venerdì 25 agosto 2023

Alla ricerca del denaro digitale

 

 

di Alex Gladstein

Un giorno d'estate dell'agosto 2008, Adam Back ricevette un'e-mail da Satoshi Nakamoto.

Era la prima volta che Nakamoto contattava qualcuno per un nuovo progetto che l'anonimo programmatore, o gruppo di programmatori, chiamava Bitcoin. L'e-mail descriveva un progetto per quello che un gruppo di sostenitori della privacy noto, come cypherpunk, considerava il Santo Graal: denaro digitale decentralizzato.

A metà degli anni 2000 i crittografi avevano cercato per decenni di creare una forma digitale di denaro con tutte le sue caratteristiche di bene al portatore e le garanzie di privacy. Con i progressi della crittografia a chiave pubblica negli anni '70 e le firme cieche negli anni '80, il cosiddetto "e-cash" era diventato meno un sogno di fantascienza letto in libri come Snowcrash o Cryptonomicon e più una possibile realtà.

La resistenza alla censura era un obiettivo chiave del denaro digitale e mirava a esserlo per andare oltre la portata di stati e società. Ma i primi progetti soffrivano di un difetto inevitabile: la centralizzazione. Non importava quanta matematica all'avanguardia venisse inserita in questi sistemi, alla fine facevano ancora affidamento su amministratori che potevano bloccare determinati pagamenti o gonfiarne l'offerta.

Alla fine degli anni '90 e all'inizio degli anni 2000 vennero fatti ulteriori progressi, ognuno dei quali rappresentava un passo in avanti fondamentale. Ma prima del 2008, un fastidioso enigma informatico impediva la creazione di un sistema monetario decentralizzato: il problema dei generali bizantini.

Immaginate di essere un comandante militare centinaia di anni fa durante l'Impero Ottomano che cerca d'invadere Bisanzio. Il vostro esercito ha una dozzina di generali, tutti distaccati in luoghi diversi. Come si coordina un attacco a sorpresa alla città in un determinato momento? E se delle spie sfondassero i vostri ranghi e dicessero ad alcuni dei vostri generali di attaccare prima o di resistere? L'intero piano potrebbe andare storto.

La metafora si traduce in informatica: come possono gli individui che non sono fisicamente tra loro raggiungere il consenso senza un coordinatore centrale?

Per decenni questo è stato un grosso ostacolo per una forma di denaro digitale decentralizzata. Se due parti non riuscivano a concordare con precisione lo stato di un libro mastro, gli utenti non potevano sapere quali transazioni erano valide e il sistema non poteva impedire la doppia spesa; di conseguenza tutti i prototipi di e-cash necessitavano di un amministratore.

La soluzione arrivò venerdì 31 ottobre 2008 sotto forma di un misterioso post su un'oscura mailing list, quando Nakamoto condivise un white paper, o concept note, in cui si parlava di Bitcoin. L'oggetto era Bitcoin P2P e-cash paper e l'autore scriveva: “Ho lavorato a un nuovo sistema di denaro digitale completamente peer-to-peer senza terze parti di fiducia”.

L'e-mail di Satoshi Nakamoto in cui annunciava Bitcoin (Fonte)

Per risolvere il problema dei generali bizantini ed emettere denaro digitale senza un coordinatore centrale, Nakamoto propose che il libro mastro venisse mantenuto nelle mani di migliaia d'individui in tutto il mondo. Ogni partecipante avrebbe conservato una copia indipendente, storica e in continuo aggiornamento di tutte le transazioni che Nakamoto originariamente chiamava timechain. Se un partecipante avesse tentato d'imbrogliare ed effettuare una "doppia spesa", tutti gli altri l'avrebbero saputo e rifiutato quella transazione.

Dopo aver sollevato stupore e obiezioni con il white paper, Nakamoto incorporò alcuni feedback finali e, pochi mesi dopo, il 9 gennaio 2009, lanciò la prima versione del software Bitcoin.

Oggi ogni Bitcoin vale più di $29.000 e vanta un totale di transazioni giornaliere superiore al PIL giornaliero della maggior parte dei Paesi del mondo e una capitalizzazione di mercato totale di oltre $1000 miliardi. La creazione di Nakamoto è utilizzata da oltre 100 milioni di persone in quasi tutti i Paesi del mondo ed è stata adottata da Wall Street, Silicon Valley, politici e persino stati-nazione.

Ma all'inizio Nakamoto aveva bisogno di aiuto e la prima persona a cui si rivolse per assistenza fu Adam Back.


I. LA NASCITA DEI CYPHERPUNK

Back era uno dei cypherpunk, studenti d'informatica e sistemi distribuiti negli anni '80 e '90 che volevano preservare i diritti umani come il diritto di associarsi e il diritto di comunicare privatamente nel regno digitale. Questi attivisti sapevano che tecnologie come Internet alla fine avrebbero dato un enorme potere agli stati e credevano che la crittografia potesse essere la migliore difesa per l'individuo.

I cypherpunk originali: Tim May, Eric Hughes e John Gilmore (Fonte)

All'inizio degli anni '90 gli stati si resero conto di essere seduti su un tesoro crescente di dati personali dei loro cittadini. Le informazioni venivano spesso raccolte per motivi innocui: ad esempio, il vostro provider di servizi Internet (ISP) potrebbe raccogliere un indirizzo postale e un numero di telefono per scopi di fatturazione, ma poi consegnare queste informazioni identificative insieme alla vostra attività web alle forze dell'ordine senza un mandato.

La raccolta e l'analisi di questo tipo di dati ha generato l'era della sorveglianza digitale e delle intercettazioni, che, due decenni dopo, ha portato all'intricata e incostituzionale guerra al terrorismo, trapelata al pubblico grazie all'informatore della NSA Edward Snowden .

Nel suo libro del 1983, The Rise Of The Computer State, il giornalista del New York Times David Burnham scrisse che l'automazione computerizzata avrebbe portato a un livello di sorveglianza senza precedenti. Scrisse anche che, in risposta, i cittadini avrebbero dovuto chiedere protezione legale. I cypherpunk, dall'altra parte, pensavano che la risposta non fosse fare pressioni sullo stato affinché approvasse una politica migliore, ma piuttosto inventare e utilizzare una tecnologia che lo stato non poteva fermare.

I cypherpunk hanno sfruttato la crittografia per innescare il cambiamento sociale. L'idea era semplice: i dissidenti politici di tutto il mondo potevano riunirsi online e lavorare insieme sotto pseudonimo per sfidare il potere statale. La loro chiamata alle armi era: "I cypherpunk scrivono codice informatico".

Un tempo dominio esclusivo delle forze armate e delle agenzie di spionaggio, la crittografia era stata introdotta nel mondo pubblico negli anni '70 grazie ad accademici come Ralph Merkle, Whitfield Diffie e Martin Hellman. Alla Stanford University, nel maggio 1975, questo trio ebbe un momento di eureka: capirono come due persone potessero scambiare messaggi privati online senza doversi fidare di una terza parte.

Un anno dopo Diffie e Hellman pubblicarono, New Directions In Cryptography, un'opera fondamentale che delineava questo sistema di messaggistica privato e che sarebbe diventato la chiave per sconfiggere la sorveglianza. Il documento descriveva come i cittadini potessero crittografare e inviare messaggi digitali senza timore di stati o aziende ficcanaso:

In un sistema crittografico a chiave pubblica, la cifratura e la decifrazione sono governate da chiavi distinte, E e D, in modo tale che il calcolo di D da E sia computazionalmente irrealizzabile (ad esempio, richiedendo 10100 istruzioni). La chiave di cifratura E può essere divulgata [in una directory] senza compromettere la chiave di decifrazione D. Ciò consente a qualsiasi utente del sistema d'inviare un messaggio cifrato a qualsiasi altro utente in modo tale che solo il destinatario previsto sia in grado di decifrarlo.

In termini semplici, Alice può avere una chiave pubblica che pubblica online. Se Bob desidera inviare un messaggio privato ad Alice, può cercare la sua chiave pubblica e utilizzarla per crittografare il messaggio. Solo lei può decifrare il messaggio e leggere il testo. Se una terza parte, Carol, non ha la chiave privata (es. password) del messaggio, non può leggerne il contenuto. Questa semplice innovazione ha cambiato l'intero equilibrio del potere informativo degli individui rispetto agli stati.

Quando il documento di Diffie e Hellman fu pubblicato, il governo degli Stati Uniti, attraverso la NSA, cercò d'impedirne la diffusione, avvertendoli della potenziale illegalità cui si stavano esponendo. Ma dopo che gli attivisti ne stamparono copie cartacee e le distribuirono in tutto il Paese, i federali fecero marcia indietro.

Nel 1977 Diffie, Hellman e Merkle avrebbero depositato il brevetto statunitense numero 4200770 per la "crittografia a chiave pubblica", un'invenzione che ha gettato le basi per strumenti di posta elettronica e messaggistica come Pretty Good Privacy (PGP) e l'odierna app mobile Signal.

Fu la fine del controllo dello stato sulla crittografia e l'inizio della rivoluzione cypherpunk.


II. “THE LIST”

La parola "cypherpunk" non è apparsa nell'Oxford English Dictionary fino al 2006, ma la comunità iniziò a riunirsi molto prima.

Nel 1992, un anno dopo il rilascio pubblico del world wide web, il primo dipendente di Sun Microsystems, John Gilmore, l'attivista per la privacy Eric Hughes e l'ex-ingegnere Intel, Timothy May, iniziarono a incontrarsi a San Francisco per discutere di come la crittografia potesse essere utilizzata per preservare la libertà. Nello stesso anno inaugurarono la Cypherpunks Mailing List (o "The List" in breve), dove sarebbero state sviluppate le idee alla base di Bitcoin e infine pubblicate da Nakamoto 16 anni dopo.

L'e-mail di Eric Hughes che annuncia The List (Fonte)

Su "The List" i cypherpunk come May scrivevano di come le monarchie nel tardo Medioevo furono sconvolte dall'invenzione della stampa, la quale democratizzò l'accesso alle informazioni. Discutevano di come la creazione di un Internet aperto e della crittografia potesse democratizzare la tecnologia della privacy e interrompere la tendenza apparentemente inevitabile verso uno stato di sorveglianza globale.

Come molti cypherpunk, l'istruzione universitaria di Back era in informatica, ma, casualmente, studiò prima economia tra i 16 e i 18 anni e successivamente aggiunse un dottorato di ricerca nei sistemi distribuiti. Se qualcuno è stato adeguatamente istruito per diventare un giorno uno scienziato di Bitcoin, quello è stato Back.

Mentre studiava informatica a Londra nei primi anni '90, apprese che uno dei suoi amici stava lavorando per velocizzare i computer in modo da eseguire tecniche di crittografia più veloci. Tramite il suo amico, Back venne a conoscenza della crittografia a chiave pubblica inventata 15 anni prima da Diffie e Hellman.

Back pensava che si trattasse di un cambiamento storico nel rapporto tra stati e individui: i cittadini avrebbero potuto comunicare elettronicamente in un modo che nessuno stato potesse decifrare i loro messaggi. Decise di saperne di più e la sua curiosità alla fine lo portò su "The List".

Durante la metà degli anni '90 Back era un assiduo partecipante a "The List", che al suo apice era popolato da dozzine di nuovi messaggi ogni giorno. Back a volte era il contributore più attivo, dipendente dalle conversazioni all'avanguardia dell'epoca.

Rimase colpito dal modo in cui i cypherpunk volevano cambiare la società utilizzando il codice informatico e quindi creare pacificamente sistemi che non potessero essere fermati. Nel 1993 Hughes scrisse il saggio breve del movimento: A Cypherpunk's Manifesto.

La privacy è necessaria per una società aperta nell'era elettronica. La privacy non è segretezza. Una questione privata è qualcosa che non si vuole che il mondo intero sappia, ma una questione segreta è qualcosa che non si vuole che nessuno sappia. La privacy è il potere di rivelarsi selettivamente al mondo [...].

[...] Non possiamo aspettarci che stati, corporazioni o altre grandi organizzazioni anonime ci garantiscano la privacy per loro beneficenza. Dobbiamo difendere la nostra privacy se ci aspettiamo di averne. Dobbiamo unirci e creare sistemi che consentano transazioni anonime. Le persone hanno difeso la propria privacy per secoli con sussurri, oscurità, buste chiuse, porte chiuse, strette di mano segrete e corrieri. Le tecnologie del passato non consentivano una forte privacy, ma le tecnologie elettroniche sì.

Noi Cypherpunk ci dedichiamo alla costruzione di sistemi anonimi. Difendiamo la nostra privacy con la crittografia, con i sistemi di inoltro anonimi, con le firme digitali e con la moneta elettronica.

I cypherpunk scrivono codice informatico. Sappiamo che qualcuno deve scrivere software per difendere la privacy e poiché non possiamo ottenerla a meno che non lo facciamo tutti, lo scriveremo [...]. Il nostro codice informatico è gratuito per tutti, in tutto il mondo. Non ci interessa molto se non approvate il software che scriviamo. Sappiamo che non può essere distrutto e che un sistema ampiamente distribuito non può essere chiuso.

Questo tipo di pensiero, pensava Back, era ciò che avrebbe cambiato nell'effettivo la società. Certo, si poteva ancora fare pressione politica o votare, ma in questo modo la società sarebbe cambiata lentamente, restando sempre un passo indietro rispetto alla linea di politica dello stato.

L'altro modo, la strategia preferita di Back, era un cambiamento audace e senza autorizzazioni attraverso l'invenzione di nuove tecnologie. Se si voleva un cambiamento, pensava, bisognava realizzarlo.


III. LE “CRYPTO WAR”

I nemici originali dei cypherpunk erano gli stati che cercavano d'impedire ai cittadini di utilizzare la crittografia. Back e i suoi amici pensavano che la privacy fosse un diritto umano; dall'altra parte gli stati-nazione erano pietrificati dal fatto che i cittadini potessero creare codice informatico con cui sfuggire alla supervisione e al controllo.

Le autorità raddoppiarrono gli sforzi sui vecchi standard militari, i quali classificavano la crittografia come munizioni insieme a jet da combattimento e portaerei, e cercarono di vietare l'esportazione di software crittografico per ucciderne l'uso a livello mondiale. L'obiettivo era spaventare le persone qualora avessero usato la tecnologia della privacy. Il conflitto divenne noto come "Crypto War" e Back era un soldato in prima linea.

Back sapeva che gli effetti generali di un tale divieto avrebbero portato molte persone negli Stati Uniti a trasferirsi all'estero e costringere grandi quantità d'informazioni sensibili a rimanere non crittografate. L'amministrazione Clinton non guardava avanti, ma solo a ciò che le stava di fronte e il suo più grande obiettivo era uno scienziato informatico di nome Phil Zimmerman, il quale nel 1991 aveva rilasciato il primo sistema di messaggistica segreto a livello di consumatore, chiamato Pretty Good Privacy, o "PGP" abbreviato.

PGP era un modo semplice affinché due persone potessero comunicare privatamente utilizzando i PC e il nuovo world wide web. Prometteva di democratizzare la crittografia a milioni di persone e di porre fine al controllo decennale dello stato sulla messaggistica privata.

Come volto del progetto, Zimmerman fu attaccato da aziende e stati. Nel 1977 tre scienziati del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di nome Rivest, Shamir e Adelman, implementarono le idee di Diffie e Hellman in un algoritmo chiamato RSA. Il MIT successivamente rilasciò una licenza per il brevetto a un uomo d'affari di nome Jim Bidzos e alla sua azienda, RSA Data Security.

I cypherpunk erano a disagio con un toolkit talmente importante controllato da una singola entità, con un singolo punto di errore, ma per tutti gli anni '80, le licenze e la paura di essere citati in giudizio avevano impedito il rilascio di nuovi programmi basati sul codice informatico.

In un primo momento Zimmerman chiese a Bidzos una licenza gratuita per il software, ma gli venne negata. In segno di sfida Zimmerman rilasciò PGP come "guerilla freeware", diffondendolo attraverso floppy disk e bache virtuali su Internet. Un giovane cypherpunk di nome Hal Finney, che in seguito avrebbe svolto un ruolo importante nella storia di Bitcoin, si unì a Zimmerman, contribuendo a portare avanti il progetto. Un lungo articolo su WIRED del 1994 accolse la sfacciata uscita di PGP da parte di Zimmerman come un “attacco preventivo contro un futuro orwelliano”.

Bidzos definì Zimmerman un ladro e organizzò una campagna per fermare la diffusione di PGP. Zimmerman alla fine ottenne l'aiuto di Christopher Allen e del suo team di Consensus Development per pubblicare una nuova versione di PGP, la quale sfruttava il codice che Bidzos aveva rilasciato gratuitamente, disinnescando la minaccia aziendale.

Ma alla fine il governo federale decise di indagare su Zimmerman per aver esportato "munizioni" ai sensi dell'Arms Control Export Act. In sua difesa Zimmerman sostenne che stava semplicemente attuando i suoi diritti di libertà di parola del Primo Emendamento condividendo codice open source.

A quel tempo l'amministrazione Clinton sosteneva che gli americani non avessero il diritto di crittografare e spinse affinché la legislazione costringesse le aziende a installare backdoor ("chip clipper") nelle loro apparecchiature in modo che lo stato potesse avere una "porta sul retro sempre aperta" nei confronti di qualsiasi messaggio crittografato. Guidati da funzionari della Casa Bianca e membri del Congresso come Joe Biden, suddetta amministrazione sostenne che la crittografia avrebbe dato potere a criminali, pedofili e terroristi.

I cypherpunk si mobilitarono per sostenere Zimmerman, il quale divenne una cause célèbre. Sostenevano che le leggi anti-crittografia erano incompatibili con le tradizioni statunitensi di libertà di parola. Gli attivisti iniziarono a stampare il codice sorgente di PGP nei libri e a spedirli all'estero. Tramite la pubblicazione del codice in forma stampata, Zimmerman e altri teorizzarono di poter aggirare legalmente le restrizioni anti-munizioni. I destinatari avrebbero scannerizzato il codice e lo avrebbero eseguito, tutto per dimostrare il punto: non potete fermarci.

Back scrisse brevi parti di codice sorgente che qualsiasi programmatore avrebbe potuto trasformare in un toolkit per la privacy completamente funzionale. Alcuni attivisti si tatuarono frammenti di questo codice. Back iniziò a vendere magliette con il codice sul davanti e un pezzo della Carta dei diritti degli Stati Uniti con "VOID" stampato sul retro.

La maglietta "crypto" di Adam Back (Fonte)

Gli attivisti infine inviarono un libro contenente il controverso codice all'Office of Munitions Control del governo degli Stati Uniti, chiedendo se potesse condividerlo all'estero. Non ebbero mai risposta. I cypherpunk immaginavano che la Casa Bianca non avrebbe mai vietato i libri e, alla fine, avevano ragione.

Nel 1996 il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ritirò le accuse contro Zimmerman. La pressione a costringere le aziende a utilizzare i "clipper chips" diminuì e i giudici federali sostennero che la crittografia era un diritto protetto dal Primo Emendamento. Gli standard anti-crittografia vennero ribaltati e la messaggistica crittografata divenne una parte fondamentale del Web aperto e dell'e-commerce. PGP divenne “il software di crittografia per posta elettronica più utilizzato al mondo”.

Oggi aziende e app che vanno da Amazon a WhatsApp e a Facebook si affidano alla crittografia per proteggere pagamenti e messaggi. Miliardi di persone ne beneficiano e il codice informatico ha cambiato il mondo.

Back è modesto e ha detto che è difficile dire se il suo attivismo in particolare abbia fatto la differenza, ma di certo la lotta che i cypherpunk hanno organizzato è stata una delle ragioni principali per cui il governo degli Stati Uniti ha perso le "Crypto War". Le autorità hanno cercato di fermare il codice informatico e non ci sono riuscite.

Questa realizzazione si sarebbe profilata nella mente di Back 15 anni dopo, nell'estate del 2008, mentre elaborava la prima e-mail di Nakamoto.


IV. DA DIGICASH A BIT GOLD

Come disse lo storico dell'informatica, Steven Levy, nel 1993: lo strumento crittografico definitivo sarebbe il "denaro digitale anonimo". Infatti dopo aver vinto la battaglia per le comunicazioni private, la sfida successiva per i cypherpunk è stata quella di creare una forma di denaro digitale.

Alcuni cypherpunk erano cripto-anarchici, profondamente scettici nei confronti dello stato. Altri credevano che fosse possibile riformare le democrazie per preservare i diritti individuali. Non importa da che parte si schierassero, molti consideravano il denaro digitale il Santo Graal del movimento cypherpunk.

Negli anni '80 e '90 vennero compiuti passi importanti nella giusta direzione, sia dal punto di vista culturale che tecnico. Da un punto di vista culturale, autori di fantascienza come Neal Stephenson catturarono l'immaginazione degli scienziati informatici di tutto il mondo con rappresentazioni di società future — dove il denaro era sparito — e diversi tipi di monete elettroniche digitali erano diventate la valuta quotidiana. In un momento in cui le carte di credito e i pagamenti digitali erano già in crescita, c'era una nostalgia per la privacy implicita nell'effettuare un pagamento in contanti, dove il commerciante non conosce, memorizza o vende alcuna informazione sul cliente.

Sul fronte tecnico uno studioso di crittografia dell'Università della California, Berkeley, di nome David Chaum, prese l'idea della crittografia a chiave pubblica e iniziò ad applicarla al denaro.

L'inventore di eCash David Chaum (Fonte)

All'inizio degli anni '80, Chaum inventò le cosiddette firme cieche, un'innovazione cruciale nell'evoluzione della capacità di provare la proprietà di un dato senza rivelarne la provenienza. Nel 1985 pubblicò Security Without Identification: Transaction Systems To Make Big Brother Obsolete, un documento preveggente che esplorava come la crescita dello stato di sorveglianza potesse essere rallentata attraverso pagamenti digitali privati.

Pochi anni dopo, nel 1989, Chaum e i suoi amici si trasferirono ad Amsterdam, applicarono la teoria alla pratica e lanciarono DigiCash. La società mirava a consentire agli utenti di convertire valute e dollari europei in token di denaro digitale. I crediti bancari potevano essere trasformati in "eCash" e inviati ad amici al di fuori del sistema bancario. Si poteva conservare la nuova valuta sul proprio PC, ad esempio, o incassarla in denaro fisico. La forte crittografia del software rese impossibile per le autorità tracciare il flusso di denaro.

In un articolo del 1994 su DigiCash al suo massimo splendore, Chaum affermò che l'obiettivo era quello di “catapultare il nostro sistema monetario nel XXI secolo [...], mandando in frantumi le previsioni orwelliane di una distopia da Grande Fratello e sostituendole con un mondo in cui la facilità delle transazioni elettroniche si combina con l'eleganza dell'anonimato del pagamento in contanti”.

Back ha detto che i cypherpunk come lui erano inizialmente entusiasti di eCash. Impediva agli osservatori esterni di sapere chi aveva inviato quanto a chi; e i token assomigliavano a denaro contante tanto quanto erano strumenti al portatore controllati dagli utenti.

La filosofia personale di Chaum risuonava anche con i cypherpunk. Nel 1992 scrisse che l'umanità era a un punto di svolta, dove “in una direzione si trova un esame e un controllo senza precedenti della vita delle persone; nell'altro garantire la parità tra individui e organizzazioni. La forma della società nel prossimo secolo può dipendere da quale approccio predominerà”.

DigiCash, tuttavia, non riuscì a ottenere il giusto finanziamento e più tardi in quel decennio andò in bancarotta. Per Back e altri questa rappresentò una grande lezione: il denaro digitale doveva essere decentralizzato, senza un singolo punto di errore.

Back aveva personalmente fatto di tutto per preservare la privacy nella società. Una volta gestiva un servizio di "mixmaster" per aiutare le persone a mantenere private le proprie comunicazioni. Accettava la posta in arrivo e la inoltrava in un modo non rintracciabile. Per rendere difficile capire che stava gestendo il servizio, Back noleggiò un server da un amico in Svizzera e per pagarlo, da Londra, avrebbe spedito contanti fisici. Alla fine la polizia federale svizzera si presentò nell'ufficio del suo amico e il giorno dopo Back spense il suo "mixer". Ma il sogno del denaro digitale continuava a ronzare nella sua testa.

La moneta digitale centralizzata era un fallimento a livello operativo: rientrare nell'ambito della normativa statale o andare in bancarotta, à la DigiCash. Ma la sua più grande vulnerabilità era l'emissione monetaria dettata da una terza parte di fiducia.

Il 28 marzo 1997, dopo anni di riflessione e sperimentazione, Back inventò e annunciò Hashcash, un concetto anti-spam successivamente citato nel white paper di Nakamoto e che si sarebbe rivelato fondamentale per il mining di Bitcoin. Hashcash alla fine avrebbe consentito la "Prova di lavoro" finanziaria: una valuta che necessitava del dispendio di energia affinché si potessero produrre nuove unità monetarie, rendendo così il denaro più solido ed equo.

Storicamente gli stati hanno spesso abusato dei loro monopoli sull'emissione di denaro. Esempi tragici includono l'antica Roma, la Germania di Weimar, l'Ungheria sovietica, i Balcani negli anni '90, lo Zimbabwe di Mugabe e gli 1,3 miliardi di persone che oggi vivono con un'inflazione a doppia, tripla o quadrupla cifra, dal Sudan al Venezuela.

In questo contesto il cypherpunk Robert Hettinga scrisse nel 1998 che denaro digitale adeguatamente decentralizzato avrebbe significato che l'economia non doveva più essere "l'ancella della politica"; non dovevano più essere emesse nuove quantità di nuovo denaro con il clic di un pulsante.

Una vulnerabilità di Hashcash era che se qualcuno cercava di progettare una valuta con il suo meccanismo anti-spam, gli utenti con computer più veloci potevano comunque causare iperinflazione. Un decennio dopo Nakamoto avrebbe risolto questo problema con un'innovazione chiave in Bitcoin chiamata "algoritmo di difficoltà", in cui la rete avrebbe reimpostato la difficoltà del conio delle coin ogni due settimane in base alla quantità totale di energia spesa dagli utenti sulla rete.

Nel 1998 l'ingegnere informatico Wei Dai pubblicò il suo concetto di b-money: era “un sistema di pagamento elettronico anonimo e distribuito” e proponeva uno “schema per un gruppo di pseudoanonimi digitali non rintracciabili affinché si possano a vicenda e per far rispettare i contratti tra di loro senza aiuto esterno”.

Dai venne ispirato dal lavoro di Back con Hashcash, incorporando la Prova di lavoro nei progetti di b-money. Sebbene il sistema fosse limitato, si rivelò anche poco pratico; Dai lasciò una serie di scritti che facevano eco a Hughes, Back e altri.

Nel febbraio 1995 Dai inviò un'e-mail a "The List", sostenendo la tecnologia, non la regolamentazione, come salvatrice dei diritti digitali individuali:

Non c'è mai stato uno stato che prima o poi non abbia cercato di ridurre la libertà dei suoi sudditi e di ottenere un maggiore controllo su di loro, e probabilmente non ce ne sarà mai uno. Pertanto, invece di cercare di convincere il nostro attuale stato a non provarci, svilupperemo la tecnologia [...] che renderà impossibile il successo dello stato.

Gli sforzi per influenzare lo stato (ad esempio, lobbismo e propaganda) sono importanti solo nella misura in cui ritardano il suo tentativo di repressione abbastanza a lungo da consentire alla tecnologia di maturare e diventare ampiamente utilizzata.

Ma anche se non credete che quanto sopra sia vero, pensatela in questo modo: se avete una certa quantità di tempo da spendere per promuovere la causa di una maggiore privacy personale (o libertà, o criptoanarchia, o qualsiasi altra cosa), potete farlo meglio usando il tempo per conoscere la crittografia e sviluppare gli strumenti per proteggere la privacy o convincendo lo stato a non invadere la vostra privacy?

Quello stesso anno, nel 1998, un crittografo americano di nome Nick Szabo propose bit gold. Basandosi sulle idee di altri cypherpunk, Szabo propose una struttura finanziaria parallela il cui i token avrebbero avuto una propria proposta di valore, separata dal dollaro o dall'euro. Avendo lavorato in DigiCash e avendo visto le vulnerabilità di una zecca centralizzata, pensava che l'oro fosse una risorsa utile da provare a replicare nello spazio digitale.

Bit gold è stato importante perché collegava le idee di riforma monetaria e denaro sano/onesto al movimento cypherpunk. Cercava di rendere digitale la caratteristica del "costo dimostrabile" dell'oro. Una collana d'oro, ad esempio, dimostra che il proprietario ha speso molto tempo, energia e risorse per estrarre quell'oro dal terreno e trasformarlo in gioielli, o ha pagato un sacco di soldi per acquistarla. Szabo voleva portare online il "costo dimostrabile". Bit gold non è mai stato implementato, ma ha continuato a ispirare i cypherpunk.

Gli anni successivi hanno visto l'ascesa dell'e-commerce, la bolla delle dot-com e poi l'emergere delle mega corporazioni di Internet odierne. Fu un periodo impegnativo ed esplosivo per l'online, ma per cinque anni non ci fu alcun progresso significativo nel campo del denaro digitale. Ciò indica il fatto che in primo luogo non c'erano molte persone che lavoravano a questa idea e, in secondo luogo, far funzionare tutto era straordinariamente impegnativo.

Nel 2004 l'ex-collaboratore di PGP Finney annunciò una Prova di lavoro riutilizzabile, o "RPOW": questa sarebbe stata la successiva grande innovazione nel percorso verso Bitcoin.

La RPOW prendeva l'idea di bit gold e aggiungeva una rete di server open source per verificare le transazioni. Si poteva allegare un po' d'oro a un'e-mail, ad esempio, e il destinatario avrebbe potuto acquistare un bene al portatore con un costo dimostrabile.

Sebbene Finney avesse lanciato la RPOW in modo centralizzato sul proprio server, aveva in programma di decentralizzarne l'architettura. Questi sono stati tutti passaggi chiave che hanno condotto alla nascita di Bitcoin, ma alcuni altri pezzi del puzzle dovevano ancora essere messi al loro posto.


V. “RUNNING BITCOIN”

Nel 1999 Back terminò il suo dottorato di ricerca sui sistemi distribuiti e iniziò a lavorare in Canada per una società chiamata Zero Knowledge Systems. Lì contribuì a costruire il Freedom Network, uno strumento che permetteva alle persone di navigare sul web in privato. Back e i suoi colleghi utilizzavano le cosiddette "prove a conoscenza zero" (basate sulle firme cieche di Chaum) per crittografare le comunicazioni su questa rete e vendevano l'accesso al servizio.

Back, a quanto pare, era anche in anticipo sui tempi su questa innovazione chiave. Nel 2002 gli informatici avevano migliorato il modello di Zero Knowledge System adottando un progetto di navigazione web privato del governo degli Stati Uniti chiamato "onion routing" open source. Lo chiamarono Tor Network e ispirò l'era delle reti private virtuali (VPN). Rimane oggi il gold standard per la navigazione web privata.

All'inizio e alla metà degli anni 2000 Back terminò il suo lavoro presso Zero Knowledge Systems e venne reclutato da Microsoft per un breve periodo come ricercatore sulla sicurezza informatica, quindi entrò a far parte di una nuova startup che produceva software di collaborazione crittografato peer-to-peer. Ciononostante Back continuava ancora a pensare all'idea del denaro digitale.

Quando l'e-mail di Nakamoto arrivò nell'agosto 2008, Back era incuriosito. La lesse attentamente e rispose suggerendo a Nakamoto di esaminare altri sistemi di denaro digitale, incluso b-money di Dai.

Il 31 ottobre 2008 Nakamoto pubblicò il white paper di Bitcoin su "The List". La prima frase prometteva il sogno che tanti avevano inseguito: “Una versione puramente peer-to-peer del contante elettronico consentirebbe d'inviare pagamenti online direttamente da una parte all'altra senza passare attraverso un istituto finanziario”. Hashcash di Back, b-money di Dai e precedenti ricerche sulla crittografia erano state tutte citate.

Come ha scritto lo storico del contante digitale Aaron van Wirdum: “Con Bitcoin, Hashcash ha preso due piccioni con una fava: ha risolto il problema della doppia spesa in modo decentralizzato, fornendo al contempo un trucco per mettere in circolazione nuove coin senza un emittente centralizzato”. Ha notato che Hashcash non è stato il primo sistema di ecash, ma un sistema did enaro digitale decentralizzato “sarebbe stato impossibile senza di esso”.

Il 9 gennaio 2009 Nakamoto inaugurò la prima versione del software Bitcoin. Finney fu uno dei primi a scaricare il programma e sperimentarlo, poiché era entusiasta che qualcuno avesse continuato il suo lavoro con la RPOW.

Il 10 gennaio Finney pubblicò il famoso tweet: “Running Bitcoin”. La rivoluzione pacifica era iniziata.


VI. IL “GENESIS BLOCK”

Nel febbraio 2009 Nakamoto riassunse le idee alla base di Bitcoin su un forum della comunità tecnologica peer-to-peer:

Prima della crittografia avanzata, gli utenti dovevano fare affidamento sulla protezione tramite password per mantenere private le proprie informazioni. La privacy poteva sempre essere ignorata dall'amministratore in base al suo giudizio soppesante il principio della privacy rispetto ad altre preoccupazioni, o per volere dei suoi superiori. Poi è arrivata la crittografia avanzata e la fiducia non era più richiesta. I dati potevano essere protetti in un modo fisicamente impossibile affinché altri potessero accedervi, non importava per quale motivo, non importava quanto fosse valida la scusa, non importava quale.

Era ora che avessimo la stessa cosa per il denaro. Con la valuta elettronica basata su prove crittografiche, senza la necessità di affidarsi a un intermediario di terze parti, il denaro può essere sicuro e le transazioni validate. Uno degli elementi costitutivi di un tale sistema sono le firme digitali. Una moneta digitale contiene la chiave pubblica del suo proprietario. Per trasferirla, il proprietario firma la moneta insieme alla chiave pubblica del proprietario successivo. Chiunque può controllare le firme per verificare la catena di proprietà. Funziona bene per garantire la proprietà, ma lascia irrisolto un grosso problema: la doppia spesa. Qualsiasi proprietario potrebbe provare a spendere nuovamente una moneta già spesa firmandola verso un altro proprietario. La solita soluzione è che un'azienda fidata con un database centrale vigili sulla doppia spesa, ma così torneremmo al solito modello di fiducia. Nella sua posizione centrale, l'azienda può scavalcare gli utenti [...].

La soluzione di Bitcoin è utilizzare una rete peer-to-peer per verificare la doppia spesa [...]. Il risultato è un sistema distribuito senza un singolo punto di errore. Gli utenti detengono le chiavi crittografiche del proprio denaro e effettuano transazioni tra di loro, con l'aiuto della rete P2P affinché vigili sulla doppia spesa.

Nakamoto aveva studiato Diffie, Chaum, Back, Dai, Szabo e Finney e aveva forgiato una forma di denaro digitale decentralizzato.

La chiave di volta, in retrospettiva, era combinare la capacità di effettuare transazioni private al di fuori del sistema bancario con la capacità di detenere un bene che non poteva essere svalutato tramite interferenze politiche.

Quest'ultima caratteristica non era al primo posto per i cypherpunk prima della fine degli anni '90. Szabo ci aveva sicuramente mirato con Bit gold e altri, ispirati da economisti Austriaci come Fredrich Hayek e Murray Rothbard, avevano discusso a lungo di togliere la creazione di denaro dalle mani dello stato. Tuttavia i cypherpunk avevano dato la priorità alla privacy rispetto alla politica monetaria nelle prime visioni riguardanti il denaro digitale.

L'ambivalenza nei confronti della politica monetaria mostrata dai sostenitori della privacy è ancora evidente oggi. Molti gruppi per le libertà civili di sinistra che hanno protetto i diritti digitali americani negli ultimi due decenni hanno ignorato o sono stati apertamente ostili nei confronti di Bitcoin. Il limite di 21 milioni di coin, la scarsità e le qualità del "denaro sano/onesto" si sono rivelate fondamentali per raggiungere la privacy attraverso il denaro digitale. Tuttavia la maggior parte dei gruppi di difesa dei diritti digitali non hanno riconosciuto né celebrato il ruolo che la Prova di lavoro e una politica monetaria immutabile possono svolgere nella protezione dei diritti umani.

Per sottolineare l'importanza primaria della scarsità e dell'emissione monetaria prevedibile nella creazione di denaro digitale, Nakamoto rilasciò Bitcoin non dopo l'ennesimo scandalo incentrato sulla sorveglianza statale, bensì sulla scia della crisi finanziaria mondiale e dei conseguenti esperimenti di folle stampa di denaro del 2007 e 2008.

Il primo input nella blockchain di Bitcoin è noto come Genesis Block ed è un grido di battaglia politico. Proprio nel suo codice c'è un messaggio su cui vale la pena riflettere: “The Times / 03 Jan / 2009 Chancellor on brink of second bailout for banks”.

Genesis Block di Bitcoin: Cancelliere dello scacchiere sull'orlo di un secondo salvataggio bancario (Fonte)

Il messaggio fa riferimento a un titolo del Times di Londra, che descrive come il governo britannico fosse in procinto di salvare un settore privato in fallimento aumentando entrambi i lati del suo bilancio. Ciò faceva parte di un movimento mondiale più ampio in cui le banche centrali creavano liquidità dal nulla per le banche commerciali e in cambio acquisivano asset, dai titoli garantiti da ipoteca al debito societario e sovrano. Nel Regno Unito la Banca d'Inghilterra stava stampando denaro per cercare di salvare l'economia.

La dichiarazione di Nakamoto nel Genesis Block era una sfida all'azzardo morale creato dalla Banca d'Inghilterra, la quale funge da prestatore di ultima istanza per le società britanniche che seguono linee di politica sconsiderate e rischiano la bancarotta.

Il londinese medio è quello che ne paga il prezzo durante una recessione, mentre l'élite di Canary Wharf trova modi per proteggere la propria ricchezza. Nessun banchiere britannico sarebbe finito in prigione durante la Grande Crisi Finanziaria, ma milioni di cittadini britannici nella classe medio-bassa ne hanno sofferto. Bitcoin era più di un semplice denaro digitale, era un'alternativa al sistema bancario centrale.

Nakamoto non aveva una grande opinione del modello in cui burocrati aumentavano il debito per salvare economie sempre più finanziarizzate:

Il problema principale con la valuta fiat è tutta la fiducia necessaria per farla funzionare. Ci si deve fidare della banca centrale affinché non svaluti la valuta, ma la storia delle valute fiat è piena di violazioni di quella fiducia. Ci si deve fidare delle banche affinché detengano il nostro denaro e lo trasferiscano elettronicamente, ma lo prestano generando ondate di bolle del credito con una minima frazione in riserva.

Nakamoto lanciò la rete Bitcoin come concorrente delle banche centrali, offrendo l'automazione della politica monetaria ed eliminando le fumose stanze sul retro in cui gruppi ristretti d'individui prendevano decisioni per tutti gli altri riguardo soprattutto il campo monetario.


VII. UNA MERAVIGLIA INGEGNERISTICA

Inizialmente Back rimase colpito da Bitcoin. Lesse un rapporto tecnico che Finney aveva pubblicato all'inizio del 2009 e si rese conto che Nakamoto aveva risolto molti dei problemi che in precedenza avevano impedito la creazione di un'effettiva forma di denaro digitale. Ciò che forse lo impressionò di più , e rese il progetto Bitcoin più forte di qualsiasi altro avesse mai visto, fu che all'inizio del 2011 Nakamoto scomparve per sempre.

Nel 2009 e nel 2010 Nakamoto pubblicò aggiornamenti, discusse di modifiche e miglioramenti a Bitcoin e condivise le proprie opinioni sul futuro della rete, principalmente su un forum online chiamato Bitcointalk. Poi, un giorno, è scomaprso e da allora non se ne è più saputo nulla.

A quel tempo Bitcoin era ancora un progetto in fasce e Nakamoto era ancora un punto centrale di fallimento. Alla fine del 2010 agiva ancora come un "dittatore benevolo", ma facendosi da parte — e rinunciando a una vita di fama, fortuna e premi — rese impossibile per gli stati di poter danneggiare la rete arrestandolo o manipolandolo.

Prima di sparire, Nakamoto scrisse:

Molte persone liquidano automaticamente il denaro digitale come una causa persa data la lunga scia di aziende che hanno fallito sin dagli anni '90. Spero sia ovvio che fosse solo la natura centralizzata di quei sistemi ad averli condannati al fallimento. Penso che questa sia la prima volta che proviamo un sistema decentralizzato e non basato sulla fiducia.

Back era d'accordo. Oltre ad essere colpito dal modo in cui Nakamoto rivelò Bitcoin e poi è scomparso, fu particolarmente incuriosito dalla politica monetaria di Bitcoin, programmata per emettere una quantità sempre minore di coin ogni anno fino al 2130, quando anche l'ultimo bitcoin sarebbe stato emesso. Il numero totale di coin è stato scolpito nella pietra a poco meno di 21 milioni.

Ogni quattro anni i nuovi bitcoin emessi come ricompensa per il mining di un nuovo blocco vengono dimezzati, in un evento ora celebrato come "halving".

L'emissione prevedibile di Bitcoin (Fonte)

Quando Nakamoto minava all'inizio del 2009, la ricompensa era di 50 bitcoin. Scese a 25 nel 2012, 12,5 nel 2016 e 6,25 nell'aprile 2020. Alla fine del 2021 erano stati minati quasi 19 milioni di bitcoin ed entro il 2035 il 99% di tutti i bitcoin sarà distribuito.

Il resto sarà distribuito nel secolo successivo, come incentivo duraturo per i miner che però nel tempo dovranno passare a trarre profitto dalle commissioni di transazione.

Già nel 2009 Nakamoto, Finney e altri ipotizzarono che la politica monetaria "hard-capped" di Bitcoin con un limite a 21 milioni l'avrebbe reso estremamente prezioso se un giorno fosse decollato.

Oltre all'innovativa politica monetaria, Back pensava che anche il cosiddetto "algoritmo di difficoltà" fosse un significativo passo avanti. Questo trucco risolse una preoccupazione che egli aveva inizialmente avuto per Hashcash, dove gli utenti con computer più veloci potevano sopraffare il sistema. In Bitcoin, Nakamoto impedì che ciò accadesse programmando la rete per ripristinare la difficoltà richiesta ogni due settimane, in base a quanto tempo aveva richiesto il mining nelle due settimane precedenti.

Se il mercato fosse crollato o si fosse verificato un evento catastrofico (ad esempio, quando il Partito Comunista Cinese cacciò metà dei miner di Bitcoin nel maggio 2021) e la quantità totale globale di energia spesa per minare Bitcoin ("hashrate") fosse diminuita, ci sarebbe voluto più tempo del normale per minare i blocchi.

Tuttavia, con l'algoritmo di difficoltà, la rete si sarebbe riequilibrata in breve tempo e avrebbe semplificato il mining. Al contrario se l'hashrate fosse aumentato, nel caso in cui fosse stato inventato un dispositivo più efficiente e i miner avessero minato i blocchi troppo velocemente, l'algoritmo di difficoltà avrebbe compensato presto la situazione. Questa caratteristica apparentemente semplice ha dato a Bitcoin la resilienza e lo ha aiutato a sopravvivere a massicce turbolenze stagionali nel mining, precipitosi crolli dei prezzi e minacce normative. Oggi l'infrastruttura di mining di Bitcoin è più decentralizzata che mai.

Queste innovazioni fecero pensare a Back che Bitcoin potesse avere successo laddove altri tentativi avevano fallito. Tuttavia rimaneva un problema evidente: Bitcoin non era molto privato.


VIII. IL PROBLEMA DELLA PRIVACY SU BITCOIN

Per i cypherpunk la privacy era un obiettivo chiave. Le precedenti iterazioni riguardo il denaro digitale, come DigiCash, avevano ceduto al compromesso per raggiungere la privacy sacrificando il decentramento. Potrebbe esserci un'immensa privacy in questi sistemi, ma gli utenti dovevano fidarsi di una Zecca ed erano a rischio di censura e svalutazione.

Nel creare un'alternativa, Nakamoto è stato costretto a fare affidamento su un sistema di registro aperto, in cui chiunque poteva visualizzare pubblicamente tutte le transazioni. Era l'unico modo per garantire la verificabilità, ma sacrificava la privacy. Back pensa ancora che questa sia stata la giusta decisione ingegneristica.

C'era stato molto lavoro nell'area delle valute digitali private da DigiCash in poi. Nel 1999 venne pubblicato un documento intitolato Auditable Anonymous Electronic Cash, la cui idea era utilizzare prove a conoscenza zero. Più di un decennio dopo il documento Zerocoin venne pubblicato come ottimizzazione di questo concetto, ma per cercare di ottenere una privacy perfetta anche questi sistemi hanno ceduto ai compromessi.

La matematica richiesta per queste transazioni anonime era così complicata che rendeva ogni transazione molto grande e ogni spesa richiedeva molto tempo. Uno dei motivi per cui Bitcoin funziona bene oggi è che la transazione media è di appena un paio di centinaia di byte. Chiunque può eseguire con poco un nodo completo a casa e tenere traccia della cronologia di Bitcoin e delle transazioni in entrata, mantenendo il potere sul sistema nelle mani degli utenti. Il sistema non si basa su pochi supercomputer; i normali computer possono archiviare la blockchain di Bitcoin e trasmettere i dati delle transazioni perché il loro utilizzo è ridotto al minimo.

Se Nakamoto avesse utilizzato un modello di tipo Zerocoin, ogni transazione sarebbe stata superiore a 100 kilobyte, il libro mastro sarebbe diventato enorme e solo una manciata di persone con attrezzature specializzate per datacenter avrebbe potuto eseguire un nodo completo, introducendo la possibilità di collusione, censura, o anche un piccolo gruppo di persone che decidono di aumentare l'offerta monetaria oltre i 21 milioni. Come afferma il mantra della comunità Bitcoin: "Non fidatevi e verificate".

Back ha detto che, in retrospettiva, è contento di non aver menzionato il documento del 1999 a Nakamoto nelle sue e-mail. La creazione di denaro digitale decentralizzato era la parte più cruciale: la privacy, pensava, poteva essere programmata in un secondo momento.

Nel 2013 Back decise che Bitcoin aveva dimostrato una stabilità sufficiente per essere la base per il denaro digitale. Si rese conto che poteva offrire la sua esperienza in crittografia applicata per contribuire a renderlo più privato. In quel periodo Back iniziò a passare 12 ore al giorno a leggere di Bitcoin. Ha detto che perse la cognizione del tempo, mangiava a malapena e dormiva a malapena; era ossessionato.

Quell'anno Back suggerì alcune idee chiave alla comunità degli sviluppatori Bitcoin su canali come IRC e Bitcointalk, tra cuicambiare il tipo di firma digitale che Bitcoin utilizzava da ECDSA a Schnorr. Nakamoto non utilizzò Schnorr nel design originale, nonostante offrisse maggiore flessibilità e privacy per gli utenti, perché esisteva brevetto su di essa. Ma quel brevetto è scaduto.

Oggi il suggerimento di Back è stato implementato poiché le firme Schnorr sono state aggiunte alla rete Bitcoin come parte dell'aggiornamento Taproot. Una volta attivato Taproot e utilizzato su larga scala, la maggior parte dei tipi di wallet e transazioni sembrerà uguale agli osservatori (inclusi gli stati), contribuendo a combattere la macchina della sorveglianza.


IX. TRANSAZIONI RISERVATE

La più grande visione di Back per Bitcoin era qualcosa chiamata Transazioni riservate. Attualmente un utente espone la quantità di bitcoin che invia a ogni transazione e ciò consente la verificabilità del sistema — chiunque esegua il software Bitcoin può garantire che ci sia solo un certo numero di coin — ma consente anche la sorveglianza sulla blockchain.

Se uno stato può associare un indirizzo Bitcoin a un'identità nel mondo reale, può seguirne i fondi. Le transazioni riservate nasconderebbero l'importo della transazione, rendendo la sorveglianza molto più difficile o forse addirittura impossibile se utilizzate insieme a tecniche come CoinJoin.

Nel 2013 Back parlò con una manciata di sviluppatori — i "Bitcoin Wizard", come li chiama lui — e si rese conto che sarebbe stato estremamente difficile implementare le transazioni riservate, poiché la comunità aveva comprensibilmente dato la priorità alla sicurezza e alla verificabilità rispetto alla privacy.

Back si rese anche conto che Bitcoin non era molto modulare, il che significa che non si poteva sperimentare con le transazioni private all'interno del sistema, quindi contribuì a elaborare l'idea di un nuovo tipo di banco di prova sperimentale per la tecnologia Bitcoin, in modo da poter testare nuove idee senza danneggiare la rete.

Back capì subito che questo avrebbe rappresentato un sacco di lavoro: avrebbe dovuto creare librerie software, integrare wallet, ottenere la compatibilità con gli exchange e creare un'interfaccia user-friendly. Back raccolse $21 milioni nella Silicon Valley per provare a costruire un'azienda e realizzare tutto questo.

Con il finanziamento iniziale, Back collaborò con il noto sviluppatore di Bitcoin Core, Greg Maxwell, e l'investitore Austin Hill per lanciare Blockstream, che oggi è una delle più grandi società di Bitcoin al mondo. Back è CEO e persegue progetti come Blockstream Satellite, il quale consente agli utenti Bitcoin di tutto il mondo di utilizzare la rete senza bisogno di accesso a Internet.

Nel 2015 Back e Maxwell rilasciarono una versione "testnet" di Bitcoin che avevano immaginato e l'hanno chiamata Elements. Poi procedettero ad abilitare le transazioni riservate su questa sidechain — ora chiamata Liquid — dove oggi centinaia di milioni di dollari sono saldati privatamente.

Gli utenti di Bitcoin hanno combattuto quella che è nota come la "Blocksize War" tra il 2015 e il 2017 per mantenere la dimensione dei blocchi ragionevolmente limitata (è aumentata fino a un nuovo massimo teorico di 4 megabyte) e mantenere il potere nelle mani degli individui, quindi qualsiasi piano per aumentarne significativamente le dimensioni in futuro potrebbe incontrare una forte resistenza.

Back pensa ancora che sia possibile ottimizzare il codice e ottenere transazioni riservate abbastanza piccole da poter essere implementate su Bitcoin. Mancano ancora diversi anni, nella migliore delle ipotesi, all'aggiunta, ma Back continua la sua ricerca.

Per ora gli utenti di Bitcoin possono migliorare la loro privacy attraverso tecniche come CoinJoin, CoinSwap e utilizzando tecnologie di secondo livello come Lightning Network, o sidechain come Mercury o Liquid.

In particolare Lightning, un'altra area in cui il team di Back investe molto attraverso il lavoro su c-lightning, aiuta gli utenti a spendere bitcoin in modo più economico, rapido e privato. Attraverso innovazioni come questa, Bitcoin funge da tecnologia di risparmio resistente alla censura e alla svalutazione per decine di milioni di persone in tutto il mondo e sta diventando più user- friendly per le transazioni quotidiane.

Nel futuro prossimo Bitcoin potrebbe benissimo realizzare la visione cypherpunk del denaro digitale, con tutti gli aspetti di privacy del contante e tutta la capacità di riserva di valore dell'oro. Questa potrebbe rivelarsi una delle missioni più importanti del prossimo secolo, poiché gli stati sperimentano e iniziano a introdurre le valute digitali delle banche centrali (CBDC).

Le CBDC mirano a sostituire la cartamoneta con crediti elettronici che possono essere facilmente sorvegliati, confiscati, tassati automaticamente e svalutati tramite tassi d'interesse negativi. Aprono la strada all'ingegneria sociale, incentivano la censura e il deplatforming e impongono una data di scadenza sul denaro.

Ma se la visione del denaro digitale incarnata da Bitcoin potrà essere pienamente realizzata, allora, usando le parole di Nakamoto, “possiamo vincere un'importante battaglia nella corsa agli armamenti e conquistare un nuovo territorio di libertà per diversi anni”.

Questo è il sogno cypherpunk e Adam Back è concentrato nel realizzarlo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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