martedì 22 gennaio 2019

La BCE crea posti di lavoro per i banchieri centrali piuttosto che salvaguardare la stabilità finanziaria





di Karl-Friedrich Israel


La politica della BCE dei tassi d'interesse a zero e negativi va avanti nonostante la ripresa economica. Un rialzo dei tassi non è previsto prima dell'autunno 2019. Gli ingenti acquisti di titoli di stato e obbligazioni societarie hanno raggiunto €2.600 miliardi. La vigilanza sui mercati finanziari da parte della BCE nell'ambito del Single Supervisory Mechanism (SSM), creato nel 2014 in risposta alla crisi, si sta diffondendo a macchia d'olio. Più di recente il vice-presidente della BCE, Luis de Guindos, ha espresso l'intenzione di monitorare il settore dei fondi d'investimento.

Tra il 1999 e il 2017, la spesa annuale totale della BCE è passata da €132 milioni a €1.086 milioni. Dal 2012 ha fatto registrare un tasso medio annuo del 12,4%. Il costo del nuovo edificio della BCE, che vale €1,3 miliardi, non è incluso in queste cifre. In termini di quota del prodotto interno lordo della zona Euro, le spese operative della BCE sono cresciute in media del 9,2% all'anno.

I costi del personale, che rappresentano oltre il 90% della spesa totale, sono aumentati del 19,2% all'anno sin dal 2012. Il numero di dipendenti a tempo pieno è più che raddoppiato dal 2012, da 1.638 a 3.384. I costi medi per dipendente sono aumentati da €83.364 nel 1999 a €158.171 nel 2017. Ciò corrisponde al 3,6% annuo. Come mostrato nel grafico qui sotto, l'aumento generale dei costi è fortemente correlato ai tagli dei tassi d'interesse. Ma perché?


La teoria della burocrazia di William Niskanen (1971) ci fornisce qualche risposta. Questa teoria presuppone che le istituzioni amministrative vogliano massimizzare i loro budget per aumentare il loro potere, il loro prestigio e le opportunità di carriera dei loro dipendenti. Con lo scoppio della crisi finanziaria europea, la BCE ha conquistato una posizione centrale nella vigilanza sovranazionale sui mercati finanziari nell'area Euro. Da allora ha diretto le 120 maggiori banche dell'area Euro e indirettamente la maggior parte delle altre.

Allo stesso tempo, la BCE influenza la stabilità finanziaria attraverso la sua politica monetaria. Se da un lato, dal 2008 al 2012, la BCE ha calmato i mercati finanziari attraverso un'ampia espansione monetaria, dall'altra il denaro a basso costo ha creato il potenziale per una crescita eccessiva del credito (Schnabl 2017), che la BCE sta cercando di arginare attraverso una maggiore regolamentazione e maggiori requisiti patrimoniali per le banche.

Inoltre il denaro a buon mercato della BCE sta alimentando le azioni e le bolle immobiliari nella zona Euro settentrionale. Il potenziale scoppio di queste bolle richiede ulteriori misure normative per contenerne il rischio. Dato che l'inasprimento della regolamentazione non ha ridotto questo tipo di rischio, una volta che le bolle esploderanno la BCE potrà affermare di aver tentato di contenere il rischio. Infine la politica monetaria ultra allentata sta deprimendo i margini di interesse nel settore bancario tradizionale, che, insieme ai crescenti costi della regolamentazione, sta mettendo in difficoltà finanziarie soprattutto le banche di piccole e medie dimensioni. La BCE cerca di tenere traccia di questo processo mediante stress test.

In breve, mentre la politica monetaria ultra allentata della BCE ha creato grossi rischi nel sistema finanziario, la supervisione del mercato finanziario da parte della BCE punta o finge di contenere questi rischi. La crescente complessità della regolamentazione bancaria sembra giustificare non solo un maggior numero di dipendenti, ma anche sostanziali aumenti salariali. La politica monetaria ultra allentata può quindi essere vista anche come un programma di creazione di posti di lavoro per le banche centrali. Poiché le banche europee, a differenza delle banche statunitensi, non si sono riprese dopo la crisi, l'obiettivo di creare stabilità finanziaria non è stato raggiunto.

È facile per la BCE finanziare le sue spese crescenti. Ogni altra istituzione amministrativa deve richiedere un bilancio più elevato e poi aspettare che sia approvato da autorità superiori, e ogni euro viene combattuto a causa delle risorse scarse. Al contrario la BCE non solo è politicamente indipendente, ma anche finanziariamente indipendente. Può fare uso dei profitti scaturiti dalla sua politica monetaria. Quindi non c'è da stupirsi se le spese della BCE siano salite mentre i tassi d'interesse siano scesi e i programmi d'acquisto di titoli siano stati estesi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.com/


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