mercoledì 28 marzo 2012

La Scuola E' Come una Prigione?

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Detto questo, oggi ritorniamo su un tema caldo che spesso è stato trattato su queste pagine. Come direbbe John Taylor Gatto: "Non fatevi ingannare dal pensiero che i buoni programmi di studi o i buoni insegnanti o le buone attrezzature siano i fattori determinanti nella giornata di scuola dei vostri figli. Tutte le patologie che abbiamo considerato si verificano in larga misura perché le lezioni scolastiche impediscono ai bambini di mantenere appuntamenti importanti con loro stessi e le loro famiglie, di imparare le lezioni dell'auto-motivazione, della perseveranza, della fiducia in sé stessi, del coraggio, della dignità e dell'amore – e, naturalmente, le lezioni del servizio agli altri, che sono fra le lezioni chiave della vita domestica.
[...] Un futuro sta scorrendo giù veloce sulla nostra coltura che richiederà che tutti noi impariamo la saggezza dell'esperienza non materiale; questo futuro richiederà, come prezzo della sopravvivenza, che seguiamo un ritmo di vita naturale economico nei suoi costi materiali. Queste lezioni non possono essere imparate nelle scuole così come sono. La scuola è come cominciare la vita con una sentenza di 12 anni di prigione in cui le cattive abitudini sono l'unico programma di studi davvero imparato. Insegno a scuola e vinco dei premi facendolo. Dovrei saperlo."

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di Jeffrey Tucker


Le persone nella mia comunità amano le loro scuole pubbliche. Lo stesso accade nella maggior parte del paese. Se solo ne conoscessero i costi, e non intendo solo i costi finanziari, che sono due e tre volte superiori a quelli delle scuole private. Intendo anche i costi d'opportunità: Se solo la gente sapesse quello che non ha capito!

Immaginate l'istruzione gestita interamente dall'economia di mercato. La varietà! La scelta! L'innovazione! Tutte le caratteristiche che ci si aspetta in molti settori della vita — spaccio alimentare, software, abbigliamento, musica — riguarderebbero anche l'istruzione. Ma così com'è, il mercato dell'istruzione è zoppicante, troncato, congelato, irreggimentato, e tragicamente ci siamo tutti abituati a questo standard.

Più le persone vivono con il socialismo educativo, tanto più si adattano alle sue inefficienze, privazioni e persino umiliazioni. Così è con le scuole pubbliche Americane. Molta gente le ama, ma è come la "Sindrome di Stoccolma": Siamo arrivati ad avere un particolare apprezzamento per i nostri rapitori e maestri perché non vediamo alcuna via d'uscita.

C'è una via d'uscita. Ma prima dobbiamo vedere il problema per quello che è. Non c'è niente di meglio che esplorare un libro assolutamente profetico pubblicato la prima volta nel 1974, a cura di William Rickenbacker. Si chiama The Twelve-Year Sentence.

Questo non è solo uno dei grandi titoli della storia dell'editoria; è un libro raro che ha osato dire ciò che nessuno voleva sentire. È vero, i saggi sono tutti colti e precisi (il libro è figlio di una conferenza accademica), ma un fuoco di libertà brucia sotto la superficie delle parole scritte. Particolarmente degno di nota: Questo libro è uscito molto prima del movimento home-schooling, molto prima che una parte della popolazione iniziasse a vedere cosa stesse succedendo ed iniziasse a reagire.

La verità di base che questo libro dice: Il governo ha pianificato centralmente la vita di vostro figlio e ha costretto voi ed il vostro bambino nel sistema. Ma, dicono gli autori, il sistema è un racket ed un imbroglio. Non li prepara per una vita di libertà e produttività. Li prepara ad essere schiavi del debito, dipendenti, burocrati e carne da macello in tempo di guerra.

Sto pensando a questo libro quando guardo ai milioni di giovani disoccupati negli Stati Uniti ed in Europa. Questo è ciò che il sistema ha prodotto. Questa è la folla che, una volta raccolta in "aule", riunita nelle mense scolastiche, seduta per ore interminabili sui banchi assegnati, è stata sottoposta a prove innumerevoli affinché fosse sicuro che avessero correttamente assorbito ciò che il governo voleva che loro sapessero. Ora sono là fuori e vogliono che la loro vita valga qualcosa, ma non sanno che cosa.

Ed è solo l'inizio. Ci sono decine di milioni di vittime di questo sistema. Sono rimaste in silenzio fintanto che i lavori erano ancora lì e l'economia era in crescita. Ma quando i bei tempi sono finiti, molti sono diventati membri di folle predatorie in cerca di una figura paterna affinché li conducesse verso la luce.

Pensate alla frase "dodici anni di carcere." Il governo li ha rinchiusi all'età di 6 anni. Li ha fatti sedere in banchi, 30 o giù di lì per aula. Ha pagato insegnanti per dare loro lezioni e tenerli occupati mentre i genitori lavoravano per sganciare il 40% dei loro stipendi al governo per finanziare il sistema (tra le altre cose) che cresceva i loro figli.

E va avanti per 12 anni, fino all'età di 18 anni, quando il governo decide che per loro è giunto il momento di andare al college, dove si siedono per altri quattro anni, anche a spese di mamma e papà.

Cosa hanno imparato? Hanno imparato a sedersi ad un tavolo e deconcentrarsi per ore e ore, cinque giorni alla settimana. Potrebbero aver imparato a ripetere le cose dette da loro guardiano — voglio dire insegnante. Hanno imparato ad aggirare un pò il sistema ed avere qualcosa di simile ad una vita di nascosto.

Hanno imparato a vivere per il weekend e dicono "TGIF!" Forse hanno ottenuto altre abilità: sport, musica, teatro o quant'altro. Ma non hanno idea di come trasformare la loro limitata conoscenza o abilità in qualcosa di remunerativo in un sistema di mercato che dipende fondamentalmente dall'iniziativa individuale, dalla vigilanza, dalla scelta e dallo scambio.

Sono profondamente ignoranti circa la roba che fa funzionare il mondo e costruisce la civiltà, intendo principalmente il commercio. Non hanno mai lavorato un giorno nel settore privato. Non hanno mai preso un ordine, non sono mai stati di fronte alla verità di un bilancio, non hanno mai preso un rischio, non hanno neanche gestito denaro. Sono stati solo consumatori, non produttori, e il loro consumo è stato finanziato da altri, o con la forza (tasse) o dai genitori indebitati con un senso di colpa.

Quindi è ovvio: Non hanno simpatia o vogliono comprendere come sia la vita per i produttori di questo mondo. Abbasso le classi produttive! Oppure, come si diceva nei primi anni della Rivoluzione Bolscevica: "Espropriate gli espropriatori" O sotto Stalin: "Uccidete i Kulaki". O sotto Mao: "Sradicate i Quattro Vecchi" (vecchie usanze, cultura, abitudini ed idee). Così agì pure la rabbia Nazista dei giovani contro le classi mercantili che si diceva mancassero di "sangue ed onore".

La cosa sorprendente non è che questo sistema produca droni senza cervello. Il miracolo è che alcuni ce la fanno e hanno una vita normale. Istruiscono sé stessi. Trovano posti di lavoro. Diventano responsabili. Alcuni fanno grandi cose. Ci sono modi per superare i dodici anni di carcere, ma l'esistenza del penitenziario educativo rimane ancora un'occasione perduta, imposta coercitivamente.

Agli Americani viene insegnato ad amare la prigione perché è "libera." Immaginate di collegare questa parola al sistema scolastico pubblico! E' tutt'altro che libero. E' fatto di obblighi fino al suo midollo. Se si tenta di fuggire, si "marina la scuola." Se ci si rifiuta di sborsare per sostenerla, si è colpevoli di evasione. Se mettete i vostri figli in una scuola privata, pagate due volte. Se scegliete la scuola parentale, gli assistenti sociali guardano ad ogni movimento che fate.

Non c'è fine alla riforma. Ma non si parla di abolizione. Ancora, riuscite ad immaginare che nel XVIII e nella maggior parte del XIX secolo, come questo libro sottolinea, questo sistema non esisteva nemmeno? Gli Americani erano i più istruiti tra le persone nel mondo, con una alfabetizzazione quasi universale, e senza un governo che pianificava centralmente, senza una condanna a dodici anni. L'istruzione obbligatoria era impensabile. Ciò arrivò solo molto più tardi, portato dalla stessa mafia che ci ha dato la Prima Guerra Mondiale, la FED e l'imposta sul reddito.

Fuggire è molto difficile, ma anche le carceri di massima sicurezza, non sono impenetrabili. Così milioni di persone hanno lasciato. Decine di milioni di persone rimangono. Questa generazione di giovani è vittima del sistema. Questo non li rende meno pericolosi proprio perché non lo sanno. Si chiama Sindrome di Stoccolma: Molti di questi ragazzi sono innamorati dei loro aguzzini e dei carcerieri. Vogliono che abbiano ancora più potenza.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. http://www.controscuola.it/la-scuola-una-prigione/

    Io, mamma di 4, ho detto basta e i figli non li mando a scuola. Erika

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  2. Sbagli Erika. Io ci sono andato e sono arrivato qui lo stesso. Insegna ai tuoi figli ad avere la mente libera, aperta ed il senso critico. È vedrai che prenderai due piccioni con una fava.

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