martedì 26 agosto 2025

Forgiare la classe degli spettatori

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Joshua Stylman

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/forgiare-la-classe-degli-spettatori)

Mio padre sapeva smontare e rimontare il motore di un'auto nel nostro garage. Io, come molti della mia generazione, sono stato indirizzato verso la strada “civilizzata”: lavoro d'ufficio, uffici climatizzati e un crescente distacco dal mondo fisico. Mentre sono cresciuto amando lo sport, memorizzando le statistiche del baseball con devozione religiosa e trovando una gioia genuina nelle partite, qualcosa di fondamentale è cambiato nel modo in cui gli uomini oggi si rapportano allo sport.

In stanze scarsamente illuminate in tutta la nazione, milioni di uomini si riuniscono ogni fine settimana, adornati con maglie con i nomi di altri uomini. Ci siamo trasformati da una nazione di giocatori a una nazione di spettatori. Come il panem et circenses di Roma, questo consumo passivo serve a pacificare piuttosto che a ispirare. Le partite in sé non sono il problema: possono forgiare il carattere, insegnare la disciplina e offrire un vero intrattenimento. Amo ancora lo sport, trovandovi una gioia autentica proprio come facevo da bambino memorizzando quelle statistiche del baseball. Ma a un certo punto sono cresciuto e ho capito che dovrebbero completare i successi della vita, non sostituirli. Il pericolo sta in ciò che accade quando gli uomini adulti non compiono mai questa transizione.

Un segmento crescente di giovani uomini si trova ad affrontare una forma ancora più insidiosa di cultura dello spettatore. Mentre i loro padri almeno guardavano veri atleti raggiungere traguardi concreti, molti giovani ora idolatrano personaggi dei social media e creatori di contenuti, diventando osservatori passivi di personaggi creati ad arte che hanno raggiunto la fama principalmente grazie al loro sguardo. Conoscono ogni dettaglio del dramma degli influencer e dei successi nel gaming, eppure non hanno mai incontrato Solženicyn né costruito qualcosa con le proprie mani. Il virtuale ha sostituito il viscerale; il parasociale ha sostituito il personale.

La storia ci mostra un ciclo ricorrente: i tempi difficili creano uomini forti, gli uomini forti creano tempi buoni, i tempi buoni creano uomini deboli e gli uomini deboli creano tempi difficili. Ci troviamo ora nelle fasi finali di questo ciclo, dove il comfort e la comodità hanno generato una generazione di osservatori piuttosto che di costruttori. Il nostro intrattenimento funge da oppiaceo digitale, mantenendo le masse soddisfatte mentre la loro capacità di azioni significative si atrofizza.

Questa trasformazione non è casuale. Come ho scritto nella serie, Ingegnerizzare la realtà, la riformulazione sistematica dell'attività fisica come problematica rappresenta un tentativo calcolato di indebolire la resilienza della società. Importanti organi di stampa come The Atlantic e MSNBC hanno pubblicato articoli che collegano l'attività fisica all'estremismo di destra, mentre le istituzioni accademiche inquadrano sempre più la cultura dell'allenamento come problematica. Persino la proprietà di una palestra è stata definita un potenziale indicatore di radicalizzazione. Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: la forza individuale, sia letterale che metaforica, minaccia l'ordine prestabilito.

Questa erosione dell'autosufficienza si estende ben oltre la forma fisica. Un amico che ha trascorso decenni come meccanico mi ha confidato di recente di essere grato di essere prossimo alla pensione. “Queste Tesla”, mi ha detto, “non sono nemmeno più auto: sono computer su ruote. Quando qualcosa va storto, non lo aggiusti; sostituisci solo interi moduli”. Quello che un tempo era un mestiere che qualsiasi persona dedita a esso poteva imparare è diventato un esercizio di dipendenza supervisionata. Persino Klaus Schwab prevede apertamente che entro il 2030 Los Angeles sarà “libera dalle auto private” - solo una flotta di Uber a guida autonoma. Con il devastante incendio di questa settimana in un tunnel di Los Angeles che ha lasciato migliaia di persone bloccate, viene da chiedersi se questi momenti di “ricostruzione migliore” siano esattamente le opportunità necessarie per accelerare queste trasformazioni. Il messaggio diventa ancora più chiaro: non riparerai più le cose perché non le possiederai più.

La risposta al COVID ha rivelato questo programma con sorprendente chiarezza. Mentre i negozi di alcolici sono rimasti “attività essenziali”, le autorità hanno chiuso spiagge, parchi e palestre, proprio i luoghi in cui le persone potevano mantenere la propria salute fisica e mentale. Hanno promosso l'isolamento a scapito della comunità, l'aderenza alla legge a scapito della resilienza e la dipendenza dai farmaci a scapito dell'immunità naturale. Non si è trattato solo di una linea di politica di sanità pubblica; è stata una prova generale della dipendenza dallo stato. Le stesse istituzioni che hanno scoraggiato le pratiche sanitarie di base ora promuovono linee di politica che sostituiscono l'autorità familiare con la supervisione burocratica. Dai consigli scolastici che usurpano i diritti dei genitori ai servizi sociali che intervengono nelle decisioni familiari, stiamo assistendo alla sostituzione sistematica della figura paterna capace con uno Stato-paternalistico in continua espansione.

Ma la vera mascolinità non è mai stata solo una questione di forza fisica. I più grandi esempi di virtù maschile della storia non erano solo uomini d'azione: erano uomini di principi, saggezza e coraggio morale. Da Marco Aurelio a Omar Little, come ho esplorato nei miei scritti precedenti, il filo conduttore era avere un codice incrollabile: la volontà di restare saldi nelle proprie convinzioni anche quando ciò comporta un costo personale.

Pensate a quanti uomini oggi acconsentono silenziosamente a linee di politica che sanno essere sbagliate, abbracciano narrazioni di cui dubitano in privato, o si sottomettono a pressioni istituzionali che violano la loro coscienza. Durante il COVID abbiamo visto uomini che comprendevano l'importanza dell'immunità naturale, dell'esercizio fisico all'aria aperta e dei legami comunitari, tuttavia hanno imposto linee di politica che danneggiavano i loro quartieri e le loro famiglie. Hanno preferito l'adesione alle istituzioni al coraggio morale, la sicurezza professionale al dovere civico, l'approvazione della maggioranza alla convinzione personale.

La vera forza non si trova nell'aggressività anonima o nell'atteggiamento digitale. L'ho imparato in prima persona durante il COVID, quando mi sono espresso contro l'obbligo di vaccinazione e sono diventato un emarginato per aver difeso la scelta personale e l'autonomia corporea. Mentre tanti “leoni da tastiera” mi hanno attaccato online, un episodio mi è rimasto impresso. Un amico mi ha inoltrato un thread di Reddit in cui qualcuno aveva pubblicato informazioni personali sulla mia famiglia e su di me, sperando di incitare all'odio nei miei confronti, tutto perché difendevo l'autonomia corporea e mi opponevo alla segregazione biomedica arbitraria. Le iniziali lo hanno tradito: era il mio vicino, qualcuno che conoscevo da anni.

Quando l'ho affrontato di persona, si è trasformato all'istante in un topo spaventato. Lo stesso uomo che aveva audacemente invocato la mia distruzione da dietro il suo schermo, credendo di essere anonimo, ora stava tremando davanti a me, con le mani sudate, la voce tremula, incapace persino di incrociare il mio sguardo.

Questa debolezza spirituale e intellettuale rappresenta una minaccia ben più grande di qualsiasi declino delle capacità fisiche. Una società di uomini fisicamente forti, ma moralmente conformi, è vulnerabile tanto quanto una di uomini fisicamente deboli. La vera forza maschile richiede il coraggio di pensare in modo indipendente, di mettere in discussione l'autorità quando necessario, di proteggere coloro che dipendono da voi anche quando ciò comporta un rischio. Richiede la saggezza di distinguere tra autorità legittima e consenso artificiale, tra competenza genuina e controllo istituzionale.

La storia ci offre una lezione: le civiltà prosperano quando diverse virtù lavorano in sinergia, ovvero costruttori e nutrici, protettori e guaritori, forza in equilibrio con l'empatia. L'attuale erosione sistematica di entrambe non è casuale, ma calcolata. Mentre gli uomini vengono spinti verso un consumo passivo e le donne lontano dalla loro saggezza intuitiva, entrambi vengono sostituiti dall'autorità istituzionale: uno Stato-paternalistico che cerca di ricoprire entrambi i ruoli senza raggiungere nessuno dei due.

Prendiamo in considerazione il meccanismo in atto: i programmi statali separano sempre più i bambini dall'influenza della famiglia in età precoce, mentre i programmi scolastici promuovono ideologie che offuscano deliberatamente la realtà biologica. Dalla scuola materna all'università, le istituzioni allontanano sistematicamente i figli dai valori dei genitori. Come la moneta fiat che ha sostituito il denaro reale, ora abbiamo relazioni fiat attraverso i social media, successi fiat attraverso i giochi ed esperienze fiat attraverso il metaverso. Ogni sostituzione ci allontana sempre di più dall'autentica esperienza umana verso una dipendenza progettata. Quando i figli non capiscono più cosa significhi essere maschi o femmine, quando viene loro insegnato a guardare alle istituzioni piuttosto che ai genitori per una guida, la vittoria dello stato è quasi completa.

Il risultato è una società di spettatori piuttosto che di costruttori, di consumatori piuttosto che di creatori, di seguaci piuttosto che di leader. Una società in cui gli uomini barattano i veri successi con l'intrattenimento virtuale e il coraggio da tastiera, mentre la saggezza femminile genuina è sostituita da stereotipi approvati dalle aziende.

Lo stato può espandersi solo nel vuoto lasciato da uomini indeboliti e donne isolate. Si nutre della nostra impotenza progettata, rafforzandosi man mano che diventiamo più dipendenti. Chi riconosce questo schema si trova di fronte a una scelta semplice: rimanere comodi spettatori del proprio declino, o rivendicare quelle virtù autentiche che ci rendono umani.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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