giovedì 27 maggio 2021

Il Trono di Spade ci mostra come il potere trasforma gli eroi in mostri

 

 

di Brittany Hunter

*Questo articolo contiene spoiler sull'ottava stagione del Trono di Spade.*

Se c'è una cosa su cui il Trono di Spade ha brillato durante le sue otto stagioni, è stata la dimostrazione di come sia velenosa la ricerca del potere, sia per chi lo insegue che per chiunque si metta sulla sua strada.

Nell'episodio più recente, il penultimo dell'intera serie, la storia si tuffa ancora più a fondo in questo tema rispetto al passato, ricordandoci quanto sia orribile quando i civili diventano pedine in un gioco sanguinoso a cui non hanno mai chiesto di giocare. E sfortunatamente, quando si tratta di guerra, le vittime civili sono quasi sempre inevitabili e a volte sono addirittura intenzionali e strategiche.

Sebbene il telefilm sia un'opera di finzione, il sacrificio insensato delle vite dei civili per la conquista militare è una trama troppo comune in tutta la nostra storia umana. E proprio come le azioni di Daenerys hanno disgustato i telespettatori, dovrebbero disgustarci allo stesso modo i massacri bellici nel mondo reale che si traducono in innumerevoli morti di innocenti.


Dany passa al lato oscuro

Per gran parte della serie Daenerys Targaryen (Dany) è stata una protagonista amata che ha cercato di rompere le catene della schiavitù e liberare tutti coloro che erano stati tenuti prigionieri sotto un dominio dispotico. Anche quando ha fatto ricorso ad atti orribili, come bruciare viva la gente per non essersi "inginocchiata", gli spettatori erano disposti a guardare oltre le sue azioni perché sembrava sempre avere una ragione giustificabile per fare ciò che faceva. Se paragonata a Cersei Lannister, che usava abitualmente gli altri per perseguire i propri scopi, le azioni di Dany sembravano abbastanza mansuete e persino necessarie nella lotta contro il male.

Eppure ha attraversato il punto di non ritorno nel penultimo episodio dell'ottava serie, quando ha completato la sua discesa nella malvagità. Sebbene Daenerys si fosse scatenata per tutta la stagione, non si era mai abbassata al livello di Cersei, che ha dimostrato in diverse occasioni di non avere scrupoli a uccidere masse di innocenti se ciò avesse aiutato lei (o suo figlio) a tenere il Trono.

Tutto questo è cambiato quando Dany ha usato il suo drago per bruciare e distruggere la città di Approdo del Re. Mentre in precedenza Daenerys aveva sconfitto tiranni ed i loro eserciti, in questo episodio ha fatto una scelta deliberata per uccidere indiscriminatamente, falciando migliaia di civili e affermando che lei non era più l'eroina di questa storia. Uccidere gli innocenti, dopo tutto, è qualcosa che viene fatto dai "cattivi", non dalla Distruttrice di Catene.

Per la maggior parte dell'episodio gli spettatori hanno guardato con orrore mentre donne, bambini e altri innocenti venivano carbonizzati vivi da Daenerys e dal suo drago, Drogon. A peggiorare le cose, il massacro è avvenuto dopo che l'esercito di Approdo del Re aveva ammesso la sconfitta e si era arreso. Ma questa volta inginocchiarsi non era abbastanza per la Regina dei Draghi, che invece cercava di assicurarsi che tutti pagassero per le perdite che aveva subito, in particolare la morte di due dei suoi draghi e la sua più stretta confidente, Missandei. E, come fanno i governanti ubriachi di potere, ha anche cercato di instillare la paura nei cuori della sua stessa gente, che ora sapevano cosa avrebbero affrontato semmai le avessero disubbidito. E, peggio di tutto, sembrava persino divertirsi ad incendiare la città.

C'è qualcosa di intrinsecamente malvagio nel bruciare viva una folla di persone innocenti. Nel mondo reale tendiamo a disprezzare particolarmente atti simili di terrorismo, proprio perché sono profondamente vili. Le guerre sono abbastanza deleterie da sole, ma mentre gli eserciti decidono volontariamente di rischiare la vita, i civili, persi nella nebbia della guerra, ne sono estranei.

Dal comfort dei nostri divani è facile capire quanto siano sbagliate le azioni di Daenerys. Tuttavia, quando si tratta della nostra politica estera, molti di noi avallano un male simile solo perché commesso per mano del nostro governo.


Danni collaterali

Gli attacchi che hanno avuto luogo l'11 settembre 2001 hanno cambiato per sempre la psiche americana. Mentre avevamo sentito parlare di attacchi su larga scala commessi contro civili innocenti in terre lontane, tali tragedie non si erano mai verificate sui nostri lidi, almeno non in modo così drammatico. Scioccati e devastati dalle perdite, molti sono diventati ossessionati dal cercare giustizia e punire coloro che si riteneva fossero responsabili degli attacchi. Sfortunatamente molti non hanno sempre cercato giustizia nei posti giusti.

Mentre non c'era alcuna prova che l'Iraq avesse avuto un ruolo in questi attacchi, è diventato un obiettivo facile da incolpare. E una volta che si sparse la voce che il Paese avesse costruito armi di distruzione di massa, l'Iraq è stato trattato alla stregua dei talebani in Afghanistan.

Il 12 luglio 2007, quattro anni dopo la guerra in Iraq, due elicotteri Apache americani andarono all'attacco durante l'insurrezione irachena a New Baghdad. Questi attacchi erano drammaticamente simili ad altri che si erano verificati durante tale periodo, ma nel 2010 il Paese rimase scioccato quando il soldato dell'esercito americano Chelsea (allora Bradley) Manning fece trapelare immagini di suddetto attacco aereo, dimostrando che gli Apache non avevano fatto alcuno sforzo per discernere tra insorti e civili innocenti. A peggiorare le cose, quelli che premettero il grilletto ridevano di coloro che stavano uccidendo.

Sfortunatamente questa non era la prima volta che gli Stati Uniti commettevano uccisioni di massa di civili innocenti durante periodi di guerra. Il massacro di Mai Lai durante la guerra del Vietnam, per esempio, è un altro orribile esempio di come la guerra e il potere avessero portato l'esercito americano ad infliggere indicibili violenze a coloro che erano nati nel Paese "sbagliato".

Prendere una vita umana non è mai una cosa da fare alla leggera, anche in situazioni in cui la difesa è più che giustificata. E adottare un atteggiamento così disinvolto nei confronti della distruzione della vita umana è ciò che separa il selvaggio dal civile.

Eppure, piuttosto che denunciare e condannare queste azioni, il governo degli Stati Uniti ha definito queste morti "danni collaterali", "incidenti". Se visti come errori, piuttosto che uccisioni intenzionali, tali morti potrebbero non sembrare abbastanza gravi come le azioni commesse da Daenerys, ma come afferma Dan Sanchez, è difficile credere che le vittime siano danni collaterali o "incidenti":

La premessa in sé è molto discutibile: anche le forze armate occidentali considerano un valore strategico l'effetto demoralizzante delle vittime civili.

In secondo luogo, è un menzognero abuso della semantica definire "accidentali" tali morti. Quando si prende una dose di medicinali conoscendone gli effetti collaterali, non si può dire che ci si sente male "per caso". Lo stesso si può dire per le vittime civili in un bombardamento su un'area densamente popolata. Qualunque siano gli obiettivi principali, i bombardieri sanno bene che i civili moriranno a causa delle loro azioni, e quindi quelle morti non possono essere definite "accidentali".

La guerra è sinonimo di morte e quando si inizia una guerra, bisogna aspettarsi che le persone, sia colpevoli che innocenti, moriranno. Di conseguenza innumerevoli altri soffriranno immensamente.

[...] la guerra comporta sempre aggressività. Il termine "guerra" non viene quasi mai usato per descrivere la ricerca selettiva di giustizia rivolta ad individui specifici. Le guerre rendono tutti delle vittime, intere popolazioni, solo per la voglia di conquista.

Quindi la guerra comporta sempre il massacro di civili innocenti (così come molte violenze arbitrarie inflitte a soldati e funzionari).


Il potere corrompe e il potere assoluto corrompe in modo assoluto

Friedrich Nietzsche scrisse:

Chi combatte i mostri dovrebbe fare in modo che nel processo non diventi un mostro. E se guardate abbastanza a lungo in un abisso, l'abisso vi guarderà dentro.

Non importa quanto possa sembrare valida una causa, distruggere vite umane nella ricerca del potere trasforma quasi sempre le persone in mostri.

È facile capirlo quando guardiamo battaglie fittizie su uno schermo, tuttavia quando si tratta di coinvolgimenti stranieri del nostro Paese, molti sono a proprio agio nel giustificare la perdita delle vite di innocenti come una sfortunata ma necessaria realtà della guerra.

Il Trono di Spade potrebbe essere nient'altro che una storia di fantasia partorita dalle menti di George R.R. Martin e dagli scrittori della HBO, ma è riuscita ad incapsulare perfettamente gli aspetti minacciosi della guerra perpetua. Mentre la serie volge al termine, riflettiamo sull'importanza del telefilm, non solo come icona culturale moderna, ma come promemoria di quanto la guerra e la ricerca del potere siano atroci.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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