martedì 24 dicembre 2019

Il raggiro ordito dal Deep State contro Trump sull'Ucraina

L'articolo di oggi effettivamente è un po' lungo (più del solito forse), ma è la versione completa delle tre parti separate che Stockman ha pubblicato nel corso del tempo. Visto che il Natale è sinonimo anche di abbuffate, non può mancare quella di Freedonia :)
Oltre al fatto, ovviamente, che il blog rimarrà inattivo per i prossimi due giorni date le feste di Natale. A tal proposito, vorrei augurare a tutti i lettori e le lettrici di questo spazio virtuale un buon Natale a loro e alle relative famiglie. Se poi lo spirito natalizio è talmente possente e frizzante in loro, possono lasciare un regalo formale con una donazione su Paypal: paypal.me/FrancescoSimoncelli
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di David Stockman


Le classiche teste di legno sul Canale della Guerra (CNN) parlano dell'Ucraina come un "alleato e partner strategico" di vitale importanza. L'implicazione, ovviamente, è che il tentativo di Trump di influenzare il suo nuovo presidente sta indebolendo pericolosamente la sicurezza nazionale.

Quante sciocchezze!

La sicurezza della patria americana non ha assolutamente nulla a che fare con l'Ucraina. Questo perché è una zona strategicamente irrilevante, rovinata molto tempo fa dalla vecchia Unione Sovietica e successivamente trasformata in un disastro economico dai suoi stessi oligarchi corrotti (insieme ad un sacco di aiuti dagli interventisti di Washington).

Quest'ultimo ha trascorso gli anni post-sovietici fomentando "rivoluzioni colorate" e tentando di orientare la sua politica verso l'Occidente e l'adesione alla NATO. Ma quando il popolo ucraino ha eletto un presidente filo-russo nel 2010 e tutti gli sforzi per corromperlo sono falliti, Washington ha istigato, finanziato e riconosciuto istantaneamente un fantoccio per le strade di Kiev nel febbraio 2014.

Quel palese assalto ad una nazione sovrana, a sua volta, ha messo in moto una guerra civile distruttiva; uno scontro politico-militare assolutamente inutile con la Russia; e, ora, una campagna isterica da parte dei Democratici e dei loro alleati del Deep State per infangare un presidente regolarmente eletto per aver guardato nel pozzo nero della corruzione che lo stesso establishment di Washington ha riversato su questo sfortunato frammento di terra.

L'ultima spedizione dal Wall Street Journal sulla puzza che si sta diffondendo verso ovest da Kiev rivela qualcosa in più sul marciume del cosiddetto UkraineGate di quanto gli autori abbiano capito.

In breve: Zlochevsky era un alleato (ministro dell'ecologia e delle risorse naturali), un malfattore e un ladro nel governo di Viktor Yanukovich.

Mykola Zlochevsky, ex datore di lavoro di Hunter Biden e attuale partner del Consiglio Atlantico

Ha assunto i migliori influencer di Washington che il denaro potesse comprare in tali circostanze. Il primo è stato Hunter Biden, perché il suo vecchio puntava sul governo fantoccio che Washington aveva insidiato a Kiev, e Devon Archer, un amico dell'ex senatore (e poi segretario di stato) John Kerry.

Ma per non lasciare nulla di intentato, Zlochevsky ha fatto assumere anche David Leiter tramite la Burssma Holdings, appena un mese dopo che Biden il Giovane si era unito al consiglio di amministrazione nell'aprile 2014. Nel 2018, ad esempio, la società ha prodotto la banale somma di 1,3 BCF di gas naturale e ha fatto registrare ricavi per soli $400 milioni, un errore di arrotondamento in quasi tutti i mercati dell'energia che contano.

Ma Washington stava mettendo a soqquadro Kiev e Burisma aveva bisogno delle sue licenze governative e delle concessioni per il gas. Quindi il potere di lobby è partito direttamente dalle rive del Potomac. E non dimentichiamoci che anche l'ala Clinton del sistema di racket di Washington doveva essere coperta. E la frase del WSJ citata di seguito vi dice tutto ciò che dovete sapere: "[...] aiutare gli ex-Paesi sovietici a prepararsi ad entrare nella NATO".

Proprio così. Con la scomparsa dell'Unione Sovietica, i suoi 50.000 carri armati sul fronte centrale mandati in rottamazione e il Patto di Varsavia sciolto, l'ordine del giorno per la NATO era quello di dichiarare "missione compiuta" ed avviarsi al proprio scioglimento.

George Bush Sr. avrebbe potuto fare un salto nella gigantesca base aerea di Ramstein in Germania per dichiararlo al mondo intero, visto che a quel punto non vi era alcuna giustificazione per l'esistenza della NATO.

Ma l'amministrazione Clinton, sotto l'influenza malevola di ficcanaso come Strobe Talbot e Madeleine Albright, è andata nella direzione opposta. Nel ricerca post-1991 di Washington dell'egemonia globale come unica superpotenza mondiale e detentore putativo della pace, hanno preparato la strada affinché gli ex-Paesi dell'URSS si unissero alla NATO.

Così facendo hanno anche posto le basi per un risveglio della guerra fredda con il Cremlino. La politica dell'amministrazione Clinton di espandere la NATO proprio alle porte della Russia è stato un errore colossale.

Non solo ha violato l'impegno di Bush Sr. nei confronti di Gorbaciov al momento della riunificazione tedesca che la NATO non si sarebbe ampliata "di un solo centimetro ad est", ma ha anche messo Washington su un percorso di confronto continuo con la Russia che non rappresentava affatto una minaccia per la sicurezza della patria americana.

Inoltre, nel caso specifico dell'Ucraina, non era stata semplicemente una "nazione prigioniera" del Patto di Varsavia come la Polonia o la Repubblica Ceca. In realtà era stata una componente fondamentale della vecchia Unione Sovietica, e prima ancora una vassallo e talvolta provincia della Russia zarista.

Come indica la mappa qui sotto del 1897, quello che oggi è l'Ucraina a malapena esisteva persino come uno stato indipendente (area giallo scuro) durante gli ultimi secoli dell'Impero russo; e le regioni di lingua russa in quella che è oggi l'Ucraina orientale (area gialla sulla mappa) erano conosciute come "Nuova Russia" a causa della politica zarista di insediamento dei russi in quella terra, affinché fornissero un baluardo contro le invasioni dei turchi ottomani.

Infatti la Crimea (area arancione) era stata acquistata da loro da Caterina la Grande nel 1783 e completare la russificazione della regione a nord del Mar Nero. Non era mai stata nemmeno una parte dell'Ucraina fino a quando la sua popolazione prevalentemente di lingua russa non fu trasferita nella Repubblica socialista sovietica dell'Ucraina da Krusciov nel 1954, come ricompensa ai suoi connazionali ucraini per il loro sostegno durante la lotta post-Stalin per il potere a Mosca.

Inoltre la Repubblica Sovietica ucraina, che era stata incorporata da Mosca nel 1923, aveva una storia sanguinosa caratterizzata sempre da guerre civili.

Per intenderci, l'Ucraina occidentale si era schierata dalla parte della Wehrmacht nazista mentre si faceva strada brutalmente attraverso l'Ucraina durante l'assedio di Stalingrado nella Seconda Guerra Mondiale; invece l'Ucraina orientale si era schierata con l'Armata Rossa durante la sua altrettanto sanguinosa campagna di distruzione e vendetta mentre inseguiva l'esercito nazista fino a Berlino dopo il 1943.

Quindi l'idea stessa che l'Ucraina dovesse essere indotta ad unirsi alla NATO era ridicola, soprattutto dopo che Washington ha reclutato i discendenti politici moderni delle brigate pro-naziste della Seconda Guerra Mondiale per sostituire il governo Yanukovich nel marzo 2014. L'ottusità di Washington riflette una pura arroganza imperiale.

Quel che è peggio è che nessun burocrate dell'amministrazione Clinton, Sally Painter e Karen Tramontano, si è opposto a questa follia, aiutando invece Washington ad intromettersi in luoghi dove non aveva nulla a che fare e non rappresentavano una minaccia per la sicurezza nazionale.


Ecco come funziona la Città Imperiale: si elaborano politiche che estendono l'Impero mentre uno dei partiti è al potere, come hanno fatto i Clintonisti sopraccitati con il progetto di espansione della NATO, e poi vendono le loro connessioni nei corridoi della Beltway per conto dei vassalli e supplicanti di recente acquisizione di Washington.

In questo caso tutte le strade portano al Consiglio Atlantico, il "think tank" semi-ufficiale della NATO a Washington infestato da "russofobici" e agenti di Clinton/Biden. Quest'ultimo, ovviamente, si guadagna da vivere vendendo propaganda anti-Putin.

I cosiddetti think tank come il Consiglio Atlantico sono armi di lobby sotto mentite spoglie, sia per i supplicanti stranieri dell'Impero sia per le agenzie statunitensi che li alimentano. Pertanto gli appaltatori dell'industria bellica nella Città Imperiale e gli acquirenti stranieri fanno comunella. Così anche i distributori ed i destinatari degli aiuti esteri.

Questa rete di parassiti è così pervasiva ed espansa che non sorprende che la politica estera e la sicurezza nazionale siano diventate un gigantesco racket avvolto da un consenso bipartisan a favore dell'intervento e delle ingerenze nelle varie parti del pianeta.

Il progetto di intervento in Ucraina, ad esempio, è stato coreografato dal Consiglio Atlantico.

Allo stesso modo i Democratici che odiano Trump sono così febbrilmente attaccati all'idea di farlo fuori (politicamente) che hanno arruolato un vero e proprio gruppo di cretini neocon russofobici (Morrison, Taylor, Kent, Vindman, tra gli altri) per cercare di spodestarlo.


Ma così facendo hanno reso cristallino l'obiettivo ufficiale di Washington contro Trump e non si tratta dello stato di diritto, o dell'abuso del potere presidenziale, o di un'irreversibile negligenza dei suoi doveri.

Politici sciocchi come Adam Schiff, Jerry Nadler e l'apparato Clintonista al centro del partito Dem sono così sopraffatti dalla rabbia per aver perso le elezioni nel 2016 che il loro unico scopo è quello di cacciare Donald... ma ciò li rende semplicemente degli "utili idioti" al soldo del Deep State.

In parole povere, per ingenuità, contrarietà, o semplice buon senso, Donald ha rifiutato di abbracciare il baubau russo del Partito della Guerra e la demonizzazione di Putin. In tal modo egli minaccia la ragion d'essere dell'Impero.

Infatti questa è la vera ragione dell'attacco concertato a Trump con la bufala della Collusione Russa, dalla farsa di Mueller all'attuale inchiesta sull'Ucraina e l'impeachment. Il Deep State teme che se Trump rimarrà in carica, e soprattutto se verrà eletto con un nuovo mandato nel 2020, potrebbe fare la pace con la Russia e Putin.

Senza la demonizzazione della Russia, l'Ucraina non sarebbe lo stato corrotto e fallito che è adesso, e nemmeno una rampa di lancio in "prima linea" per un'aggressione contro la Russia.

Allo stesso modo, non sarebbe stato il destinatario di vasti aiuti militari ed economici statunitensi e occidentali. Quindi il punto di partenza è identificare la Russia per quello che è in realtà: uno stato cleptocratico composto da una popolazione sempre più vecchia e un'economia arrancante con capacità pari a zero di schierare una potenza militare oltre i propri confini.

Questa verità frantuma l'intera propaganda imbastita dal Deep State. Rende la NATO una reliquia obsoleta ed elimina l'assurdo budget americano per la difesa e la sicurezza nazionale da $900 miliardi. Ma nella loro frenetica ricerca di cacciare Donald, i Democratici potrebbero inavvertitamente sabotare i loro padroni del Deep State. Questo perché i tirapiedi neocon che si stanno trascinando fuori dal NSC e dal Dipartimento di Stato sono dei guerrafondai, tanto che la loro assurda sulla minaccia russa e la "prima linea" ucraina potrebbero risvegliare i fantasmi di una guerra fredda 2.0.

Il fatto è che il temibile baubau russo citato ieri di recente da Morrison, e precedentemente dall'ambasciatore Taylor, da George Kent e dal tenente colonnello Vindman, è una chimera; e l'idea che il pozzo nero della corruzione in Ucraina sia un cuscinetto strategico per un'aggressione contro la Russia è semplicemente un'idiozia.

La Russia è in realtà un nano economico e industriale, trasformato in un gigante da una implacabile propaganda del Deep State. Non è affatto una minaccia per la sicurezza della patria americana. Dopo tutto, come potrebbe esserlo? Il PIL dell'area metropolitana di New York da solo è di circa $1.800 miliardi, ben oltre il PIL della Russia di $1.660 miliardi. E questo, a sua volta, è solo l'8% del PIL totale americano da $21.500 miliardi.

Inoltre l'economia nana della Russia è composta in gran parte da una vasta zona di petrolio e gas; una moltitudine di miniere di nichel, rame, bauxite e vanadio; e campi di grano molto grandi. Non è esattamente il tipo di piattaforma industriale ad alta tecnologia su cui è probabile che venga eretta una macchina da guerra in grado di minacciare le brave persone a Lincoln NE o Worchester MA.

E soprattutto non quando l'economia russa per diversi anni consecutivi è colata a picco in termini di parità di potere d'acquisto in dollari.

PIL della Russia in milioni di dollari

Infatti in termini di produzione manifatturiera, il confronto è altrettanto netto. Il valore aggiunto annuo manifatturiero della Russia è attualmente di circa $200 miliardi rispetto ai $2.200 miliardi dell'economia statunitense.

E questa non è nemmeno la metà della storia. Non solo i vasti giacimenti e le miniere di idrocarburi della Russia probabilmente cederanno negli anni a venire, ma anche i fegati della sua forza lavoro che annegano nella vodka. Questo è un problema perché, secondo un recente studio di Brookings, la popolazione in età lavorativa della Russia, anche se integrata da importanti programmi di immigrazione, si sta dirigendo verso un drastico calo.

Anche nella proiezione di Brookings riguardo uno scenario intermedio mostrata di seguito, la popolazione russa in età lavorativa sarà quasi il 20% più piccola rispetto ad oggi entro il 2050. Tuttavia la cifra odierna di circa 85 milioni è già solo una frazione della popolazione in età lavorativa americana: 255 milioni.

La contrazione della forza lavoro in Russia

Non sorprende che l'economia russa non possa assolutamente sostenere un apparato militare vicino a quello di Washington. Vale a dire, i suoi $61 miliardi di spese militari nel 2018 ammontano a meno di 32 giorni degli attuali $750 miliardi di spese per la difesa.

Infatti ci si potrebbe chiedere come la Russia potrebbe minacciare la sicurezza dell'America a meno che non lanci un attacco nucleare suicida.

Questo perché le 1.600 armi nucleari dispiegate su ogni lato rappresentano una continuazione della reciproca deterrenza (MAD), l'accordo con il quale abbiamo attraversato 45 anni di guerra fredda quando il Cremlino era gestito da un'oligarchia totalitaria impegnata in un'ideologia ostile; e durante quel periodo era armato fino ai denti attraverso una ripartizione forzata del 40% del PIL dell'impero sovietico all'apparato militare.

In confronto, il bilancio della difesa russa ammonta attualmente a meno del 4% dell'economia anemica attuale del Paese, una distesa di vasti territori e popolazioni tra Bielorussia, Ucraina, Georgia, Uzbekistan, Kazakistan e tutti gli altri "stan" asiatici. Dovremmo quindi credere che il cleptomane calcolatore e cauto che dirige il Cremlino stia per impazzire, sfidare la MAD ed innescare un Armageddon nucleare?

Infatti l'idea che la Russia rappresenti una minaccia per la sicurezza nazionale americana è ridicola. Putin non solo non rischierebbe mai il suicidio nucleare, ma neanche questa fantasia è alla portata di ciò che ha. Cioè, la capacità della Russia di proiettare la propria forza nel continente nordamericano è inesistente.

Ad esempio, nel mondo di oggi non si invade nessun continente straniero senza un'enorme capacità di energia marittima sotto forma di portaerei, un'armata di navi di scorta letali, una flotta di aerei, enormi suite di guerra elettronica e la capacità di lanciare centinaia di missili da crociera e altre armi intelligenti.

Ogni portaerei statunitense è composta da circa 7.500 persone, almeno un incrociatore, uno squadrone di cacciatorpedinieri e/o fregate e 65/70 velivoli. Talvolta includono anche sottomarini e navi logistiche.

Gli Stati Uniti hanno undici gruppi del genere, mentre la Russia ne ha zero; solo una vecchia portaerei (a diesel) che il giornale israeliano Haaretz ha descritto come malconcia, ed è stato gentile.

Eppure Morrison ha avuto l'audacia di dire davanti ad una commissione della Camera degli Stati Uniti che stiamo aiutando l'Ucraina, quindi non dobbiamo combattere i russi sulle rive dell'East River o del Potomac!


Basta mettere a confronto l'immagine sopra dell'ammiraglia Kuznetsov che erutta fumo nel Mediterraneo con quella della Gerald R. Ford CVN 48 di seguito.

Quest'ultima è la nuova portaerei della US Navy da $13 miliardi ed è la nave da guerra più avanzata dal punto di vista tecnologico mai costruita.

Il contrasto mostrato di seguito serve a vedere la capacità ampiamente inferiore di navi e aerei della forza convenzionale russa. La Russia ha una superiorità numerica di carri armati, ma purtroppo non sono anfibi né capaci di solcare l'oceano!


Allo stesso modo, nessuno invade nessuno senza un'enorme potenza aerea e la capacità di proiettarla su migliaia di miglia di oceani attraverso vaste capacità logistiche e di rifornimento di carburante.

Su questo punto gli Stati Uniti hanno 6.100 elicotteri rispetto ai 1.200 della Russia, e 6.000 aerei da combattimento rispetto ai 2.100 della Russia. Ancora più importante, gli Stati Uniti hanno 5.700 aerei da trasporto rispetto ai soli 1.100 per la Russia.

In breve, l'idea che la Russia sia una minaccia militare per gli Stati Uniti è ridicola. La Russia è essenzialmente un'ombra militare della macchina da guerra sovietica ed è senza uno sbocco sul mare. Inoltre la balla secondo cui la massiccia armata di Washington sia necessaria per difendere l'Europa è un'assurdità risibile. L'Europa può e dovrebbe prendersi cura della propria sicurezza e delle proprie relazioni con i suoi vicini nel continente eurasiatico.

Dopotutto, il PIL dell'Europa è di $18.000 miliardi o 12 volte maggiore di quello della Russia, e gli attuali budget militari dei membri europei della NATO ammontano a circa $280 miliardi o 4 volte più di quello della Russia.

Ancora più importante, le nazioni e le persone europee in realtà non hanno alcun litigio con la Russia di Putin, né la loro sicurezza è minacciata da quest'ultima. Tutte le tensioni che esistono e sono arrivate al culmine dopo il colpo di stato a Kiev nel febbraio 2014 sono state fomentate da Washington e dai suoi subalterni europei nella NATO.

D'altra parte, quest'ultima è assolutamente l'istituzione multilaterale più inutile, obsoleta, dispendiosa e pericolosa nel mondo. Ma come il proverbiale imperatore senza vestiti, la NATO non vuole rischiare che il dilettante "disinformato" nell'Ufficio Ovale sottolinei che tale apparato sia nudo.

Quindi i think tank della NATO stanno scatenando una tempesta, ma la maggior parte dei politici in Europa è sul lastrico. Navigano in cattive acque fiscali a causa dei sistemi previdenziali e di welfare, e non spremeranno i loro contribuenti per finanziare i muscoli militari contro una minaccia inesistente.

Se la storia c'ha dimostrato qualcosa, è che i tedeschi non sono una nazione di pacifisti, disposti a chinarsi di fronte ad aggressori reali. Eppure hanno speso la misera somma di $43 miliardi in difesa nel 2018, o appena l'1,1% del PIL tedesco da $4.000 miliardi (circa tre volte più grande di quello russo).

In breve, l'azione politica del governo tedesco dice che non pensano che Putin stia per invadere la Renania o riconquistare la Porta di Brandeburgo.

Tuttavia non dobbiamo dimenticare l'affermazione secondo cui l'Ucraina è vittima di un'aggressione russa, una tesi ancor più ridicola di quelle vagliate finora. La vera aggressività in quell'angolo del pianeta abbandonato da Dio è venuta da Washington quando ha istigato, finanziato, ingegnerizzato e spalleggiato il colpo di stato a Kiev nel febbraio 2014, che ha rovesciato illegalmente il presidente dell'Ucraina legittimamente eletto sulla base del fatto che era troppo amichevole con Mosca.

Pertanto Morrison ha affermato che:
Il sostegno all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina è stato un obiettivo bipartisan sin dall'invasione militare russa nel 2014. Deve continuare ad esserlo.

Il fatto è che quando la rivolta di Maidan ebbe luogo nel febbraio di quell'anno, non c'erano truppe russe non invitate in Ucraina. Putin si godeva le Olimpiadi invernali di Sochi.

Fu solo settimane dopo, quando il governo ultra-nazionalista insediato da Washington con la sua avanguardia neonazista ha minacciato le popolazioni di lingua russa della Crimea e del Donbas, che Putin si è mosso per difendere gli interessi russi. E quegli interessi includevano la principale risorsa della sicurezza nazionale della Russia: la base navale di Sebastopoli in Crimea, che era stata per secoli la patria della flotta russa nel Mar Nero sotto gli zar e su cui la Russia aveva un contratto di locazione a lungo termine.

Districhiamo la verità degli eventi cruciali che circondarono il putsch di Kiev in maggior dettaglio di seguito, ma basti qui per notare che l'intera banda di apparati neocon che sono stati sfilati prima dello Schiff Show hanno offerto la stessa grande bugia di Morrison nel " invasione "citazione citata sopra.

Come il sempre perspicace Robert Merry ha scritto in merito alla testimonianza dell'ambasciatore Bill Taylor e del vice Segretario di Stato aggiunto George Kent, l'interpretazione che Washington ha dato del colpo di stato di Maidan e le sue conseguenze sono una palese menzogna.

La difesa di questa versione dei fatti fasulla e l'aiuto militare ed economico all'Ucraina che ne è scaturito, è la vera ragione per cui questo gruppo di tirapiedi neocon si è opposto al legittimo interesse di Donald a indagare sui Biden e sugli eventi del 2016.

Come hanno detto Morrison e Vindman, il loro interesse non era quello di proteggere la costituzione e lo stato di diritto, ma il consenso politico bipartisan a Capitol Hill: spalleggiare una guerra contro Putin e il pacchetto di aiuti in Ucraina attraverso il quale doveva essere perseguita.

Non sorprende che l'intero establishment di Washington sia stato risucchiato da questa truffa. Ad esempio, Peggy Noonan ha usato la sua piattaforma sul Wall Street Journal per idolatrare questi bugiardi, in particolare George P. Kent e Bill Taylor: "Hanno dimostrato statura e padronanza della loro materia; hanno dimostrato capacità e integrità".

Oh, per favore!

Ciò che hanno dimostrato non era altro che il pensiero di gruppo egoista che ha trasformato l'Ucraina in una miniera d'oro per la Beltway: una cornucopia di finanziamenti per tutti i think tank, le ONG, gli esperti di politica estera, gli appaltatori nella sicurezza nazionale e le agenzie militari statali (Dipartimento di Stato, l'AID, il National Endowment for Democracy, il Board for International Broadcasting e innumerevoli altri) nella Città Imperiale.

Ma Robert Merry l'ha scritto bene: queste persone non sono funzionari pubblici nobili ed eroi, sono viscidi burocrati che vogliono solo aumentare il loro potere... anche se questo significa potare la nazione sull'orlo del baratro.

Quindi riassumiamo la vera storia dell'Ucraina, a partire dalla ragione stupida e storicamente ignorante del colpo di stato nel febbraio 2014.

Washington si opponeva alla decisione del precedente governo ucraino alla fine del 2013 di allinearsi economicamente e politicamente con il suo egemone storico a Mosca piuttosto che con l'Unione Europea e la NATO. Tuttavia il governo ucraino legittimamente eletto e guidato da Viktor Yanukovich, aveva intrapreso questa strada principalmente perché aveva stretto un accordo migliore con Mosca rispetto a quanto richiesto dagli artisti della truffa nel FMI.

Inutile dire che il conseguente colpo di stato sponsorizzato dagli Stati Uniti ha riaperto profonde ferite nazionali. L'amara divisione dell'Ucraina tra oratori russi nell'est e nazionalisti ucraini altrove risale al brutale controllo di Stalin in Ucraina durante gli anni '30 e alla collusione ucraina con la Wehrmacht di Hitler negli anni '40.

È stato il ricordo di quest'ultimo incubo che ha scatenato la paura del separatismo russo nel Donbas e il voto referendario in Crimea nel marzo 2014 per riunirsi formalmente con la Madre Russia.

In questo contesto anche una conoscenza leggera della storia e della geografia russe ci ricorderebbe che l'Ucraina e la Crimea sono affari di Mosca, non di Washington.

In primo luogo, in Ucraina non è in gioco nulla di importante. Negli ultimi 800 anni è stata un coacervo di frontiere tortuose piuttosto che un Paese a tutti gli effetti.

Infatti gli intervalli in cui l'Ucraina è esistita come nazione indipendente sono stati pochi e lontani tra loro. I suoi sovrani, i piccoli potentati e i politici corrotti hanno stretto accordi o si sono arresi a ogni potere esterno che è arrivato.

Tra questi c'erano lituani, polacchi, ruteni (slavi orientali), tartari, turchi, moscoviti, austriaci e zar, tra gli altri.

All'inizio del XVI secolo, ad esempio, il territorio dell'Ucraina odierna era sparso tra il Granducato di Lituania e Ruthenia (area marrone chiaro), il Regno di Polonia (area marrone scuro), la Moscovia (area giallo brillante) e il Khanato di Crimea (area giallo chiaro).

Quest'ultima era l'entità che era emersa quando alcuni clan dell'Orda d'oro (Tartari) cessarono la loro vita nomade nelle steppe asiatiche e occuparono le aree in giallo chiaro, a nord del Mar Nero, come la loro Yurta (patria).


Da quel freddo inizio, il piccolo principato cosacco dell'Ucraina (area blu nell'immagine sotto), che era emerso nel 1654, sarebbe cresciuto significativamente nei tre secoli successivi. Ma come chiarisce anche la mappa, ciò non rifletteva la congestione organica di una nazione che condivideva radici linguistiche ed etniche comuni, ma le macchinazioni di Zar e Commissari.

Pertanto gran parte della moderna Ucraina è stata incorporata dagli Zar russi tra il 1654 e il 1917 (area gialla della mappa qui sotto) e ha funzionato come stato vassallo. Questi territori furono amalgamati da monarchi assolutisti che governarono con il mandato di Dio e la spada, spesso brutale, dei loro eserciti.

In particolare, gran parte dell'area viola era nota come "Nuova Russia" (Novorossiya) durante il XVIII e XIX secolo a causa della politica zarista di ricollocare le popolazioni russe a nord del Mar Nero come baluardo contro gli ottomani. Ma dopo che Lenin prese il potere a San Pietroburgo nel novembre 1917 tra i rottami della Russia zarista, una conseguente guerra civile tra i cosiddetti russi bianchi e i bolscevichi rossi infuriò per diversi anni in quei territori e nelle caotiche regioni dell'ex-Impero della Russia occidentale.

Alla fine Lenin vinse la guerra civile quando i contingenti francese, britannico, polacco e americano lasciarono libera la lotta postbellica per il potere in Russia. Di conseguenza nel 1922 i nuovi sovrani comunisti proclamarono la nascita dell'Unione delle Repubbliche Sociali Sovietiche (URSS) e incorporarono la Nuova Russia in una delle sue quattro unità costituenti come la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (SSR), insieme ai territori bielorussi e transcaucasici.

Successivamente il confine e lo status politico dell'Ucraina rimasero invariati fino al famigerato patto Molotov-Ribbentrop del 1939 tra l'Unione Sovietica e la Germania nazista. A seguito di ciò, l'Armata Rossa e la Germania nazista invasero e smembrarono la Polonia, con Stalin che ottenne le aree blu (Volinia e parti della Galizia) come premi di consolazione.

Alla fine, quando Stalin morì e Nikita Kruscev vinse la sanguinosa lotta di successione nel 1954, trasferì la Crimea (area rossa) all'Ucraina come ricompensa per il suo sostegno. Questo, naturalmente, era l'arbitrato arbitrario del presidio sovietico: pochi ucraini vivevano in Crimea visto che era stata parte integrante della Russia zarista dopo che Caterina la Grande la acquistò dai Turchi nel 1783.

In una parola, i confini dell'Ucraina moderna sono opera degli imperatori zaristi e dei macellai comunisti. Il cosiddetto stato di diritto internazionale non ha avuto assolutamente nulla a che fare con la sua gestazione.

È un peccato, quindi, che nessuno dei cosiddetti repubblicani conservatori presenti allo Schiff Show di Adam abbia ritenuto opportuno ripercorrere questa storia e rinfrescare la memoria del giovane Tim Morrison.


Inutile dire che, proprio per questa storia, la composizione linguistica/etnica odierna dell'Ucraina non riflette la congestione di una "nazione" nel senso storico.

Al contrario, l'Ucraina centrale e occidentale è popolata da ucraini che parlano ucraino (area rosso scuro dell'immagine qui sotto), mentre le due parti del paese che sono presumibilmente vittime dell'aggressione e dell'occupazione russa (la Crimea, area marrone, e la regione orientale del Donbas, area gialla con strisce marroni), sono costituite da russi che parlano russo ed ucraini che parlano prevalentemente russo.

E gran parte del resto del territorio è costituito da miscele e varie minoranze rumene, moldave, ungheresi e bulgare.

I neocon di Washington, guidati dal senatore McCain e dall'assistente segretario Victoria Nuland, che hanno scatenato la guerra civile ucraina con il loro colpo di stato per le strade di Kiev nel febbraio 2014, hanno preso in considerazione le implicazioni della mappa qui sotto e della sua storia spesso sanguinosa?

Sicuramente no.


Né hanno preso in considerazione il resto della mappa. Come ha ulteriormente fatto notare Robert Merry, lo stato russo ed i suddetti pezzi dell'Ucraina (in particolare il Donbas e la Crimea) sono stati intimamente collegati per secoli. L'Ucraina è un Paese tragicamente diviso e il professor Samuel Huntington di Harvard ha definito l'Ucraina "un Paese con fessure, con due culture distinte". Data questa storia, l'idea che l'Ucraina dovesse essere indotta ad unirsi alla NATO era semplicemente pazzesca.

Ciononostante continua a spuntare fuori gente che ignora i fatti e racconta balle davanti i microfoni. Come ha fatto anche Fiona Hill. Come si fa a non andare fuori di testa dovendo continuamente sentire questo tamburo battente di menzogne? Davvero questa gente crede che siamo così stupidi?

O meglio, chiedetelo a Paul Manafort che non ha trascorso i suoi anni d'oro nella Grande Casa grazie ad una fuga di notizie sul New York Times dell'agosto 2016, riguardo un presunto "libro nero" che registrava i pagamenti che aveva ricevuto come consulente per l'Ucraina dal partito politico dell'ex-presidente Yanakovych. Come abbiamo visto, quest'ultimo era stato rimosso da un colpo di stato istigato da Washington nel febbraio 2014.

Per sua stessa ammissione, questa storia è uscita fuori dal governo ucraino e lo scopo era chiaro: indebolire la campagna presidenziale di Trump e costringere Manafort a dimettersi dal suo ruolo di presidente della campagna elettorale di Donald. Questa bomba mediatica ha funzionato e in breve tempo Manafort ha dato le dimissioni.

L'ufficio nazionale anti-corruzione era stato istituito da un gruppo chiamato "AntAC", finanziato congiuntamente da George Soros e dal Dipartimento di Stato. E non ci sono dubbi sul fatto che la visione giusta di Trump all'epoca (la riunificazione della Crimea con la Madre Russia dopo una pausa di 60 anni ordinata dall'ex-Unione Sovietica) fosse sgradita a Kiev e ai burattinai di Washington.

Per eliminare qualsiasi dubbio sul fatto che il governo di Poroshenko fosse in combutta Hillary Clinton, basta leggere un articolo di Politico dell'11 gennaio 2017, dove emerge come il governo ucraino aveva fatto di tutto per tentare di aiutare Clinton, i cui protégé presso il Dipartimento di Stato erano stati le menti del colpo di stato.

Inutile dire che Fiona Hill è tra i peggiori nei ranghi dei neocon e demonizzare la Russia è la sua specialità, oltre a diffondere ripetutamente bugie su ciò che è accaduto a Kiev nel 2014 e in seguito. Non c'è una sola affermazione vera nelle sue parole, ma le viene dato credito per un motivo: Schiff e il suo tribunale per l'impeachment hanno reclutato la Hill, il tenente colonnello Vindman, l'ambasciatore Taylor, George Kent e Tim Morrison in precedenza, per creare una camera di eco.


Proprio così. I Democratici stanno pappagallando le menzogne ​​dei neocon (che ci credano o meno) al fine di diffondere l'impressione che Donald stia minacciando la sicurezza nazionale nel suo sforzo di assumere una posizione diversa nei confronti della Russia e dell'Ucraina. Pertanto Adam Schiff ha ripetuto la falsa narrativa neocon, parola per parola, all'apertura delle audizioni pubbliche:
Nel 2014 la Russia ha invaso un alleato degli Stati Uniti, l'Ucraina, per impedire all'Occidente di abbracciare tale nazione e per soddisfare il desiderio di Vladimir Putin di ricostruire un impero russo.

Questa è nient'altro che spazzatura. Si basa sulla Grande Menzogna che il voto della popolazione russa in Crimea nel marzo 2014 fosse stato estorto dall'esercito russo e questa sarebbe la presunta prova che Putin sta cercando di ricostruire l'impero sovietico.

Il presunto territorio "occupato" della Crimea venne acquistato dagli Ottomani da Caterina la Grande nel 1783, soddisfacendo così la lunga ricerca degli Zar russi per uno sbocco sul mare. Nel corso dei secoli Sebastopoli emerse poi come una grande base navale sulla punta strategica della penisola di Crimea, dove trovò sede la potente flotta degli zar e poi anche quella dell'Unione Sovietica.

Per i successivi 171 anni la Crimea è stata parte integrante della Russia (fino al 1954). Tale arco supera i 170 anni trascorsi da quando la California è stata annessa agli Stati Uniti, fornendo così alla Marina degli Stati Uniti il ​​suo porto di San Diego.

Sebbene nessuna forza straniera abbia successivamente invaso le coste californiane, nel 1854 non furono i fucili, l'artiglieria e il sangue ucraini e polacchi a distruggere La Carica della Fanteria Leggera nella città di Balaclava in Crimea, ma i russi che difendevano la patria da turchi, francesi e inglesi.

E il ritratto dell'eroe russo appeso nell'ufficio di Putin è quello dello zar Nicola I, il cui brutale regno di 30 anni portò l'Impero russo al suo apice storico. Eppure, nonostante la sua crudeltà, Nicola I è venerato nell'agiografia russa come difensore della Crimea, anche se perse la guerra del 1850 contro ottomani ed europei.

Alla fine la sicurezza del suo porto storico in Crimea è la linea rossa della Russia, non quella di Washington. A differenza degli odierni poliziotti di Washington, anche il debilitato Franklin Roosevelt sapeva di trovarsi nella Russia sovietica quando fece scalo nella città di Yalta in Crimea nel febbraio del 1945.

Nikita Krusciov, per rafforzare il suo controllo sul Cremlino nella lotta per la successione dopo la morte di Stalin, avrebbe poi "donato" la Crimea a Kiev. Proprio così, quindi, le accuse ipocrite e tendenziose di Washington contro il riassorbimento della Crimea da parte della Russia implicano che la sicurezza del Nord Dakota dipendano da questo misero fatto!

Durante i lunghi decenni della guerra fredda l'Occidente non ha fatto nulla per liberare la "nazione prigioniera" dell'Ucraina, con o senza l'appendice della Crimea conferitagli nel 1954. Né ha tracciato linee rosse a metà degli anni '90 quando un'Ucraina finanziariamente disperata affittò Sebastopoli ed i fortini strategici della Crimea ad una Russia altrettanto povera. Il fatto che la popolazione locale abbia ora scelto il Gran Ladro di Mosca piuttosto che i ruffiani che hanno sequestrato Kiev ci porta a dire: E allora!?
È stata la spinta aggressiva di Washington e della NATO negli affari interni del vassallo storico russo, l'Ucraina, che ha contribuito alla demonizzazione di Putin. È anche la fonte della falsa affermazione che la Russia ha progetti aggressivi ed espansionistici sugli ex-stati del Patto di Varsavia, sui Paesi Baltici, sulla Polonia, ecc.

Quest'ultima è una fabbricazione senza senso. Sono stati i mediatori neocon di Washington a schiacciare l'ultima parvenza di governo civile dell'Ucraina quando hanno permesso agli ultra-nazionalisti ed ai nazisti di ottenere posizioni governative dopo il colpo di stato del febbraio 2014.

Come abbiamo indicato sopra, in un colpo solo questa stupidità ingiustificabile ha riaperto la storia moderna dell'Ucraina intrisa di sangue. Quest'ultima, dopo i genocidi nei primi anni '30, accettò la ripopolazione di Stalin nella regione orientale del Donbas con lavoratori russi.

Il bagno di sangue continuò sulla scia della collaborazione dei nazionalisti ucraini con la Wehrmacht nazista, mentre devastava polacchi, ebrei, zingari e altri "indesiderati" sulla strada per Stalingrado nel 1942-43. Successivamente seguì un'ondata uguale e opposta di barbara vendetta mentre l'Armata Rossa ritornava in Ucraina per poi dirigersi a Berlino.

Si può essere più scemi da non capire che l'attivazione di Washington nel "cambio di regime" a Kiev avrebbe riaperto questa storia sanguinosa di conflitti settari e politici? Inoltre, una volta aperto il vaso di Pandora, perché era così difficile capire che un'autonomia per il Donbas e la Crimea, o addirittura l'adesione allo stato russo da cui avevano avuto origine, sarebbe stata una risoluzione perfettamente ragionevole?

A quanto pare invece è stato di gran lunga preferibile trascinare tutta l'Europa nella follia delle attuali sanzioni anti-Putin e coinvolgere le fazioni ucraine in una guerra civile suicida. La presunta minaccia russa per l'Europa, quindi, è stata fabbricata da Washington, non dal Cremlino.

Infatti nel 1989 e nel 1990 l'amministrazione George H. W. Bush assicurò al leader sovietico Mikhail Gorbachev che se avesse accettato l'unificazione tedesca, l'Occidente non avrebbe cercato di sfruttare la situazione attraverso un'espansione verso est (nemmeno di "un pollice", come l'allora segretario di stato James Baker assicurò a Gorbachev). Ma Bill Clinton s'è rimangiato quella promessa, spostandosi per espandere la NATO su un percorso verso est che alla fine è arrivato fino al confine russo.

Cioè, ciò che viene difeso a Capitol Hill non è lo stato di diritto, la sicurezza nazionale, o la fedeltà alla Costituzione degli Stati Uniti, ma una gigantesca menzogna dei neocon che è necessaria per mantenere in piedi l'Impero e far arrivare il mondo ad una Guerra Fredda 2.0 assolutamente inutile, in cui ciascuna nazione ha abbastanza testate nucleari da distruggere il pianeta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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