martedì 22 novembre 2022

Inflazione, inflazione di massa e iperinflazione

 

 

di Thorsten Polleit

La parola "inflazione" è sentita e letta ovunque in questi giorni.

Tuttavia, poiché persone diverse a volte hanno una comprensione molto diversa dei fenomeni, ecco una definizione: “L'inflazione dei prezzi è l'aumento sostenuto dei prezzi delle merci in generale”.

Questa definizione indica che l'aumento dei prezzi dei beni non è solo una tantum, ma permanente; e che non salgano solo i prezzi di alcuni beni, ma tutti.

Come nasce l'inflazione? Gli economisti hanno due spiegazioni: la prima è la spiegazione "non monetaria", ovvero il forte aumento dei prezzi dell'energia porta all'inflazione dei prezzi (indicata anche come inflazione spinta dai costi), o quando la domanda di beni supera l'offerta, provocando un aumento dei prezzi; la seconda spiegazione è monetaria: “L'inflazione è sempre e comunque un fenomeno monetario”, come affermò l'economista statunitense Milton Friedman.

Ed è vero, perché in un'economia senza soldi non c'è inflazione. Quindi, come si può vedere, l'inflazione ha qualcosa a che fare con il denaro.

Si può dimostrare teoricamente che un aumento dell'offerta di denaro porta ad un aumento dei prezzi dei beni: i prezzi saranno più alti rispetto a una situazione in cui l'offerta di denaro non è stata ampliata.

Esistono prove empiriche che l'aumento nel tempo della quantità di denaro è associato all'aumento dei prezzi dei beni, sia che si tratti di beni di consumo e/o di prezzi di asset come azioni e immobili.

In vista degli attuali sviluppi nel mondo, entrambe le spiegazioni possono essere collegate.

Lo shock dei prezzi dell'energia innescato dalle politiche "green", che ha fatto salire alle stelle i prezzi di molte altre materie prime, combinato con le carenze legate ai lockdown, è stato rinforzato da un enorme eccesso monetario che le banche centrali hanno accumulato negli ultimi anni.

Ed è proprio questo eccesso monetario che sta permettendo allo shock dei prezzi dei beni di tradursi in inflazione dei prezzi, cioè in ulteriori aumenti dei prezzi su tutta la linea.

Da questo punto di vista, è l'eccesso monetario che è responsabile dell'inflazione dei prezzi delle merci. Senza di esso, questo tipo d'inflazione non sarebbe stato possibile; senza di esso, non ci sarebbe un continuo aumento dei prezzi di tutti i beni.

Va quindi sottolineato che quando si parla d'inflazione, ha senso distinguere tra inflazione dei prezzi dei beni e inflazione dell'offerta di denaro. L'inflazione dei prezzi delle merci è il sintomo e l'inflazione dell'offerta di denaro ne è la causa.

Sappiamo che l'inflazione significa una perdita di potere d'acquisto del denaro: quando c'è inflazione, si ottengono sempre meno beni in cambio del proprio denaro. Nell'odierno sistema monetario cartaceo scoperto – il sistema monetario fiat – l'inflazione è cronica, una piaga quotidiana, per così dire.

Il motivo: le banche centrali, che hanno il monopolio sulla produzione di denaro, si sono prefissate l'obiettivo di fornire un'inflazione al 2% annuo. Questo può sembrare un parametro accettabile a prima vista, ma non a una seconda.

Perché così facendo le banche centrali non preservano nel tempo il potere d'acquisto del denaro, lo riducono deliberatamente! Non sono guardiani della valuta, ma suoi distruttori.

Un'inflazione al 2% può sembrare "piccola", ma nel tempo porta a una notevole riduzione del potere d'acquisto del denaro.

Ad esempio, con un tasso d'inflazione al 2% annuo, la perdita di potere d'acquisto del denaro è del 9% dopo cinque anni e del 18% dopo 10 anni.

Un'inflazione al 5% avrà già distrutto il potere d'acquisto del denaro del 22% dopo cinque anni e del 39% dopo dieci anni.

E con un'inflazione al 10%, il 38% del potere d'acquisto viene cancellato dopo cinque anni e il 61% dopo dieci anni.

Cos'è l'inflazione elevata? Ebbene, non esiste una definizione univoca ma ha senso parlare di inflazione di massa quando i prezzi dei beni aumentano del 5, 10 o 15% all'anno.

Si parla d'iperinflazione quando il ritmo di aumento del prezzo dei beni è molto, molto alto e continua a salire nel tempo; potremmo anche dire quando inizia a galoppare.

La maggior parte dei libri di testo di economia moderna afferma che l'iperinflazione si verifica quando i prezzi aumentano del 50% o più al mese. Questa definizione risale al lavoro dell'economista statunitense, Phillip Cagan.

Tuttavia tenete presente che un aumento dei prezzi del 50% al mese implica un tasso d'inflazione annuale di quasi il 12.900%. È spaventosamente alto. Significherebbe, ad esempio, che il prezzo di una tazzina di caffè aumenterebbe da $3 a $390 in un anno.

In considerazione dell'effetto devastante dell'iperinflazione sul potere d'acquisto del denaro in un tempo molto breve, ha senso dal punto di vista economico fissare la soglia molto più in basso e parlare d'iperinflazione già quando c'è un aumento permanente dei prezzi, diciamo, del 3% al mese.

Come si verifica?

Il fenomeno dell'iperinflazione è nato quando è venuto al mondo il denaro cartaceo scoperto, o denaro fiat. L'iperinflazione era ed è indissolubilmente legata al denaro fiat.

Il motivo è che la banca centrale statale può, in poche parole, aumentare la quantità di denaro fiat in qualsiasi momento e di qualsiasi importo.

E questo di solito accade, come mostra dolorosamente la storia, quando lo stato è in guerra o quando è così sovraindebitato da non vedere altro modo per finanziare le sue spese se non quello di far stampare nuova moneta alla sua banca centrale.

L'iperinflazione è solitamente innescata per motivi politici. L'economista Ludwig von Mises lo espresse succintamente quando scrisse nel 1923:

Abbiamo visto che se uno stato non è in grado di negoziare prestiti e non osa imporre tasse aggiuntive per paura che gli effetti finanziari ed economici generali si manifestino troppo presto e in modo troppo chiaro, così da perdere il sostegno politico, ritiene sempre necessario adottare misure inflazionistiche. L'inflazione diventa così uno dei più importanti aiuti psicologici ad una politica economica che cerca di camuffarne gli effetti. In questo senso, può essere descritto come uno strumento di politica anti-democratica. Ingannando l'opinione pubblica, permette di allungare la vita a un sistema di governo che non avrebbe alcuna speranza di ricevere l'approvazione del popolo se gli si spiegasse francamente le condizioni.

Descriverò ora brevemente come l'inflazione si possa trasformare in inflazione di massa e iperinflazione.

Supponiamo che lo stato sia fortemente indebitato e si trovi in ​​difficoltà finanziarie, perché, ad esempio, l'economia è in recessione. Le entrate si stanno prosciugando e c'è un grosso divario nel suo budget. Per chiuderlo, lo stato emette nuove obbligazioni che poi la banca centrale acquista e paga con denaro di nuova creazione.

Lo stato spende questi soldi (in programmi di occupazione, pagamenti tramite welfare state, ecc.) e aumenta la quantità di denaro nelle mani di consumatori e produttori. I destinatari del nuovo denaro lo scambiano quindi con beni, provocando di conseguenza un aumento dei prezzi di quest'ultimi.

Tuttavia le persone sono state letteralmente colte di sorpresa dall'improvviso aumento dell'offerta di denaro e dal conseguente aumento dell'inflazione dei prezzi dei beni: l'inflazione effettiva è più alta di quanto originariamente previsto, cioè più alta dell'inflazione promessa loro dalla banca centrale.

L'inflazione "a sorpresa" ha fatto aumentare il prezzo dei beni più dei salari e delle pensioni, impoverendo la popolazione in generale. I salari e redditi reali, quando aggiustati all'inflazione, calano.

Le persone vedono la truffa e si rendono conto di essere state ingannate dall'inflazione "a sorpresa", di conseguenza adeguano i loro contratti salariali, di affitto e di prestito rinegoziandoli sulla base di aspettative d'inflazione più elevate.

Se in questa situazione lo stato non taglia la sua spesa, ma la aumenta ulteriormente, ad esempio perché i pagamenti tramite il welfare state (sussidi abitativi, sussidi alimentari, ecc.) continuano ad aumentare a causa della maggiore inflazione dei prezzi dei beni, la conseguenza sarà una maggiore espansione dell'offerta di denaro per gentile concessione della banca centrale.

Supponiamo che la banca centrale aumenti ancora l'offerta di denaro (ad esempio, acquistando più titoli di stato), in tal caso le persone saranno nuovamente colpite dall'inflazione "a sorpresa" e il potere d'acquisto del loro denaro sarà eroso ancora di più.

La frode perpetrata della banca centrale prima o poi eroderà la fiducia nella valuta, di conseguenza le persone riducono le proprie disponibilità liquide: iniziamo a domandare sempre più beni in cambio del loro denaro. Questo, a sua volta, amplifica l'aumento generale dei prezzi dei beni e l'aumento dei prezzi dei beni in concomitanza con la diminuzione della domanda di denaro si rafforzano a vicenda.

Non passerà molto tempo prima che sorga l'aspettativa che la banca centrale amplierà l'offerta di denaro a ritmi sempre più rapidi: diciamo, dal 10% quest'anno al 15% l'anno prossimo, poi al 25% l'anno successivo, quindi al 40%, e così via, e che non finisca mai. Alla fine le persone iniziano a scappare, letteralmente, dal denaro.

Si sviluppa un "crack-up boom", dove le persone sono desiderose di scambiare i propri soldi con tutti gli oggetti di valore ancora disponibili (es. azioni, immobili, orologi, metalli preziosi, ecc.). In casi estremi, il potere d'acquisto del denaro fiat crolla, cessa di essere utilizzato come denaro e i risparmiatori subiscono una perdita totale.

Il processo d'iperinflazione può essere fermato? La risposta è: teoricamente sì. La banca centrale deve solo smettere di espandere l'offerta di denaro, ma è proprio questa misura che di solito incontra una feroce resistenza politica, soprattutto quando l'inflazione elevata è già stata avviata.

La gente teme soprattutto la bancarotta nazionale, la crisi economica/sociale e il caos che ne deriverebbe. I consigli delle banche centrali, nominati dallo stato, considerano loro dovere non lasciare che lo stato fallisca in caso di emergenza, anche se ciò distruggerà il valore del denaro.

Negli stati altamente indebitati e burocraticamente ipertrofici, il pericolo d'iperinflazione è particolarmente grande, perché moltissime persone dipendono dalle sovvenzioni statali e preferiscono, almeno inizialmente, che lo stato rimanga liquido, anche se ciò significa un aumento dell'inflazione.

Ad un certo punto, tuttavia, i costi economici dell'iperinflazione diventeranno insopportabili. In questo senso l'iperinflazione non può durare per sempre: o finisce con l'arresto di ogni ulteriore aumento dell'offerta di denaro, consentendo a una crisi di ripulire l'ambiente economico come accadde in Austria all'inizio del 1923, oppure finisce con la completa distruzione del potere d'acquisto del denaro e la sostituzione della valuta distrutta con una nuova come parte di una riforma monetaria (come nella Repubblica di Weimar, quando nel nomvebre del 1923 il marco tedesco fu sostituito dal rentenmark). Oppure togliendo letteralmente molti zeri dalle banconote – come accadde in Turchia nel 2005, ad esempio, quando furono eliminati sei zeri dalle banconote e i conti bancari furono aggiustati di conseguenza (ad esempio, un milione di lire turche divenne una lira turca).

Ora vi starete chiedendo: l'iperinflazione è imminente?

Non si può trascurare che l'inflazione si è già trasformata in inflazione di massa. A luglio 2022 i prezzi dei beni di consumo statunitensi sono saliti dell'8,5% rispetto all'anno precedente e di un bel 9% nell'area Euro ad agosto. I prezzi alla produzione tedeschi sono saliti di un bel 37% nell'agosto 2022.

Ciò è diventato possibile principalmente perché, come ho detto prima, le banche centrali hanno creato un enorme eccesso monetario. Negli Stati Uniti è stimato al 15% e nell'area Euro è di una grandezza simile.

Come regola generale, ciò significa che i prezzi dei beni continueranno ad aumentare all'incirca a questo ritmo, nel senso che i prezzi dei beni saliranno del 15% in totale, o di circa il 7% all'anno nei prossimi due anni.

L'aumento dell'offerta di denaro in passato e il conseguente eccesso monetario culminano in un'inflazione elevata (che è già abbastanza grave), ma non ancora nell'iperinflazione.

Non c'è alcun motivo per pensarla diversamente, perché le politiche delle banche centrali negli ultimi anni hanno reso inequivocabilmente chiaro che stampare nuova moneta è visto come il male minore in tempi di difficoltà.

E questo è inequivocabilmente l'atteggiamento dell'inflazionismo, il quale promuove ovviamente politiche inflazionistiche.

L'inflazionismo diventa dilagante in un momento in cui le principali economie del mondo sono fortemente indebitate, dopo decenni di sconsiderata espansione del denaro fiat.

Le imminenti difficoltà e le tentazioni politiche possono fin troppo facilmente innescare un'inflazione sempre più incontrollata, che, a un certo punto, potrebbe diventare politicamente incontrollabile e alla fine trasformarsi in iperinflazione.

Guardandola in questo modo, si può dire che l'inflazione elevata è qui per restare. L'iperinflazione potrebbe non essere ancora alle nostre porte, ma si sta avvicinando ogni giorno – se la mentalità attualmente prevalente sulle questioni economiche e sociopolitiche non cambierà e presto, l'iperinflazione verrà a bussare – e alla fine sfonderà la porta.

Mentre è impossibile dire quando ciò potrebbe accadere, il verificarsi di un'iperinflazione nel sistema monetario fiat è molto probabile; anzi, temo sia quasi inevitabile.

Il mio consiglio è di non fidarsi delle valute fiat. Il loro potere d'acquisto sarà drasticamente svalutato, alcune addirittura lo perderanno completamente.

Tenete meno soldi possibile. È meglio riassegnare le somme di denaro non necessarie per i pagamenti correnti in oro/argento (monete e lingotti) e azioni (se non siete esperti, acquistate azioni di un fondo o ETF azionari).

E sì, ci sono altre opzioni d'investimento e anche una maggiore diversificazione del portafoglio può avere senso, ma investire in capitale produttivo (ad esempio, azioni) e detenere metalli preziosi in forma fisica (ad esempio, monete o lingotti) è una strategia d'investimento facile, praticabile e poco costosa per molte persone, la quale le aiuterà, almeno in parte, a sfuggire alle conseguenze dellla distruzione del potere d'acquisto del denaro fiat.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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