mercoledì 19 febbraio 2020

Le fantasie della sinistra: l'imminente collasso della civiltà occidentale (e la pianificazione centrale per evitarlo)





di Gary North


La BBC ha pubblicato un articolo di un presunto esperto sul crollo delle civiltà. Lo trovate qui. Fa parte di una serie. Secondo lo scritto la società moderna è come un'anziana vedova con un grande conto in banca, una grande casa piena di gadget, ma incapace di salire le scale senza rimanere a corto di fiato. È troppo esausta anche per guardare la televisione... non che questo sia un male

Ho un dottorato di ricerca in storia. Quelli di noi che hanno ricevuto questo tipo di formazione universitaria sono scettici nei confronti di una conclusione del genere. Ci possono essere informazioni curiose, e probabilmente ci saranno, ma l'idea che qualcuno, o anche una commissione di una mezza dozzina di persone, possa trovare qualcosa di significativo da dire in un articolo su un sito web riguardo la fine della civiltà è altamente improbabile. La storia è complessa e più ne sappiamo, più appare complessa. Non ci sono leggi della storia, contrariamente a quanto diceva Marx, che ci consentono di identificare "l'arco più ampio della storia umana e cosa significa per noi e per i nostri discendenti". Ad ogni modo, se ci sono, sono derivati ​​da tradizioni religiose, non studi di singole civiltà da parte di persone con dottorato di ricerca in storia.

La domanda storica più importante che ci possiamo porre oggi è questa: "Perché intorno al 1800 nelle isole britanniche e nel Nord America la crescita economica iniziò ad aumentare del 2% all'anno pro capite?" Fu allora che il mondo iniziò a cambiare in modo decisivo da ciò che era esistito prima del 1800. Nulla di simile era mai accaduto per quanto indica la documentazione storica. Cosa l'ha causato? Ci sono almeno tre dozzine di spiegazioni prevalenti, ma se esaminate attentamente, nessuna di esse regge. (Vedete il libro della professoressa D. McCloskey, Bourgeois Dignity [University of Chicago Press, 2010].)

Se gli storici, compresi gli storici economici altamente qualificati, vengono confusi da questa domanda geograficamente e cronologicamente limitata, perché dovremmo credere che una manciata di persone che lavorano per la BBC possa mettere insieme una serie che ci consenta di dire che la nostra civiltà verrà spazzata via?

Questo articolo preliminare ha un titolo: "Siamo sulla strada verso il collasso della civiltà?" Ogni storico che legge questo titolo ha una risposta immediata: "La risposta non si troverà in questo articolo". Titoli come questo sono esche per i clic, non domande serie.

Ecco come inizia l'articolo:
Le grandi civiltà non vengono assassinate. Si suicidano.

Così concluse lo storico Arnold Toynbee nel suo opus magnum di 12 volumi A Study of History. È un'esplorazione dell'ascesa e della caduta di 28 civiltà diverse.

Capisco. Suicidi. Intere civiltà hanno deciso di porre fine a tutto. Ventotto Jonestown, ciascuna su scala epica.

Penso che abbia visto troppi talk su TED.

Nel 1963 per un corso di storiografia mi venne dato da studiare un estratto di un riassunto di 500 pagine dei volumi di Toynbee. Era scritto da D. C. Somerville. È fuori stampa da tempo. Il nostro professore non prendeva molto sul serio i volumi di Toynbee e nemmeno il riassunto. Penso che l'abbia assegnato come esempio di come non scrivere la storia: "Così tanto da dire, così poco tempo". Erano scritti di una mente brillante, ma nessuno storico esperto crede che qualcuno sia capace di guardare 28 diverse civiltà e trarre qualsiasi tipo di conclusione significativa su tutte. Dovrebbe conoscere troppe lingue e dovrebbe guardare molti documenti. I risultati di un simile progetto potrebbero essere ridotti sin dall'inizio a due brevi frasi: "Oggi è così, domani chissà". O forse solo una frase: "Anche questa passerà."

C'è una ragione per cui è raro vedere le teorie di Toynbee citate nelle note a piè di pagina delle monografie scritte da storici professionisti. Non sono sicuri che i suoi libri siano fonti affidabili di fatti, ma solo di curiosità.



CURIOSITÀ

Lo scrittore fornisce un interessante boccone di informazioni. Non l'avevo mai letto.
L'impero romano coprì 4,4 milioni di chilometri quadrati (1,9 milioni di miglia quadrate) nel 390. Cinque anni dopo precipitò a 2 milioni di chilometri quadrati (770.000 miglia quadrate).

Vorrei leggere un articolo su questo tema. Come è successo? Vorrei anche sapere esattamente quali mezzi di indagine hanno permesso ad un cartografo solitario, ma diligente, di fornire fatti straordinariamente precisi sul numero di miglia quadrate, o chilometri quadrati, coinvolti. Sono un po' sospettoso. Tuttavia l'entità della contrazione e la sua velocità sono spettacolari. Non l'avevo letto prima. Penso che altrimenti me lo sarei ricordato. Merita una nota a piè di pagina. Forse due.

Quindi non sono contrario ad una serie come questa, non sai mai cosa raccoglierai che non avresti mai immaginato possibile, solo che non prendo sul serio la premessa della serie visto che è sciocca.



PASSATO PROFONDO

Poi leggiamo questo.
Il nostro passato profondo è segnato da fallimenti ricorrenti. Come parte della mia ricerca presso il Center for the Study of Existential Risk presso l'Università di Cambridge, sto cercando di scoprire perché il collasso si verifica attraverso un'autopsia storica. Cosa può dirci l'ascesa e la caduta delle civiltà storiche sulla nostra? Quali sono le forze che scatenano o ritardano un collasso? E vediamo schemi simili oggi?

Chiunque usi le parole "passato profondo" deve fornire una definizione. Il passato è indiscutibilmente profondo, ma è fuorviante. Implica che esiste una sola cosa o processo chiamato "passato profondo" e implica anche che possiamo studiarlo a piacimento. Non possiamo.

Mi chiedo: chi finanzia questa organizzazione? Prima di prendere sul serio questo progetto, voglio vedere alcuni investigatori indipendenti seguire i soldi. (Elon Musk è un associato.)



IMPERI MORTI

L'autore fornisce un elenco di civiltà con i loro periodi di tempo. C'è anche una comoda tabella da guardare. Qualcuno c'ha lavorato molto e vale la pena di guardarla. Se avessi scritto una storia di civiltà, avrei sicuramente usato l'elenco per iniziare. Non è male, solo che non penso che qualcuno troverà una spiegazione comune per descrivere il motivo per cui particolari civiltà sono sopravvissute fintanto che ci sono riuscite. Potete consultare l'elenco qui. Di alcune di queste non ne avevo sentito parlare. Sono vissute e pois sono morte. Così è la vita. Oggi è così, domani chissà.
Praticamente tutte le civiltà passate hanno affrontato questo destino. Alcune si ripresero o si trasformarono, come quella cinese ed egiziana. Altre crollarono in modo permanente, come nel caso dell'isola di Pasqua. A volte le città dell'epicentro del collasso vengono rianimate, come nel caso di Roma. In altri casi, come le rovine Maya, vengono abbandonate come mausoleo per i futuri turisti.

Cosa c'entra questo con il crollo della civiltà occidentale? Niente finora.



DUE DOMANDE RETORICHE

Poi vengono poste due domande. Sono entrambe domande retoriche sebbene a prima vista non sembrino tali. "Cosa può dirci tutto questo sul futuro della civiltà moderna?" Non molto. "Le lezioni degli imperi agrari sono applicabili al nostro periodo di capitalismo industriale post-XVIII secolo?" No.
Le società del passato e del presente sono solo sistemi complessi composti da persone e tecnologia. La teoria degli "incidenti normali" suggerisce che complessi sistemi tecnologici cedano regolarmente il passo al fallimento. Quindi il collasso può essere un fenomeno normale per le civiltà, indipendentemente dalle loro dimensioni e fasi.

Non so nulla della "teoria degli incidenti normali", ma posso dirvi che gli storici non sarebbero propensi a crederci.

Gli incidenti sono normali, ecco perché possiamo acquistare polizze assicurative. Ma non ci sono prove sufficienti per dimostrare che esista una cosa come un incidente normale che provochi il crollo di una civiltà. Quando gli storici osservano il declino, non il collasso, anche di una sola civiltà, di solito presentano così tante ipotesi che praticamente nessuno può ricordarle tutte, per non parlare degli argomenti a loro favore.

L'ultima volta che ho controllato, c'erano almeno 20 teorie sulla caduta dell'Impero Romano. (C'è una voce su Wikipedia riguardo le varie teorie che gli storici hanno usato per spiegare la caduta dell'Impero Romano. Non c'è accordo, ovviamente. Ve la raccomando solo se siete interessati all'argomento.) Consiglio di iniziare con la Città di Dio di Agostino.



INIZIANO LE INSENSATEZZE

Poi scrive questo.
Ora potremmo essere più tecnologicamente avanzati, ma questo serve a poco se dobbiamo credere che siamo immuni alle minacce che hanno indebolito i nostri antenati. Le nostre nuove capacità tecnologiche portano persino nuove sfide senza precedenti al mix.

E sebbene la nostra scala può ora essere globale, sembra che il collasso avvenga sia per gli imperi tentacolari sia per quelli circoscritti. Non c'è motivo di credere che una dimensione maggiore sia un'armatura contro la dissoluzione sociale. Il nostro sistema economico globalizzato ha, se non altro, maggiori probabilità di diffondere la crisi.

Questo è il cuore dell'assurdità. Sta commettendo un enorme errore concettuale: sta implicitamente equiparando impero e civiltà. Non sono la stessa cosa.

Esiste qualcosa come la civiltà occidentale, ma ciò che rende la rende unica è solo una cosa: nessuna singola entità politica ne è stata la fonte. Al contrario, è stata decentralizzata su una scala unica nella storia umana.

Sta diventando sempre più decentralizzata ogni giorno che passa. Lo smartphone sta facendo di più per decentralizzare la civiltà di qualsiasi altra tecnologia abbia mai avuto. Eppure lo smartphone ha solo 12 anni. Quando Amazon, Google, Facebook o tutti e tre inizieranno ad offrire la connessione Wi-Fi gratuita in tutto il mondo, il decentramento aumenterà nuovamente. Non abbiamo mai visto niente del genere.

Quando avremo un software di traduzione in tempo reale, vedremo un altro balzo in avanti in questo processo di decentralizzazione. Le menti migliori e più brillanti nei villaggi saranno in grado di lavorare con le menti più brillanti della civiltà urbana. Questo accelererà il processo di decentralizzazione. Presto. (Io aggiungo anche le criptovalute, ma North è troppo orgoglioso per farlo data la sua scarsa comprensione dell'argomento. ndT)

L'autore non discute del decentramento storico della civiltà occidentale, ma affrontarlo sarebbe cruciale per la sua tesi sul collasso. I sistemi decentralizzati non collassano. Cambiano. Alcune parti potrebbero andare in bancarotta, alcuni modi di fare le cose possono essere abbandonati in meno di una generazione, ma se stiamo parlando di collasso ci deve essere un anello debole. Questo anello debole poi deve essere colpito da qualcosa che lo trasforma in un anello rotto. Allora poi il sistema crollerà. In un sistema decentralizzato, quale potrebbe essere l'anello debole?

Non sto parlando di una guerra nucleare globale. Sappiamo tutti che potrebbe succedere, ma è una possibilità remota. Sto parlando di qualcosa di inerente alla nostra civiltà che è vulnerabile a qualcos'altro che è altrettanto inerente ad essa. Più un sistema è decentralizzato, meno sono probabili tali vulnerabilità. Il sistema nel suo insieme è resistente.

Posso anche comprendere la possibilità di creare un sistema di intelligenza artificiale che prenda il controllo del mondo. I robot e gli algoritmi poi eliminano l'umanità, ma non è di questo che si parla. In ogni caso, l'Armageddon dovuto ai passi in avanti nella robotica non rappresenta il crollo di una civiltà, rappresenta la scomparsa della razza umana. Questo è un argomento completamente diverso. Le persone si allineano su entrambi i lati e alla fine è più un dibattito religioso che un tecnologico. È un dibattito sull'escatologia, non sulle vulnerabilità intrinseche della civiltà occidentale. L'autore dell'articolo sulla BBC non parla di ciò. Sa che non esiste una risposta politica pianificata centralmente, quindi la ignora.



APOCALISSE DI SINISTRA

In seguito parla di diverse amatissime argomentazioni della sinistra.
Mentre non esiste una singola teoria accettata sul perché avvengano i crolli, storici, antropologi e altri hanno proposto varie spiegazioni, tra cui:

CAMBIAMENTO CLIMATICO: quando la stabilità climatica cambia, i risultati possono essere disastrosi, come raccolti scarsi, fame e desertificazione. Il crollo degli Anasazi, la civiltà Tiwanaku, gli Akkadiani, i Maya, l'impero romano e molti altri è coinciso con bruschi cambiamenti climatici, di solito siccità.

In primo luogo, non ci sono molte prove scientificamente incontestate riguardo il cambiamento climatico, ovvero il riscaldamento globale. Almeno 30.000 scienziati si oppongono a tale tesi. Il cambiamento climatico c'è sempre stato. Non ci sono prove concordate che indichino che negli ultimi 200 anni sia accaduto qualcosa di unico per quanto riguarda il riscaldamento globale. Ci sono stati periodi simili in passato, durano alcuni secoli e sono sempre stati seguiti da periodi di raffreddamento globale.

Secondo, se oggi c'è il riscaldamento globale, quali sono le prove che sia colpa dell'umanità?

Terzo, se l'umanità (un collettivo decentralizzato) ha davvero causato questo fenomeno, che cosa può fare un sistema decentralizzato di oltre 200 stati nazionali indipendenti? Niente finora. Non c'è un piano e non esiste un governo mondiale che imponga tale piano. Nel frattempo il sostegno ai movimenti politici secessionisti sta crescendo nell'Europa occidentale.

In quarto luogo, le risposte decentralizzate in tutto il mondo compenseranno specifiche crisi economiche che si verificheranno in specifiche aree geografiche. Questo è il vantaggio numero uno del decentramento. Non abbiamo più carestie. Il sistema dei prezzi e il suo sistema di trasporto rendono oggi praticamente impossibile una carestia, tranne che a livello regionale nell'Africa subsahariana e in stati socialisti come il Venezuela. Non abbiamo avuto una carestia in Occidente sin dal 1845 in Irlanda.
DEGRADO AMBIENTALE: il collasso può verificarsi quando le società superano la capacità di carico del loro ambiente. Questa teoria del collasso ecologico, che è stata oggetto di libri di successo, indica l'eccessiva deforestazione, l'inquinamento delle acque, il degrado del suolo e la perdita di biodiversità come cause principali.

Che dire del degrado ambientale? In tutto il mondo ce n'è sempre meno nella maggior parte delle aree. C'è il costante processo di espansione del deserto del Sahara, ma questa non è una novità. In ogni caso, è una minaccia solo per l'Africa subsahariana. Nel frattempo si stanno verificando cambiamenti positivi: gli africani subsahariani della prossima generazione saranno più ricchi, più sani e più longevi di quanto non siano mai stati prima. La combinazione di un'economia di libero mercato, comunicazioni basate su Internet a basso costo, pannelli solari economici e istruzione decentralizzata sta cambiando il continente africano come mai prima d'ora.
DISUGUAGLIANZA E OLIGARCHIA: ricchezza e disuguaglianza politica possono essere i motori centrali della disintegrazione sociale, così come l'oligarchia e la centralizzazione del potere tra i leader. Ciò non solo provoca disagio sociale, ma ostacola la capacità di una società di rispondere ai problemi ecologici, sociali ed economici.

Quali prove ci sono che la disuguaglianza sia maggiore oggi in Occidente rispetto a quando Vilfredo Pareto fece le sue indagini alla fine del XIX secolo? Non sono a conoscenza di tali prove.

In ogni caso, e allora? La più grande crescita economica nella storia dell'uomo si è verificata in sintonia con la curva di distribuzione della ricchezza 20/80 di Pareto. Nel mezzo c'è stato un enorme progresso tecnologico ed economico. La disuguaglianza in un periodo di rapida crescita economica non è una minaccia. Questi critici sono guidati dall'invidia. Si risentono del processo di crescita economica e di riduzione della povertà, in particolare perché i ricchi si stanno arricchendo più velocemente, nonostante il fatto che anche i poveri stiano diventando più ricchi di quanto non siano mai stati nella storia. Le carestie sono sparite, le piaghe sono sparite, la crescita economica per tutte le società è in aumento e negli ultimi tre decenni la povertà è stata eliminata in tutto il mondo.

La povertà a livello di fame sarà probabilmente un ricordo del passato entro 15 anni e l'autore di questo scempio di articolo si lamenta di una minaccia alla civiltà.

Non contento di questi tre sciocchezze, ne offre altri tre.
COMPLESSITÀ: l'esperto e storico Joseph Tainter ha detto che le società alla fine collassano sotto il peso della loro complessità e burocrazia. Le società sono collettivi di problem solving che crescono in complessità al fine di superare nuovi problemi. Tuttavia i rendimenti dalla complessità alla fine raggiungono un punto di rendimenti decrescenti. Dopo questo punto, alla fine ne conseguirà un collasso.

Sembra ignaro della teoria economica, infatti ignora il saggio di F. A. Hayek del 1945 sull'aumento della conoscenza in un libero mercato, che è considerato un classico nella professione economica: "L'uso della conoscenza nella società". La complessità sta aumentando grazie all'estensione della conoscenza accurata. Man mano che una società libera diventa più complessa, la conoscenza diventa più specializzata. La produzione aumenta e anche la ricchezza pro capite. Il sistema è molto meno vulnerabile che mai ad eventi imprevisti. Perché? Grazie ad una migliore conoscenza ed a soluzioni specifiche offerte da imprenditori in cerca di profitto.

Ecco la realtà: la crescente complessità è una minaccia solo per gli imperi militari e le economie pianificate centralmente. Non è una minaccia per le società di libero mercato in cui i diritti di proprietà, la ricchezza e la conoscenza sono tutti diffusi. Un sistema complesso diventa sempre meno vulnerabile ad un cambiamento inatteso proprio perché è complesso. Nessun singolo evento o processo lo minaccia. Questa immunità dalle catastrofi naturali descrive la società occidentale negli ultimi 150 anni. L'ultimo impero militare pianificato a livello centrale è andato in frantumi nel 1991: l'URSS. Oggi è così, domani chissà.
SHOCK ESTERNI: In altre parole i "quattro cavalieri dell'apocalisse": guerra, catastrofi naturali, carestie e pestilenze. L'Impero azteco, per esempio, vide la fine a causa degli invasori spagnoli. La maggior parte dei primi stati agricoli erano martoriati da epidemie mortali. La concentrazione di esseri umani e bovini in insediamenti murati con scarsa igiene rese inevitabili le epidemie. A volte i disastri si combinavano, come nel caso degli spagnoli che hanno introdussero la salmonella nelle Americhe.

Solo uno di questi quattro cavalieri dell'apocalisse è oggi una minaccia: la guerra nucleare. Ma sarebbe probabilmente limitata al Nord America e alla Russia. Il resto del mondo sopravvivrebbe, Internet reggerebbe. Questo è ciò per cui il DARPA l'ha progettato: sopravvivere ad una guerra nucleare. Il Web continuerebbe a diffondersi, la conoscenza continuerebbe a diffondersi. Ci sarebbe una ripresa economica entro 20 anni. Solo se la guerra nucleare fosse veramente globale sarebbe una minaccia per la civiltà mondiale.

Le catastrofi naturali sono sempre meno un problema. Ciò è dovuto anche al decentramento. La carestia non è un problema in Occidente sin dal 1850. Il prezzo del cibo continua a scendere. Per quanto riguarda le pestilenze, l'ultima e più importante è stata Morte Nera: dal 1348 al 1350. Fu la peste bubbonica/polmonare e cambiò la società dell'Europa occidentale. I salari hanno iniziato ad aumentare subito dopo, a causa del declino della popolazione. L'innovazione tecnologica è continuata e il commercio ha continuato a prosperare.
CASUALITÀ/SFORTUNA: L'analisi statistica sugli imperi suggerisce che il collasso è casuale e indipendente dall'età. La biologa evoluzionista Indre Zliobaite ed i suoi colleghi hanno osservato un modello simile nell'evoluzione delle specie. Una spiegazione comune di questa apparente casualità è il cosiddetto "effetto regina rossa": se le specie lottano costantemente per sopravvivere in un ambiente in evoluzione con numerosi concorrenti, l'estinzione è una possibilità.

Ogni volta che qualcuno fa appello alla casualità e alla sfortuna, non sta facendo altro che raschiare il fondo del barile.

In un'economia mondiale guidata da innovazione tecnologica decentralizzata, casualità e fortuna sono preponderanti. Non credo nella casualità o nella fortuna. Sto solo sottolineando le sue categorie. La fortuna accompagna la diffusione della proprietà privata. Incredibile, vero? La sinistra non può affrontare questo fatto, quindi finge che il processo non si svolga costantemente sotto il suo naso.



LA MINACCIA DEL PROGRESSO

Poi ammette che le cose stanno migliorando e quindi dice che questa è una minaccia.
Mentre stiamo diventando più potenti economicamente e resistenti, le nostre capacità tecnologiche presentano anche minacce senza precedenti che nessuna civiltà ha dovuto affrontare. Ad esempio, i cambiamenti climatici che affrontiamo sono di natura diversa da ciò che non è stato evitato dai Maya o dagli Anazasi. Sono globali, alimentati dall'uomo, più veloci e più severi.

Cerca di spaventarci con storie di imperi di breve durata esistiti oltre cinque secoli fa. Non sappiamo quasi nulla di questi imperi. Non vi è accordo tra storici e archeologi su ciò che ha indebolito questi imperi. Non abbiamo i dati per formulare questo tipo di giudizi, ciononostante lui è sicuro di quello che dice.
La nostra rovina non arriverà da vicini ostili, ma dai nostri poteri tecnologici. Il collasso, nel nostro caso, sarà una trappola del progresso.

Questa è la sua tesi. Richiede prove, ma non offre nulla di sostanziale. Sarebbero necessari diversi volumi per giustificare un giudizio del genere. Non ne cita nemmeno uno.

Poi, senza preavviso, indietreggia.
Il crollo della nostra civiltà non è inevitabile. La storia suggerisce che è probabile, ma abbiamo il vantaggio unico di essere in grado di imparare dalle società del passato.

Perché? Perché l'articolo è un'esca per i clic.

È una tecnica di vendita utilizzata da venditori senza scrupoli. Pubblicizzano un prodotto ad un prezzo economico, ma quando arrivano gli acquirenti viene loro comunicato che il prodotto è esaurito. Quindi il venditore cerca di vendere un prodotto troppo costoso. L'autore di questo articolo ci ha fatto entrare nel negozio dicendoci che è probabile un collasso e poi cerca di venderci un prodotto troppo caro che non avremmo comprato se non ci avesse spaventato con i suoi titoli e la sua retorica.

Cosa sta cercando di vendere? Un programma di pianificazione centrale statale. (Nessun dettaglio offerto.)
Sappiamo cosa bisogna fare: le emissioni possono essere ridotte, le disuguaglianze livellate, il degrado ambientale invertito, l'innovazione migliorata e le economie diversificate. Le proposte politiche ci sono, manca solo la volontà politica. Possiamo anche investire nella ripresa. Esistono già idee ben sviluppate per migliorare la capacità dei sistemi alimentari e di conoscenza per recuperarli dopo la catastrofe. Evitare la creazione di tecnologie pericolose e ampiamente accessibili è fondamentale. Tali misure ridurranno la possibilità che un collasso futuro diventi irreversibile.

Marceremo verso il collasso solo se avanziamo alla cieca. Siamo condannati solo se non siamo disposti ad ascoltare il passato.

Le due strategie di vendita sono queste: avidità o paura. Lui sta vendendo la paura.

Il suo problema è duplice. Innanzitutto non offre alcuna ragione plausibile per aver paura. In secondo luogo, non vi è alcuna possibilità che la sua soluzione, ovvero la pianificazione centrale da parte di un governo mondiale, possa vedere la luce. È molto più probabile il contrario: frammentazione politica.



CONCLUSIONE

Come storico vi dirò semplicemente questo: non è un articolo accademico. Questa è propaganda ed è anche scadente.

L'autore identifica gli imperi politici con le civiltà. Questo è il suo errore fondamentale.

Il trionfo della civiltà occidentale è stato geograficamente senza precedenti nella storia del mondo. Il suo trionfo si è basato in modo schiacciante sulla diffusione dei diritti di proprietà privata. Questo processo di decentralizzazione ha portato ad aumenti dell'innovazione tecnologica. Ciò è avvenuto grazie al sistema profitti/perdite del capitalismo. Si è basato sulla strategia più efficace in un libero mercato: la concorrenza sui prezzi. La crescita economica pro capite annuale è stata mantenuta al 2% sin dal 1800. Alcune nazioni hanno avuto tassi di crescita più elevati. (Leggete il libro di Gregory Clark, A Farewell to Alms. Le prove all'interno del manoscritto sono tanto valide quanto il titolo.)

Stiamo vedendo il contrario di ciò che sta predicendo: nessuna carestia, nessuna pestilenza e nessuna regione che non possa ricevere tutto ciò di cui ha bisogno durante una qualsivoglia crisi. Nella nostra era la diffusione delle comunicazioni istantanee, il calo dei costi di trasporto e la diffusione dei mercati internazionali dei capitali si sono combinati per permetterci di superare la povertà. (Sul declino della povertà, vedete questa voce su Wikipedia.)

Il socialismo ha prodotto un declino economico, non il libero mercato. Il socialismo ha prodotto povertà di massa, non il libero mercato. La pianificazione centrale è fallimentare, non il sistema dei prezzi in un libero mercato. Pensate al Venezuela. Il governo ha molto petrolio, però la sua popolazione ha carenza di cibo e sta sperimentando l'iperinflazione. Confrontate l'economia del Venezuela con quella del Cile.

La sinistra sceglie di non accettare questi fatti, ma non importa. Sta perdendo costantemente influenza in tutto il mondo. Solo nel mondo accademico mantiene il controllo. Alla fine, quando il welfare state moderno andrà a gambe all'aria a causa delle enormi passività non finanziate nei confronti degli anziani, il mondo accademico subirà tutti quei tagli di bilancio a lungo ritardati.

Concludo con un avvertimento ai propagandisti di sinistra che credono in tali sciocchezze promosse dall'articolo della BBC: "Oggi è così, domani chissà".


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


2 commenti:

  1. Veramente bello, un capolavoro d'articolo. La conferma che il piano di Boris per eliminare la TV Licence e' grandioso e puo' solo che raccogliere l'endorsement della maggioranza del paese. Cosa c'e' di piu' assurdo di un organo d'informazione pubblico che fa propaganda in un paese civile e democratico. Quest'analisi di North mettete perfettamente a nudo questa tragica contraddizione

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  2. Grazie per la traduzione di un altro memorabile pezzo di Gary North, affascinante economista, saggista e scrittore. Una mente lucida, unita all'innata capacità di essere deciso e tagliente nei suoi approfondimenti. Un pozzo di sapienza e, vista l'età e l'esperienza, soprattuto di saggezza, dal valore unico e inestimabile.

    Meraviglioso: "Oggi e così, domani chissà"! Alla faccia degli ingegneri sociali.

    Grazie ancora, a rileggersi presto.

    Antonio P.

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