti, ha attirato quasi 2,3 milioni di visitatori con pernottamento nel 2024, secondo l'Ente per il turismo islandese.

La Groenlandia, che dipende in larga parte dal turismo basato sulle crociere, ha accolto 76.477 crocieristi nel 2023, un numero record e il 640% in più rispetto al 2019, l'anno migliore precedente.

Hardenberg ha affermato che le recenti elezioni hanno rivelato un punto in comune in tutta la Groenlandia: “Tutti concordano sul fatto che dobbiamo creare il nostro futuro. Dobbiamo dirigere e controllare il nostro destino”.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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