martedì 25 ottobre 2016

Trump o Hillary? Il problema è la FED

Ieri sono stato ospite della trasmissione radiofonica Spazio Economia, dove s'è discusso delle prossime elezioni negli Stati Uniti. Trump o Hillary? Nessuno dei due vincerà, perché il prossimo dicembre si arriverà ad una svolta importante per l'economia mondiale: il fatidico rialzo dei tassi della Yellen. Anche Paul Volcker è arrivato a capire che ormai la FED non ha scampo. Non solo, ma al di là di questo enorme problema, ce n'è uno ancora più grande rappresentato dalle passività non finanziate incorporate nel mastodontico sistema welfaristico statunitense. Il quale non verrà affatto toccato da entrambi i candidati, visto che dai loro radar il tema della spesa pubblica è praticamente scomparso.




Nel frattempo, l'ingegneria finanziaria sta esaurendo la sua magia, visto che il tapering sta chiudendo i rubinetti monetari e, a seguito di una depressione delle spese in conto capitale nonché di profitti in calo vista una domanda reale assente, le grandi imprese hanno saturato i propri bilanci. Questi sono grandi pachidermi che hanno gozzovigliato grazie alla gigantesca Offerta d'Acquisto partorita dalla FED, e di conseguenza hanno attirato risorse economiche scarse e risorse umane dando una parvenza di stabilità all'economia USA. Ora la magia si sta esaurendo e tornano in auge quei problemi che sono stati glissati in passato; ovvero, le risorse scarse sottratte dalle grandi imprese, hanno impedito la nascita di nuove imprese concorrenti che avrebbero meglio soddisfatto le necessità ed esigenze degli attori di mercato, condannando l'economia di Main Street ad un ciclo di sdebitamento perenne.




La corsa per la presidenza negli Stati Uniti ancora si basa su un vecchio adagio: calciare il barattolo lungo la strada. Ma la strada è ormai finita. Le chiacchiere keynesiane circa deficit più grandi per uscire dalle recessioni non funzioneranno. Le chiacchiere keynesiane di un maggiore attivismo da parte della FED non funzioneranno. I trucchi da salotto dei pianificatori monetari centrali hanno esaurito la loro efficacia.

Il podcast a questo indirizzo.


1 commento:

  1. Questa notizia del WSJ fa al caso nostro visto che nella trasmissioen si parlava anche d'energia e come entrambi i candidati, in un modo o nell'altro, devono affrotnare la patata bollente delle patch di scisto: Bankruptcy Bust: How Zombie Companies Are Killing the Oil Rally.

    Invece di lasciar fallire quelle aziende che sarebbero dovute andare in bancarotta, gli istituti di credito hanno fornito loro ulteriori linee di credito. Sono dei benefattori? No, gli asset ceduti in garanzia per i prestiti precedenti non sarebbero valsi nulla creando enormi buchi di bilancio negli attivi di suddetti istituti di credito. Inutile dire che ciò avrebbe innescato un domino pericoloso. Quindi s'è calciato il barattolo, permettendo agli errori economici nel settore petrolifero statunitense di metastatizzarsi mantenendo sul mercato attività decotte. Un palliativo di breve termine che avrà gravi ripercussioni nel lungo termine.

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