martedì 29 gennaio 2019

Le leggi sul controllo delle armi non hanno protetto le vittime della sparatoria di Jacksonville, le hanno lasciate indifese




di Amy Swearer


Lo scorso agosto un ragazzo a Jacksonville, in Florida, ha aperto il fuoco contro altre persone, uccidendone due e ferendone 10 prima di togliersi la vita.

Sembrava che, come molte altre sparatorie di massa prima di questa, le leggi sulle armi avrebbero dovuto essere sufficienti ad impedirgli di possedere armi da fuoco. Invece, ancora una volta, le leggi sulle armi hanno fatto poco più che imporre barriere per i cittadini rispettosi della legge, i quali sono stati lasciati indifesi.



Il fallimento dell'applicazione della legge

È evidente che l'aggressore avesse molti dei tratti comuni dei vari aggressori pubblici di massa. Veniva da un famiglia estremamente disagiata e aveva problemi di salute mentale e comportamentali. Era un emarginato sociale che, sebbene non del tutto paranoico, pensava di essere oppresso dalla sua famiglia e dalla società.

Non era mai stato condannato per un qualsiasi crimine, ma aveva avuto numerose interazioni con le forze dell'ordine a causa di scoppi di rabbia che mostravano comportamenti minacciosi. Andava male a scuola e alla fine aveva abbandonato il college.

I documenti del tribunale rivelano che l'aggressore da adolescente era stato ricoverato involontariamente in strutture di salute mentale in sei diverse occasioni, aveva trascorso 97 giorni in una struttura dello Utah per giovani con problemi di salute comportamentale, e sua madre chiamava regolarmente la polizia a causa dei suoi comportamenti. In base alle leggi del Maryland e quella federale, i ricoveri involontari erano sufficienti ad impedirgli l'acquisto o il possesso legale di armi da fuoco, a meno che non avesse ripristinato i suoi diritti.
Nel Maryland il ripristino dei diritti al possesso delle armi implica un processo abbastanza intenso che include la presenza di professionisti in salute mentale che attestino la solidità dello stato mentale dell'individuo. È altamente improbabile che l'aggressore di Jacksonville avesse ripristinato i suoi diritti ai sensi della legge del Maryland, ma non lo sappiamo per certo.

Eppure, secondo i funzionari, l'aggressore è stato in grado di acquistare due pistole da un rivenditore di armi da fuoco con licenza federale a Baltimora, il che significa che ha superato, come minimo, un test federale sulla salute mentale, ha presentato le sue impronte digitali e ha superato un corso di addestramento sulla sicurezza delle armi da fuoco.

Non è ancora noto se lo stato di salute mentale dell'aggressore fosse stato segnalato al database corretto, se fossero stati secretati perché minorenne quando gli eventi si verificarono, o se qualche altro contrattempo abbia impedito all'armeria di scoprire attraverso controlli obbligatori che l'aggressore non poteva acquistare un'arma da fuoco.



Volerci difendere non ci rende insensibili

Ma nulla di tutto ciò ha impedito ai fautori del controllo delle armi di chiedere immediatamente l'imposizione di leggi più rigide per i cittadini rispettosi della legge. Né ha impedito a certi sostenitori del controllo delle armi di accusare nuovamente i proprietari di armi rispettosi della legge di ignorare le vittime.

Come analista giuridica, il disprezzo di un diritto costituzionale mi infastidisce. Come persona, le accuse di insensibilità mi danno la nausea.

Ho visto il video della sparatoria e sono stata sopraffatta dall'emozione. Percepivo il panico, la paura e l'incredulità. Sentivo le urla disumane dei feriti e i lamenti di coloro feriti. Sentivo le preghiere dei morenti nei loro ultimi momenti.

E il mio cuore si spezzava per quello che sentivo, per il male insensato e il dolore inflitto ad innocenti.

Ma si spezzava anche per quello che non ho sentito: i rumori di una difesa legittima.



Non autorizzati a difendersi

Per 16 lunghi secondi un individuo si trovava in un luogo pieno di vittime disarmate. Quei 16 secondi che avrebbero potuto essere molti di più, visto che l'aggressore aveva due pistole e munizioni extra che però non ha usato.

Mi ci vogliono quattro secondi per estrarre la mia arma dalla fondina, individuare una minaccia ed eliminarla. Ma per 16 secondi le persone in quella stanza non potevano fare nulla.

In quei momenti erano senza difese di fronte al loro carnefice. Li abbiamo lasciati indifesi. Non avevano sicurezza armata, nessuna protezione e nessuna scelta. Jacksonville ha impedito loro di difendersi dichiarando la zona "area in cui le armi non possono entrare" e trascurando di fornire qualsiasi altra protezione. Si è scoperto che queste leggi statali non erano sufficienti per fermare l'aggressore, un 24enne con una lunga storia di problemi di salute mentale e comportamentali.
La mattina dopo la sparatoria la CNN ha pubblicato un articolo dal titolo “Don’t Try to Sugarcoat the Horror of Jacksonville”. L'autore sbaglia molte cose, soprattutto fa apparire i diritti del secondo emendamento come qualcosa da sadici, come se fossero qualcosa inventata da menti malate piuttosto che una parte inestricabile dell'intero quadro che garantisce la libertà di un popolo.

Suggerisce che i sostenitori del Secondo Emendamento vogliono semplicemente proteggere i loro fucili; un'affermazione assurda ed imbecille, visto che è vero esattamente il contrario: le armi servono per proteggerci dal tipo di male mostrato a Jacksonville.

In un editoriale privo di sostanza e scritto da un decerebrato per altri decerebrati, si accusano alcune persone di mancare di empatia e di non riuscire a comprendere l'analisi di fondo per paura di dove le risposte potrebbero condurle.



Il male esiste, quindi difendiamoci da esso

Ma in un certo senso, sono d'accordo con il punto principale dell'autore: la risposta non è far scomparire la sofferenza, ma di abbracciare la sua esistenza.

La nostra realtà è che il male esiste. Gli esseri umani si feriscono a vicenda. Da quando Caino colpì Abele fino alla sparatoria di Jacksonville, gli esseri umani si sono fatti del male a vicenda. Nonostante le nostre leggi, nonostante le nostre precauzioni, nonostante le nostre migliori intenzioni, il male esiste e gli esseri umani si feriscono a vicenda.

Dobbiamo abbracciare questa realtà e quindi dobbiamo prendere adeguate precauzioni.

Circa 100 milioni di americani hanno scelto di spiegare l'esistenza del male armandosi contro di esso, in conformità con un diritto costituzionale che esiste in primo luogo come un controllo contro il male.

L'anno scorso gli americani hanno usato le loro armi per legittima difesa tra le 500.000 e le 3 milioni di volte. E mentre speriamo che il giorno non arrivi mai quando il male alzerà la sua brutta testa nei nostri confronti, sappiamo che se lo farà, potremmo avere una possibilità di combattere.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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