martedì 9 settembre 2025

Come gli inglesi hanno inventato Julian Assange

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

________________________________________________________________


di Richard Poe

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/come-gli-inglesi-hanno-inventato-5c3)

QUIZ: Come ha fatto a diventare famoso Julian Assange?

RISPOSTA: Nel 2007 Assange e il suo sito web, Wikileaks, contribuirono a destabilizzare il Kenya. Assange interferì nelle elezioni generali della nazione contribuendo a innescare un bagno di sangue che uccise più di 1.100 keniani.

Assange ha ammesso apertamente il suo ruolo nella rivoluzione colorata keniota. Nel 2010 si vantò con il Guardian che Wikileaks aveva “cambiato il risultato” delle elezioni keniote del 2007. Tali operazioni, affermò Assange, facevano parte dell'“importante” “ruolo globale” di Wikileaks.

Naturalmente Assange stava esagerando, sopravvalutando la propria importanza. Ovviamente non cambiò da solo il risultato delle elezioni in Kenya. Assange ottenne questo risultato solo con l'aiuto critico di un governo sovrano. Il Kenya è un'ex-colonia britannica e la sua rivoluzione colorata del 2007 aveva tutti gli aspetti di un'operazione britannica. Consapevolmente o inconsapevolmente, Assange sincronizzò i suoi sforzi con quelli del Ministero degli esteri britannico e di George Soros. Ho già scritto in precedenza dei legami di Soros con l'establishment britannico.


Sagoma britannica?

Il 20 aprile 2019 Martin Minns del The Star (Kenya) scrisse un rapporto investigativo approfondito in cui rivelava, tra le altre cose, che Wikileaks.org era registrato a Nairobi nell'ottobre 2006. Condivideva una casella postale con Mars Group Kenya, una ONG finanziata in parte dal Dipartimento per lo sviluppo internazionale (DFID) del Regno Unito.

Mars Group Kenya è stata fondata da Mwalimu Mati e sua moglie Jayne nel dicembre 2006. Mati aveva precedentemente diretto la sede keniota di Transparency International, un gruppo “anticorruzione” finanziato da Soros con sede a Berlino.

Mati aveva quindi forti legami con il governo britannico e con la rete di ONG di Soros. Era nella posizione ideale per fungere da intermediario, da tramite, tra Assange e gli altri partecipanti all'imminente rivoluzione colorata in Kenya.

Molte prove suggeriscono che questo fu esattamente il ruolo svolto da Mati nell'operazione.


Il rapporto Kroll

Assange si vantava di aver innescato la rivoluzione colorata in Kenya del 2007 pubblicando un rapporto segreto della Kroll Associates UK Limited, una società di intelligence privata con sede a Londra. Il rapporto accusava l'ex-presidente keniota, Daniel Arap Moi, di corruzione su larga scala.

Accusando Moi, il rapporto Kroll gettò un'ombra sul presidente in carica Mwai Kibaki, che si era candidato alla rielezione con l'appoggio di Moi. Wikileaks pubblicò il rapporto Kroll il 30 agosto 2007. Il quotidiano britannico The Guardian pubblicò la notizia il giorno successivo.

Il quotidiano The Star (Kenya) citò poi Assange affermando di aver scelto la data di pubblicazione per “motivi politici”, che il rapporto trapelato “ha influenzato le elezioni” “spostando il voto del 10%” e che Assange credeva che le sue azioni avessero “cambiato il mondo”.


Rivoluzione colorata

Nonostante gli sforzi di Assange, Kibaki ottenne una vittoria risicata nel dicembre 2007. I cospiratori scatenarono quindi una rivoluzione colorata. Il loro candidato favorito, Raila Odinga, denunciò la frode elettorale. Gli inglesi sostennero Odinga; gli Stati Uniti sostennero Kibaki (inizialmente).

A poche ore dal voto, il Ministero degli esteri del Regno Unito e il Dipartimento per lo sviluppo internazionale (DFID) del Regno Unito rilasciarono una dichiarazione congiunta in cui esprimevano “reali preoccupazioni” circa possibili brogli elettorali.

Si trattava dello stesso DFID che in precedenza aveva erogato fondi iniziali al Mars Group Kenya, con cui Wikileaks condivideva una casella postale a Nairobi. Lo stesso Mars Group aveva anche fatto trapelare il rapporto Kroll ad Assange.

Assange avrebbe poi definito il rapporto Kroll il “Santo Graal del giornalismo keniota”, ma quel “Santo Graal” ebbe risultati disastrosi. Dopo due mesi di rivolte, 1.133 persone morirono, migliaia rimasero ferite, torturate, mutilate e stuprate.


Soros smascherato

I manifestanti pro-Odinga vennero finanziati e diretti dall'Open Society Initiative for East Africa (OSIEA) di George Soros, come rivelato in un articolo dell'11 novembre 2010 che scrissi per GlennBeck.com.

Alla fine i cospiratori ottennero ciò che volevano: le elezioni furono annullate. Gli arbitri internazionali negoziarono un accordo di condivisione del potere con Odinga e Kibaki. Il Kenya fu definitivamente destabilizzato, con ogni futura elezione oscurata da minacce di violenza.

Quando denunciai il ruolo di Soros nel massacro in Kenya, Glenn Beck promosse il mio articolo lo stesso giorno su Fox News, a un pubblico di milioni di persone, nel suo programma dell'11 novembre 2010.


Il gruppo di Soros nega il coinvolgimento nella violenza

Due giorni dopo, il 13 novembre, l'Open Society Initiative for East Africa (OSIEA) di Soros rimandò pubblicamente al mittente le mie accuse sul Daily Nation di Nairobi.

Il 20 novembre 2010 Murithi Mutiga, scrivendo sul Sunday Nation di Nairobi, accusò Glenn Beck di aver cercato di danneggiare l'allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, attaccando uno dei suoi principali sostenitori, George Soros.

Lo stesso Mutiga ricopre ora il ruolo di “Direttore del programma per l'Africa” ​​per l'International Crisis Group, una ONG co-fondata e ampiamente finanziata da Soros.


L'enigma di Assange

Voglio essere chiaro. Non ho una teoria ben delineata su Julian Assange. Non so perché sia ​​stato arrestato nel 2010, né riesco a immaginare perché sia ​​stato improvvisamente liberato di recente. Sembra che a un certo punto sia caduto in disgrazia con i suoi referenti britannici; sembra anche che gli inglesi fossero determinati a impedire ad Assange di parlare con gli americani, per qualche motivo. Forse sapeva troppo... Alla fine Assange potrebbe essere diventato un martire della libertà di parola, proprio come lo dipingono i mass media (anche se forse per ragioni diverse). La verità è che non lo so per davvero.

Ciò che posso affermare con certezza è che le origini di Wikileaks sono a dir poco dubbie. I servizi segreti britannici usarono chiaramente la neonata Wikileaks come piattaforma per fomentare la crisi elettorale del 2007 in Kenya. Qualunque sia la strada che Assange ha scelto di seguire negli anni successivi, lui e Wikileaks devono il loro primo grande successo a rapporti segreti con il governo britannico.

Chi volesse approfondire l'argomento farebbe bene a iniziare con un'attenta lettura del rapporto investigativo del 2019 di Martin Minns, già citato, pubblicato su The Star (Kenya).


Guerra psicologica britannica

Quando Assange scelse di intromettersi in quelle elezioni, fu inevitabilmente coinvolto nella sfera operativa di George Soros. Per saperne di più su Soros e le sue rivoluzioni colorate, si veda The Shadow Party che ho scritto insieme a David Horowitz.

Allo stesso modo, l'interesse di Assange per il “cambiamento” rivoluzionario lo ha inevitabilmente trascinato nelle braccia dei servizi segreti britannici. La rivoluzione colorata è una loro vecchia specialità. La praticano da secoli. Una parte fondamentale della strategia britannica è stata quella di reclutare aspiranti rivoluzionari ingenui e creduloni – come Karl Marx e Lev Trotsky – e addestrarli a fungere da agenti di influenza per il loro Impero. Immagino che la carriera di Assange abbia seguito una traiettoria simile.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una mancia in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.


Nessun commento:

Posta un commento