mercoledì 16 novembre 2022

Le conseguenze macroeconomiche dei lockdown

 

 

di David Stockman

Negli ultimi tre anni Washington ha commesso tre errori catastrofici:

• I draconiani lockdown in risposta al Covid;

• Il folle baccanale da $11.000 miliardi in stimoli monetari e fiscali progettati per contrastare le interruzioni dal lato dell'offerta;

• L'insensata guerra delle sanzioni contro la Russia, la quale ha fatto esplodere i mercati globali delle materie prime.

Le conseguenti dislocazioni economiche e finanziarie, sia mondiali che interne, sono senza precedenti e non avrebbero potuto verificarsi in un contesto peggiore. Gli eccessi fiscali e monetari prima del febbraio 2020 erano già destinati a generare un'era di resa dei conti. Prendiamo in considerazione il corso della politica fiscale e monetaria nel 2003-2019. Durante tal periodo di 17 anni, la quota del debito pubblico in rapporto al PIL è salita dal 62% al 111%, e il bilancio della FED è esploso da $725 miliardi a $4.200 miliardi. Quest'ultimo ha visto un ritmo di crescita dell'11,0% annuo, quasi tre volte il ritmo di crescita del 4,0% del PIL nominale.

In una parola, i policymaker di Washington si sono dati alla pazza gioia per la maggior parte di suddetto periodo. Era solo questione di tempo prima che un'inevitabile inversione verso la moderazione facesse crollare la presunta prosperità di Wall Street e Main Street.

Debito pubblico in % del PIL e bilancio della FED, 2003-2019

I libri di storia daranno sicuramente la colpa a Trump per aver acceso la bomba a orologeria finanziaria sopra raffigurata. Sulla base dei fatti ora noti e delle prove disponibili allora, i lockdown ordinati da Trump il 16 marzo 2020 sono stati uno degli atti più distruttivi nella storia moderna.

Il motivo è semplice: il Covid è stato, nel migliore dei casi, una super influenza nemmeno lontanamente all'altezza di una minaccia esistenziale in stile Peste Nera e quindi non giustificava alcun intervento straordinario di "salute pubblica". Il sistema sanitario americano era più che attrezzato per gestire gli elevati carichi di casi tra gli anziani e chi aveva comorbilità.

Infatti l'IFR (tasso di mortalità per infezione) per la popolazione sotto i 70 anni si è rivelato così basso da rendere i brutali lockdown a crimini contro l'umanità.

Uno studio approfondito del professor Ioannidis e colleghi su 31 studi nazionali sulla sieroprevalenza nell'era pre-vaccinazione, ad esempio, mostra che il tasso medio di mortalità per infezione da COVID-19 è stato stimato allo 0,035% per le persone di età compresa tra 0 e 59 anni e 0,095% per quelli di età compresa tra 0 e 69 anni. Quindi stiamo parlando di una porzione della popolazione infinitesimale che soccombe alla malattia.

Un'ulteriore ripartizione per fascia di età ha rilevato che l'IFR medio era:

• 0,0003% per la fascia d'età 0-19 anni;

• 0,003% per la fascia d'età 20-29 anni;

• 0,011% per la fascia d'età 30-39 anni;

• 0,035% per la fascia d'età 40-49 anni;

• 0,129% per la fascia d'età 50-59 anni;

• 0,501% per la fascia d'età 60-69 anni.

Non c'è proprio niente da fare. I lockdown hanno avuto un impatto sui mezzi di sussistenza e sulla vita sociale principalmente su coloro in età lavorativa e sui giovani, come illustrato di seguito, ma non sarebbe dovuto esistere, neanche tra un milione di anni, un tale intervento dello stato sulle loro libertà di condurre la vita economica e sociale come ritenevano opportuno.

Né i fanatici del virus e Fauci possono essere assolti sulla base del fatto che questi fatti sul Covid non erano completamente noti all'inizio del marzo 2020. Al contrario, i risultati di un caso di studio che coinvolgeva i 3.711 passeggeri e l'equipaggio della famosa nave da crociera Diamond Princess, erano pienamente conosciuti all'epoca ed erano più che sufficienti per reprimere l'isteria del lockdown.

Durante la fine di gennaio e febbraio il virus si era diffuso rapidamente tra la popolazione ristretta della nave da crociera, provocando la positività di quasi il 20% di coloro a bordo, circa la metà dei quali era sintomatica. Inoltre la popolazione era composta da anziani, come avviene normalmente sulle navi da crociera, con 2.165 persone, ovvero il 58%, sopra i 60 anni e 1.242 persone, o il 33%, sopra i 70 anni.

Quindi se c'era un campione di popolazione vulnerabile era decisamente quella.

Ma il conteggio della mortalità della Diamond Princess al 13 marzo 2020 era solo di nove unità e alla fine di 13, il che significa che il tasso di sopravvivenza della popolazione della nave è stato del 99,8%. Inoltre i nove decessi si erano verificati tra la popolazione di 70+ anni, portando il tasso di sopravvivenza tra la sottopopolazione più vulnerabile al 99,3%.

E, naturalmente, per le 2.469 persone sotto i 70 anni su quella nave, il tasso di sopravvivenza era, beh , del 100%

Proprio così. Donald Trump e il suo genero, Jared Kushner, sapevano o avrebbero dovuto sapere che il tasso di sopravvivenza della popolazione sotto i 70 anni sulla Diamond Princess era del 100% e che non c'era nessuna grave emergenza pubblica.

In quelle condizioni, chiunque avesse avuro anche una lieve familiarità con i principi della libertà costituzionale e i requisiti del libero mercato avrebbe mandato a casa il dottor Fauci, la dottoressa Birx e il resto degli accaparratori di potere al loro seguito.

Peccato non sia andata così. Il conseguente e inutile disastro economico è quasi indicibile. Ecco quattro misure che mostrano che il crollo istantaneo dell'attività economica innescato dai lockdown è stato semplicemente fuori scala rispetto a qualsiasi cosa vista in precedenza.

Durante il secondo trimestre del 2020, ad esempio, il PIL reale è crollato del 35% annuo, facendo impallidire i cali durante le precedenti 11 recessioni del dopoguerra (barre grigie).

Variazione annua del PIL reale, dal 1947 al 2022

Allo stesso modo, il calo dell'occupazione nel secondo trimestre è stato qualcosa di completamente nuovo. Nell'aprile 2020 l'economia statunitense perse 20,5 milioni di posti di lavoro, una cifra 28 volte superiore alla peggiore perdita di posti di lavoro nel febbraio 2009 (-747.000).

Variazione mensile dei salari non agricoli, 1939-2022

Anche la produzione industriale (linea nera), che non ha subito un impatto così pesante come il settore del tempo libero/ospitalità e altri settori nei servizi, è calata del 13%, ovvero quasi 4 volte in più rispetto al mese peggiore della Grande Recessione.

Allo stesso tempo, le buste paga al punto zero dei lockdown – ristoranti, bar, hotel e resort (linea viola) – sono crollate del 46% nell'aprile 2020, o di 50 volte in più rispetto a qualsiasi calo mensile precedente.

Variazione mensile delle buste paga nella produzione industriale e nel tempo libero/ospitalità, 1950-2022

Definire quanto sopra uno "shock dal lato dell'offerta" non è una descrizione adeguata. Donald Trump ha letteralmente decimato il lato produttivo dell'economia statunitense perché non aveva il coraggio, la conoscenza e i principi politici necessari per respingere l'attacco statalista di Fauci all'economia americana.

Ma quello che è successo dopo è stato in realtà peggio. I politici in preda al panico a Capitol Hill e gli stampatori folli di denaro della FED hanno aperto le chiuse dello stimolo come mai prima d'ora. Il disastro risultante sta ora presentando il conto, con Joe Biden che è il classico tizio che rimane col cerino in mano. E a ragion veduta anche, dato l'ulteriore danno causato dalla sua guerra per procura davvero idiota contro la Russia e dalla Guerra delle Sanzioni al sistema commerciale mondiale.

Inutile dire che il calo del 35% annuo del PIL reale durante il secondo trimestre del 2020 non è stato causato da una "domanda aggregata" che si è esaurita improvvisamente. Infatti non c'era nulla in questo crollo senza precedenti dell'attività economica che fosse lontanamente correlato ai modelli keynesiani prevalenti guidati dalla domanda.

Al contrario, la contrazione è stata tutta dal lato dell'offerta; colpita direttamente non da consumatori e spendaccioni riluttanti, ma dai fanatici del virus che stavano chiudendo ristoranti, bar, palestre, cinema, centri commerciali e innumerevoli altre attività.

A dire il vero, licenziare 20,5 milioni di lavoratori in un solo mese (aprile 2020), ad esempio, fa diminuire il potere d'acquisto delle famiglie, ma è stato anche un momento in cui la Legge di Say ha ottenuto quanto le è dovuto: la diminuzione dell'offerta stava riducendo la domanda.

Infatti la perdita derivata della "domanda aggregata" nell'aprile 2020 e nei mesi immediatamente successivi stava tracciando la precedente perdita di produzione e reddito. Di conseguenza la soluzione keynesiana, ovvero ricostituire la domanda perduta con la generosità del welfare state, andava solo a ridurre le scorte esistenti, ad attirare più importazioni da economie estere meno limitate dall'offerta e infine a gonfiare il prezzo delle forniture esistenti, sia in aptria che all'estero.

Infatti questo è esattamente ciò che è accaduto in un processo di ulteriore e drastica distorsione economica rispetto a tutta la storia precedente. Nel caso delle scorte nella vendita al dettaglio, la "domanda" alimentata dallo stimolo fiscale ha letteralmente risucchiato le scorte di magazzino. Il rapporto con le vendite è precipitato a un minimo inaudito di 1,09 mesi a maggio 2021.

Rapporto inventari al dettaglio/vendite, 1992-2021

Allo stesso modo, i volumi delle importazioni sono esplosi come mai prima. Tra il livello pre-Covid di $203 miliardi a gennaio 2020, le importazioni di beni sono salite del 46%, a 297 miliardi al mese. Stiamo parlando di un aumento annuo di $1.100 miliardi!

Cina, Corea del Sud, Vietnam e Messico sono senza dubbio grati: l'unica pompa azionata dallo stimolo fiscale di Washington si trovava principalmente nelle economie straniere. Nel frattempo l'economia statunitense ha avuto difficoltà per tutto questo periodo, perché i lockdown e i timori generati dai fanatici del virus hanno ridotto drasticamente il lato dell'offerta dell'economia statunitense.

La domanda keynesiana non c'entrava niente!

Importazioni mensili di merci negli Stati Uniti, 2012-2021

Infatti la sorprendente irruzione della domanda di beni durevoli non lascia dubbi su quanto fossero sbagliati i giganteschi stimoli fiscali. Dal momento che i soldi non potevano essere spesi facilmente per la normale lista di servizi, le famiglie si sono riversate su beni che potevano essere consegnati alla loro porta di casa da Amazon.

Quando lo stimolo fiscale ha raggiunto il picco nell'aprile 2021, le spese per consumi personali erano aumentate di uno sbalorditivo 79% rispetto all'anno precedente. L'aberrazione risultante nel flusso dell'attività economica è evidente nel grafico qui sotto.

Variazione annua delle spese per consumi personali in beni durevoli, 2007-2021

Alla fine le catene di approvvigionamento estere si sono piegate sotto il peso della domanda artificiale di beni stimolata da Washington e dai policymaker europei, una dislocazione che è stata poi aggravata quando la loro sfrenata guerra delle sanzioni contro la Russia ha fatto salire alle stelle anche i prezzi del petrolio, del grano e di altre materie prime .

Come mostrato meglio dall'indicatore anticipatore dei prezzi PPI per i beni lavorati intermedi, l'inflazione stava crescendo nelle supply chain già a settembre 2020, quando il tasso di variazione annuo si è attestato al 5,6%. A dicembre 2020 quella cifra era salita al 17,0% e poi è partita per la tangente: i prezzi all'ingrosso dei prodotti trasformati sono aumentati a un ritmo annuo del 43% a marzo 2021.

L'IPC a valle ha iniziato ad accelerare nel marzo 2021, ma a quel punto il dado era tratto. Lo sciocco tentativo di Washington di stimolare la “domanda” in un'economia che veniva drasticamente incapacitata dal lato dell'offerta, aveva già innescato il più potente ciclo inflazionistico degli ultimi 40 anni.

A marzo 2021, al culmine della linea marrone qui sotto, Washington era ancora in piena modalità stimolo fiscale. L'American Rescue Act da $2.000 miliardi stava iniettando un altro giro di stimolo fiscale, anche se la FED perseverava nell'acquisto di $120 miliardi al mese di debito pubblico e debito delle imprese parastatali.

Tasso di variazione annuo, PPI per merci trasformate intermedie, da settembre 2020 a maggio 2021

Ecco il tasso annuo dei pagamenti statali tramite il welfare state negli ultimi due cicli, con quest'ultimo, ancora una volta, fuori scala.

Durante il ciclo della Grande Recessione, l'aumento massimo dei pagamenti tramite il welfare state è stato di +$640 miliardi e del 36% tra dicembre 2007 e maggio 2008 (per maggiore cotnesto, lo stimolo fiscale di Bush dello stesso mese era in realtà più grande dello stimolo di Obama nel febbraio 2009).

Al contrario, sotto l'assoluta frenesia dello stimolo fiscale durante la crisi sanitaria, i pagamenti del welfare state sono aumentati da un ritmo di $3.150 miliardi all'anno nel febbraio 2020 a $8.100 miliardi a marzo 2021.

La matematica è sbalorditiva. Il tasso annuo dello stimolo fiscale è aumentato di $4.900 miliardi durante quel periodo, rappresentando un aumento straordinario del 156% in soli 13 mesi!

C'è da meravigliarsi che l'economia americana sia stata invasa da uno "shock della domanda" di proporzioni bibliche?

Ritmo annuo degli assegni statali, da novembre 2007 a marzo 2021

Un'esplosione di spesa pubblica e indebitamento di questa portata sbalorditiva nel giro di pochi mesi avrebbe causato una gigantesca compressione nei mercati obbligazionari, facendone schizzare i rendimenti in alto. Ma ciò non è accaduto: il rendimento del decennale statunitense (linea viola) è sceso dal già basso 3,15% di ottobre 2018 a un assurdo 0,55% a luglio 2020, ed è rimasto solo all'1,83% fino a febbraio 2022.

Non c'è nessun mistero sul perché. Nello stesso periodo il bilancio della FED (linea nera) è esploso come non mai, passando da $4.100 miliardi a un picco di $8.900 miliardi a febbraio 2022. Vale a dire, l'Eccles Building ha monetizzato una quota enorme della spesa pubblica, in tal modo falsificando drasticamente l'intero mercato del debito pubblico e tutto il debito privato delle famiglie e delle imprese.

C'è da meravigliarsi, quindi, che i fanatici del virus siano stati in grado di calpestare l'economia privata?

Washington "ha risarcito" tutti per il danno risultante scatenando un baccanale di spesa da $6.000 miliardi in meno di 14 mesi, fatta passare senza il minimo dissenso da entrambe le parti del duopolio di Washington perché i tassi d'interesse sul debito pubblico erano precipitati al minimo storico. A sua volta, ciò è stato consentito dalla più sconsiderata ondata di stampa di denaro e monetizzazione del debito nella storia economica registrata.

Nel frattempo il mercato azionario e le relative attività di rischio sono aumentate in media del 60% e di due, tre e dieci volte in alcuni dei settori più caldi. L'America si è ubriacata bevendosi la proposizione "spendere senza produrre", "prendere in prestito senza risparmiare" e "stampare denaro senza alcun limite". Tutto ciò equivaleva a una follia di eccessi finanziari come non era mai stato nemmeno immaginato.

Bilancio della FED e rendimento del decennale statunitense, da ottobre 2018 a febbraio 2022

Il vero problema è che la razionalizzazione di tutto questo eccesso fiscale e monetario – proteggere famiglie e imprese dal crollo dell'attività economica – era essenzialmente falsa. La domanda aggregata perduta non aveva bisogno di essere sostituita con stimoli fiscali o monetari perché c'era stato un precedente e uguale calo della produzione e del reddito aggregati.

L'unico “stimolo” necessario per ripristinare lo status quo dell'economia era quello di mandare ac asa i fanatici del virus. Vale a dire, il bilancio della FED avrebbe potuto rimanere a $4.000 miliardi (meglio ancora avrebbe potuto essere riportato al precedente percorso di contrazione basato sul QT), spingendo verso l'equilibrio la situazione fiscale dopo decenni d'indebitamento sconsiderato .

A dire il vero, i lavoratori a basso salario sono stati i più colpiti perché hanno lavorato nei settori dei servizi demonizzati dai fanatici del virus, il che significa che in questi casi c'era un barlume di "equità" per una sorta di aiuto statale. Ma l'aiuto era già lì sotto forma di ammortizzatori automatici incorporati nel welfare state negli ultimi decenni: indennità di disoccupazione, buoni pasto, ObamaCare, Medicaid e un miscuglio di altri programmi per coloro a basso reddito.

La cosiddetta "rete di sicurezza" era completamente funzionante, avrebbe coperto automaticamente il 90% delle difficoltà per i lockdown e quindi non avrebbe richiesto alcuna legislazione per un salvataggio fiscale, per non parlare dei $6.000 miliardi di spesa che poi sono emersi.

L'unica cosa che mancava: i programmi statali relativi alladisoccupazione generalmente escludono i lavoratori a tempo determinato e part-time, il segmento della forza lavoro che è stato picchiato più duramente. Ma un anno di sostegno a $30.000 per lavoratore (più di quanto guadagnano in media) per circa 5 milioni di lavoratori non coperti dai normali programmi statali relativi alla disoccupazione, sarebbe costato $150 miliardi o solo il 2,5% dell'ondata di spesa che effettivamente è stata approvata.

In ogni caso, l'economia statunitense era una bomba a orologeria finanziaria destinata ad esplodere nel febbraio 2022 quando Joe Biden ha deciso di salvare la "Novorossiya" (Nuova Russia) dai russi, i quali sono intervenuti per proteggere il loro parente dagli attacchi devastanti in corso sul Donbas sin dal colpo di stato del febbraio 2014, quando Washington ha facilitato l'insediamento a Kiev di un governo anti-russo.

La conseguente Guerra delle Sanzioni, alimentata da Washington, contro il più grande produttore di materie prime del pianeta Terra è stato l'innesco della calamità ora in corso.

I tre grandi errori di Washington hanno sconvolto il mondo. Un'economia caricata con $92.000 miliardi tra debito pubblico e privato era, è e rimarrà un incidente catastrofico assicurato.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Nessun commento:

Posta un commento